Eleonora Poli
Intervista a ErosAntEros: Agata Tomšič e Davide Sacco

 

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Agata Tomšič e Davide Sacco

Quali sono gli orientamenti principali della vostra ricerca teatrale? Quali maestri e/o modelli vi hanno ispirato?

Agata Tomšič: Davide e io abbiamo iniziato a lavorare assieme a gennaio 2010. Lui lavorava già con altre compagnie teatrali, con il Teatro delle Albe e con Fanny & Alexander, come musicista e performer. Io invece mi ero formata con studi teatrali all'Università di Bologna e attraverso varie esperienze laboratoriali con artisti della scena contemporanea sia italiana sia internazionale. E questo contraddistingue anche il percorso di Davide: diciamo che quando ci siamo conosciuti abbiamo scoperto che ci trovavamo negli stessi luoghi a vedere gli stessi spettacoli e a seguire gli stessi artisti da anni, però non ci eravamo mai incontrati. Poi, ci siamo "trovati" durante un laboratorio dei Motus a Ravenna. Forse la cosa che ci contraddistingue rispetto ad altri gruppi è che ci siamo formati molto con le compagnie del teatro di ricerca italiano, prima quelle romagnole, poi italiane, e poi ci siamo affacciati anche ad esperienze con artisti internazionali che siamo andati a cercare durante il nostro percorso.

Davide Sacco: Ci siamo formati entrambi soprattutto attraverso esperienze di lavoro e laboratori, con compagnie fondate all'inizio degli anni '80, come la Socìetas Raffaello Sanzio, il Teatro della Valdoca e il Teatro delle Albe, con compagnie nate negli anni '90, come Motus, Teatrino Clandestino, Fanny & Alexander e poi altri. E nel tempo siamo andati a cercarci esperienze formative anche molto diverse, soprattutto in Europa.

Agata Tomšič: E siamo anche due grandi spettatori. Una cosa che amo dire sempre è che ogni volta che andiamo a teatro a vedere altri artisti, in realtà continuiamo a pensare, ad accrescere la nostra conoscenza e il nostro linguaggio artistico grazie a questo incontro. E anche dopo il 2010 la nostra formazione non si è fermata, ma continua, tanto che tra il 2014 e il 2016 abbiamo partecipato a diversi percorsi con l'Odin Teatret prima in Danimarca, in particolare con Roberta Carreri, poi anche in Polonia con Eugenio Barba, seguendo periodi intensivi di lavoro con questa compagnia storica di artisti che potrebbero sembrare esteticamente lontani da noi e che invece sono diventati degli amici-maestri, un nutrimento profondo dal punto di vista attoriale, sul lavoro sul corpo e sulla voce, ma che ha anche allenato il nostro sguardo. Ci siamo resi conto che dopo essere stati al Nordisk Teaterlaboratorium per i primi due mesi, quando siamo tornati a guardare gli spettacoli a teatro, la nostra attenzione sulla performatività, l'utilizzo del corpo o il rapporto dell'attore con gli spettatori era diverso rispetto a prima. Sono state delle esperienze importanti per noi.

Davide Sacco: Fra le esperienze internazionali è stata importante per noi quella allo Schaubühne di Berlino, guidato da Thomas Ostermeier, dove siamo stati fra i tre giovani artisti italiani ai quali è stata donata la possibilità di seguire il FIND Plus, un'esperienza che permette di seguire tutto il festival FIND assieme ad altri giovani artisti provenienti da tutta Europa, con workshop intensivi tutti i giorni, dalla mattina alla sera e spettacoli ogni sera di cui si continua a parlare anche confrontandosi con gli artisti ospitati. Ma, in realtà non si finisce mai perché anche ora andiamo a vedere tanto teatro contemporaneo italiano e internazionale, sia in Italia che all'estero, il che capita spesso in estate, ad esempio in Slovenia, a Lubiana, o in Francia al Festival d'Avignon, dove Agata ha vinto un bando, qualche anno fa, che le ha permesso di partecipare ad un'esperienza di dieci giorni con una decina di artisti da tutto il mondo e dove siamo tornati questa estate selezionati questa volta dall'European Theatre Convention per l'European Theatre Academy.

