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Note:


1  G. Culicchia, Culicchia, in A. Nove, Anteprima mondiale, Milano, La nave di Teseo, 2016, p. 46.

2  A. La Porta, La nuova narrativa italiana. Travestimenti di fine secolo. Nuova edizione ampliata, Torino, Bollati&Boringhieri, 1999

3  Nove è, per esempio, uno degli autori intervistati da Donnarumma e Policastro. Cfr. R. Donnarumma e G. Policastro (a cura di), Ritorno alla realtà? Otto interviste a narratori italiani, in «Allegoria», n. 57, gennaio-giugno 2008.

4  U. Beck, Il Dio personale, Roma-Bari, Laterza, 2008, p. 33. La bibliografia sociologica e filosofica sull'argomento è sterminata. Il dibattito si apre infatti all'inizio degli '80, coinvolgendo alcuni dei maggiori sociologi della religione, italiani e non. Per l'Italia, dobbiamo certamente fare i nomi di Enzo Pace, Luigi Berzano e Giuseppe Giordan, ma si deve naturalmente rimandare anche alla più recente indagine in materia di religione diretta da Franco Garelli (pubblicata in 8 volumi nel 2021). Guardando poi fuori dai confini nazionali si deve fare almeno il nome di Peter Berger, ma certo anche quello di Danièle Hervieu-Léger, Colin Campbell e si potrebbe proseguire. Passando invece alla filosofia, dobbiamo ricordare almeno Gianni Vattimo, Jürgen Habermas e Charles Taylor. Tra coloro che, invece, si sono già occupati di postsecolare e letteratura bisogna certamente ricordare John McClure, e si deve ricordare anche lo studio sul cinema italiano di Clodagh Brook.

5  Per un censimento dei diversi utilizzi di 'postsecolare' si rimanda a J.A. Beckford, SSSR Presidential Address. Public Religions and the Postsecular: Critical Reflections, in «Journal For The Scientific Study Of Religion», vol. 51, n. 1, 2012. Ci si colloca qui tra coloro che lo impiegano in senso culturale.

6  M. Foucault, L'ermeneutica del soggetto. Corso al Collège de France (1981-1982), Milano, Feltrinelli, 2016, p. 169.

7  G. Simonetti, Scherzetto di un narratore preciso, in «Il Sole 24 ore», 4 dicembre 2016, <https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-12-02/scherzetto-un-narratore-preciso--192848.shtml?uuid=AD6cP63B> (21 gennaio 2022).

8  A. Satta Centanin, Madre di Dio, in «Poesia», n. 91, 1996, pp. 73-75.

9  Satta è il cognome della madre.

10  Ivi, p. 73.

11  «un sintagma di provenienza insospettabilmente resistenziale perché ricavato dal messaggio che ha chiamato Milano all'insurrezione nell'aprile 1945: "Aldo dice 26 x 1"»; 'Nove' non è altro che la somma delle cifre due, sei e uno. F. Senardi, Aldo Nove, Firenze, Cadmo, 2005, p. 13.

12  La formula è di Senardi, cfr. ivi, p. 10.

13  A. Satta Centanin, Madre di Dio, cit., p. 74.

14  Ivi, p. 75.

15  A. Cortellessa, Lo scandalo dell'amore infinito, in «Poesia», a. XX, n. 212, gennaio 2007, p. 5.

16  «Fuoco su Babilonia! | [...] |Fuoco su Babilonia! ! Fuoco su Roma, brucino le strade! | [...] | Fuoco su Babilonia, su Castagna | [...] | Fuoco su Babilonia! | Divampi sui culetti asciutti grazie | al doppio filtro bruci | [...] | il tuo giudizio. Fuoco | su Babilonia. Brucino le strade. » A. Nove, Fuoco su Babilonia! Poesie 1984-1996, Milano, Crocetti, 2021 [20031], pp. 114-116.

