Vecchiano
di Eleonora Conti

 

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Vecchiano
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Se Pisa, nella geografia tabucchiana, è la città dell'origine per antonomasia, Vecchiano emerge fra i luoghi toscani che punteggiano i romanzi e racconti di Antonio Tabucchi come centro reale e immaginario della biografia e della creazione. È un luogo della biografia perché l'autore vi è cresciuto e vi è tornato costantemente dai suoi viaggi e dai suoi paesi di elezione (Portogallo e Francia, fra gli altri); è luogo della creazione perché è stato trasfigurato e narrato fin dall'opera d'esordio Piazza d'Italia (1975) col nome di Borgo.
Ne La geografia immaginaria di Gregor von Rezzori, Tabucchi ammetteva di leggere «con ammirato stupore gli scrittori che si sono inventati un mondo parallelo, una loro contea immaginaria che coincide con quella reale e che, essendo identica a quella reale ma non essendo quella reale, è da essa altra e diversa: è quella ma non lo è» (Tabucchi, Viaggi e altri viaggi 220). Applicando alla geografia la teoria dell'«autonomia del personaggio» (220), Tabucchi parla di «autonomia del luogo» (221): se uno scrittore ambienta una storia in un luogo reale, questo, attraverso la metafora, evade da sé stesso, pur coincidendo col reale. Vecchiano in Piazza d'Italia diventa Borgo, pur restando Vecchiano. Come Macondo per García Márquez è la metafora della Colombia caraibica, ma la metafora coincide con l'oggetto metaforizzato e dunque ha una doppia potenza, allo stesso modo Borgo è sia Vecchiano sia la sua metafora:

«A quei tempi, probabilmente, Borgo si chiamava ancora Borgo a. Magari Borgo alla Torre, per quella torraccia in rovina la cui unica apparente utilità era di offrire alloggio a corvi e cornacchie; o Borgo ai Paduli, per i paduli densi di cannelle poi bonificati dal fascismo con l'ordine di feste agrarie cui non partecipò nessuno; o Borgo alla Marina, perché seguitando per lo stradone polveroso si raggiungeva, ad aver le gambe buone, una marina pallida orlata di dune cespugliose [...]; o Borgo al Convento, perché lo dominava dall'alto del colle un convento decrepito in cui si venerava una Madonna del Latte, e che poi fu trasformato in ristorante dancing» («3. Borgo, soltanto», in Piazza d'Italia 17).

Dato che l'evento narrato in un simile luogo, sfidando la contingenza, acquista durata e si eternizza in exemplum (Viaggi e altri viaggi 222), questo procedimento concorre a spiegare la natura epica di un libro come Piazza d'Italia (Conti 2013 e 2021) e ce ne offre indirettamente la chiave di lettura: una memoria che «si fa universale e ci parla della condizione umana» (Tabucchi, Viaggi e altri viaggi 222).
Nella pratica narrativa di Tabucchi, il punto di partenza è spesso legato a toponimi familiari ma poi, come mostrano i suoi quaderni manoscritti conservati alla Bibliothèque Nationale de France a Parigi, nei romanzi e racconti in cui predominano i suoi tipici personaggi-ombra, come Tadeus e Isabel nelle loro varie incarnazioni, i toponimi vengono espunti in modo abbastanza sistematico, nell'intento di creare quel «mondo dell'immaginale», per dirla con Grazia Marchianò (151-167), in cui essi galleggiano mentre conducono la loro quête esistenziale. È il caso del trattamento riservato a Vecchiano, Migliarino e Massaciuccoli nel Quaderno 51 della serie legata alla lavorazione di Per Isabel, non a caso collegati al fantasma del padre e alle sue apparizioni, disseminate in racconti e romanzi. Basti questo esempio:

«e io sono venuto qui in jumbo, la voce della hostess ha detto che stavamo atterrando all'aeroporto di Hong Kong, ma io sono sceso sulla pista e mi sono trovato sulla lambretta, era la tua lambretta, Padre, e stavamo negli anni Cinquanta, andavamo [da Vecchiano a Migliarino] su una strada bianca per trovare un impagliatore che tu conoscevi e che ti aveva impagliato una egretta nivea che tu avevi cacciato nel padule, e così sono arrivato a Macao» (Quaderno 51 e Conti, Intertestualità come evocazione di ombre 71 ).

