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Note:


1  A. Tabucchi, Sostiene Pereira, Milano, Feltrinelli, 1994; ora in Id., Opere. 2 voll., Progetto editoriale, Introduzione e Cronologia di Paolo Mauri, Notizie sui testi e Bibliografia di Thea Rimini, Milano, Mondadori, «I Meridiani», 2018, I, p. 1160.

2  «Una complicità assoluta». Intervista di Stefano Montefiori a Bernard Comment, in A. Tabucchi, Sostiene Pereira. Una testimonianza, a cura della Redazione Cultura del «Corriere della Sera», Milano, MediaGroup S.p.a., 2023, pp. 227-243. Il riferimento ai "coccodrilli" è a p. 234.

3  «È tempo che le confessi una cosa, mormorò Monteiro Rossi, mi scusi se glielo dico così in ritardo, ma quegli articoli non sono tutti farina del mio sacco. Come sarebbe a dire?, chiese Pereira. Beh, dottor Pereira, la verità è che Marta mi ha dato una buona mano, in parte li ha fatti lei, le idee fondamentali sono sue. Mi pare una cosa molto scorretta, replicò Pereira». A. Tabucchi, Sostiene Pereira, cap. 22, in Id., Opere, cit., vol. I, pp. 1274-1275.

4  Ivi, p. 1173.

5  Sui raffinati echi letterari nell'opera di Tabucchi, compreso Sostiene Pereira, si veda W. Spaggiari, I 'coccodrilli' di Monteiro Rossi: presenze letterarie italiane nella narrativa di Tabucchi, in V. Russo (a cura di), Tabucchi o del Novecento, Milano, Ledizioni, 2013, pp. 25-38: <https://books.openedition.org/ledizioni/764>. L'altro fil rouge del romanzo è ovviamente quello delle traduzioni di Pereira, che tracciano un percorso di presa di coscienza molto chiaro. Si veda in proposito Marella Feltrin-Morris, Pereira traduttore e l'etica della visibilità, in «Forum Italicum», vol. 54, n. 2, 2020, pp. 621-635.

6  A. Tabucchi, Una camicia piena di macchie. Conversazioni con Antonio Tabucchi, in Id., Zig Zag. Conversazioni con Carlos Gumpert e Anteos Chrysostomidis, introduzione di A. Dolfi, a cura di C. Bettini e M. De Rosa, Milano, Feltrinelli, 2022, p. 314.

7  A. Tabucchi, Notte, mare o distanza, in Id., L'angelo nero, Milano, Feltrinelli, 1991, pp. 29-49; ora in Id., Opere, cit., I, pp. 895-1005.

8  Quanto alla pratica giornalistica, Tabucchi ha una lunga esperienza e ha costruito il suo L'oca al passo (Feltrinelli, 2006) a partire da articoli pubblicati su quotidiani italiani ed europei. Ripercorre l'impegno del Tabucchi giornalista Paolo Flores D'Arcais in Sostiene Tabucchi, «MicroMega», 25 marzo 2022: <https://www.micromega.net/sostiene-pereira-tabucchi>.

9  Per il soggiorno portoghese di Laurenzi e per il resoconto più circostanziato e documentato che egli diede dell'esperienza si veda il riferimento ai suoi contributi per il «Corriere della Sera» del dicembre 1963, evocati in Appendice, alla nota 6 e passim.

10  Tabucchi traduce per Longanesi, nel 1974, col titolo Il treno di Recife, due romanzi dello scrittore brasiliano José Lins do Rego e per Feltrinelli, lavorando con l'autore, Zero di Ignácio Loyola Brandão. «È una prima traduzione mondiale: in Brasile c'è la dittatura e nessun editore ha accettato di pubblicare un romanzo sovversivo come quello» (P. Mauri, Cronologia, in A. Tabucchi, Opere, cit., vol. I, p. LXX). Nel 1980, su «Linea d'ombra» Tabucchi pubblica la traduzione di alcune poesie del brasiliano Carlos Drummond de Andrade, cui si deve il titolo del racconto Notte, mare o distanza e, nell'anno della scomparsa del poeta, un'antologia in volume: C. Drummond de Andrade, Sentimento del mondo. Trentasette poesie scelte e tradotte da Antonio Tabucchi, Torino, Einaudi, 1987.

