Fumo
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C'è un fil di fumo che unisce Antonio Tabucchi e Remo Ceserani. È Tabucchi stesso a proporre di cercare il fil di fumo in un suo saggio su Fernando Pessoa e Italo Svevo, pubblicato per la prima volta nel 1983 e poi di nuovo in Un baule pieno di gente. Scritti su Fernando Pessoa. Ceserani accoglie l'invito aperto con un suo articolo del 1991, e anche con una voce nel Dizionario dei temi letterari che riprende lo stesso tema. Accenna anche a un'antologia di scritti sul fumo, ma è solo un progetto ideato che rimane sulla carta.
Da Tabucchi a tabacchi è un piccolo passo, come dimostrano le tante foto di Tabucchi con una sigaretta in mano. Il fumo avvolge le pagine dei suoi libri, proprio come nel primo capitolo di Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino analizzato da Ceserani. Sigarette e sigari (e treni che sbuffano fumo, come è anche ampiamente descritto da Ceserani nel suo Treni di carta) si dividono lo spazio e formano una presenza costante soprattutto nei libri più "fumosi" di Tabucchi, quali Notturno indiano, Requiem, Sostiene Pereira e La testa perduta di Damasceno Monteiro. In questi libri troviamo sigarette da Multifilter a Português Suave, dalle sigarette indiane alla marca rimpianta Definitivos e la famosa Avana. Questa varietà di tipi di sigari e sigarette conferma che il fumo è un'identità, un modo per distinguersi e distaccarsi dal mondo circostante.
Come spiegherà infatti Ceserani, il fumo nella letteratura è un modo per dimostrarsi progressisti o conservatori, poètes fumeurs o predicatori del piacere. Il tabacco rispecchia una cangiante realtà storica, evocando terre lontane, ma è anche il prodotto di un quadro storico-politico che include colonialismo spagnolo e inglese. Ceserani tratteggia un quadro veloce dell'«immaginario tabagico» (Un fil di fumo 5) dalle prime comparse poetiche (Edmund Spenser), passando per Sterne, Gogol e Tolstoj ai romanzi polizieschi, dai poeti francesi dell'Ottocento (Gautier, Baudelaire, Mallarmé) a Oscar Wilde. Dimostra inoltre come la pipa di Baudelaire non è una pipa, ma un ritratto dell'autore, e come la poesia di Mallarmé non parli del sigaro, ma della poesia stessa, costituendo un vero e proprio trattatello sull'arte.
Ceserani punta quindi in modo chiaro al contesto storico che influisce su quello letterario. Anche i libri di Tabucchi rispecchiano questo rapporto: la domanda se si può fumare è ripetuta varie volte nei suoi libri, e i divieti del fumo in treni, uffici e commissariati parlano di una società che cambia, causando scontento in alcuni personaggi, come il Don Fernando di Damasceno Monteiro, il quale afferma di non sopportare gli spray di una certa signora così come lei non sopporta il suo fumo.
Il fumo è anche aria che diventa cenere, è il fiato-anima di Mallarmé, e perciò esile ed eterea figura della vita che si consuma, rappresentazione della fragile barriera tra vita e morte ma anche, più banalmente, causa di morte. Non a caso Tabucchi in Un fil di fumo cita il famoso esempio delle ultime sigarette di Svevo, oscillazione tra la ripetuta promessa di smettere e immancabili richieste della prossima "ultima sigaretta", portata avanti fino al letto di morte. In Requiem, invece, si discute del rapporto tra cancro e fumo e Pereira, nonostante i consigli del dottor Cardoso, fuma sempre un altro sigaro, cosa che non fa bene alla sua cardiopatia. A volte diventa strumento di morte in modo ancora più concreto: è il caso dei segni di sigaretta, le bruciature sul corpo morto di Damasceno Monteiro.
Ma, così insiste Ceserani nel suo articolo Un fil di fumo, offrendo una lettura freudiana del piacere del fumo, il fumo è anche legato alla tentazione, alla voluttà, all'erotismo. La boccata voluttuosa con cui l'avvocato in Damasceno Monteiro consuma il suo sigaro è un buon esempio del fumo come surrogato del piacere sessuale. Ceserani, citando Wilde, scrive infatti che «la sigaretta è il modello perfetto di un piacere perfetto. È squisita e ci lascia insoddisfatti. Che cosa vorresti di più?» (Un fil di fumo 6).
La sigaretta, e forse ancor più il sigaro (di cui la sigaretta è gemella snella e veloce, prodotto dell'industrializzazione), offre sempre un momento di distacco (e di pausa nella narrazione) nelle opere di Tabucchi e, potenzialmente, anche una pausa dal mondo e dalla metafisica. Rappresenta la soddisfazione di una fuga nel puro mondo fenomenologico, la liberazione dall'interrogarsi sul reale, come l'Álvaro de Campos di Tabacaria, «poeta metafisico che odia la metafisica» descritto magistralmente da Tabucchi (87).
Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2023
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gennaio-maggio 2023, n. 1-2