Paola Lovisolo
Martello a calare

 

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pre-messo confessional su cosa sia per me la poesia

al mio Maestro oggi per domani


sia di fango immischiato a neve
cane dal granaio che sente la paura,
paura che si fa cilindro d'organetto
macchia pigra dell'est
mattina d'inverno
non un dono
non una regola
ma un organo materico più dei miei stessi organi e nomade brucatore tra di loro
come un erbivoro e più predatore di un carnivoro
è il prolungamento della mia sessualità sconnessa
anticipata, storta
ed è anche la cavità altra del mio utero, la più profonda che tocca fino le costole
e le interroga;
è l'utero di mia madre e quello di mio padre
fusi nella parete dove traspaio e scomparirò;
è il piano inclinato pieno d'aria e d'acqua dove la bambina tenta di fare castelli
con le carte
è un'infiammazione all'osso sacro
è la deiezione insoddisfacente e inarrestabile
di un intestino di nebbia che mi attraversa
da quando mio padre ha smesso di darmi la buonanotte
e mia madre ha cominciato a ripetere sempre la stessa frase;
è la domanda che mi fa domanda di stanza in stanza
martello che pesta negli occhi
non è mai gioia ma è anche quella che mi ha ridato il nome quando lo perdetti
è illusione d'aquila che insegue un'ombra
camuffata da preda e fatta prigioniera rifiuta l'acqua gelata in gola per lasciarsi la
libertà di soffocare.

Paola Lovisolo

***
mein vater

.. mi hai fatta straniera in qualunque terra

ho sfumato i corridoi dai tappeti
con i concetti mi sono indaffarata nella tua vita
ma è come avessi scopato un soldato morto.
ho messo il cappello molle, le scarpe basse
mentre il maiale gonfiava il cuore.
la testa è inesatta - la sua oltranza fu da te ridotta
a cerino
lo dicono, lo ridicono
lo disse mamma dal cortile
lo tubarono i colombi dalla casetta azzurra.
avevo un posto tra le cadreghe
tra manoscritti di cene raffreddate
sul tardi sofferente le cene taciturne
seduta come una fascina di gesso
il chiodo nell'utero, le sigarette[...]

fu ancora uno zero a portarti il mio bacio
sulla safena rattoppata a san maurizio

ti ho aspettato una volta

caro padre. caro assassino.
sei nato il giorno in cui non ho più pianto
e solo dopo gli asini furono più dolci.

***

[d'arcata dentale inferiore che veglia la serra dal tinello]

reparto S

"... c'è tanto vuoto che, concedimi, cedevolezza."

scotte emorroidi di riso nel piatto.
molluschi freddi nascosti nello stinco del tovagliolo ben piegato.
la paziente di zucchero afferra con le cosce la sedia, inchioda a terra il diritto di
volare.
combinata così, nel pigiama mandarino, è il riccio senza culla di un'inutile,
complessa, attività mentale.
la scrittura--->(?) è il/al-->()religioso rullare di perfette domeniche ma mancano
baby-sitters al coraggio di bucare la zuppiera endometrica sopra l'acuto del
cancello.
dio, nel suo essere bello, abortisce pelle e morti e pappagalli.
la nausea dilata fino alle bocche degli aghi.
tra pochissimo la linea passerà al postino delle spine.
lui aveva l'odore del capobranco che marca la grande terra.
poi le foglie furono tirate giù e l'estate non seppe più dove mettere le mani e
lasciò il petto e ficcò del purè di coriandoli nelle cortecce.

----
- opportuni farmaci di potenza analgesica adeguate all'intensità del dolore
riferito.
- fare tesoro della diffidenza corporea.
- baci lunghi come guinea
- bere vino buono per sognare placcato oro
- dare la parte più corroborante.
- paura? che le possa piacere stare sdraiata

***

(maestro di tela)

lui era tessuto dappertutto, in tutte le direzioni ipocondriache di lei.
nude monte su. di lei, di lui.
inseguimenti su. di ore, del re.
nudi (in)seminamenti di guardare cucire castagne.
giorni dopo coralli.
in altri posti bianchi.
in nessuna posizione un capotreno nascosto per ogni grosso grammo di tempo
e c'è qualcosa che non sa fare.