11  A. Tabucchi, Requiem. Uma alucinação, Lisboa, Quetzal Editores, 1991; Id., Requiem. Un'allucinazione, trad. it. di S. Vecchio, Milano, Feltrinelli, 1992; ora in A. Tabucchi, Opere, cit., vol. I, pp. 1007-1094.

12  F. Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, Prefazione di A. Tabucchi, a cura di M. J. de Lancastre, Milano, Feltrinelli, 1986. Basta scorrere l'elenco dei circa 500 volumi dedicati alla letteratura e alla storia portoghese, donati all'Università di Pisa da Maria José de Lancastre (lusitanista, specialista di Pessoa e docente di Letteratura portoghese presso l'ateneo dal 1973 al 2006), per comprendere il ruolo fondamentale svolto da Tabucchi e de Lancastre per la conoscenza del Portogallo in Italia: <alma.sba.unipi.it/fondi_Polo6/index.php?fn=lancaste_tabucchi>. Si veda anche Th. Rimini, Il lusitanista quotidiano: Tabucchi tra «Repubblica» e «Corriere», in Adamastor e dintorni. In ricordo di Antonio Tabucchi, a cura di V. Tocco, Pisa, Edizioni ETS, 2013, pp. 85-98.

13  Al Premio per la Scuola "Sogna Pereira" è dedicata una sezione del presente numero di «Bollettino '900».

14  M.J. de Lancastre, Testimonianze. Per la genesi di Sostiene Pereira, in A. Tabucchi, Sostiene Pereira. Una testimonianza, a cura della Redazione Cultura del «Corriere della Sera», cit., pp. 6-10. Citazione alle pp. 7-8.

15  Ivi, pp. 9-10.

16  «Il dottor Pereira mi visitò per la prima volta in una sera di settembre del 1992. [...] Quella sera di settembre compresi vagamente che un'anima che vagava nello spazio dell'etere aveva bisogno di me per raccontarsi, per descrivere una scelta, un tormento, una vita» (A. Tabucchi, Opere, cit., vol. I, pp. 1378-1379).

17  A. Tabucchi (a cura di), La parola interdetta. Poeti surrealisti portoghesi, Torino, Einaudi, 1971, p. 56.

18  Ibid.

19  Ivi, p. 58.

20  Ivi, p. 59.

21  Ivi, p. 60.

22  A. Tabucchi, Notte, mare o distanza, cit., pp. 918-919.

23  M. Meschini, L'immagine narrata: Antonio Tabucchi e la "tentazione" della pittura, in Echi di Tabucchi/Échos de Tabucchi, «Italies», numéro spécial, 2007, pp. 383-402. Un'analisi delle funzioni del trittico di Bosch in Requiem si legge anche in P. Tabacchini, Requiem, ovvero delle tentazioni di Antonio (Tabucchi), «Biblos», n. 8, 3ª Série, 2022, pp. 79-101.

24  Un mondo in cui gli eventi «accadono in modo reale ma non vincolato alla condizione di fisicità», dotato di forma ma privo di materia nel senso ordinario, aristotelico (G. Marchianò, La parola e la forma, Bari, Dedalo, 1977, pp. 160-161). Il saggio di Marchianò, studiosa evocata direttamente da Tabucchi nel racconto La frase che segue è falsa. La frase che precede è vera (I volatili del Beato Angelico, Palermo, Sellerio, 1987, pp. 42-53), contiene alcuni fondamenti della costruzione dei personaggi-mondo tabucchiani, Tadeus e Isabel. Si veda in proposito E. Conti, Per Isabel. Intertestualità come evocazione di ombre, in Th. Rimini, Tabucchi postumo. Da «Per Isabel» all'Archivio Tabucchi della Bibliothèque Nationale de France, Bruxelles, Peter Lang, 2017, pp. 69-84.

25  Il libro di riferimento, spesso evocato da Tabucchi, è V. Jankélévitch, L'irréversible et la nostalgie, Paris, Flammarion, 1974.

