Cefalea
di Monica Jansen, Universiteit Utrecht

 

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Nel saggio Autobiografie altrui, nel paragrafo 8 intitolato Cefalee, Tabucchi propone per Si sta facendo sempre più tardi il simbolo, tipo Guida Michelin, di «un omino che si stringe la testa tra le mani», e definisce il suo Romanzo in forma di lettere come «un'enorme cefalea provvista di tutti i sintomi di una cefalea coi fiocchi: pulsazione alle tempie, lacrimazione, aura, vertigine, perdita del senso e dello spazio, intolleranza alla luce e ai rumori, dolore spasmodico e lancinante» (101-102). Poi nomina Remo Ceserani, un «critico molto avvertito», che ha ricordato le «emicranie di Baudelaire», e «ha parlato di nevrosi depressivo-malinconica, di cui le emicranie sono una manifestazione» (102).
Il riferimento si trova nella recensione su «il manifesto» che Ceserani ha dedicato al romanzo epistolare al cui centro sta l'amore che «riorganizza attorno a sé, ponendosi al centro, molti dei temi già trattati da Tabucchi», tra cui «quelli della nevrosi depressiva e malinconica, con le sue conseguenze psico-fisiche (le emicranie alla Baudelaire)». Queste vengono anche evocate nella voce Malinconia che Ceserani ha redatto per la Pocket Gadda Encyclopedia, in cui tale sentimento, «nella sua forma moderna e nevrotica della depressione o del Trauer freudiano», viene associato ai personaggi di Carlo Emilio Gadda, e la cui «somatizzazione delle turbe nevrotiche» trova il suo culmine nel Giornale di guerra e di prigionia. Ed è proprio Gadda, nel saggio Controtempo contenuto in Di tutto resta un poco, a incarnare per Tabucchi «l'Inquietudine» di Pessoa/Soares, ovvero quella «sorta di infermità che a un certo punto il personaggio esplicita definendola mal de viver, cioè male di vivere» (Tabucchi, Di tutto resta un poco 21). Tabucchi ricorda che l'Inquietudine fu la «terribile Musa» del Gadda che ha scritto il «dolorosissimo e mirabile Giornale di guerra e prigionia» (27) e che rappresenta «la coscienza infelice del nostro Paese» (26).
Il «gran mal di testa» (Tabucchi, Autobiografie altrui 102), di cui secondo l'autore soffrono i mittenti delle lettere in Si sta facendo sempre più tardi, viene causato da cefalee che per Tabucchi rappresentano dunque sia uno stato psicosomatico, sia una irrisolta «non-coincidenza» (22) con il tempo lineare della modernità. Si tratta anche di una forma di Inquietudine «civile» (23), di cui Gadda e Pasolini sono «Prometeo ed Epimeteo» (35), i gemelli che nella mitologia greca stanno rispettivamente per la «comprensione anticipata» e la «comprensione tardiva» di un determinato avvenimento storico (33). L'Inquietudine generata da questo "controtempo", nella scrittura che è insieme «cieca» e «oracolare», secondo Tabucchi diventa «previsione del passato che si realizza postumamente» (25).
Le accezioni umoriali e politiche della nevrosi depressiva che sono alla base della scrittura di Tabucchi possono ambedue essere riportate al lemma Malinconia che Ceserani ha redatto per il Dizionario dei Temi Letterari, in cui si legge come, con il famoso saggio di Freud del 1917, si sia di fronte «a uno spostamento verso i territori della malattia mentale e del disturbo della personalità» (1371), e come, nelle opere degli autori che esprimono il disagio dell'uomo moderno, «la malinconia diventi un sintomo della alienazione dell'uomo, a volte anche della sua decisa e battagliera opposizione a sistemi di potere oppressivi e intollerabili. La malinconia diventa il modo d'essere quasi connaturato dell'intellettuale inquieto» (1372).
Quando si pensa ai personaggi che soffrono di emicrania nelle opere di Tabucchi, il primo esempio che viene in mente è Tristano muore in cui il vecchio e moribondo Tristano, eroe (o traditore?) della Resistenza, racconta a un giovane scrittore chiamato al suo capezzale la sua vita in modo non lineare, in uno stato mentale e psicosomatico, influenzato dalla morfina e mentre si trova disturbato da terribili cefalee. L'origine traumatica delle cefalee viene riportata al 10 agosto, il giorno dopo che «il suo ragazzo, amato più di un figlio», in un atto di terrorismo nero, «era saltato per aria con i suoi strumenti di morte» (270-271). In quel momento, a Tristano «scoppiò la testa, a lui scoppiò solo la testa, ma chi scoppiò davvero fu il ragazzo...» (253). Mentre l'avvenimento storico si configura come un «controtempo» senza spiegazione premonitoria o tardiva, i sintomi della cefalea sono reali e possono essere descritti in dettaglio, anche se il motivo per cui «si verifica la vasodilatazione» rimane «un mistero» (253). Nella rappresentazione che Tristano ne dà allo scrittore, il male psico-fisico si trasforma in male di vivere e, diventato parte dell'immaginario, esso trasmigra anche in altre narrazioni tabucchiane. Nel racconto Le cefalee del Minotauro, contenuto in Racconti con figure, è il giovane Minotauro, con «la testa fra le mani», a raccontare a Dedalo cosa sia la cefalea con parole pressoché identiche a quelle usate da Tristano (Tristano muore 269-270):