17  Ivi, p. 115.

18  M. Zonch, a cura di, Mistica cannibale/ ॐ - una sillaba per mondo scritto e mondo non scritto. Intervista ad Aldo Nove, in «Nazione Indiana», 11 giugno 2019, <https://www.nazioneindiana.com/2019/06/11/mistica-cannibale-%E0%A5%90-una-sillaba-per-mondo-scritto-e-mondo-n on-scritto-intervista-ad-aldo-nove/>; da qui in poi citata semplicemente come Intervista.

19  Lo affermerà con forza il narratore (autobiografico) del Professore di Viggiù; vedi infra par. V.

20  Intervista.

21  A. Nove, Maria, Torino, Einaudi, 2007, p. 6; cfr. anche p. 7. Si deve segnalare che il problema della vibrazione viene già prima introdotto, nello Scandalo della Bellezza (2005), senza tuttavia legami espliciti con la scrittura. Cfr. A. Nove, Lo Scandalo della Bellezza. Ispirato all'opera di Fabrizio de André, Milano, No Reply, 2005.

22  Intervista.

23  M. Foucault, Le parole e le cose, Milano, Bur, 2013, p 37.

24  Una simile possibilità di percorrenza sembra infatti implicitamente rigettare la frattura verificatasi «All'inizio del XVII secolo [...] il pensiero cessa di muoversi nell'elemento della somiglianza. La similitudine non è più la forma del sapere»; ivi, p. 66.

25  Intervista.

26  Cfr. M. Gezzi, «La poesia è bene comune». Incontro con Aldo Nove, cit.

27  Valgono per Nove alcune delle affermazioni fatte a proposito di Roberto Saviano. Mi permetto di rimandare a un mio articolo: M. Zonch, Il testimone di fede: verità e spiritualità nella narrativa di Saviano, in «Incontri. Rivista europea di studi italiani», n. 1, 2017.

28  Amy Hungerford ha individuato un legame tra fede e aspetti non semantici della lingua nella scrittura di alcuni autori nordamericani: «writers become invested in imagining nonsemantic aspects of language in religious terms and how they thus make their case for literary authority and literary power after modernism. [...] American writers turn to religion to imagine the purely formal elements of language in transcendent terms.» A. Hungerford, Postmodern belief. American literature and religion since 1960, Princeton, 2010, p. xiii. Tuttavia, che mi sia dato sapere, gli unici autori che esplicitamente riflettono in questo senso in Italia sono Nove e Roberto Calasso (cfr. R. Calasso, La letteratura e gli dei, Milano, Adelphi, 2001); entrambi si appoggiano esplicitamente all'induismo.

29  Per esempio, rispondendo a una domanda sull'esistenza, appunto, di rapporti tra scrittura e illuminazione, Nove afferma quanto segue: «Mi auguro di sì. [...] Credo comunque che la metanoia sia innanzitutto esperienza, e la scrittura ne è riflesso, anche molto ambiguo. Pure, quello so fare. Ed è sempre un'azione.». Intervista.

30  Effettivamente tutte e due le parole compaiono in A. Nove, A schermi di costellazioni, Torino, Einaudi, 2011, p. 28, «Ma io con più forza | vi grido l'amore | del buio che è luce | che inizia a vibrare,» pp. 48-49; sono inoltre accompagnate da più di una occorrenza di respiro, cfr. per es. ivi, p. 9 e p. 55. Tornando a vibrazione e luce, è possibile che l'interscambiabilità dei due concetti compaia e si chiarisca soltanto dopo Maria.

31  E. Trevi, Istruzioni per l'uso del lupo. Lettera sulla critica, Roma, Lit Edizioni, 2012, p. 12.

32  A. Nove, io allora me ne sono andato a puttane, in N. Ammanniti et al., il fagiano jonathan livingstone. manifesto contro la new age, Roma, Minimum Fax, 1998, p. 31.

33  «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello.» Genesi, 4, 10-11.

34  A. Nove, Superwoobinda, Torino, Einaudi, 1998, pp. 103-104.

35  Cfr. C. Lombardi, Olimpo e paradiso all'inferno. Lo spazio del sacro nelle catabasi infernali di Aldo Nove, in «Cahiers d'études italiennes», n. 9, 2009, pp. 277-287. Qui si nota come le merci vengano descritte come idoli, e che i luoghi del consumo sono, appunto, inferi.

