Pisa
di Eleonora Conti

 

Scheda bibliografica Torna all'indice completo del numero Stampa il frame corrente


Cefalea
Fotografia
Fumo
Genova
Lavoro
Lisbona
Materiale e immaginario
Parigi
Pisa
Postmoderno
Prospettiva
Saudade
Straniero/a
Treno
Vecchiano
Viaggio


24 settembre 1943: su Pisa piovono le bombe alleate e Antonino Tabucchi sta nascendo all'ospedale Santa Chiara. Tina Pardella detta Riesa, di professione ostetrica, è l'unica partoriente. La assiste una suora in apprensione: «Signora si spicci, per favore», «Faccio quello che posso». In mezzo alle strade si aprono i crateri delle bombe e il padre di Antonio, Adamo, carica moglie e neonato sulla bicicletta senza gomme e li porta a Vecchiano, dai suoi genitori, per questioni di sicurezza. Nel caos del momento storico, Antonino Tabucchi viene registrato all'anagrafe il 23 settembre. A ogni buca si deve scendere dalla bicicletta: un viaggio avventuroso, se non addirittura epico, che Tabucchi ha ricordato in tante interviste, e che sembra uscito dalle pagine di Piazza d'Italia o de Il piccolo naviglio (Chrysostomidis 261-262).
Pisa, la città dell'origine, occupa un posto importante nella geografia biografica e narrativa di Tabucchi, la punteggia e ne emerge in filigrana anche in luoghi incongrui (Genova). Non è un caso che sia la città da cui prende il via il gioco dell'ascolto delle Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa all'origine del raccontare tabucchiano. È significativo che il narratore del racconto che apre la raccolta L'angelo nero (1991) suggerisca di sedere a un caffè di piazza Dante. Nonostante la prossimità con luoghi di cultura familiari a Tabucchi, che a Pisa si laureò in Lettere e si perfezionò in Filologia romanza, lo scrittore sembra concentrarsi sugli habitués del quartiere, gente semplice, come i vecchietti dal cui borbottio, che gli pare un «loro modo di comunicare chissà cosa a chissà chi», si aspetta rivelazioni e ispirazioni:

«Potrebbe essere un'idea sedersi a un caffè di piazza Dante, [...] oggi con questa bella giornata saranno venuti fuori anche i vecchietti che abitano le casupole della piazza, sono vecchietti sempre col cappello, sputano spesso, giocano a carte, ogni tanto borbottano frasi quasi incomprensibili e parlano con gli altri come se parlassero fra sé e sé, è il loro modo di comunicare chissà cosa a chissà chi, loro sono l'ideale per continuare una frase come quella che hai appena raccolto, vediamo cosa puoi mettere assieme» (Tabucchi, L'angelo nero 14-15).

