Alessandro Bosco, Stefano Bragato, Felicity Brunner, Raffaella Castagnola Rossini, Tatiana Crivelli (a cura di), S/confinare. I rapporti culturali italo-svizzeri tra associazionismo, editoria e propaganda (1935-1965), Bern, Peter Lang, 2022, 196 pp., Open Access
di Anna Lanfranchi, University of Warwick

 

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Nato dal progetto di ricerca «La gita a Chiasso. Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Italia e Svizzera (1935-1965)» e finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica, questo volume raccoglie otto saggi degli autori su casi di interconnessione e scambio letterario, intellettuale e, in senso lato, culturale tra Italia e Svizzera (principalmente italofona) intorno alla metà del secolo scorso. Affidandosi metodologicamente alla ricerca in archivi italiani e svizzeri, il testo è integrato dalla pagina web (<https://www.rose.uzh.ch/static/gitachiasso/>), con schede e riproduzioni di materiale inedito a cui rimandano i frequenti * presenti nel volume, aprendosi così a nuove direzioni e linee di ricerca. Strutturato dai curatori intorno alle categorie «Luoghi», «Temi», e «Percorsi», in questo volume è possibile identificare tre linee chiave che, a parere di chi scrive, attraversano le diverse sezioni, confermandone e complicandone la partizione.
In primo luogo, il rapporto transculturale italo-svizzero negli ultimi anni del regime mussoliniano, con adesioni e prese di distanza nei riguardi di iniziative, enti, e personalità della penisola, evidenzia la natura complessa dei legami, reali o presunti, con l'ideologia fascista. In apertura al volume, Alessandro Bosco tratta dell'«Associazione Svizzera per i Rapporti culturali ed economici con l'Italia (1937-1967)», soffermandosi in particolare sulla fine degli anni Trenta e l'attività espositiva dell'ente a ridosso della Seconda Guerra Mondiale (pp. 23-45); mentre il saggio di Stefano Bragato sull'attività di ricerca storica del «Centro Studi per la Svizzera italiana (1941-1943)», tra volontà di indipendenza e pressioni propagandistiche, fa da contraltare al capitolo di Bosco (pp. 47-62). Tuttavia, il rapporto tra Svizzera entre-deux-guerres e fascismo, così come la tensione tra dibattito intellettuale e diplomazia culturale, rappresenta un filo rosso che percorre l'intero volume, a ritorna, nella terza parte, nel contributo di Bosco sull'attività espositiva del Kunsthaus di Zurigo nei primi anni Quaranta (Arte e propaganda. Maraini, Scheiwiller e la mostra Pittori e scultori italiani contemporanei al Kunsthaus di Zurigo (1940-1941), pp. 125-155).
Il secondo tema è la pluralità di elaborazioni identitarie, che, sia nel conteso internazionale (in questo caso, nei rapporti con l'Italia), che inter-cantonale, riflette la permeabilità del confine svizzero. A questo tema rimandano le posizioni intellettuali su «Italianità» e «Elvetismo» oggetto dei due capitoli gemelli firmati da Bragato (pp. 79-101) e Felicity Brunner (pp. 103-121), così come il contributo di Bosco sulla nascita, sviluppo e attività dell'Associazione Italo-Svizzera di Cultura (1945-1952) (pp. 63-75), erede del Centro Studi già trattato da Bragato. Si tratta, inoltre, di un tema che percorre la maggioranza dei casi di studio considerati, declinandosi a livello individuale in una miriade di figure di intellettuali, artisti, e letterati il cui lavoro attraversa, definisce, e mette in comunicazione i due versanti del confine.
Infine, la terza tematica di questo volume è rappresentata dal contributo di mediatori editoriali - professionali e informali - come attivatori dello scambio culturale. Possiamo nominare, ad esempio, i casi di Lorenzo Montano e Luigi Rusca nel caso dell'ASRI, del traduttore Fantasio Piccoli e Paolo Grassi in quello del teatro di Max Frisch (si veda un altro saggio di Bosco, «E cantano ancora». Un capitolo inedito della ricezione di Max Frisch in Italia (1946-1959), pp. 157-167), così come del giornalista-editore Eros Bellinelli per la collana «Il Roccolo» e la casa editrice ticinese Pantarei, studiata in chiusura da Bragato e Raffaella Castagnola anche nei rapporti con Italo Calvino («Editoria transculturale: Eros Bellinelli e i progetti editoriali Il Roccolo e Pantarei», pp. 169-183).
Focus dell'attività di associazioni e centri di ricerca, medium per formulazioni politiche e intellettuali, infine oggetto di iniziative editoriali, teatrali, artistiche, è il prodotto culturale che, sia a livello progettuale che materiale, in questo volume è tanto mezzo quanto fine dello scambio transculturale. I saggi raccolti, pur nella diversità dei temi trattati, forniscono un primo spunto per più ampie ricerche che estendano il campo d'indagine alle aree francofone, germanofone e romande, così come alle relazioni tra industrie creative svizzere nel più ampio contesto europeo. Inoltre, un'analisi dedicata all'esperienza dell'esilio, tra il 1943 e 1945, di intellettuali, scrittori, professionisti italiani/italofoni che attraversarono la dogana all'indomani dell'Armistizio aggiungerebbe alla nostra conoscenza, non solo della natura dei loro rapporti con controparti elvetiche, ma anche della relazione con la più ampia comunità di rifugiati nel periodo considerato. Nonostante ciò, il volume getta luce su casi finora trascurati in letteratura, e apre così un interessante e produttivo campo di ricerca, al quale ci si augura si aggiungano presto nuove ricerche e risultati.

 

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gennaio-maggio 2023, n. 1-2


 

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