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Note:


Abbreviazioni delle opere di Italo Calvino citate in questo lavoro: RRI: Romanzi e racconti, vol. I, edizione diretta da C. Milanini, a cura di M. Barenghi e B. Falcetto, Milano, Mondadori, 1991; SI, SII: Saggi 1945-1985, vol. I e II, a cura di M. Barenghi, Milano, Mondadori, 1995; L: Lettere 1940-1985, a cura di L. Baranelli, Milano, Mondadori, 2000.

 

1  G.C. Ferretti, Le capre di Bikini. Calvino giornalista e saggista, Roma, Editori Riuniti, 1989, p. 108.

2  Per ben tre volte Pavese rimanda ad Ariosto o al suo poema in C. Pavese, recensione a Il sentiero dei nidi di ragno, in «l'Unità», 26 ottobre 1947, raccolta poi in Id., Saggi letterari, Torino, Einaudi, 1968, pp. 245-247.

3  Come è noto, nella Storia della letteratura italiana (dove De Sanctis assume una posizione ben più severa rispetto a quella espressa nelle lezioni napoletane e zurighesi), l'Orlando furioso viene ammirato per la resa realistica del soprannaturale e la profondità dell'ironia ariostesca, rivelatrice tuttavia, secondo il critico, di una decadenza morale, di «un mondo vuoto di motivi religiosi, patriottici, morali, un mondo puro dell'arte» contro cui si battevano intellettuali come Machiavelli (F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana, a cura di N. Gallo, Torino, Einaudi-Gallimard, 1996, XII, § 5, p. 389).

4  Battaglia viene quasi sempre citato in relazione al modo in cui Calvino legge Ariosto, ma il loro dialogo non è mai stato indagato. Il rapporto tra Calvino e Ariosto è stato invece variamente studiato dalla critica. Tra i contributi particolarmente utili per il periodo qui considerato, si vedano S. Verdino, Ariosto in Calvino, in «Nuova Corrente», XXXIV, 100, 1987, pp. 251-258; L. Waage Petersen, Calvino lettore dell'Ariosto, in «Revue Romane», XXVI, 2, 1991, pp. 230-245; M. Hagen, La seduzione del cavaliere inesistente, in «Romansk Forum», XVI, 2, 2002, pp. 875-885; L. Re, Ariosto and Calvino: The Adventures of a Reader, in Ariosto Today. Contemporary Perspectives, edited by D. Beecher, M. Ciavolella, R. Fedi, Toronto-Buffalo-London, University of Toronto Press, 2003, pp. 211-233; V. Bagnoli, La mappa del labirinto. L'Ariosto di Calvino, in Id., Lo spazio del testo. Paesaggio e conoscenza nella modernità letteraria, Bologna, Pendragon, 2003, pp. 61-113; P. Grossi, Italo Calvino lecteur du "Roland furieux", in Italo Calvino narratore, atti della giornata di studi, 19 novembre 2004, a cura di P. Grossi, Paris, Edizioni dell'Istituto Italiano di Cultura, 2005, pp. 109-122; M. McLaughlin, "C'è un furto con scasso in ogni vera lettura". Calvino's Thefts from Ariosto, in «Parole rubate-Purloined Letters. An International Journal of Quotation Studies», 7, giugno 2013, pp. 111-135; C. Rivoletti, Calvino, Ariosto e lo sguardo sulla realtà, in Id., Ariosto e l'ironia della finzione. La ricezione letteraria e figurativa dell'Orlando furioso in Francia, Germania e Italia, Venezia, Marsilio, 2014, pp. 344-356; B. Sica, Italo Calvino prima e dopo la guerra: il fascismo, Ariosto e l'uomo a cavallo, in Raccontare la guerra. I conflitti bellici e la modernità, a cura di N. Turi, Firenze, Firenze University Press, 2017, pp. 127-152. Si veda infine un libro che, uscito quando queste pagine erano già scritte, non mi pare offrire elementi rilevanti ai fini del nostro discorso: M. Esposito, La réception de l'Arioste par Italo Calvino, Paris, L'Harmattan, 2019.

5  Ringrazio il professore Walter Barberis per avermi dato l'opportunità di svolgere le mie ricerche all'Archivio Einaudi di Torino nel 2014 e nel 2018, e per avermi permesso di riportare qui alcuni passi tratti dalla corrispondenza di Calvino e Battaglia.