Poco oltre, i turisti con la macchina fotografica al collo vicino al Duomo disegnano una geografia della quotidianità, ma anche degli affetti e della memoria («ci andavi ad aspettare una ragazza [...], eri un'altra persona, che strano, ma la memoria è restata in questa tua persona di ora», Tabucchi, L'angelo nero 15) che sono i punti fermi dell'ispirazione tabucchiana. La loro porosità, dovuta allo scorrere del tempo e al sovrapporsi di piani temporali che impercettibilmente ma inesorabilmente fanno scattare il congegno narrativo, crea quella struttura a tasselli spaiati, che conduce il lettore nell'enigma del testo, al cuore delle aporie che solleva: insieme al personaggio-flâneur cui il narratore dà del tu, entriamo nel caffè Dante, dove fra una cronaca calcistica e il gioco alle carte, egli avrà la rivelazione che lo conduce verso l'epilogo. L'epilogo lo spingerà fino in cima alla Torre pendente, simbolo della città, in preda a un rimorso che lo istiga al suicidio: un sentimento-chiave che attraversa carsicamente tutta la narrativa tabucchiana, grazie all'enigmatica coppia Tadeus-Isabel (cfr. Conti).
Ma Pisa è anche la città universitaria, dello storico Caffè dell'Ussero sul Lungarno Pacinotti in cui rivivono in flashback gli incontri fra compagni di studi, il Leo e Federico, rivali in amore e poi, per uno sgambetto del tempo, schierati in aula su fronti opposti, l'imputato e il giudice, nel processo rievocato in Piccoli equivoci senza importanza. Un attimo prima «eravamo al Caffè Goliardico, ognuno col suo libretto, scrutavamo i piani di studio con i programmi stesi sul biliardo» (Piccoli equivoci senza importanza 10) e di colpo, il Leo è accusato di aver nascosto bombe ed esplosivi nello sgabuzzino della libreria Mondo nuovo in piazza Dante che di solito ospitava «le frese pugliesi che portava il Memo» (14). Una città tranquilla che tuttavia ribolle, tra il 1967 e il 1968, della rivolta studentesca e degli scontri con la polizia.
Pisa, città di studi, di cinema d'essai (il Mignon, mentre L'Arsenale arriverà più tardi, all'inizio degli anni Ottanta) e letteratura: qui Tabucchi ha per maestri Luciana Stegagno Picchio e Silvio Guarnieri, con i quali si laurea. Lo scambio fra docenti e studenti delle due facoltà, Lettere e Lingue, è intenso, la zona di Via Santa Maria (con Palazzo Ricci, Palazzo Boileau e l'ospedale poco lontano) è quasi un campus universitario ed è facile seguire i corsi di Luigi Blasucci, Antonio La Penna, Silvio Pellegrini, Giorgio Brugnoli, Luca Canali (Tabucchi, Ritratto d'autore 116). La città dell'amore con Maria José de Lancastre, che si laurea e insegna alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere, la città dove nasceranno i loro figli.
Un luogo del cuore è per Tabucchi la Scuola Normale Superiore, dove vince una borsa di due anni di perfezionamento (1972-1973), per studiare i poeti barocchi e Luís de Camões: «un'oasi», la definirà Tabucchi, ricordando la città deserta d'estate in cui leggeva avidamente i microfilm arrivati dalla Biblioteca dell'Università di Lisbona. Un luogo di scambi amicali che durano nel tempo: con Giuseppe Nenci, Francesco Orlando, Alfredo Stussi e soprattutto con il direttore Salvatore Settis, che il 23 maggio 2008 lo inviterà a tenere l'importante conferenza Il filo dell'inquietudine: un percorso attraverso la letteratura del Novecento, aperta dallo scrittore proprio con i ricordi degli anni universitari. Quando Tabucchi lascia Pisa, in movimento perenne fra Parigi, Lisbona, i viaggi, le sedi universitarie in cui si trova a insegnare, e poi vi torna, la riscopre e la rimette in prospettiva, osservandola con pudore da un luogo protetto e speciale, che si trova alla Facoltà di Lingue, dall'alto della «Torretta, o miradouro sulla Torre vera» ricordata dall'amico ispanista Francesco Guazzelli (Adamastor 33): «Si sedeva, gli occhi sulla Torre alla sua destra, come a dire "Pisa mi manchi"» (35).
Quanto diversa è dalla Pisa tabucchiana la scoppiettante città universitaria del Dottor Dapertutto di Remo Ceserani, narrata con ironia e piglio postmodernista nel capitolo Amori in cattedra del romanzo del 1996. Un intrico accademico complicato e un po' ossessivo di rapporti sotterranei, interessati e rivali, di «studiosi dediti a esperienze erotiche e a trascrizioni autobiografiche e romanzesche delle loro esperienze», di personaggi specializzati in saperi assurdi e aleatori (un notevole «saggio sull'auscultazione da dietro le porte nei romanzi della tradizione proustiana» fa vincere il posto all'intraprendente Umberta Cazzimberti) che strizzano l'occhio alle millantate competenze del professor Jack Gladney in Rumore bianco (1984) di Don DeLillo, specialista di studi hitleriani che non conosce il tedesco. In questa riscrittura sulla scia de Il professore va al congresso di David Lodge (1984), le complicazioni informatiche, che a metà anni Novanta irrompono anche nella vita universitaria, disegnano una controsocietà che cela vite pruriginose e trame spionistiche. Uno spirito molto diverso e quasi complementare a quello che trapela dalla Pisa di Tabucchi, che non adotta mai stilemi postmoderni giocosi, come quelli a cui si abbandona Ceserani che con furia divertita trita nelle sue pagine Eco, Orlando, Lyotard, Derrida, personaggi reali e d'invenzione dai nomi trasparenti (Rugoni-Maccarti su tutti) in «una bella e inedita contaminazione di generi letterari: romanzi erotici e romanzi di spionaggio!». Mentre il dottor Traumanti, lo psicanalista che di quelle vite conosce ogni lacerto, «sta scrivendo a sua volta un libro sull'intertestualità dei sogni delle comunità chiuse e ossessive»: Pisa come l'abbazia di Melk «che tutti conosciamo» (Ceserani, Viaggio in Italia del dottor Dapertutto 188). Di nuovo uno Small World, come recitava il titolo originale del romanzo di Lodge, che non ha tuttavia nessuna delle connotazioni di oasi di pace presenti nei ricordi tabucchiani. Con il Sogno di Giacomo Leopardi, poeta e lunatico, Pisa si conferma invece per Tabucchi città della poesia: «Una notte dei primi di dicembre del 1827, nella bella città di Pisa, in via della Faggiola, dormendo fra due materassi per proteggersi dal terribile freddo che stringeva la città, Giacomo Leopardi, poeta e lunatico, fece un sogno» (Tabucchi, Sogni di sogni 43). Nel sogno, il palazzo avito di Recanati, la stanzuccia modesta di Pisa, il paesaggio d'argento della Luna e le distese asiatiche del pastore errante sono inquadrati dal cannocchiale che il poeta punta dalla Luna alla Terra, vedendosi infine dormire placidamente. Il sognato vede colui che sogna e di nuovo Pisa si fa città dell'ispirazione poetica, visto che la guida di questo viaggio onirico è la Silvia nata dalla penna del poeta che, proprio nella città toscana, dopo anni di silenzio «forò il bozzolo della depressione [...] e rinacque a nuova vita, [la] "vita del cuore", come lui la chiamò» (Tabucchi, Viaggi e altri viaggi 32). A Silvia il rimando è obbligato anche nel Dottor Dapertutto di Ceserani (189), ma di sbieco e parodizzato dalla nostalgia citazionistica di un invitato al dinner in casa Rugoni-Maccarti, confermando di fatto lo sguardo divertito dell'autore sulla città nelle cui università ha insegnato Letteratura italiana e Teoria della letteratura e a cui ha affidato, per lascito testamentario, circa quattromila volumi. Uno spazio preciso della città, la Biblioteca della Scuola Normale Superiore, diventa così il luogo deputato a conservare le tracce utili a ricostruire il suo poliedrico profilo di studioso, critico, traduttore e scrittore.