26  A. Tabucchi (a cura di), La parola interdetta, cit., p. 25.

27  Il testo di O'Neill e la traduzione tabucchiana appaiono ne La parola interdetta, cit., rispettivamente alle pagine 188 e 189. Questo il testo completo, in traduzione: «Seguiamo la cernia, amica mia!/Scendiamo nel fondo del desiderio/Dietro a molto di più che la fantasia/E accettiamo perfino un bacio dalla cernia,/Se non con amore, almeno con allegria...// In ciascuno di noi nuota la cernia,/Quasi sempre mentita e dimenticata/In acqua silenziosa di passato/Nuota la cernia: tradito:/Pesce represso...//Sì, seguiamo la cernia, prima che salga/Morta, a boccheggiare a fior d'acqua,/a fior d'occhi,/Quando, rinnegata la cernia tutta la vita,/Non siamo altro che solitudine e dolore...».

28  M. Jansen, "Requiem": una mediazione fra 'vera finzione' e 'verità pratica', in S. Vanvolsem, F. Musarra, B. Van den Bossche (a cura di), I tempi del rinnovamento. Atti del Convegno Internazionale. Rinnovamento del codice narrativo in Italia dal 1945 al 1992, Roma, Bulzoni, 1995, vol. I, pp. 421-429. Citazione a p. 427.

29  C. Bettini, Perché è un buon viatico. La poesia e i poeti nei racconti di Antonio Tabucchi, «Estudos Italianos em Portugal», Nova Série, n. 8, 2013, pp. 169-187. Nel capitolo dedicato a Alexandre O'Neill ne La parola interdetta. Poeti surrealisti portoghesi, Tabucchi precisa che «l'amico O'Neill» gli ha dedicato proprio il volume del 1969 De ombro na ombreira (p. 61). Tale titolo, che può appunto essere tradotto "Con la spalla appoggiata allo stipite", indica un atteggiamento del corpo tipico dei portoghesi durante la dittatura, rintracciabile in tante fotografie, che esprimeva allo stesso tempo mancanza di energia, di scopo, fiducia e allegria. Era un ritratto del paese. Ringrazio M.J. de Lancastre per la testimonianza. Un ritratto di O'Neill compare anche in A. Tabucchi, Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema, a cura di A. Dolfi, Milano, Feltrinelli, 2013, pp. 148-151; mentre nel 1978 era uscita la raccolta antologica: Alexandre O'Neill, Made in Portugal, a cura di A. Tabucchi, Milano, Guanda, 1978.

30  A. Tabucchi, Intervista concessa a Paolo Mattei, «Avanti», 1 aprile 1992; ora in A. Tabucchi, Sostiene Pereira, a cura di B. Ferraro, Torino, Loescher, 1995, p. 15. Mette l'accento sulla natura di angelo tentatore di Tadeus Anna Dolfi: «quasi supportato dall'autorità che gli viene dalla negazione demonica (mutato com'è in una sorta di angelo tentatore) della parte terminale di un nome/specchio che inizia con ta (come Tabucchi) e si sigilla in deus» (A. Dolfi, La specularità e il rimorso, Roma, Bulzoni, 2006, p. 200).

31  A. Tabucchi, Per Isabel. Un mandala, Milano, Feltrinelli, 2013; ora in Id., Opere, cit., II, pp. 625-712. L'indicazione «Dettato a Vecchiano, luglio-agosto 1996» compare nel secondo dattiloscritto del romanzo conservato nel Fondo Tabucchi, presso la BnF di Parigi. I quaderni preparatori sono coevi alla stesura di Requiem e intrecciano i due romanzi. Cfr. E. Conti, Per Isabel. Intertestualità come evocazione di ombre, cit., pp. 71-72 e A. Tabucchi, Opere, cit., vol. II, pp. 1497-1500.

32  A distanza di quasi trent'anni, risulta lungimirante l'operazione di ricostruzione della ricchezza degli intrecci alla base di Sostiene Pereira condotta da Ferraro nell'edizione da lui introdotta, commentata e analizzata, edita per la collana "Il passo del cavallo" curata da Remo Ceserani e Lidia De Federicis, citata alla nota 30. Attraverso numerose interviste, articoli usciti sui quotidiani, brani dalle opere di Tabucchi, Ferraro ricostruisce l'universo del romanzo, inserendolo nel contesto dell'opera tabucchiana a partire da Piazza d'Italia.

