|
Linda Hutcheon, A Poetics of Postmodernism. History, Theory, Fiction, New York - London, Routledge, 1988
di Vincenzo Bagnoli
Riproporre oggi una riflessione, per di più datata, su temi ormai entrati a far parte delle conoscenze acquisite o rivelatisi effimeri fenomeni di "moda" può parere esercizio inutile: ma se il dibattito sul postmoderno ha perduto oggi molta della centralità avuta in passato, va anche detto che spesso proprio questa aveva frastornato ogni speculazione seria col fracasso di polemiche massmediali. Un'ottica più distaccata permette quindi di riflettere con migliore precisione attorno ai molti nodi rimasti insoluti, e vale la pena allora di rileggere un saggio le cui basi teoretiche restano valide e particolarmente interessanti per l'Italia, dove la critica ha sempre esibito una disinvolta approssimazione su questo tema, e dove quindi, prima di archiviare con troppa frettolosità una pratica ancora aperta, è quanto meno opportuno rettificare molte approssimazioni e chiarire alcuni errori di prospettiva. Dove ad esempio si scorgeva solo il citazionismo come monumento funebre alla «morte della letteratura», la Hutcheon mette a fuoco piuttosto il superamento dell'atteggiamento nostalgico e, attraverso un interessante lavoro sui materiali, la centralità delle strutture (o forse dovremmo dire "intenzioni") parodiche. Analogamente, la scelta di una posizione "marginale" riceve un più adeguato inquadramento nell'ambito del problema della «situazione», nel quale le stesse tematiche della «fine del soggetto» cedono il posto ad una più matura analisi sulla problematizzazione del punto di vista, al centro anche della nuova enfasi del ruolo del destinatario. Si rettifica così l'idea che l'indebolimento dell'autorità (originalità, autenticità e potere) sia antistorico, verificando come invece storia e cultura non siano affatto negate come sistemi, ma relativizzate e riconcettualizzate in termini di «discorsi», perdendo dunque ogni metafisica assolutezza per svelarsi condizionate dal frangente, dalle modalità e dalle intenzioni dell'enunciazione. La teoria della trans contestualizzazione (che, riprendendo altri lavori dell'autrice, integra la nozione semiologica della transcodificazione) chiarisce infine come, proprio nel senso di una operazione parodica, il postmoderno non sia una univoca riduzione dello storico ad estetico, come molti hanno voluto vedere, ma al contrario un nuovo incontro tra storia ed estetica.
Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 1997-1999
<http://www3.unibo.it/boll900/numeri/1997-ii/Bagnoli2.html>
Giugno-Dicembre 1997, n. 2
|