![]() Note: 1 Si legge in Meridiani e paralleli: «Il paralume sferico di carta / giapponese / pare il mondo / coi suoi paralleli / e i suoi meridiani / di fil di ferro / Ho guardato / il paralume / per un giorno intero / dalle dodici / alle dodici / domandandomi / come mai / il mondo / ha i paralleli / e i meridiani /storti» (A. Moravia, Poesie, Milano, Bompiani, 2019, p. 91). 2 Id., Gli indifferenti, nota critica di A. Grandelis, Milano, Bompiani, 2016, p. 7 [Milano, Alpes, 19291]. Per questa e le altre citazioni tratte dagli Indifferenti si è scelto di fare riferimento all'edizione più recente del romanzo, accompagnata da tre testi in cui l'autore riflette sulla sua opera nel 1933 ("Gli indifferenti" giudicato dall'autore), nel 1945 (Ricordo de "Gli indifferenti") e nel 1985 (La giovane letteratura "indifferente"). 3 I termini 'lampada/e' e 'paralume' superano nel testo le quaranta occorrenze. L'illuminazione selettiva è funzionale alla narrazione e un chiaro esempio lo dà uno dei primi capoversi del capitolo terzo, quando Carla, al termine della cena e una volta in salotto con il resto della famiglia e Leo Merumeci, si muove a carponi per andare ad accendere la lampada posta in un angolo: è questa accensione a sottolineare il momento in cui Michele annuncia la verità sulla villa, con l'ipoteca in scadenza, a vantaggio di Leo e dei suoi interessi da speculatore. Cfr. Id., Gli indifferenti, cit., p. 24. 4 Ivi, p. 8. Sono molte le descrizioni in cui Carla viene rappresentata attraverso dettagli deformati che mai danno l'idea dell'unità della persona. 5 «L'espressionismo tuttavia è differente dall'astratto, in quanto, al contrario dell'astratto, accoglie l'appello degli oggetti», Id., Non so perché non ho fatto il pittore. Scritti d'arte (1934-1990), a cura di A. Grandelis, Milano, Bompiani, 2017, p. 137. La citazione è estrapolata da un'autointervista che Moravia dedica nel 1962 all'opera di Renato Guttuso, sovrapponendo in parte la propria figura a quella del pittore siciliano. 6 Cfr. B. Basile, La finestra socchiusa. Ricerche tematiche su Dostoevskij, Kafka, Moravia e Pavese, Roma, Salerno, 2003, pp. 127-180. 7 Cfr. A. Sarchi, La felicità delle immagini. Il peso delle parole. Cinque esercizi di lettura di Moravia, Volponi, Pasolini, Calvino, Celati, Milano, Bompiani, 2019, pp. 49-78. 8 A. Moravia, Opere / 4. Romanzi e racconti 1960-1969, a cura di S. Casini, introduzione di G. Turchetta, Milano, Bompiani, 2007, p. 5. Nelle prime pagine del romanzo il protagonista Dino osserva con attenzione, «meno disinteressato e distratto», il soggiorno della madre; il luogo è ingombro di oggetti d'arredamento, di mobili scelti «unicamente per il loro valore mercenario» (ivi, pp. 31-32): mercenario come il rapporto che unisce madre e figlio, mostrato attraverso la materialità delle cose. 9 Ivi, p. 590. Cfr. ivi, pp. 773-779. 10 D. Maraini, E tu chi eri? 26 interviste sull'infanzia, Milano, Rizzoli, 1998, p. 191 [Milano, Bompiani, 19731]. 11 A. Pincherle (Moravia), C'è una crisi del romanzo?, in «La Fiera Letteraria», 9 ottobre 1927, III, n. 41, p. 1. Ora il testo si può leggere in calce all'articolo in cui Marcello Ciocchetti ricostruisce gli esordi letterari dello scrittore (cfr. M. Ciocchetti, Sugli esordi di Alberto Moravia, romanziere e saggista (1926-1927), in «Esperienze Letterarie», a. XXXVIII, n. 4, 2013, pp. 67-96. 12 A. Moravia, La giovane letteratura "indifferente", in Il pericolo che ci raduna, Milano, Franco Angeli, 1985; ora in Id., Gli indifferenti, cit. p. 319. 13 A. Pincherle (Moravia), J. Joyce, in «Il Quarto Stato», a. I, n. 29, 23 ottobre 1926, p. 2. Anche questo testo è leggibile in calce al saggio di Ciocchetti già menzionato. 14 Nelle sue interviste Moravia parla ampiamente della nascita del romanzo. Si vedano A. Moravia, A. Elkann, Vita di Moravia, Milano, Bompiani, 1990, pp. 27-28 e Id., Breve autobiografia letteraria, in Id., Opere 1927-1947, a cura e con introduzione di G. Pampaloni, Milano, Bompiani, 1986, p. X. 15 E. Zinato, Ritorno del represso e storia letteraria: Francesco Orlando teorico "controtempo", in Id., Letteratura come storiografia? Mappe e figure della mutazione italiana, Macerata, Quodlibet, 2015, p. 84. Cfr. F. Orlando, Dodici regole per la costruzione di un paradigma testuale, in «L'Asino d'oro», a. I, n. 4, 1990, pp. 122-135. 