Paolo Bagni, Genere, Firenze, La Nuove Italia, 1997, pp. 152.

Dalla polifonia di voci che si intrecciano in Genere emerge con evidenza lo sviluppo storico di questa nozione complessa, e soprattutto acquistano rilievo le interpretazioni molteplici che animano la cosiddetta questione dei generi. In questo senso il libro non ricostituisce semplicemente una grammatica dei generi, ma segue un percorso coerente all’interno di questa antica controversia, per illuminarne i passaggi fondamentali, da Aristotele alle classificazioni cinquecentesche, dal nuovo «ordine dei generi» di Goethe alla «dissoluzione» novecentesca del concetto di genere. Attraverso questa indagine si delinea con precisione l’evoluzione della teoria dei generi, sino alla «trasgressione» dei generi individuata da Blanchot. In questo modo si chiarisce anche il rapporto assai complesso tra opera e generi, rappresentato in maniera paradigmatica dal romanzo, genere «aperto» dove si consuma la «storica lotta dei generi letterari». Centrale in queste pagine è dunque l’idea della tensione agonistica, e in questa prospettiva la riflessione si sofferma opportunamente sul principio di selezione che agisce nel sistema dei generi. Si stabilisce allora un nesso preciso tra generi e canone, e a tale proposito vengono opportunamente riprese le osservazioni di Fowler in Kinds of Litterature, con riferimento anche al canone occidentale di Bloom. In particolare poi il capitolo Identità e sistema insiste sulla nozione di genere come impulso alla «forma», ovvero principio costruttivo perennemente sospeso tra durata e cambiamento, come intuisce anche Guillén in Litterature as System. Compreso in questa dialettica di «norma» e «possibilità», il genere si configura come nozione estremamente mobile e dinamica, soggetta a costante metamorfosi. L’indagine sulla «dinamica dei generi» approda infine all’Epilogo, dove si manifesta l’aspirazione alla sistematicità aperta, di chiare ascendenza anceschiana, con l’interpretazione originale del genere come «punto di confluenza o di attraversamento di tradizioni disciplinarti e schemi simbolici», all’interno di un sistema dinamico dominato dalla tensione costante e vitale tra permanenza e innovazione.

Daniela Baroncini

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2000, n. 1-2