33  C. Drummond de Andrade, Notturno alla finestra dell'appartamento, in Id., Sentimento del mondo, cit., p. 28.

34  Sull'ambiguità della scena si sofferma Anna Dolfi ne La specularità e il rimorso, cit., pp. 211-248.

35  A. Tabucchi, Notte, mare o distanza, cit., p. 914.

36  Ivi, p. 915.

37  Ivi, p. 914.

38  A. Tabucchi, La parola interdetta, cit., p. 9.

39  Ivi, p. 12. Nella costruzione del personaggio di Tadeus sembrano risuonare anche alcuni versi di José di Carlos Drummond de Andrade, una delle poesie tradotte da Tabucchi nell'antologia del 1987: «E ora José?/La festa è finita,/la luce si è spenta,/la gente è partita,/la notte è ghiacciata,/e ora José?/e ora, che è di te?/di te che non hai nome,/che prendi in giro gli altri,/di te che fai versi,/che ami, protesti?/e ora José?». C. Drummond de Andrade, José, in Id., Sentimento del mondo, cit., p. 42.

40  M. Soares, Le Portugal bâillonné. Témoignage, trad. fr. E. Bailby, Paris, Calmann-Lévy, 1972. Il volume è ricordato da Tabucchi nella sua risposta a Laurenzi. Cfr. l'Appendice al presente saggio.

41  Si veda l'Appendice, nota 17.

42  A. Tabucchi, Zig zag, cit., p. 205.

43  Si veda la ricostruzione del complesso personaggio di Pereira in P. Pellini, Pereira, eroe borghese. Per un romanzo di Antonio Tabucchi, in «Nuova Antologia», a. 142, 2007, fasc. 2243, pp. 326-351 e Nostalgia del pentimento e mitografia dell'eroe borghese. Una lettura di Sostiene Pereira, «Cahiers Pédagogiques du département d'Italien de l'Université Stendhal-Grenoble», n. 5, Spécial concours 2008, ELLUG, pp. 109-125.

44  A. Tabucchi, Piazza d'Italia, Milano, Feltrinelli, 1993 [I ed.: Bompiani 1975]; ora in Id., Opere, cit., vol. I, pp. 5-132.

45  Nel frammento di Prologo si legge il seguente dialogo fra le due ragazze: «DUSTY: What about Pereira? / DORIS: He is no gentleman, Pereira; You can't trust him! / DUSTY: Well, that's true. / He's no gentleman if you can't trust him / And if you can't trust him - / Then you never know what he's going to do.», T.S. Eliot, Sweeney Agonistes. Fragments of an aristophanic melodrama, London, Faber&Faber, 1932. Sulla credibilità di Pereira, cfr. M. Jansen, What about Pereira? Can He be Trusted? A Testimony of "true fiction" in Sostiene Pereira, in «Spunti e Ricerche», Antonio Tabucchi. A collection of Essays, a cura di B. Ferraro e N. Prunster, vol. 12, 1996/97, pp. 202-214. Tabucchi allude al «piccolo intermezzo di Eliot» nella Nota pubblicata su «Il Gazzettino» del 1994; cfr. ora Id., Opere, cit., vol. I, p. 1580.

46  Afferma Tabucchi in un'intervista con Carlos Gumpert: «Come già accadeva in Requiem, anche in questo mio ultimo romanzo la conversazione è un elemento fondante. Entrambi i romanzi sono costruiti essenzialmente su dei dialoghi, in gran parte tra due personaggi, si susseguono pagine e pagine di dialoghi: domande, risposte, chiacchiere, affermazioni» (Zig zag, cit., p. 206).

47  A. Cioccarelli, Il paratesto tabucchiano: viaggio dalla periferia al centro della trilogia portoghese, in V. Russo (a cura di), Tabucchi o del Novecento, cit.: <https://doi.org/10.4000/books.ledizioni.766>.

48  Nostri i corsivi. Osserva Monica Jansen, riflettendo sulle diverse traduzioni del refrain «sostiene Pereira» nelle diverse lingue, che il verbo «sostiene» in italiano contiene una costellazione di significati che talora si perdono nella traduzione, dove prevalgono l'uno o l'altro o alcuni di essi. Tra l'altro, «sostenere» significa anche supportare con il cibo e il denaro: cosa che Pereira fa con Monteiro e che Marta interpreta come una forma di sostegno alla rivoluzione (What about Pereira?, cit., p. 203). Riflessione ripresa da M. Feltrin-Morris in Pereira traduttore e l'etica della visibilità, cit., alle pp. 629-631.