6  Anche Battaglia, di cui ci occuperemo, nel suo diario partigiano scrive: «a me venivano spontanei i ricordi letterari dell'Ariosto che proprio quei luoghi aveva governato in mezzo ai briganti: c'erano i boschi e le Angeliche del Furioso, e i briganti, quando facevamo luccicare le armi vicino ai focolari ancora accesi, [...] eravamo noi senza dubbio» (R. Battaglia, Un uomo, un partigiano [1945], Torino, Einaudi, 1965, p. 89).

7  Si veda I. Calvino, Colloquio con Ferdinando Camon [1973], in SII, pp. 2778, 2779.

8  Le cose vanno diversamente nei racconti partigiani di Ultimo viene il corvo in cui gli eventi storici vengono trasposti in una dimensione irreale o fiabesca. L'effetto è tuttavia simile, in quanto la trasposizione permette di osservare la guerra da una prospettiva straniata e di denunciarne così la follia.

9  I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, in RRI, p. 144.

10  Limitandoci agli anni Quaranta e Cinquanta, ricordiamo che bambini o adolescenti sono anche diversi personaggi di Ultimo viene il corvo, il nipote di Medardo nel Visconte dimezzato, Cosimo di Rondò nel Barone rampante, o ancora il giovane Rambaldo nel Cavaliere inesistente. Parenti tutti, a vario titolo, del Carlino di Nievo, a proposito del quale Calvino scrive: «Non dimentichiamoci che lo slancio del Risorgimento italiano ha avuto in letteratura una sola eco veramente poetica: e sono le giornate avventurose del Carlino di Nievo [...]. Ed è quell'infanzia di Carlino e della Pisana a dar luce e movimento all'intero libro delle Confessioni d'un Italiano». «Già Stendhal del resto», continua poco dopo Calvino, «aveva capito che l'atteggiamento dell'adulto di fronte alla gloria militare non può reggere l'insidia della retorica, che la commozione dell'epica antica può essere ritrovata soltanto - temperata d'una ironia che però non la distrugge - attraverso degli occhi che scoprono il mondo per la prima volta» (I. Calvino, Natura e storia nel romanzo [1958], in SI, p. 41).

11  Cfr. I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, cit., pp. 72, 139.

12  I. Calvino, Prefazione 1964 al Sentiero dei nidi di ragno, in RRI, p. 1200.

13  A questo proposito, un passo del romanzo è particolarmente rivelatore, quello in cui Pin deve seppellire il falchetto: «Verrebbe voglia di buttare il falchetto nella grande aria della vallata e vederlo aprire le ali, e alzarsi a volo, fare un giro sulla sua testa e poi partire verso un punto lontano. E lui, come nei racconti delle fate, andargli dietro, camminando per monti e per pianure, fino a un paese incantato in cui tutti siano buoni. Invece Pin depone il falchetto nella fossa e fa franare la terra sopra, con il calcio della zappa» (ivi, p. 123).

14  I. Calvino, La letteratura italiana sulla Resistenza, in «Il movimento di liberazione in Italia», I, 1, luglio 1949, ora in SI, p. 1495.

15  R. Battaglia, L'Ariosto e la critica idealistica, in «Rinascita», VII, 1, gennaio 1950, pp. 141-150.

16  Ivi, p. 142. Come è noto, con il concetto di «armonia» Croce intende sussumere quello di «ironia». Va tuttavia tenuto presente che molti critici, nel secondo Novecento, cercano di correggere non tanto e non solo le osservazioni di Croce, quanto l'immagine vulgata di un Ariosto sereno e distaccato, nonché l'idea di una poesia al di fuori di ogni storicità. Si veda l'ancora per molti aspetti illuminante B. Croce, Ariosto, Shakespeare e Corneille [1918], Bari, Laterza, 1920.

17  R. Battaglia, L'Ariosto e la critica idealistica, cit., p. 147.

18  Ivi, p. 148.

19  Ivi, pp. 148, 149.

20  Si ricordi, per inciso, che Calvino sostenne questo progetto in un momento in cui la Resistenza non aveva ancora diritto di cittadinanza negli studi storici, scegliendo per di più un ricercatore (Battaglia) che non proveniva da una scuola di storiografia ma da studi di storia dell'arte e da una diretta esperienza resistenziale.

