Marco Santoro (a cura di), Le Riviste di Italianistica nel Mondo, Atti del Convegno internazionale Napoli, 23-25 novembre 2000, Roma-Pisa, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2002, pp. 381, € 93,00
di Michele Righini

 

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Se il Novecento, fra le tante definizioni che ha avuto in campo letterario, è stato definito anche «il secolo delle riviste», il 2000 non poteva che essere la data di un necessario "punto della situazione" nel campo dell'editoria periodica italiana legata all'italianistica. Proprio questo voleva essere lo scopo del convegno di Napoli, organizzato dalla rivista «Esperienze letterarie». Un tentativo quindi di ripercorrere la storia e verificare l'attuale stato di salute delle principali testate periodiche dedicate allo studio della letteratura italiana, con uno sguardo ampliato a una dimensione mondiale. Un'occasione importante, inoltre, anche per scrutare il futuro cercando di delineare le linee di sviluppo nel campo appena identificato. Se dunque lo scopo del convegno era di sicura importanza scientifica, altrettanto importante sarà la pubblicazione degli atti, che permettono di stabilire se gli intenti perseguiti sono stati raggiunti e, in caso di risposta affermativa, quali conclusioni si possono trarre.
Poiché è difficile fornire una sintesi di un testo necessariamente frammentario in quanto frutto dell'intervento di più studiosi, mi sembra utile classificare i contributi dividendoli in tre categorie:

1) Analisi della storia e della situazione attuale di una singola rivista.
2) Analisi della storia e della situazione attuale di un gruppo di riviste pubblicate in un'area geografica oppure, più raramente, legate da una tematica comune.
3) Interventi non dedicati a specifiche riviste ma volti ad analizzare questioni comuni, con particolare menzione per le due tavole rotonde che hanno chiuso il secondo e il terzo giorno di convegno.

Gli interventi del primo gruppo delineano una mappa delle più importanti riviste dedicate all'italianistica ancora oggi attive nel nostro paese. Si tratta di contributi svolti da studiosi che hanno avuto vita attiva nel periodico da loro analizzato, vuoi come fondatori, vuoi come collaboratori e direttori di lungo corso. Questo fatto, per quanto naturale nell'organizzazione del convegno, offre però una sensazione di acriticità nell'analisi dei risultati ottenuti dalle diverse riviste. I relatori, cioè, tendono a presentare positivamente l'attività propria e dei propri collaboratori o predecessori nella gestione del periodico. Atteggiamento sicuramente spesso rispondente alla verità, o comunque dettato non da malafede ma da coerenza e convinzione di avere svolto un buon lavoro nel corso degli anni. Leggendo gli interventi in successione però risulta difficile non provare una sensazione di dubbio riguardo al fatto che tutte le testate abbiano raggiunto risultati scientifici tanto apprezzabili. Sensazione acuita dalla ripetitività dei pregi delle diverse riviste messi in luce dai vari relatori. Quasi sempre si sottolinea non solo la serietà nella scelta dei contributi da pubblicare, ma anche la disponibilità ad ospitare interventi metodologicamente vari, senza preclusioni nei confronti di nessuna teoria o visione della letteratura, o scuola di pensiero. Altro elemento spesso posto in rilievo è l'apertura verso una dimensione internazionale, la capacità di attirare collaboratori non italiani o non operanti in Italia, dato ritenuto fondamentale in una concezione moderna del fare letteratura. Si può sostenere che questa ripetitività deriva semplicemente dal fatto che proprio queste sono le caratteristiche che rendono una rivista valida e solida, e quindi in maniera naturale vengono a galla? Non lo so, in ogni caso ben venga quella sensazione di dubbio e sospetto - forse troppo maligno - di cui parlavo sopra se può servire a porsi questa domanda e a investigare questo punto, cosa non fattibile in quest'occasione.
Nel secondo gruppo di interventi l'interesse risiede soprattutto nell'apertura internazionale che il discorso assume. Dalla Gran Bretagna all'Ungheria, dagli Stati Uniti al Canada, un po' tutte le aree geografiche vengono scandagliate e monitorate nel tentativo di avere un censimento il più completo possibile delle riviste che si occupano (o si sono occupate) di lingua e letteratura italiana. Naturalmente la brevità degli interventi non permette approfondimenti specifici, ma la prospettiva offerta da questi contributi, svolti da studiosi provenienti dall'area geografica da loro "scandagliata", mi sembra fruttuosa perché ci ricorda di non limitare il nostro sguardo ai soli confini nazionali, ci spinge a tenere conto di punti di vista critici diversi, alternativi e spesso di ottimo livello. Si sottolinea quindi ancora una volta l'importanza di questa dimensione internazionale che, come già visto, era spesso stata indicata come caratteristica positiva di molte riviste italiane.
Infine la terza categoria di contributi, in particolare le due tavole rotonde che hanno chiuso la seconda e la terza giornata di incontri. La prima dedicata a un tema tecnico come «Criteri redazionali e norme bibliografiche», la seconda dal titolo «Caratteristiche e valenze delle segnalazioni librarie». Questioni specifiche che però arrivano a mettere in luce una situazione più generale di crisi delle riviste che già era affiorata in altre relazioni. Da una parte la difficoltà del lavoro di redazione, della "confezione" del "prodotto finito", per mancanza di collaboratori oltre che, naturalmente, di finanziamenti. Dall'altra la messa in discussione dell'effettiva incidenza di questi periodici non solo nella comunità sociale ma anche fra gli studiosi stessi, esemplificata dalla perdita di significato, per alcuni totale, delle recensioni e segnalazioni librarie, un tempo elemento irrinunciabile di ogni rivista e oggi soffocate dall'aumento della produzione editoriale e dalle logiche del mercato. La soluzione alla crisi potrà passare per Internet e le riviste elettroniche? Il convegno si pone la domanda ma non si dà una risposta esplicita. Però ci piace segnalare che proprio dalla tre giorni napoletana nasce Italinemo, il portale che raccoglie gli spogli delle annate più recenti di 87 riviste di italianistica. Conforta vedere come ogni tanto da una positiva discussione teorica possa nascere uno strumento pratico di sicuro aiuto per gli studiosi.

 

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