49  A. Tabucchi, Una camicia piena di macchie. Conversazioni con Antonio Tabucchi, in Id., Zig Zag, cit., p. 314.

50  Si veda la parte dedicata al romanzo nella sezione Notizie sui testi del primo volume delle Opere, cit., pp. 1578-1593. Pereira stesso usa il verbo «sostenere» in un momento delicato della storia, quando chiede al telefono al Dottor Cardoso di reggergli il gioco con il proto del giornale su cui uscirà il necrologio di Monteiro: «deve sostenere che il mio articolo ha il suo beneplacito, ha capito?» (Opere, cit., vol. I, p. 1292).

51  L. Pinton, Il narratore testimone nella narrativa contemporanea, in G. Carrara e L. Neri (a cura di), Con i buoni sentimenti si fanno brutti libri? Etiche, estetiche e problemi della rappresentazione, Milano, Ledizioni, 2023, pp. 381-390. Il contributo, ampliato, costituisce ora l'Introduzione a Second-hand Stories. Reported Testimonies in Contemporary Italian Literature (1980-2020), tesi di dottorato sostenuta presso il Clare College, Cambridge, nel settembre 2023. Cfr. anche: G. Turchetta, Il punto di vista, Bari-Roma, Laterza, 1999.

52  Id., Il narratore testimone nella narrativa contemporanea, cit., p. 381.

53  Id., Introduction a Id., Second-hand Stories. Reported Testimonies in Contemporary Italian Literature (1980-2020), cit., p. 1: «this narrative form provides an ethical reflection on the value of listening and reporting other people's stories».

54  M. Feltrin-Morris, Pereira traduttore e l'etica della visibilità, cit., p. 633. Scrive Tabucchi: «In portoghese Pereira significa albero del pero e, come tutti i nomi degli alberi da frutto, è un cognome di origine ebraica. [...] Con questo volli rendere omaggio a un popolo che ha lasciato una grande traccia nella civiltà portoghese e che ha subito le grandi ingiustizie della Storia» (A. Tabucchi, Nota, in «Il Gazzettino», 1994; ora in Id., Opere, cit., vol. I, p. 1580).

55  Pensiero 73 (384) del 23 giugno 1932, in F. Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, cit., p. 97.

 


 

1  Ringrazio di cuore Maria José de Lancastre per aver condiviso con i docenti e gli studenti del "Premio Tabucchi" 2023 i due articoli che qui si commentano e per i consigli in occasione di questa loro ripubblicazione.

2  Carlo Laurenzi, nato a Livorno nel 1920, ma cresciuto all'isola d'Elba, dove frequenta la scuola dalle elementari al liceo, si laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Roma. Giornalista e scrittore, partecipa a «L'Italia libera» di Carlo Levi (il giornale organo del Partito d'Azione), è tra i primi collaboratori de «Il Mondo» di Mario Pannunzio, è inviato ed elzevirista per «La Stampa» e dal 1954 al 1974 giornalista del «Corriere della Sera», per cui firma un migliaio di articoli. È uno dei giornalisti che dal quotidiano di via Solferino seguono Indro Montanelli quando fonda «il Giornale nuovo», nel 1974 (dal 1983 il quotidiano muterà nome in «il Giornale»), dove si occupa di critica letteraria e cinematografica (si veda il volume La caduta degli angeli. Appunti sul cinema (1974-1980), Novara, Editoriale Nuova, 1980). Pubblica in volume note di costume e di viaggio, diari e saggi che sfiorano talora la memoria poetica, romanzi. Ne traccia un breve ritratto Paolo Guzzanti dalle colonne de «il Giornale»: «Carlo era il più temuto, elegante e colto critico cinematografico e letterario, un elbano dal temperamento scostante che Montanelli chiamava Jaegermeister, l'amarissimo che fa benissimo». (P. Guzzanti, Colta e spartana, la borghesia dell'Italia che non c'è più, in «il Giornale», 9 marzo 2019; ma la definizione, proveniente da una nota pubblicità, era riferita all'amaro Petrus Boonekamp, non allo Jaegermeister). Muore a Roma nel 2003. Per un profilo dell'autore, si vedano: R. Tanturri, Carlo Laurenzi, Bologna, Cappelli, 1983; D. De Camilli (a cura di), Intervista a Carlo Laurenzi, in «Italianistica», vol. 15, n. 2-3, maggio/dicembre 1986, pp. 319-323; S. Mazzucco, Carlo Laurenzi, scrittore, Venezia, Marsilio, Fondazione Tanturri, 1997.