La prima redazione manoscritta presenta toponimi che saranno espunti quando sarà trasformata in stilizzato riferimento a cavallo fra memoria e sogno, nel racconto Gli archivi di Macao (da I volatili del Beato Angelico, 1987), uno dei tasselli costruiti intorno al romanzo-fantasma Per Isabel, uscito postumo. Nella costellazione di romanzi e racconti collegati fra loro (Il piccolo naviglio, Requiem, Gli archivi di Macao, Per Isabel) possiamo rivedere, come immagini sovrapposte, il padre giovane che porta in lambretta l'Antonio bambino degli anni Cinquanta nelle zone intorno a Pisa e l'Antonio ormai adulto che sogna di viaggiare con suo padre in lambretta, mentre è in giro per il mondo alla ricerca di archivi dei suoi scrittori portoghesi. L'espunzione dei dati di realtà permette ai personaggi di affiorare da un ambiente onirico e di diventare a loro volta emblemi, simboli, enigmi, pur conservando un margine di realismo denso di pathos e nostalgia.
La Vecchiano reale è oggi il cuore delle celebrazioni che ogni anno, nelle giornate intorno al 25 marzo, anniversario della scomparsa di Tabucchi, e intorno al 24 settembre, anniversario della nascita, il Comune e l'Associazione culturale Antonio Tabucchi organizzano per la città, gli amici e i lettori. Con un'affezione particolare per l'illustre concittadino, il Comune di Vecchiano ha investito negli anni sui luoghi tabucchiani, biografici e letterari, trasformandoli in un patrimonio a disposizione dei concittadini, degli studenti delle scuole, di studiosi, visitatori ed estimatori dello scrittore: la casa dei nonni materni che si affaccia sulla piazza Garibaldi è stata acquistata dal Comune già nel 2016, con lo scopo di trasformarla nella sede della biblioteca personale dello scrittore (<https://www.associazioneantoniotabucchi.org/it/passeggiata-tabucchi/casa-di-piazza-garibaldi>); lo stesso investimento riguarda il cinema-teatro Olimpia, in cui è facile riconoscere il teatro Splendore/Splendor di Piazza d'Italia (<https://www.associazioneantoniotabucchi.org/it/passeggiata-tabucchi/cinema-teatro-olimpia>); infine, la passeggiata Tabucchi, con i suoi pannelli e le sue sculture, guarda verso il monte rosicchiato dagli scavi delle cave abbandonate che fanno da sfondo a Piazza d'Italia e ricordano l'ambientazione (in realtà apuana) de Il piccolo naviglio (1978). Luoghi impreziositi dalle opere d'arte di pittori e scultori che hanno reso omaggio a uno scrittore particolarmente versato nei racconti con figure;. Alcuni palazzi, vie e piazze sono profondamente intrisi di memorie tabucchiane: la casa di Via dei Magagna 21 (oggi 25) è a tutti gli effetti sia la casa abitata dallo scrittore e dalla sua famiglia fin dagli anni Settanta sia il luogo in cui si svolgono alcuni degli eventi annuali: il giardino col grande albero di limoni, le librerie che occupano più stanze, la cucina in cui Tabucchi scriveva febbrilmente sul suo quaderno, in piedi, appoggiato al mobile mentre sorvegliava il sugo bollire sono materialmente lì, a ricordarci che Vecchiano esiste, è viva e conserva una memoria importante.
A meno di due chilometri di distanza da Vecchiano, ad Avane, con un gruppo di amici fra cui Athos Bigongiali, Ugo Riccarelli, Massimo Marianetti e Remo Ceserani, era nata la cosiddetta "scuola di Avane", un'istituzione fra il goliardico e il letterario con sede in una trattoria (Bigongiali). L'esperienza trova spazio in un contributo in cui Ceserani ricostruisce i modelli non solo letterari (ma anche "materiali") di Tabucchi (Adamastor 57-58); poi anche nella sua fantasia quei luoghi si sono impressi e trasfigurati in luoghi dell'"immaginario": nella sua prova narrativa Viaggio in Italia del dottor Dapertutto (1996), Ceserani immagina che ad Avane sorga la villa del dottor Traumanti, lo psicanalista dei docenti della Normale di Pisa (187), mentre le «macchie mediterranee fra Tombolo e Migliarino» (168) sono rese vive e reali da profumi e gridi di uccelli.
Anche dopo la scomparsa dello scrittore, Ceserani, se invitato dagli amici di Vecchiano per un evento commemorativo, rispondeva con generosità, come avvenne per la serata dedicata a «Tabucchi e la fotografia», organizzata dall'associazione La Voce del Serchio nel maggio 2012, a Migliarino (Della Croce, Ceserani e gli amici di Vecchiano). Ceserani, che conosceva bene le frequentazioni tabucchiane, ha sottolineato a più riprese l'importanza del patrimonio di oralità assorbito da Tabucchi attraverso la sua famiglia e l'ambiente anarchico e rosso della provincia pisana d'origine, poi trasferito nei personaggi di Borgo: «Vecchiano, il paese natale, della famiglia, degli amici, delle tradizioni anarchiche e degli umori "alla rovescia"» (Adamastor 58). L'anima popolare di Tabucchi e la sua affezione per gli amici di Vecchiano e dintorni emergeva del resto con chiarezza in occasione delle sue interviste e si ritrova nelle testimonianze raccolte da Diego Perucci nel documentario Se di tutto resta un poco (2018). Ne è prova definitiva la conferenza Elogio della letteratura, che Tabucchi tenne presso il Teatro del popolo di Migliarino, nel maggio 2011, e che inaugurò con qualche parola di dialetto vecchianese. Il testo della conferenza (disponibile integralmente in rete, <www.youtube.com/watch?v=5HE4jTjXWxs>), forse il suo testamento intellettuale, ripropone quello pronunciato nel 2007, in occasione del conferimento del Dottorato Honoris Causa all'Università di Aix-en-Provence: segno che per Tabucchi un'aula universitaria o un teatro del popolo costituivano egualmente un luogo deputato a difendere la letteratura, a cui «voleva bene» perché - sono parole sue - ««vivere č scrivere» (Zig zag 47).