16 A tal proposito si ricorda che nel saggio Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. Rovine, reliquie, rarità, robaccia, luoghi inabitati e tesori nascosti Francesco Orlando ha indagato nelle pagine letterarie la presenza delle cose non funzionali, la cui fortuna aumenta dopo la cesura determinata dall'industrializzazione sette-ottocentesca. In una realtà governata dalla ragione strumentale, queste cose si configurano come ritorno del represso non funzionale. Si ricorda altresì che Orlando dedica l'ultimo capitolo del volume agli oggetti funzionali, evidenziando la capacità dei testi di controllare e di ridimensionare lo shock provocato dagli oggetti nuovi e tecnologici. 17 A. Moravia, Se è questa la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere 1926-1940, a cura di A. Grandelis, Milano, Bompiani, 2015, p. 17. La lettera a cui si fa riferimento viene spedita a Umberto Morra di Lavriano nel gennaio 1927. 18 Cfr. B. Crémieux, Préface, in A. Moravia, Les Indifférents, traduit de l'italien par Paul-Henry Michel, Paris, Rider, 1931; trad. it. di T. Colusso, in «Quaderni» dell'Associazione Fondo Alberto Moravia, n. 1, 1998, pp. 88-101; e L. Desideri, Realtà e immaginazione nei primi racconti di Moravia, in «Filologia e Critica», a. III, nn. 2-3 , maggio-dicembre 1978, pp. 352-378. Il racconto Cinque sogni, su cui si è espresso per primo Umberto Carpi (cfr. U. Carpi, L'esordio 'avanguardistico' di Moravia, in «Critica Letteraria», a. X, vol. I, n. 34, 1982, pp. 78-90), si può leggere nell'edizione de Gli indifferenti a cui si fa qui riferimento, mentre per Cortigiana stanca si rinvia alla raccolta La bella vita (1935): cfr. A. Moravia, Opere / 1. Romanzi e racconti 1927-1940, a cura di F. Serra, Milano, Bompiani, 2000, pp. 305-317. 19 B. Crémieux, Préface, cit., p. 93. 20 Ibid. 21 E. Zinato, Automobili di carta. Spazi e oggetti automobilistici nelle immagini letterarie, Padova, Padova University Press, 2012, p. 1. 22 Ivi, p. 18. 23 L'automobile, questo involucro di metallo che si fa protesi umana nell'esperienza fino a misurare la statura dell'individuo nell'epoca della modernità, è protagonista di snodi importanti tra le pagine dell'opera moraviana. A esempio si ricorda che La noia si apre con il dono di una macchina al protagonista Dino da parte della madre. L'uomo vorrebbe prenderne le distanze rendendosi autonomo ed è proprio l'automobile a evidenziare non solo un'autonomia impossibile, ma una sorta di ritorno al grembo materno che infine si traduce nell'assunzione dello stesso comportamento mercenario della madre. A proposito dei riflessi sui vetri e sulla carrozzeria dell'automobile, Moravia ricorda un passo preciso degli Indifferenti - l'ultimo capoverso del dodicesimo capitolo, in cui Carla e Leo si riflettono nel parabrezza come «un miraggio d'impossibile comprensione» (A. Moravia, Gli indifferenti, cit., p. 221) - in dialogo con Piero Guccione, artista che ammira per il suo realismo soggettivo, una sorta di pittura «interiorizzata»: «C'è una strana poesia nelle immagini specchiate dai cristalli e dalle carrozzerie delle macchine: l'andare dei colori in negativo, il ribaltamento prospettico...» (Id., Non so perché non ho fatto il pittore. Scritti d'arte (1934-1990), cit., pp. 282, 284). Il ribaltamento prospettico di cui parla Moravia diventa, sul piano critico, una forma di straniamento che consente di leggere la realtà, anche interiore, grazie all'oggetto automobile. Si veda anche A. Sarchi, La felicità delle immagini. Il peso delle parole. Cinque esercizi di lettura di Moravia, Volponi, Pasolini, Calvino, Celati, cit., pp. 57-58,75. 24 Cfr. A. Moravia, Gli indifferenti, cit., pp. 12-13. 25 Ivi, p. 103. 26 Ivi, p. 34. 27 Ivi, pp. 108-109. 28 Si ricorda che nel sogno di Carla (cfr. nota 18) è sempre un oggetto a dare forma alla speranza della giovane, protesa verso un'esistenza diversa da quella consumata nell'atmosfera soffocante della villa di famiglia. Nella dimensione onirica Leo le regala uno strano oggetto, «brillante e complicato» (ivi, p. 295), destinato a cadere e a infrangersi, al pari dei desideri. 29 Ivi, pp. 113-115. 30 Ivi, pp. 252-253. 