36  Ma si rappresentano in maniera ironica e stereotipata anche i testimoni di Geova; A. Nove, Superwoobinda, cit., pp. 101-102.

37  A. Nove, Superwoobinda, cit., p. 57.

38  Cfr. F. Senardi, Aldo Nove, cit.

39  A. Nove, Superwoobinda, cit., pp. 101-102.

40  Id., io allora me ne sono andato a puttane, cit., p. 31.

41  Ivi, pp. 31-32.

42  A. Nove, Milano non è Milano, Roma-Bari, Laterza, 2004, p. 69.

43  Id.,Il professore di Viggiù, Firenze-Milano, Bompiani, 2018, p. 167.

44  Nella sezione Santi, Pornostar & (1992-1995) di Fuoco su Babilonia! la costruzione del Padre nostro cristiano viene utilizzata per alzare una preghiera a Berlusconi: « Mettendo dentro 120 grammi | di penne Buitoni nel mio piatto | guardai la tele tutto soddisfatto: | "O Berlusconi, dio mio, dammi || le 200 cosce dei miei sogni | quotidiani!" [...]» A. Nove, Fuoco sub Babilonia!, cit., p. 96.

45  A. Nove, Franco Battiato, Milano, Sperling & Kupfer, 2020, p. 50. Simile sembra essere l'atteggiamento con il quale si parla di una visita della famiglia Craxi a Sai Baba; cfr. A. Nove, Fuoco su Babilonia!, cit., p. 103.

46  R. Montanari, A. Nove e T. Scarpa, Nelle galassie oggi come oggi, Torino, Einaudi, 2001, p. 71.

47  Il 2004 è anche l'anno del Candido, dove leggiamo: «io quasi quasi credo a Dio | e se mi sveglio con un po' di tosse | lo vedo in mezzo alle bandiere rosse | perché non son convinto che ci sia | perché ho bisogno di un'utopia | che mi è rimasta da sognare | e che non sono disposto a pagare...» A. Nove, Candido. Soap opera musical, liberamente tratto da Voltaire, Genova, il Melangolo, 2004, p. 19.

48  Cfr. Coprofania dell'impero, in F. Berardi et al., Bassa fedeltà: l'arte nell'epoca della riproduzione tecnica totale, Milano, Bollati & Boringhieri, 2000, pp. 36-40. Si tratta però di un saggio che discute delle merci in super e ipermercati; in cui tra l'altro si svela l'origine del Mondo dell'amore, un documentario intitolato Noi e l'amore. Qualcosa di simile vale anche per L'amore al tempo di Naomi, («L'Espresso», 7 dicembre 2000), in cui riflette sul corpo delle modelle, con un approccio del tutto differente da quello utilizzato ancora in un'intervista a Nina Moric del 2001 («Max», marzo 2001), in cui la modella viene definita: «il più bel filosofo di tutti i tempi!». Ivi, p. 90.

49  A. Nove, Superwoobinda, cit., p. 157.

50  I . Calvino, Il midollo del leone, in id., Una pietra sopra, Milano, Mondadori, 2016, pp. 12-13.

51  A. Nove, Milano non è Milano, cit., p. 64; «Sostituita la chiesa con il centro commerciale», ivi, p. 66.

52  Benché quest'ultimo non sia bambino nel prologo lo è poi. Infatti, anche se il narratore dichiara che avrebbe raccontato alcune cose della sua vita, e dunque dalla prospettiva dell'uomo adulto che riguarda al passato, le parti del testo in cui parla della sua infanzia vengono raccontate in maniera infantile. Sono cioè normalmente assenti commenti, giudizi ecc. dell'adulto rispetto alle esperienze/ricordi del sé bambino.

53  Cfr. M. Berisso, La critica delle varianti nell'epoca della riproducibilità informatica. A proposito di «Woobinda» di Aldo Nove, Studi di filologia italiana, vol. LXVII, Firenze, Le lettere, 2009, p. 233.