Agata Tomšič: Arrivando a risponderti riguardo alla nostra poetica: da una parte cerchiamo sempre di mettere al centro dei nostri progetti, delle nostre produzioni, dei nostri spettacoli, delle questioni che in quel momento riteniamo fondamentali da condividere con le altre persone per porci domande collettivamente. Qualcuno dice che facciamo teatro politico. D'altra parte, allo stesso tempo, portiamo avanti una continua ricerca sulla forma e sui linguaggi che il nostro teatro può prendere. In realtà, quello che cerchiamo di fare è concentrarci su forma e contenuto allo stesso tempo, mantenendoli allo stesso livello. Nella nostra biografia conserviamo due righe prese da una recensione di Come le lucciole del 2015, di Alessandro Fogli, che dice di noi: «ErosAntEros dimostrano ancora una volta la loro incompromissoria coerenza nell'agganciare il teatro, l'arte, alla vita reale e farne un'arma per trasformare il reale».

Come avete vissuto il ritorno sul palcoscenico?

Davide Sacco: Siamo mancati per qualche tempo dai palcoscenici, ma in realtà non ci siamo mai fermati e abbiamo lavorato molto anche durante il lockdown più duro. Questo perché oltre al lavoro di creazione e produzione dei nostri spettacoli abbiamo sempre più lavoro anche per POLIS Teatro Festival. E nel 2020, trovandoci nell'impossibilità di realizzare la terza edizione di POLIS, abbiamo deciso di trasformare il festival in un convegno internazionale online, che ha visto la partecipazione di 67 artisti, operatori, critici, da tutto il mondo. Il convegno si intitolava Quale teatro per il domani? e ne è poi nato un libro pubblicato da Editoria & Spettacolo, curato da Agata.

Agata Tomšič: Anche nel 2021 abbiamo passato un altro anno di grande lavoro nel tentativo di salvare i nostri progetti: ad esempio il debutto di Confini, una produzione internazionale con cinque Paesi diversi, che previsto inizialmente per giugno 2020 si è concretizzato infine soltanto a luglio 2021. E abbiamo dovuto lottare anche per l'edizione 2021 di POLIS Teatro Festival: la carenza di spazi con cui siamo costretti continuamente a confrontarci (la nostra realtà non gestisce ad oggi alcuno spazio) ci ha spinti a tenerci stretta la settimana di maggio prevista, ma la conferma della riapertura dei teatri è arrivata soltanto pochi giorni prima. Abbiamo quindi dovuto lavorare al festival in una situazione molto complicata, di totale incertezza, fino all'ultimo.

Davide Sacco: Inoltre, a partire dal 24 febbraio 2020 era in programma a Bologna, Milano e Roma un progetto per i dieci anni di ErosAntEros. Tutto saltato, all'ultimo minuto, perché i teatri hanno chiuso proprio dal 24 febbraio 2020 e gli spettacoli in programma per il progetto sono stati successivamente posticipati cinque volte, finiti in periodi diversi e alcuni mai recuperati. Ad aprile 2020 era in programma anche il periodo di prove intensive di Confini a Genova, per dare finalmente forma allo spettacolo internazionale e multilingue, con attori provenienti da vari luoghi d'Europa, al quale abbiamo iniziato a lavorare, attraverso vari periodi di residenza in Italia e in Lussemburgo, già nel 2018, e che come diceva Agata, avrebbe dovuto debuttare a Napoli nell'estate 2020, ma ha visto posticipare la propria nascita di un anno.

Agata Tomšič: Questo spostamento è stato piuttosto complicato e doloroso, ma ha finito per nutrire il lavoro. Si trattava già di uno spettacolo sulla storia dell'Unione Europea a partire dalle storie dei migranti italiani che hanno lasciato il loro paese per cercare lavoro e fortuna nelle zone minerarie di Lussemburgo, Belgio, Francia, Germania. Una grande epopea che iniziava nel passato, toccava il presente e arrivava al futuro, trasformandosi in una distopia fantascientifica, già prima della pandemia. La nostra distopia immaginava un'umanità e un pianeta vittima della catastrofe ambientale, dello sfruttamento delle risorse, delle guerre civili, delle pandemie, di tutto ciò che ora è sempre più inquietantemente vicino al quotidiano. E quel che è accaduto ha ovviamente modificato lo spettacolo che stava in quel momento prendendo forma e che ha immediatamente assorbito ciò che stava accadendo.