***

l'elleboro nel ghiaccio schermava i visi con sputi di marmellata
e il peccato era meno tetro se avvitato all'abat-jour.
(mordi e fuggi, teresa. mordi e fuggi.)

***

diamo il sottovoce ai falchi, le polluzioni rituali all'erba.
apriamo le sedie su umidi dischi di mirto schiacciati dalla pioggia.
qui non ci sono psicanalisti che tratteggiano a carbonciano i vari
stadi
ma luna - una luna piena di talento nel petto
e ciuffi di stelle ingorde che si prendono tanto spazio
e nessuna di loro è vittima dei poeti per stanotte
lei è silente perchè in ritiro.
le menzioni di voi la sfondano, la perseguitano, la allibiscono.
rimane e va come una fata allinguata all'osservatorio, come una rosa intraudita
che conserva amore d'amore;
è la silente addentata dalle metafore, dai bagliori dei praticanti,
dalle testuggini di preghiere mentre sta a pasturare l'altra metamorfosi;
è la silente ancora alla neve. silente perchè in ritiro.
le crome si squagliano, signori.
si squagliano e passano avanti.
in maggior parte, tutto ciò che la tiene presente è solo il silenzio quando ha il
vento a favore

***

francia
sfondamenti distinti di caldo nel cuore.
roba di sere sgraziate che si fanno quattro passi a digiuno.
il caldo nel cuore esce. da dove?
i lampioni scandagliano come domande in successione lineare
impiccati allo shockwave d'un tramonto tenuto per gli
alluci sopra la terra.
la terra spigola i dispiaceri ma non li dimentica.
mi rendo conto solo ora, dei rulli sull'erba, dei grandi volti
ubriachi: nostri famigliarmente finenti...

guardami, che se tutto va bene, scompare angoumois.

***

(della vergine)

[and may not appear immediately, please be patient]

per cercarlo si è aperta una via con un tutore d'acciaio affilato.
le fate spariscono dalle carte del cielo di settembre
nell'apparente spostarsi delle ore.
pesci di cenere riempiono porzioni di via lattea
e guidano un mezzo moto poetico
assecondando la costellazione che le riporta la spiga tra le mani
fra centosessantanove anni

***

[corpo medium in conversatorio ad libitum (dipendente dalla morte)
o femmina]

narciso nero >< narciso mio
sospesa all'ingresso dell'altra vita in religioso rigore
i giorni e le notti solo in mero senso figurato
dalle mie narrazioni
il peso sepolto nel corpo luteo di antidepressivi

non basta si onori la multa per averti stuprata
improvvisi lampioni s'accendono
si fa sera a sconosciuti passi
a buii gargarismi di sottovaso
a scrivere insonnia vs insonnia
morte per schiacciamento ---> exe-cution
morte elettrica ---> exe-cution

cution.exe
c(a)ution.exe

ogni cosa che ti scrivo è
suicidio mancato? - muffa vertebrale
paradiso mancato? - schiva vertebrata

spengo la bocca d'acqua
narciso nero >< narciso mio
voglia l'inferno e l'occhio a qualcosa
che adesso hai capito lo strazio delle fate trascinate tra le foglie
i giochi gialli del ciclone anche in alto, in rovescio senso
gli addomi vuoti delle parole

hai capito che nulla è mai stato compresso come il tuo cuore
folto e vecchio
e stretto
tutte bende schizofreniche a sorreggerlo

appoggiata al muro verde
ti guardo le gambe distese
le unghie spesse e gialle

fetore di candela
odore di bambina
snervata cosina di borotalco
cattivi presagi
ma l'epiglottide della flebo
si apre e si chiude con diligenza