54  A. Nove, Sezione infanzia, in «Maltese Narrazioni», n. 18, 1996, pp. 46-47.

55  N. Balestrini (a cura di), Narrative Invaders. Narratori di «Ricercare» 1993-1999, Testo&Immagine, 2000.

56  A. Nove, La più grande balena morta della Lombardia, Torino, Einaudi, 2004, p. 3.

57  Ivi, p. 50.

58  Ivi, p. 16.

59  Ivi, p. 17.

60  Si segnala che a capire come arrivare al mondo dei robot sarebbero Margerita Hack e Rita Levi Montalcini. Ancora una volta, scienza e fede vengono presentate unite.

61  A. Nove, A schermi di costellazioni, cit., pp. 98-102.

62  Ma si legga anche questo passo: «Pioveva forte, avevo dieci anni e una tremenda voglia di rinascere in un mondo diverso da questo.» A. Nove, La più grande balena morta della Lombardia, cit., p. 26. L'affermazione va probabilmente letta collocandola a metà strada tra il desiderio d'evasione - il protagonista legge un fumetto - e quello mistico.

63  La presenza di queste tematiche è già stata notata da Simonetti, che scrive: «C'è molto Petrolio [...] di sicuro nella Vita oscena di Aldo Nove: nell'io che si svuota attraverso la degradazione sessuale, e nella visione mistica di una seconda nascita.» G. Simonetti, La letteratura circostante. Narrativa e poesia nell'Italia contemporanea, Bologna, il Mulino, 2018, pp. 263-264.

64  Cfr. per es. A. Nove, A schermi di costellazioni, cit., p. 60.

65  Nota dell'Autore, ivi, p. 103.

66  Donnarumma nota che «sarebbe» sbagliato «considerare il ricorso all'immaginario e al lessico religioso semplicemente come una parodia blasfema.» R. Donnarumma, Maniere pornografiche. Rappresentazioni del sesso in Moresco, Nove, Siti, in L. Pietromarchi e S. Brugnolo (a cura di), Il Piacere del Male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000). Vol. 2: Ottocento e Novecento, Pisa, Pacini Editore, 2018, p. 504.

67  Cfr. A. Nove, Si parla troppo di silenzio. Un incontro immaginario tra Edward Hopper e Raymond Carver, Milano, Skira, 2009, pp. 71-72.

68  A. Nove, La vita oscena, Torino, Einaudi, 2010, pp. 59-61. Scene simili, e già declinate spiritualmente, con tanto di ricorrenza del tecnicismo 'pisside', si trovano in A. Moresco, Canti del caos, Milano, Mondadori, 2010, pp. 41-43.

69  «S'intende generalmente per iniziazione un insieme di riti e di insegnamenti orali, il cui scopo è la modificazione radicale dello statuto religioso e sociale del soggetto da iniziare. Filosoficamente parlando, l'iniziazione equivale a una mutazione ontologica del regime esistenziale. Al termine delle prove cui viene sottoposto, il neofito gode di un'esistenza completamente diversa dalla precedente: è diventato un altro.» M. Eliade, La nascita mistica. Riti e simboli d'iniziazione, Brescia, Morcelliana, 1974, pp. 9-10.

70  R. Donnarumma, Maniere pornografiche, cit., p. 506.

71  A. Nove, La vita oscena, cit., pp. 42-43.

72  «E allora benvenuto Trakl, il poeta maledetto innamorato della sorella, che si era suicidato con un grosso quantitativo di cocaina. | C'era scritto sui libri, quel quantitativo. Decisi che mi sarei suicidato come lui». Ivi, p. 55.

73  Ivi, p. 78.

74  «La maggior parte delle prove iniziatiche implica, in modo più o meno trasparente, una morte rituale seguita da una risurrezione o da una nuova nascita. [...] Ma colui che ritorna alla vita è un uomo nuovo, che assume un altro modo di essere. La morte iniziatica significa a un tempo la fine dell'infanzia, dell'ignoranza e della condizione profana.» M. Eliade, La nascita mistica, cit., p. 12.