21  L, pp. 275, 276.

22  Archivio Einaudi, Corrispondenza con autori e collaboratori italiani (d'ora in avanti AE, Corrispondenza), Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/1, n. 3. Stando alla corrispondenza, la lettera di Calvino del 28 aprile 1950 non sembra essere successiva alla lettura delle Novelle curate da Battaglia, come indicato da Luca Baranelli in L, p. 276.

23  R. Battaglia, prefazione a L. Ariosto, Le novelle del "Furioso", Milano, Universale Economica, 1950, p. 9.

24  Ivi, pp. 9, 10.

25  Ivi, pp. 10, 11.

26  Cfr. ivi, p. 12.

27  Ivi, pp. 17, 18.

28  L. Ariosto, Orlando furioso, a cura di E. Vittorini, Einaudi, Torino, 1950, 3 voll.

29  AE, Corrispondenza, Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/1, n. 18.

30  Ivi, n. 48 e 49.

31  Cfr. la lettera del 12 dicembre 1952 indirizzata a Calvino (ivi, n. 53).

32  R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1953. Il grosso volume uscirà nei "Saggi" e non, come inizialmente previsto, nella "Pbsl".

33  AE, Corrispondenza, Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/1, n. 111, 112. La recensione alla quale si riferisce Battaglia è quella di V. Gerratana, Storia della Resistenza italiana, in «l'Unità», 12 maggio 1953, p. 3. Il saggio suscitò in effetti un vivace dibattito e diverse critiche; in particolare, si rimproverò a Battaglia di aver scritto un libro politico più che storico, in cui si dava un peso eccessivo al ruolo giocato dal Partito Comunista (Battaglia vi si era iscritto dopo lo scioglimento del Partito d'Azione). Varie modifiche furono apportate nella terza edizione, pubblicata postuma nel 1964. A questo proposito, si veda L. Mangoni, Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, Torino, Bollati Boringhieri, 1999, pp. 687-701.

34  L'Italia ha finalmente una storia del suo secondo Risorgimento. La "Storia della Resistenza italiana" di Roberto Battaglia, in «Notiziario Einaudi», II, 3-4, marzo-aprile 1953. In merito alla definizione della Resistenza come «secondo Risorgimento», Battaglia si confrontò con Claudio Pavone, sottolineando elementi di continuità e discontinuità; tra questi ultimi, soprattutto il ruolo del popolo e della classe operaia. Si veda R. Battaglia, Primo e secondo Risorgimento, in «Passato e presente», 11-12, 1959, pp. 1433-1444.

35  I. Calvino, Il midollo del leone [1955], in SI, p. 23. Poco dopo Calvino chiarisce il legame tra i due filoni letterari citati, puntando sul genere da lui prediletto della favola o della fiaba, spesso associato – come abbiamo visto e come vedremo – al capolavoro ariostesco: «I romanzi che ci piacerebbe di scrivere o di leggere sono romanzi d'azione [...]: ciò che ci interessa sopra ogni cosa sono le prove che l'uomo attraversa e il modo in cui egli le supera. Lo stampo delle favole più remote: il bambino abbandonato nel bosco o il cavaliere che deve superare incontri con belve e incantesimi, resta lo schema insostituibile di tutte le storie umane» (ibid.). Pur non occupandoci in questa sede del dialogo tra Calvino e Lanfranco Caretti, non sarà inutile ricordare che quest'ultimo, nell'Introduzione del 1954 alle opere di Ariosto, insiste molto sull'energia attiva che scaturisce dal poema: «Dietro il mondo fittizio delle figure e degli intrecci tradizionali, ciò che veramente costituisce la grandezza e l'originalità del Furioso sono l'energia attiva che gli dà slancio e lo sorregge da cima a fondo, l'empito fiducioso che ne pervade ogni pagina e la illumina, la varietà dei motivi che vi troviamo espressi e che sentiamo fortemente radicati nel cuore del poeta» (L. Caretti, Introduzione, in L. Ariosto, Opere minori, a cura di C. Segre, Milano, Ricciardi, 1954, p. XIII). Caretti comincerà a dialogare con Calvino nel 1957 e curerà un'edizione dell'Orlando furioso per Einaudi nel 1966, il cui apparato di note sarà usato per l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino nel 1970.