3  Il 25 aprile 1974, la Rivoluzione dei garofani mise fine ad uno dei più lunghi fascismi europei, instaurato da António de Oliveira Salazar nel 1933 e denominato Estado Novo. Salazar era morto nel 1970 e la deposizione di Marcelo Caetano avvenne con un colpo di stato incruento, cui seguì una complessa transizione democratica. Il fascismo spagnolo sarebbe invece terminato nel 1975, con la morte di Francisco Franco.

4  In diversi dipinti noti di René Magritte, oltre a quello descritto da Laurenzi, compaiono uomini-pesce o donne-pesce. Risale al 1948 anche The Song of Love (collezione privata), in cui un uomo e una donna, entrambi con busto di pesce, siedono abbracciati su una roccia, sullo sfondo di un paesaggio di mare con veliero.

5  Nella riproduzione dell'articolo compare un carattere non ben identificabile.

6  Laurenzi compì il suo viaggio in Portogallo nel 1963, come documentano sei interessanti articoli da inviato speciale per il «Corriere della Sera», sotto il titolo comune di Dicembre in Portogallo. Si tratta di: Allegoria in Portogallo, 7 dicembre 1963, p. 3 (sorta di introduzione fuori titolo); La musica d’una canzone fascia il silenzio dell’Algarve, 12 dicembre 1963, p. 3; Aspra e tenera come un ricordo la bianca patria di Vasco da Gama, 17 dicembre 1963, p. 3; Patriottismo e malinconia nel paese delle venti famiglie, 19 dicembre 1963, p. 3; È fatta di piccole trovate la fronda politica a Salazar, del 22 dicembre 1963, p. 3, e Perché il censore sorrida, scritto da Elvas, sulla via del ritorno, e pubblicato il 28 dicembre 1963, p. 3. I sei testi sono molto più circostanziati e ricchi di riferimenti alla situazione culturale portoghese sotto Salazar, rispetto all'articolo del 1991 in cui sono appena (e un po' maldestramente) accennati. Gli articoli furono poi ripubblicati, col titolo generico di Portogallo, nella sezione Due inverni del volume La carovana di mare, Firenze, Vallecchi, 1968, pp. 127-155. Devo alla consueta generosità di Franco Contorbia, che qui ringrazio vivamente, la segnalazione degli articoli di Laurenzi sul Portogallo per il «Corriere» a cui accenno in queste note e su cui conto di tornare in altra sede.

7  Come osserva Tabucchi nella risposta, la guerra di decolonizzazione portoghese era cominciata nel 1961.

8  Il «Jornal de Letras e Artes» (1961-1970) era diretto da Azevedo Martins. Sulla prima pagina è impresso chiaramente il visto della censura. Con Martins, svolsero un importante ruolo Bruno da Ponte e Urbano Tavares Rodrigues. Dalla metà degli anni Sessanta, l'orientamento politico e sociale della rivista si fece più radicale e in campo letterario vennero accolte anche le istanze surrealiste. Tra i nuovi collaboratori figurava anche Mário Cesariny. Per un profilo del «Jornal» e per il ruolo svolto in campo artistico, si veda la tesi di dottorato di I.M. Figueira Marques Monteiro, A crítica de artes plásticas como campo e a sua prática em Portugal nos anos 60 (Porto, Universidade Fernando Pessoa, 2016), il cui vol. II (Appendice) contiene interviste, fonti testuali e immagini (<https://bdigital.ufp.pt/handle/10284/6025>).