75  A. Nove, La vita oscena, cit., p. 104.

76  Ibidem. Si vedano poi le pagine fino alla 111.

77  «Il neofito è sia 'morto' che appena 'nato', più esattamente in procinto di nascere.» M. Eliade, La nascita mistica, cit., p. 34. Si veda anche quanto dice Eliade a proposito delle iniziazioni che prevedono una sorta di «'regressus ad uterum'»; ivi, p. 79 e ss.; vedi anche ivi, p. 61. Nove parla del desiderio di tornare nell'utero, messo in parallelo con l'entrata in un supermercato, in Amore mio infinito, Einaudi, Torino, 2000, p. 131 e ss.

78  A. Nove, La vita oscena, cit., p. 105.

79  Ivi, p. 107.

80  Ivi, pp. 107-108.

81  Ivi, p. 83.

82  Ivi, p. 84.

83  Ivi, pp. 87 e 101.

84  A. Nove, A schermi di costellazioni, cit., pp. 98-102.

85  Le citazioni sono dichiarate nella Nota dell'Autore, ivi, p. 103.

86  Intervista. Nel quaderno è infilato un foglio, l'unico, che ha scritto invece il professore di suo pugno. Cfr. A. Nove, Il professore di Viggiù, Milano, Bompiani, 2018, pp. 24-25.

87  Ivi, p. 20. A dispetto di quanto afferma oggi Nove, non si può fare a meno di segnalare che questo è soltanto un punto d'arrivo. In un'intervista pubblicata dal Tirreno il 6 febbraio 1998 (cit. in F. Senardi, Aldo Nove, cit., p. 17) Nove diceva: «Ha fatto comodo a tutti quelli che sono stati etichettati in quel modo. Il termine poi a me piace molto. C'è rottura col passato, con un certo modo di pensare la scrittura. Io sono contento di essere un "cannibale". Anzi, W i cannibali!».

88  La ragione di questa scelta va cercata nella consonanza che il professore dice di sentire con il narratore: «Sapeva di te. Dei tuoi studi. Delle tue ricerche. Sapeva di come avessi abbandonato il paese in cerca di altro, studiando come lui per una vita, e per una vita essendo stato frainteso, come a lui stesso era capitato.» Ivi, p. 26.

89  Intervista.

90  P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, Torino, Einaudi, 2005; M. Foucault, L'ermeneutica del soggetto, cit.

91  Rimando ancora una volta ai testi della nota precedente. Ho inoltre già presentato in maniera più puntuale questo problema in M. Zonch, Il testimone di fede, cit.

92  Intervista.

93  A. Nove, Il professore di Viggiù, cit., p. 152.

94  Ivi, p. 92.

95  Ivi, p. 110.

96  A. Nove, Poemetti della sera, Torino, Einaudi, edizione elettronica.

97  Vi si fa infatti riferimento anche in una nota di poetica intitolata La luna vista da Viggiù contenuta in «Il rosso e il nero. Rivista di letteratura italiana contemporanea», anno 2, nr 5, Associazione culturale "Il rosso e il nero", Napoli, 1993, p. 93.

98  A. Nove, Poemetti della sera, cit.

99  Id., Malebolge, Milano, Edizioni dell'Asino, 2021, p. 58.

100  Id., A schermi di costellazioni, cit., p. 63.

101  J.A. McClure, Partial Faiths. Postsecular Fiction in the Age of Pynchon and Morrison, USA, The University of Georgia Press, 2007, p. 3.

102  Ivi, p. 21.

103  B. McHale, Postmodernist Fiction, London and New York, Routledge, 2001, p. 27; cfr. anche T. Pavel, Mondi di invenzione. Realtà e immaginario narrativo, Torino, Einaudi, 1992. Per le condotte si rimanda invece a M. Foucault, Sicurezza, territorio, popolazione, Corso al Collège de France (1977-1978), Milano, Feltrinelli, 2017. M. Foucault, Come si esercita il potere?, in H.L. Dreyfus, P. Rabinow, La ricerca di Michel Foucault. Analitica della verità e storia del presente, Firenze, Ponte alle grazie, 1989. Ma anche a G. Simmel, Le metropoli e la vita dello spirito, Roma, Armando, 2011; e a L. Berzano, Autonomia degli stili, Milano-Udine, Mimesis, 2017.


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