36  Si vedano anche Natura e storia nel romanzo, del 1958: «vogliamo richiamarci a una linea dell'ostinazione nonostante tutto [...] come alla lezione più priva di illusioni e più carica ancora d'una forza positiva» (SI, p. 51); e Il mare dell'oggettività, del 1960: «Ma il momento che vorremmo scaturisse [...] è pur sempre quello della non accettazione della situazione data, dello scatto attivo e cosciente, della volontà di contrasto, della ostinazione senza illusioni» (SI, p. 60).

37  In questo periodo Ariosto viene però citato, per il «capovolgimento» della «tradizione esausta della letteratura cavalleresca», in un articolo dedicato a Stevenson (cfr. I. Calvino, L'isola del tesoro ha il suo segreto [1955], in SI, pp. 967, 968).

38  Si veda S. Lanfranchi, Leopardi optimiste : un mythe politique et européen, in P. Abbrugiati (éd.), Le mythe repensé dans l'oeuvre de Giacomo Leopardi, Aix-Marseille, Presses Universitaires de Provence, Textuelles, 2016, pp. 487-498.

39  F. De Sanctis, Schopenhauer e Leopardi, in Id., Saggi critici, II, a cura di L. Russo, Bari, Laterza, 1952, p. 159.

40  I. Calvino, Introduction by the author, in Id., Our Ancestors, London, Secker & Warburg, 1980, p. VII.

41  I. Calvino, Postfazione ai Nostri antenati (Nota 1960), in RRI, p. 1210.

42  Lo stesso anno, per esempio, Calvino scrive: «[Pavese] Aveva concluso [...] che oggi non si possono scrivere storie favolose, magiche, ambientate in altre epoche [...]. M'avrebbe approvato Pavese [...]? Rigoroso com'era, ne dubito. Eppure io sono certo d'avere, perdendo la fedeltà agli oggetti, salvato qualcosa di più essenziale: un piglio, un'affilatezza, una cadenza, una crudezza, tutto quello che con la letteratura della Resistenza credevamo fosse insito nelle cose [...], mentre a poco a poco l'oggettività andava restituendo un'immagine sempre più trita e passiva, una musica senza più scatto. Con queste tre storie ho voluto ritrovare [...] quella tensione individuale e collettiva insieme, esistenziale e razionale, autobiografica e storica, lirica ed epica [...]. Gli anni '50-60 formano uno spesso muro. [...] Conta quel che siamo riusciti a salvare, per noi e per gli altri. Da parte mia, è attraverso queste tre storie che credo d'aver salvato qualcosa di quel che c'era di là» (I. Calvino, Introduzione inedita 1960 ai Nostri antenati, in RRI, pp. 1222, 1223).

43  Di György Lukács l'Einaudi pubblica i Saggi sul realismo nel 1950, Il marxismo e la critica letteraria nel 1953. Calvino li legge con grande interesse, ma si sente più vicino all'altro grande scrittore e studioso marxista: Bertolt Brecht.

44  I. Calvino, Pasternak e la rivoluzione [1958], in SI, p. 1364. Non meno interessanti le pagine successive, in cui Calvino parla di «gioco del romanzesco» citando, tra le altre cose, l'esempio dei poemi cavallereschi.

45  Incontro con Calvino, intervista di G. Mazzaglia, in «Il Punto della settimana», II, 46, 16 novembre 1957, ora in I. Calvino, Sono nato in America... Interviste 1951-1985, a cura di L. Baranelli, Milano, Mondadori, 2012, p. 29. Parole quasi identiche sono in un intervento del marzo 1958: I. Calvino, Natura e storia nel romanzo, cit., p. 36.

46  C. Cases, Italo Calvino o il pathos della distanza, in «Città aperta», 7-8, aprile-maggio 1958, pp. 33-35.

47  L, pp. 574, 575.

48  Com’è noto, Calvino usa e userà – anche dopo le celebri definizioni di Tzvetan Todorov – il termine "fantastico" come sinonimo di "meraviglioso".

49  I. Calvino, Presentazione 1966 all'edizione scolastica di Marcovaldo, in RRI, pp. 1234, 1235.

50  I. Calvino, Postfazione ai Nostri antenati (Nota 1960), cit., p. 1218.

51  R. Battaglia, La prima guerra d'Africa, Torino, Einaudi, 1958.

52  AE, Corrispondenza, Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/1, n. 448, 449.

53  I. Calvino, "La prima guerra d'Africa" vista dai nostri padri e vista dagli abissini, in «Notiziario Einaudi», VII, 3, novembre 1958, ora in SII, p. 1757. Il sommario, non riportato nell'edizione dei Saggi, recita: «Il libro di Roberto Battaglia è un'acuta ricostruzione storica che ha il fascino d'un grande racconto d'avventura».