9  Laurenzi allude ai cosiddetti poeti neorealisti che costituiscono la linea dominante della rivista nella prima parte della sua esistenza. Per una ricognizione significativa e precoce dei movimenti poetici portoghesi del Novecento, tra neorealisti, surrealisti, abjecionistas, si veda l'antologia La parola interdetta. Poeti surrealisti portoghesi, a cura di A. Tabucchi, Torino, Einaudi, 1971. Nell'Introduzione, Tabucchi precisa infatti: «Nonostante le polemiche e le contese, il neorealismo e il surrealismo in Portogallo sono dalla stessa parte della barricata. Il nemico infatti è lo stesso: la discordia si verifica a livello di posizioni teoriche, di estetica, di mentalità». Poco dopo aggiunge: «Quando sorse il surrealismo, dell'impegno del primo neorealismo tutto ciò che era rimasto era un piangere a capo chino sulle proprie disgrazie, un'autocommiserazione che aveva stemperato nella commozione e nel sentimentalismo il desiderio di azione inattuato» (p. 26).

10  Laurenzi francesizza il portoghese Chapéu alto a cui aveva riservato una descrizione più ampia nell'articolo per il «Corriere» del 22 dicembre 1963, dedicato alle diverse forme di fronda rispetto al salazarismo. Diverse espressioni si ripetono identiche, nei due articoli. Sia Chapéu alto (1963) sia De Bikini e Chapéu alto (1964) erano stati scritti da Francisco Nicholson (1938-2016) e furono rappresentati presso il Teatro ABC di Lisbona, che era stato inaugurato nel 1956. Per una scheda sul Teatro ABC e sul complesso del Parque Mayer: <http://cvc.instituto-camoes.pt/teatro-em-portugal-espacos/teatro-abc.html#.X8fWS2igKUl>. Il libretto di Chapéu Alto recita così: «Teatro ABC, 1963. Elenco: Ivone Silva, António Calvário, Francisco Nicholson, Henriqueta Maia e António Anjos, entre outros. Original de César de Oliveira, Francisco Nicholson, Rogério Bracinha. Música de João Nobre e José Magalhães. Produção de José Miguel».

11  Le riviste di varietà permettevano un piccolo spiraglio di apertura e critica, soprattutto dopo la morte di Salazar: «bastou que a censura se tornasse menos rigorosa [com a subida de Marcelo Caetano ao poder] para que a imaginação dos autores se desprendesse e a revista voltasse a encontrar a sua veia natural» (L.F. Rebello, História do Teatro de Revista em Portugal, vol. I, Lisboa, Publicações Dom Quixote, 1984, pp. 144-145).

12  In realtà l'articolo era uscito il 26 giugno.

13  Traccia in scorcio la formazione politica di Laurenzi Paolo Guzzanti su «il Giornale»: «Carlo Laurenzi veniva dal Partito d'azione, antifascista per buon gusto ma radicalmente anticomunista» (P. Guzzanti, Colta e spartana, la borghesia dell'Italia che non c'è più, in «il Giornale», 9 marzo 2019).

14  H. Bosch, Trittico delle tentazioni di Sant'Antonio, dipinto a olio su tavola, 1501 circa, Lisbona, Museu National de Arte Antiga.

15  In effetti i due viaggi non sono contemporanei: quello narrato da Laurenzi risale alla fine del 1963, mentre il primo viaggio di Tabucchi in Portogallo è del 1965, come ricorda Maria José de Lancastre in Testimonianze. Per la genesi di Sostiene Pereira, cit., p. 7.

16  «O tempo e o modo. Revista de pensamento e acção», fondata nel 1963, fu una delle più importanti riviste portoghesi del XX secolo. Nata dalla convergenza di più anime: cattolici progressisti, critici verso il salazarismo; repubblicani e laici che confluiranno nel Partito Socialista (fra cui i due futuri presidenti della Repubblica Mário Soares e Jorge Sampaio); studenti interessati al rinnovamento e alla democratizzazione dell'Accademia. Diretta da António Alçada Baptista, edita dal poeta Pedro Tamen, la rivista, fin dall'Editoriale del primo numero, si mostra pronta a criticare e a opporsi concretamente agli ostacoli culturali, sociali, economici, ideologici che impedissero il progresso del paese. Per il cinquantenario della fondazione, nel 2013, la Hemeroteca Municipal di Lisbona ha dedicato alla rivista una mostra bibliografica documentata da un piccolo catalogo fruibile in rete, con riproduzione di copertine e indici di alcuni numeri: <https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/efemerides/otempoeomodo/OTempoeoModo_guiao.pdf>.