Davide Sacco: La pandemia è quindi entrata a far parte di Confini. Il testo stesso dello spettacolo ne parla. E anche molte immagini della realtà che abbiamo vissuto nel corso degli ultimi due anni sono entrate con forza nel lavoro.

Agata Tomšič: Nel 2018, quando abbiamo iniziato, Confini voleva essere una riflessione sui confini esterni dell'Europa eretti nei confronti di chi tenta disperatamente di raggiungere questi territori, ma durante il percorso di tre anni il progetto è evoluto fino a comprendere una riflessione sulla catastrofe ambientale, sullo sfruttamento delle risorse e sulla sopravvivenza dell'umanità sulla Terra.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Davide Sacco: Da una parte c'è POLIS Teatro Festival, e, sicuramente, dopo la recente notizia della nostra ammissione al FUS (Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura) con il punteggio di qualità artistica più alto d'Italia nella categoria Festival di teatro e dopo il successo dell'edizione 2022, la prima che ha visto evolvere il festival come festival internazionale, la prossima edizione, a maggio 2023, è per noi un orizzonte importante rispetto al quale, ne siamo consapevoli, ci sono grandi aspettative.

Agata Tomšič: D'altra parte sono in arrivo nuove produzioni firmate ErosAntEros: Libia, lo spettacolo più prossimo al debutto, al quale stiamo lavorando da diverso tempo e che parte dall'omonima graphic novel, edita da Mondadori, della reporter di guerra Francesca Mannocchi, autrice di importanti reportages dalla Libia, e dell'artista-attivista Gianluca Costantini, con cui collaboriamo da tempo (tra le altre cose è lui a donarci ogni anno un disegno per l'immagine guida di POLIS). Come Gianluca ha chiesto a Francesca di poter trasformare i suoi reportages in forma di disegno, così noi abbiamo chiesto loro di poterli trasportare sula scena.

Davide Sacco: La forma è molto semplice: in scena ci sono due attori e un musicista, Bruno Dorella, che esegue dal vivo una colonna sonora originale composta appositamente per lo spettacolo, mentre i due attori concentrano il lavoro sulla voce. Il tutto mentre viene proiettato un video di disegni animati che abbiamo realizzato con una coppia di animatori per dare vita ai disegni della graphic novel. I due attori e il musicista danno quindi voce e suono ai disegni.

Agata Tomšič: Poi nell'estate del 2023 debutteremo a Ravenna Festival con un nuovo lavoro che affronterà di petto la questione della catastrofe ambientale, già in parte al centro di Confini.

Davide Sacco: E intanto, stiamo lavorando da tempo a una nuova grande coproduzione internazionale e multilingua che debutterà finalmente a inizio 2024.

Per parafrasare il titolo del vostro convegno: Quale teatro per il domani e Quale pubblico per il teatro di domani?

Davide Sacco: Da anni cerchiamo di non usare la parola "pubblico" e di sostituirla piuttosto con "spettatori", perché chiamando gli spettatori "pubblico" si corre il rischio di vederli come un'entità unica e astratta, mentre utilizzando il termine "spettatore" pensiamo a tante individualità con le quali noi artisti siamo in relazione rivolgendoci a ciascuno di loro, uno a uno. E come ha ben spiegato Eugenio Barba, che ha scritto molto su questo argomento, l'ultimo fondamentale tassello della drammaturgia di uno spettacolo è costituito dalla mente dello spettatore. Ogni singolo spettatore è quindi fondamentale e noi semplicemente cerchiamo di rivolgerci a ciascuno, a tutti.

Agata Tomšič: Sia da artisti che da operatori cerchiamo di portare il teatro non solo a chi lo ama, ma anche a chi ancora non sa di amarlo e non lo frequenta magari per motivi economici, sociali o culturali. Per noi l'incontro con l'altro è fondamentale, anche entrando in relazione con il territorio in cui vengono creati i nostri spettacoli, nutrendoci del confronto con spettatori ed esperti delle materie che andiamo ad affrontare.

Davide Sacco: Il nostro percorso vive nell'utopia che il nostro lavoro possa essere in grado di accendere una piccola scintilla in ciascuno dei nostri spettatori per provare a cambiare qualcosa nella vita reale, attraverso il teatro politico d'arte che amiamo e perseguiamo.

 

[Intervista realizzata il 27 luglio 2022]

 

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