«Sai cosa vuol dire cefalea? Non è l'emicrania o il mal di testa, quei mali lì passano con una pozione. È molto di più, e di diverso: avvenimento molteplice dentro la nostra testa e dentro la nostra anima. E non è facile dare il senso di qualcosa che è tante cose insieme. Intanto è un piccolo suono, perché così comincia. [...] Insomma: un richiamo. Qualcosa che chiama da lontano, dagli abissi [...] E a questo punto tutto ondeggia, la marea dello spazio si gonfia e si sgonfia, e tu ci sei sopra e ondeggi in sua balìa [...] e intorno a te, anzi dentro di te, respira un polmone cavernoso che ti sembra l'universo e tu allo stesso tempo ci sei sopra e ci stai dentro, sei un atomo meschino sballottato dagli alveoli di quel polmone mostruoso che respira dilatandosi e restringendosi a fiatate» (Le cefalee del Minotauro 128-130).

Che Tabucchi stesso soffrisse del mal di "inquietudine" viene narrato nel breve romanzo di Andrea Bajani, Mi riconosci, che racconta la storia dell'amicizia tra uno scrittore giovane (Bajani, l'io narrante) e uno maturo (Tabucchi, il tu nella storia narrata) nel momento della morte di quest'ultimo, il 25 marzo del 2012. L'io dice al tu: «raccontarti le storie per telefono, negli ultimi mesi che hai vissuto, era per me una specie di restituzione» (45). Le metafore della balena e del polmone per descrivere quelle telefonate notturne ricordano quelle usate da Tabucchi per immaginare i sintomi della cefalea. Dice l'io:

«Chiamavi quando arrivava quel momento della giornata in cui il tempo si spalanca, apre la bocca come la balena di Pinocchio e chi non dorme ci entra volontario con il passo allucinato dell'insonne. Da dentro quel tempo spalancato tu chiamavi [...]. Ed era da quel punto galleggiante in mezzo al mare che mi raccontavi delle storie, che mi leggevi i neoplatonici, Balzac o l'inizio di un tuo racconto» (45-46).

L'io si ricorda l'ultima telefonata che fu il momento dello «svezzamento», della consegna delle parole attraverso il telefono: «Qui dentro c'è tutto quello che ti serve» (40) gli dice lo scrittore morente. L'io gliele restituisce parlandogli di letteratura: «Dopo Gogol' è stata la volta di Rilke, e poi di Flaubert, la letteratura che diventava il polmone d'acciaio estremo di quel tuo ultimo periodo di battaglia. Tu ascoltavi in una condizione di quasi beatitudine, ogni tanto ti sentivo schioccare le labbra, mugolavi, e sembrava di piacere» (41).
Possiamo quindi aggiungere alla cefalea l'aura della creazione artistica. E citiamo in conclusione l'incipit de Le cefalee del Minotauro:

«Borges e Dürrenmatt sospettarono la malinconia del Minotauro, ma forse non fu dato loro di capire fino in fondo la sua malattia, il percorso del sangue venoso e arterioso, le imponderabili maree della serotonina. È una condizione che possono provare soltanto alcuni privilegiati, coloro che, come scrisse un poeta, conoscono il mal di testa e di universo» (127).

 

  • Bajani, Andrea - Mi riconosci, Milano, Feltrinelli, 2013.
  • Ceserani, Remo - Un messaggio dall'isola di Arianna, in «il manifesto», 18 marzo 2001.
  • Id. - Malinconia, in Pocket Gadda Encyclopedia, a cura di F.G. Pedriali, «The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)», n. 2, 2002, <https://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/walks/pge/malinconcesera.php>.
  • Id. - Malinconia, in Dizionario dei Temi Letterari, a cura di R. Ceserani, M. Domenichelli e P. Fasano, vol. II, F-O, Torino, UTET, 2007, pp. 1369-1374.
  • Tabucchi, Antonio - Piccoli equivoci senza importanza, Milano, Feltrinelli, 1985.
  • Id. - Si sta facendo sempre più tardi, Milano, Feltrinelli, 2001.
  • Id. - Autobiografie altrui, Milano, Feltrinelli, 2003.
  • Id. - Tristano muore, Milano, Feltrinelli, 2004, poi in Id., Opere, vol. 2, a cura di P. Mauri e T. Rimini, Milano, Mondadori, 2018, pp. 193-344.
  • Id. - Le cefalee del Minotauro, in Id., Racconti con figure, a cura di T. Rimini, Palermo, Sellerio, 2011, pp. 127-130.
  • Id. - Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema, a cura di A. Dolfi, Milano, Feltrinelli 2013.

 

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