 

  • Ceserani, Remo - Amori in cattedra, in Id., Viaggio in Italia del dottor Dapertutto. Attraverso vizi (e virtù) degli intellettuali, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 167-192.
  • Chrysostomidis, Anteos - Una camicia piena di macchie. Conversazioni con Antonio Tabucchi, trad. di M. De Rosa, in A. Tabucchi, Zig Zag. Conversazioni con Carlos Gumpert e Anteos Chrysostomidis, a cura di C. Bettini e M. De Rosa, introduzione di A. Dolfi, Milano, Feltrinelli, 2022, pp. 257-343.
  • Conti, Eleonora - Per Isabel: intertestualità come evocazione di ombre, in T. Rimini (a cura di), Tabucchi postumo. Da «Per Isabel» all'Archivio Tabucchi della Bibliothèque Nationale de France, Bruxelles, Peter Lang, 2017, pp. 69-84.
  • DeLillo, Don - Rumore bianco [White Noise, 1984], trad. di M. Biondi, Torino, Einaudi,1999.
  • Della Croce, Ovidio - Casa Tabucchi, una nessuna e centomila, in «La Voce del Serchio», 13 marzo 2016.
  • Guazzelli, Francesco - Confessioni in torretta, in V. Tocco (a cura di), Adamastor e dintorni. In ricordo di Antonio Tabucchi, con un frammento inedito, Pisa, Edizioni ETS, 2013, pp. 33-38.
  • Lodge, David - Il professore va al congresso [Small World, 1984], Milano, Bompiani, 1990.
  • Mauri, Paolo - Cronologia, in A. Tabucchi, Opere, Milano, Mondadori, 2018, vol. I, pp. LIX-CXX.
  • Tabucchi, Antonio, L'angelo nero, Milano, Feltrinelli, 1991.
  • Id. - Il filo dell'inquietudine: un percorso attraverso la letteratura del Novecento, Scuola Normale Superiore di Pisa, 23 maggio 2008, <https://allaenne.sns.it/video/antonio-tabucchi-il-filo-dellinquietudine/>.
  • Id. - Pisa. Dove Leopardi rinacque, in Id.,Viaggi e altri viaggi, a cura di P. Di Paolo, Milano, Feltrinelli, 2010, pp. 31-33.
  • Id. - Ritratto d'autore, in P. Di Stefano (a cura di), Antonio Tabucchi, la scrittura e l'impegno, «MicroMega», vol. 5, 2012, pp. 115-120.
  • Id. - Sogni di sogni, Palermo, Sellerio, 1992.
  • Tocco, Valeria (a cura di) - Adamastor e dintorni. In ricordo di Antonio Tabucchi, con un frammento inedito, Pisa, Edizioni ETS, 2013.

 

Precedente Successivo Scheda bibliografica Torna all'inizio della recensione Torna all'indice completo del numero


Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2023

<http://www.boll900.it/2023-i/Pisa.html>

gennaio-maggio 2023, n. 1-2


 

Valid HTML 4.01! Valid CSS!