17  La rivista «Almanaque» (1959-1961), nata per iniziativa di Joaquim Figueiredo de Magalhães (1916-2008), responsabile delle edizioni Ulisseia che la finanziavano, rappresenta una novità significativa nel panorama culturale portoghese, anche per la grafica raffinata. Ne fu consulente grafico Sebastião Rodrigues (1929-1997). José Cardoso Pires (1925-1998) coordinava il gruppo degli scrittori della rivista, tra i quali Alexandre O'Neill. Nonostante la censura, la rivista pubblicò importanti testi letterari e di costume e traduzioni di scrittori internazionali. Cfr. José Guilherme Victorino, Almanaque (1959-1961): Entre a sátira e a crítica social no Portugal de Salazar, «Revista Media & Jornalismo», vol. 21, n. 39, 2021, pp. 77-99, <https://doi.org/10.14195/2183-5462_39_4>. Per il ruolo di Cardoso Pires nella rivista «Almanaque», si veda la scheda dell'Hemeroteca Municipal di Lisbona: <https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/EFEMERIDES/josecardosopires/JoseCardosoPires_Almanaque.htm>.

18  Tra il 21 e il 22 gennaio 1961, la più importante nave di linea della Compagnia di Navigazione Coloniale, la Santa Maria, fu presa d'assalto e diretta verso il porto brasiliano di Recife dalla Direzione Rivoluzionaria di Liberazione Iberica (DRIL), guidata dal capitano Henrique Galvão, antifascista e antisalazarista, e da Jorge de Sotomayor, eroe repubblicano della guerra civile spagnola. La nave venne allora ridenominata "Santa Liberdade". L'Operazione Dulcinea, come venne battezzata, mirava a rovesciare il regime di Salazar, incitando i portoghesi alla rivolta.

19  M. Soares, Le Portugal bâillonné. Témoignage, Paris, Calmann-Lévy, 1972, trad. di E. Bailby. Soares (1924-2017), figura chiave del socialismo portoghese non comunista, laureato sia in Lettere sia in Giurisprudenza, fu docente universitario, avvocato e difensore di prigionieri politici, eurodeputato. Più volte incarcerato per il suo antisalazarismo, fu esule in Francia e rientrò in Portogallo dopo la rivoluzione dei garofani del 1974. Fu Presidente della Repubblica portoghese per due mandati (1986-1996) ed ebbe un ruolo fondamentale nello smantellamento del sistema coloniale portoghese in Africa.

20  Humberto da Silva Delgado (1906-1965), militare di carriera, fu direttore generale dell'Aviazione civile nel 1944 e addetto militare presso l'ambasciata lusitana di Washington nel 1952. Oppositore di Salazar, nel 1958 fu il candidato unico delle forze d'opposizione per la carica di Presidente della Repubblica, ottenendo - secondo i dati ufficiali del regime - il 25% contro il 75% del candidato governativo, il generale Américo Tomás. Fu assassinato dalla PIDE in Spagna nel 1965. L'aeroporto di Lisbona porta il suo nome. Cfr. Luis Reis Torgal, Discorso sull'Estado Novo portoghese. Intervista a cura di Daniele Serapiglia, in «storicamente.org», n. 6, 2010, <https://storicamente.org/torgal>.

21  La descrizione del ristorante Tavares, che apre il romanzo postumo Per Isabel, chiarisce il riferimento presente nell'articolo, completando in certo modo il ritratto della Lisbona di Laurenzi che Tabucchi sta prendendo di mira: «Non ero mai stato al Tavares, in tutta la mia vita. Il Tavares è il ristorante più lussuoso di Lisbona, ci sono specchi ottocenteschi e sedie di velluto, si mangia cucina internazionale ma anche la cucina portoghese tipica, però sistemata in modo delicato, per esempio tu ordini vongole e maiale, come si fa in Alentejo, e loro te lo cucinano come se fosse un piatto parigino, così almeno mi avevano detto». A. Tabucchi, Per Isabel. Un mandala, Milano, Feltrinelli, 2013, p. 15 e A. Tabucchi, Opere, cit., vol. II, p. 631. Nel contributo per il «Corriere» del 28 dicembre 1963, Laurenzi indugia sulla descrizione di diverse città e borghi portoghesi (Oporto, Coimbra, Setúbal, Estremoz, Elvas), tracciando spesso paralleli con la natura e il paesaggio toscani e con la nativa isola d'Elba.


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