E. Ballardini, A. Campagna, D. Colombo, Ol'ga Obuchova, La Pietroburgo di Anna Achmatova, Bologna, Grafis, 1996, pp. 256
di Saverio Voci

 

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Il ricco volume bilingue che costituisce il catalogo della mostra omonima tenutasi al Museo Civico archeologico di Bologna tra il febbraio e l'aprile 1996, è in realtà non solo un catalogo e una raccolta di saggi spesso importanti, ma anche uno dei più vasti repertori di materiali achmatoviani apparsi in Occidente. La mostra infatti è stata realizzata con i materiali originali conservati presso il Museo Anna Achmatova del Palazzo Fontanyj di San Pietroburgo, dove la poetessa ha vissuto quasi venticinque anni, per la prima volta esposti in Occidente. Se i saggi illustrano, su diverse scale culturali, alcuni nodi tematici (il suo Novecento, la sua Pietroburgo, la sua Italia), i rapporti con altri poeti (Pasternak, Cvetaeva), ed elementi della sua poetica, ricostruendo in un certo senso la giustificazione culturale della mostra, la traccia delle carte segue un percorso biografico che diviene, grazie ai commenti, alle notizie e agli ampi brani tratti da fonti spesso inedite in Italia, un'utilissima rete di riferimenti intorno a ogni sua pubblicazione, richiamando quasi «l'istante concreto» che a diverse distanze temporali si è costituito, tra quelle persone e quei luoghi, intorno alla cifra precisa dei suoi versi.

Il secolo che per Virginia Woolf cominciava intorno al 1910, per Anna Achmatova aveva un inizio preciso, l'autunno del 1914: il genio del luogo e del tempo non è allora un'unicità chiusa, come mostra bene questo libro, ma un punto di vista sul mondo.

 

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Gennaio-giugno 1997, n. 1