Claudia La Via
«Connessioni Leggendarie»:
la Net.Art. fra sperimentazione ed effetto

 

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Dagli inizi degli Anni '90 il fortissimo sviluppo della rete ha modificato e, in alcuni casi, stravolto molti parametri e canoni della modernità: non a caso si sente spesso parlare di «rivoluzione digitale». La sempre maggiore diffusione capillare di Internet, e delle sue infinite e diverse potenzialità, ha creato e sviluppato il senso del possibile accompagnato da una "democrazia sociale" che propagandava visibilità e parola a chiunque volesse esprimersi, creando così un fenomeno di massa senza eguali.
Lo sviluppo della rete è stato talmente rapido e multiforme da non potere essere monitorato né storicizzato seguendo i parametri canonicamente adottati per un qualsiasi movimento culturale o sviluppo tecnologico. Il web ha modificato la percezione del tempo e dello spazio, ha creato il virtuale che si è sostituito al qui e ora ed ha influenzato i parametri di giudizio e di fruizione.

Il digitale ha dato vita ad infinite sperimentazioni e nuove creazioni. Difficile poterle codificare dal momento che non esistevano termini di paragone che potessero essere considerati adeguati, né modelli di riferimento ai quali fare rimando.
Si è discusso lungamente e senza successo se tutto ciò che venisse creato sul web o per il web potesse definirsi Arte. I parametri di cui si disponeva apparivano inadeguati ai fini di un'analisi critica e risultava impossibile poter dare un giudizio di valore a qualcosa che non si comprendeva fino in fondo. La sperimentazione digitale è cresciuta esponenzialmente in pochissimi anni e ha iniziato a non essere più esclusivo appannaggio di esperti del settore o di "colleghi virtuali" ma è entrata prepotentemente nel tessuto sociale o, per così dire, nella cultura della società contemporanea. In questa generazione di "navigatori" e di stimoli mediatici è divenuta sempre più forte la voglia di fare gruppo. Questo il caso della Net Art, l'ultima avanguardia artistica del Novecento che nasce, cresce, esplode e si consuma in un solo decennio così come esplode il Web e la New Economy. Non si tratta di un movimento vero e proprio, dal momento che non rientra in parametri stabiliti e non rispecchia dei canoni, quanto piuttosto una libera associazione di "artisti" o esperti della rete, che non condividono necessariamente un'estetica o una politica comune ma mettono in rete le loro diverse conoscenze e competenze, favorendo così una cooperazione e una contaminazione fra diversi approcci e modalità comunicative.

A Milano la Mediateca di Santa Teresa ha ospitato dal 20 ottobre al 10 novembre 2005 la prima mostra che racconta la storia della Net.Art e del suo forte impatto mediatico, della rivoluzione che ha apportato ai linguaggi della rete e al suo tentativo di decostruire la rigorosa cultura informatica. «Connessioni leggendarie» (<http://www.connessionileggendarie.it>), ripercorrendo il decennio 1995 -2005, ha cercato di raccontare - e far toccare con mano - ad un pubblico variegato gli aspetti più salienti di questo Far West tecno-culturale.
La mostra è stata suddivisa per aree tematiche con parentesi sull'uso dei linguaggi informatici e su come essi possano convertirsi in poesia (code poetry) e con esempi su come un software possa trasformarsi in opera d'arte e perdere così i suoi parametri fondamentali - l'usabilità e la funzionalità - in nome di un'esigenza estetica e senza perseguire, in quanto "arte", nessuna finalità (software art). Ma la sezione più importante e significativa è senza dubbio quella dedicata all' Azionismo mediatico; "dirottamenti" e "terrorismo" digitale, progetti culturali di sabotaggio, colossali emulazioni che mettono in discussione convenzione e legalità. Virus verbali creati per alterare e manipolare la comunicazione e le conversazioni, software modificati per mandare in crush le menti di chi li utilizza.

Vale la pena citare la falsa campagna Nike (Nike Ground) messa in scena da 0100101110101101.org che ha fatto impazzire i cittadini viennesi o il falso sito ideato da Ubermorgen ([V]ote-auction) che ha messo in vendita falsi voti di virtuali cittadini americani durante la campagna presidenziale di G. W. Bush creando un fortissimo impatto mediatico e di straniamento politico al quale sono seguiti numerosi dibattiti sulle principali emittenti televisive americane: due dei fenomeni di "straniamento collettivo" tra i più eclatanti e corredati da una fitta documentazione video.
Interessante anche il caso della creazione di siti ombra, esattamente identici alla homepage reale di importanti multinazionali, creati per operare azioni di "sabotaggio digitale" al fine di intervenire sull'andamento economico del mercato globale. Valido esempio il sito "etoy" creato ad esatto modello del reale "etoys" - il principale rivenditore online di giocattoli.
Innumerevoli gli esempi come infinite le sfaccettature e le finalità di questo movimento/"non - movimento", di quest'arte/"non - arte" la cui genesi è sicuramente, almeno fino a oggi, sconosciuta ai più, ma le cui conseguenze hanno contribuito a creare la rete così come la conosciamo.
Una mostra unica nel suo genere, soprattutto per l'Italia, ma certamente essenziale per informare gli ignari cybernauti di oggi che - strano a dirsi - Internet fa già storia.

 

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Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2005-2006

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Giugno-dicembre 2005, n. 1-2