Viaggio
|
Cefalea Fotografia Fumo Genova Lavoro Lisbona Materiale e immaginario Parigi |
Pisa Postmoderno Prospettiva Saudade Straniero/a Treno Vecchiano Viaggio |
In uno dei numerosi incontri di Requiem il narratore ritrova, dopo il confronto con un personaggio che lo accusa di subire una realtà completamente disintegrata, un motivo d’incoraggiamento in una volontà di movimento che è al contempo narrazione: «se ho tutte queste storie da raccontare può darsi che la gente abbia voglia di ascoltare [...] e così cominciai a circolare per la città e a raccontare storie, e adesso è così che mi guadagno la vita» (Tabucchi, Romanzi 105). Allo stesso modo, nel dialogo tra Firmino e l’avvocato de La testa perduta di Damasceno Monteiro il riferimento alla letteratura come «sistema fatto di sotterranee congiunzioni, di legami astrali, di inafferrabili corrispondenze» (465) introduce al rapporto tra la letteratura stessa e la realtà. Entrambe infatti, da questo punto di vista, possono assomigliare a un insieme di percorsi possibili da attraversare. Sia il caso di Ceserani che il caso di Tabucchi offrono due soluzioni distanti, e attraversate da sottili corrispondenze, di questo rapporto. Il tema del viaggio è infatti necessario per circoscrivere l'opera e la vita tabucchiana, e anche per suggerire le modalità di un travaso continuo tra le due: come nella biografia dell'autore è determinante il senso dello spostamento geografico (mobilità geografica come cifra biografica ma anche come sintomo di una non immediata classificabilità critica; cfr. Ceserani, Eresie corrosive), che lo porta da Vecchiano a Pisa, da Parigi a Lisbona, così, nella progettazione letteraria, possono spesso essere individuate opere dove personaggi alla ricerca di identità in viaggi reali o fittizi si rincorrono «e cercano sotto mutato nome nell'infra e nell'extra testo [...] un prisma di volti sfuggenti e complementari» (Dolfi 162). Da altri punti di vista è la linea narrativo-descrittiva simboleggiata dalla cronaca di viaggio, genere che «presuppone tempestività di scrittura o una memoria inattaccabile dall'immaginazione che lo produce» (Tabucchi, Donna di porto Pim 15), a strutturare il nesso tra autobiografia ed espressione letteraria in una serie di immagini, per usare proprio le parole di Ceserani, legate sempre ai temi «della problematicità di ogni forma di conoscenza, della soggettività estrema di ogni rappresentazione del reale, del gioco del rovescio, della mobilità del filo dell'orizzonte» (Ceserani, Eresie corrosive). Mentre da una parte l'esperienza del viaggio procede vicina, come è evidente in Viaggi e altri viaggi, a quella della scrittura (15-16), dall'altra su di essa può innestarsi un tracciato espressivo dove ricordi, luoghi e letture si incontrano in una idea della letteratura che, come lo stesso Tabucchi ricorda, «è come il viaggio: è una forma di conoscenza in più, tante forme di conoscenza in più» (14). Curiosità intellettuale, consapevolezza del valore conoscitivo della letteratura, e pratica del viaggio, sono elementi essenziali anche per comprendere il percorso di Ceserani, e per più motivi. Il Breve viaggio nella critica americana mette in scena un romanzo di formazione dissimulato che, dietro i reportage dedicati alla cultura critica e accademica americana, punto di riferimento essenziale per l'educazione del giovane italianista e del critico maturo, mostra di valorizzare il senso dello spostamento e in generale del confronto con confini diversi. Qui il processo di formazione intellettuale assume l'aspetto di una narrazione interlocutoria e descrittiva, capace al contempo di presentare l'effetto determinante dell'integrazione tra molte esperienze ideologiche e critiche che avranno il pregio di realizzare, nel futuro, «un certo numero di inaspettate convergenze» (Ceserani, Breve viaggio 9). Allo stesso modo, pur con esiti e prospettive parzialmente diverse, nel Viaggio in Italia del dottor Dapertutto vengono messe in rapporto conoscenze critico-letterarie, vocazione militante e diagnosi ironiche sul tessuto socio-culturale italiano degli anni Novanta. In questo caso il gioco di ironie metaletterarie e autobiografiche di questo «raffinato sistema di intercomunicazione» (Ceserani, Viaggio in Italia 8) è funzionale al sovrapporsi di molti nodi problematici: diagnosi sulla cultura di massa e sul funzionamento del mondo accademico, analisi sulla funzione degli intellettuali e ipotesi sull'avvento di una prossima rivoluzione epistemologica si danno il cambio in un diario di viaggio pubblico, oscillante tra confessione e travestimento. Se in Tabucchi il viaggio può essere inteso alla stregua di un'avventura intellettuale dove la scrittura tenta di offrire un «altrove teorico e plausibile al nostro dove imprescindibile e massiccio» (Tabucchi, Prologo 15), in Ceserani, secondo una circolarità imprevista, la stessa mobilità di sguardo agisce in funzione dell'analisi di una situazione particolare e concreta nella quale si incontrano «persone che trovano un terreno comune di azione, formulano un progetto, si impegnano a realizzarlo» (I manuali scolastici 500).
Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2023
<http://www.boll900.it/2023-i/Viaggio.html>
gennaio-maggio 2023, n. 1-2