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Giorgio Caproni, La scatola nera, Milano, Garzanti, 1996, pp. 195
di Daniela Baroncini
Realizzazione postuma di un progetto preciso dell'autore, La scatola nera propone una scelta degli interventi critici pubblicati da Caproni su giornali e riviste tra il 1946 e il 1970. In questi articoli, che comprendono recensioni, scritti di poetica e riflessioni sui problemi della traduzione, si rivela la sensibilità viva del poeta lettore e critico.
Le considerazioni sul linguaggio mostrano le ragioni autentiche della ricerca caproniana, costantemente rivolta alla conquista della poesia attraverso la «pazienza del mestiere» e la sapienza della costruzione musicale. Il lavoro del «modesto artigiano» intorno a Machado, Valéry, Blake, Céline, Char e Frénaud illumina anche l'esperienza del traduttore, l'interprete che deve cogliere «l'idea musicale», restituendo le «vibrazioni» della poesia. Il poeta, come direbbe Machado, diviene allora un minatore che scava «las secretas galerías del alma». Il suo volto si riflette poi negli scritti dedicati a Luzi, Pasolini, Sereni, Rebora, Penna, Betocchi, Sbarbaro e molti altri che hanno seguito la lezione di Ungaretti e Montale. La discrezione e la ricca semplicità sono le qualità più rilevanti della scrittura caproniana, affabile e «domestica», e nello stesso tempo estremamente lucida e consapevole.
Attraverso le immagini da decifrare contenute nella Scatola nera Caproni traccia una nuova mappa novecentesca, aggiungendo così un capitolo fondamentale al viaggio nei «luoghi non giurisdizionali» della poesia.
Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 1997-1999
<http://www3.unibo.it/boll900/numeri/1997-ii/Baroncini2.html>
Giugno-Dicembre 1997, n. 2
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