Alberto Bertoni, Dai simbolisti al Novecento. Le origini del verso libero italiano, Bologna, Il Mulino Ricerca, 1995, pp. 391
di Eleonora Conti

 

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Filo conduttore tra i due poli del titolo - Simbolismo e Novecento - viene ad essere, nella ricerca di Bertoni, il verso libero, in rapporto al quale egli intende analizzare le radici dell'interdipendenza tra la storia letteraria come dialettica di modelli formali e l'orizzonte storico in cui si colloca il lettore. Per tener conto di tutte le variabili, la soluzione più idonea sembra a Bertoni quella di individuare le forme particolari in cui si incarna il nuovo canone (lungo la direttrice che va dal simbolismo al futurismo fino alle esperienze di Ungaretti, Govoni, Palazzeschi, Lucini), estendendo lo sguardo, per meglio comprendere le ragioni dei poeti italiani, anche all'influsso che su di essi esercitarono i modelli francesi, americani, russi.
Lungi dall'essere costituito da mere discussioni metriche, il volume raccoglie attorno ad una scelta tecnica una serie di considerazioni più ampie e profonde dalle quali emerge alla fine lo specchio di un'epoca, in tutte le implicazioni retoriche, culturali, filosofiche, storico-letterarie che essa comporta, secondo l'originale modello proposto da Lucini nel 1908 con il suo Ragion poetica e programma del verso libero. La rivoluzione metrica in atto fra Otto e Novecento viene infatti a significare l'ansia tutta moderna di riuscire a creare forme originali in grado di afferrare la novità del reale senza tralasciarne alcuna sensazione, alcun timbro ed è a questo scopo che la sperimentazione di diverse vie, scaturite da molteplici e composite radici (l'esperienza simbolista minore, il crogiuolo metrico dei libretti d'opera, l'apporto di Baudelaire, Laforgue, Rimbaud, Claudel e dell'americano Whitman), confluisce nella più generale magmatica esperienza dell'affrancamento dalla tradizione.
Da un punto di vista più strettamente poetico, la teoria e la pratica del verso libero inducono ad una ridefinizione del concetto di ritmo e del rapporto in cui questo si pone col metro, così come ad una ridiscussione dei rapporti tra poesia e prosa, ad una loro maggiore vicinanza che non annulla tuttavia mai la reale diversità e autonomia esistente fra esse. Complessi e non trascurabili anche i legami tra poesia e musica, metrica e tempo, metrica e sintassi, modello e performance, che chiamano in causa la questione della presenza della voce dentro la poesia.

 

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Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 1997-1999

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Giugno-Dicembre 1997, n. 2