arriva natale
il prete comunica con ostia di lenci
ricevi vino che sa di sughero
pane che sa di segatura
sul seno un lenzuolo di lino
nelle orecchie cotone emostatico
nella gola un sacchetto
che dicono sia il pitale di scolo
del cervello - forse non capisco
a volte mi guardi che navighi al posto degli dei
mi chiami con il nome di un'altra
ti sorrido come fosse l'altra a sorridere

e se dio imparasse a cadere non sarebbe furioso
né il suo un rumore di stuzzicadenti nel polistirolo
né l'embrione uno stauros di buchi

no --- nessuna scaramanzia nessuna dignitas
per sedurre meno vera la morte ho potuto
la fucilata di preghiere ha potuto nessuno

il dolore tocca terra anfore bocca
nessuna scaramanzia più nessuna ciarlatana certezza
cadenze cadenze cadenze e non

***

(fenomenologia di Husserl)

non resterà anonima l'età dell'acido sapore d'erba
riprovando la parola al ciglio del respiro
posa entremets la sera messicana nell'afa dei polmoni
e le tortillas e le nuvole
che per il loro gergo discreto mi sono care.

dopo esserci lasciati trovai la strada per discoprirti
carezza tra percorsi a ritroso in piccole quote di noi
e lo feci ubbidiente, camminando tra i fiori e sottili
rocchette di luce da mille profumate fratture

***

(lo Shu)

'tavole sacre dei pianeti e dotate di grandi virtù,
poiché rappresentano la ragione divina, o forma
dei numeri celesti '
(cornelio agrippa)

dimostri che l'implosione nel cavo di una spina
non fa il chiasso di un intero palazzo demolito
e che puro è sempre esperienza escatologica del
male antico e che delle teorie di Reich restano
sesso e stelle e uomo e donna e mani e legno...

nel plug vaginale acceso, verranno ritrovate le
mie braccia, la tua giacca di cuoio lucido, la
tua placca dentale e il glutammato dell'ultimo
brodo aromatico del nostro idem sentire e dire
il grantutto di ciucci, pane, mele d'ossidiana

--->
da dove dio allega i nostri viaggi inelasticati
soporifero bug of dance lama's day (made in cina)?
<----

porta di senape dissipata con la pioggia
per divenire persona l'uomo ascolta la paura.

***

(la cucitrice)

so la meraviglia che metti in ogni bottone
a filo disteso
componendo danzante tra finestra e tenda
alla luce rivolta.
ti lascio il giorno e ti ritrovo affondata
nell'ombra delle più fredde ore,
il cucito risolto come rebus a me
indecifrabile.

***

gli dei ci fermano a caso[...]

piccoli ibridi le rosicate perversioni.
i solletichi degustano, lasciandoci imbrogliati.
tele chiuse le oscurità che in qualche altra idea di lusso
- altri suicidi,
cercano dio-cristo rinsavito
in qualche altro modo contano di tornarci qui
deposte in tranquille curve

***

non c'è niente
perché tutto va in là;
la croce scivola
come fanciullo nella piena.

***

electronic or nuclear magnetic resonance arrangements--->
poeti: feti uteromani ancora confusi dal DNA

***

lo scandalo di un piacere ha la stessa velocità di editing di un dolore

***

mode d'ascolto
dice che porterà il rumore bianco all'anello, che lo preserverà tra le
falangi fino a sposarlo; che lo farà d'un leggero di acquerello dove
immaginare prende tutto l'angolo

***

con piede di porco alzarmi l'anima
conservando indizi.
e come dovessi assentarmi, riempire
la fretta della culla che m'attende

***

martello a calare (fine)
di mio padre (le loup-garou).
i passi butterati su rombi di maiolica dentro l'artificiato misurino del mio cuore.
l'eroe è un taglio messo in altra necrosi a bordo delle corde vocali.
dodici sono i venti legati alle clavicole dei pioppi in corso duca degli abruzzi.
dodici triti sillabici che scottano ogni foglia cliccandone il logo arancione.

 


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Giugno-dicembre 2007, n. 1-2


 

 

 

 

 

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