31 Si tratta della stessa lettera spedita a Umberto Morra di Lavriano citata alla nota 17. Si riporta una porzione di testo più ampia: «A proposito del dramma nel romanzo io credo che al mio mattone imporrò il titolo di "due giorni e cinque persone" e sotto ci scriverò "dramma" - tu dirai che non è un dramma, ma forse le "Anime morte" di Gogol sono un "poema" come egli le ha intitolate? - sono della prosa come la mia (apparentemente) - e ancora a questo proposito: sto leggendo "Les Possedés" di Dostoiewski [sic] - ora se si può dire che esista una tendenza come la mia nella letteratura moderna (sopratutto l'inglese) essa certamente è stata precorsa da Dost. infatti qui ci sono delle scene intere dialogate, ma anche ci sono molto meno didascalie che in Shaw, per esempio: non ce ne sono affatto per pagine e pagine - Questo è significativo: è un fatto che il romanzo da storico e narrativo deve diventare drammatico -» (Id., Se è questa la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere 1926-1940, cit., pp. 18-19). 32 R. Donnarumma, Tracciato del modernismo italiano, in R. Luperini e M. Tortora (a cura di), Sul modernismo italiano, Napoli, Liguori, 2012, p. 28. 33 S. Guerriero, Le riviste e l'editoria, in M. Tortora (a cura di), Il modernismo italiano, Roma, Carocci, 2018, p. 210. 34 A tal proposito si rinvia al paragrafo Moravia modernista? della mia introduzione alle lettere giovanili (cfr. A. Moravia, Se è questa la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere 1926-1940, cit., pp. L-LXI) oltre che alla nota critica Indifferenti, moderni, attuali dell'edizione del romanzo a cui si fa riferimento (Id., Gli indifferenti, cit., pp. 293-300); al seguente saggio di Massimiliano Tortora, interlocutore aperto nel confronto: M. Tortora, 1929: Gli indifferenti e la nuova stagione, in «Allegoria», a. XXVII, nn. 71-72, gennaio-dicembre 2015, pp. 10-23. Sull'argomento possono risultare utili alcuni passaggi di L. Parisi, Chi sono Gli indifferenti di Alberto Moravia?, in «Rassegna Europea di Letteratura Italiana», a. MMXX, nn. 51-52, 2018, pp. 143-158. 35 Sull'argomento si veda L. Somigli, Il teatro, in M. Tortora (a cura di), Il modernismo italiano, cit., pp. 91-110. 36 A. Moravia, Gli indifferenti, cit., p. 232. 37 F. Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. Rovine, reliquie, rarità, robaccia, luoghi inabitati e tesori nascosti, nuova ed. riveduta e ampliata a cura di L. Pellegrini, prefazione di P. Boitani, Torino, Einaudi, 2015 [19931], p. 434. 38 Ibid. 39 Ivi, pp. 305. 40 A. Moravia, Gli indifferenti, cit., p. 47. 41 Cfr. F. Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura, cit., pp. 140, 336. 42 Il dibattito sui limiti cronologici del modernismo - che implica un diverso modo di concepire i rapporti tra modernismo, realismo e sperimentalismo avanguardistico - è ben sintetizzato nel saggio Realismo e sperimentalismo di Pierluigi Pellini, sostenitore di un modernismo di lunga durata, la cui nascita è da collocare dentro l'Ottocento e più precisamente all'altezza di Madame Bovary e delle Fleurs du mal. Cfr. P. Pellini, Realismo e sperimentalismo, in M. Tortora (a cura di), Il modernismo italiano, cit., pp. 133-136. 43 A. Moravia, Omaggio a Joyce, in «Prospettive», nn. 11-12, dicembre 1940, p. 13. 44 Id., Gli indifferenti, cit., p. 41. 45 «Tutti quegli oggetti inanimati avevano succhiato giorno per giorno la sua vitalità, con una tenacia più forte dei suoi tentativi di liberazione» (ivi, p. 207), si legge nel dodicesimo capitolo. 46 G. Debenedetti, Il romanzo del Novecento. Quaderni inediti, presentazione di E. Montale, Milano, Garzanti, 1976 [19711], p. 441. 47 Ivi, p. 177. 48 Cfr. V. Woolf, Voltando pagina. Saggi 1904-1941, a cura di L. Rampello, Milano, il Saggiatore, 2011, pp. 122, 133. 49 V. Woolf, Diari di viaggio in Italia e in Europa, trad. it. e prefazione di F. Cosi e A. Repossi, Parma, Mattioli, p. 264. 50 E. Auerbach, Mimesis. Dargestellte Wirklichkeit in der abendländiscen Literatur, Bern, Francke, 1946; trad. it. di A. Romagnoli e H. Hinterhäuser, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, con un saggio di A. Roncaglia, Torino, vol. II, Torino, Einaudi, 2000 [19561], p. 325. 51 Cfr. F. Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura, cit., p. 5. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2022 <http://www.boll900.it/2022-i/Grandelis.html> gennaio-maggio 2022, n. 1-2 |