 

  • Associazione culturale Antonio Tabucchi - Spazio culturale Antonio Tabucchi, <https://www.associazioneantoniotabucchi.org/it/passeggiata-tabucchi/spazio-culturale-antonio-tabucchi>.
  • Bigongiali, Athos - Due maestri e una scuola di campagna. Corrispondenza con Simona Micali, a cura di S. Micali, «Bollettino '900», n. 1-2, 2023, <http://www.boll900.it/2023-i/Bigongiali.html>.
  • Bigongiali, Athos e Massimo Marianetti - Vecchiano e Pisa, in «Piccolo Atlante Tabucchi 2023. Spazi e Luoghi, 80 anni con Antonio», Vecchiano, 24 marzo 2023, <https://www.youtube.com/watch?v=Gm-YKoivLSU&t=3025s>.
  • Ceserani, Remo - Sulle curiosità intellettuali di Tabucchi e i suoi modelli, non solo letterari, in V. Tocco (a cura di), Adamastor e dintorni. In ricordo di Antonio Tabucchi, con un frammento inedito, Pisa, Edizioni ETS, 2013, pp. 57-69.
  • Conti, Eleonora - Cent'anni di solitudine e partecipazione. Piazza d'Italia tra favola epica e Storia, «Narrazioni», a. II, n. 3, I semestre 2013, pp. 12-19.
  • Ead. - Per Isabel, Intertestualità come evocazione di ombre, in T. Rimini (a cura di), Tabucchi postumo. Da «Per Isabel» all'Archivio Tabucchi della Bibliothèque Nationale de France, Bruxelles, Peter Lang, 2017, pp. 69-84.
  • Ead. - Evanescenza e leggerezza: i personaggi di Antonio Tabucchi allo specchio della nostalgia in Maria José de Lancastre (a cura di), Gálaxia Tabucchi/Galassia Tabucchi, Fundação Calouste Gulbenkian/Fondazione Calouste Gulbenkian, Lisbona, 2021, pp. 119-135.
  • Della Croce, Ovidio - Casa Tabucchi, una nessuna e centomila, «La Voce del Serchio», marzo 2016, <https://www.massimocec.it/fotografia-e-storia/tabucchi-e-la-fotografia/casa-tabucchi-una-nessuna-e-centomila/>.
  • Id. - Ceserani e gli amici di Vecchiano, «La voce del Serchio», 1 gennaio 2017.
  • Id. - Passeggiata Tabucchi a Vecchiano, dove tutto è cominciato,
    <https://www.trippando.it/passeggiata-tabucchi-a-vecchiano-dove-tutto-e-cominciato-di-ovidio-della-croce/>.
  • Marchianò, Grazia - La parola e la forma, Bari, Dedalo, 1977.
  • Perucci, Diego - Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi, documentario video, 55', Cecchi Gori, 2018.
  • Tabucchi, Antonio - Elogio della letteratura, in Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema, a cura di A. Dolfi, Milano, Feltrinelli, 2013.
  • Id. - Il piccolo naviglio [Mondadori, 1978], Milano, Feltrinelli, 2011.
  • Id. - Per Isabel. Un mandala, Milano, Feltrinelli, 2013.
  • Id. - Piazza d'Italia [Bompiani, 1975], Milano, Feltrinelli, 1993.
  • Id. - Viaggi e altri viaggi, a cura di P. Di Paolo, Milano, Feltrinelli, 2010.
  • Id. - I volatili del Beato Angelico, Palermo, Sellerio, 1987.

 

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gennaio-maggio 2023, n. 1-2


 

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