54  Ivi, p. 1758.

55  Ivi, p. 1761.

56  AE, Corrispondenza, Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/1, n. 495.

57  Ivi, n. 496.

58  Per una definizione dell'ironia di Ariosto (come modo di narrare e di vedere) e delle sue varie modalità, si vedano C. Rivoletti, Ariosto e l'ironia della finzione, cit., e G. Sangirardi, Trame e genealogie dell'ironia ariostesca, in «Italian Studies», LXIX, 2014, pp. 189-203.

59  L'immagine comica della vita militare, sintomo dell'antimilitarismo di Calvino, della sua avversione per il culto della forza guerresca, per ogni retorica militare e patriottica, è presente anche negli altri due romanzi della Trilogia.

60  I. Calvino, Il cavaliere inesistente, in RRI, pp. 955, 956.

61  Ivi, pp. 966, 969.

62  Ivi, p. 1020.

63  Ivi, pp. 958, 968, 970.

64  Si ricordi che, prima di Ariosto, Orlando era il paladino savio e casto per eccellenza. Già De Sanctis sottolineava come «questo tipo della cavalleria così trasformato» fosse «una concezione ironica» (F. De Sanctis, Storia..., cit., p. 450). Sulla trasformazione del protagonista si ferma anche Calvino, in un passo che può far pensare al suo cavaliere inesistente: «come era fuori dalla misura umana nella virtù, immune dalle passioni secondo i cantari popolari, innamorato che reprime ogni tentazione secondo il Boiardo, qui esce dalla misura umana [...] per entrare nella bestialità più cieca. In questa nuova inattesa incarnazione d'ossesso ignudo che sradica le querce, Orlando diventa, se non un vero e proprio personaggio, certo un'immagine poetica vivente, quale non era mai stato nella lunga serie di poemi che lo rappresentavano con elmo ed armatura» (I. Calvino, Presentazione all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, Milano, Mondadori, 1995, pp. 22, 23). Naturalmente bisognerebbe allargare il discorso chiamando in causa il doppio ironico di Agilulfo, lo scudiero Gurdulù (personaggio che incarna il linguaggio della natura non ancora sottomesso alla cultura), e l'altro grande modello di Calvino, Cervantes. Non potendo qui dilungarmi per evidenti ragioni di spazio, mi riprometto di ritornare sul Cavaliere inesistente e sul modello ariostesco in un'altra occasione.

65  Potremmo dire, in effetti, che la fantasia trae dal desiderio un potenziale positivo che la solleva e la pone a distanza dalla realtà. La caduta da tale altezza per il tramite dell’ironia e del comico produce inevitabilmente un differenziale negativo, che si esaurirebbe nell’urto tragico, se l’ironia e il comico non fossero anche capaci di usare quella distanza come espediente positivo per evitare che la ‘caduta’ si traduca in ‘rovina’.

66  I. Calvino, Postfazione ai Nostri antenati (Nota 1960), cit., p. 1217.

67  I. Calvino, Tre correnti del romanzo italiano d'oggi [1959], in SI, pp. 61-75.

68  Ivi, p. 74 (mio il corsivo). Tornerò più oltre sul nesso avversativo, che tra l'altro richiama alla memoria il De Sanctis delle lezioni zurighesi: «Chi guarda il suo ritratto [di Ariosto] gli suppone un carattere leggiero; eppure la sua vita fu tragica» (F. De Sanctis, La poesia cavalleresca, a cura di M. Petrini, Bari, Laterza, 1954, p. 89).

69  I. Calvino, Tre correnti del romanzo italiano d'oggi, cit., p. 74.

70  Ivi, pp. 74, 75 (miei i corsivi). Parole quasi identiche si leggono in I. Calvino, Introduzione inedita 1960 ai Nostri antenati, cit., pp. 1223, 1224. Qui, a proposito delle vicende cavalleresche abbassate dall'ironia, troviamo inoltre la seguente spiegazione: «voleva, così facendo, salvare qualcosa d'esse in un mondo che già le aveva date per perdute, qualcosa che poteva essere salvato solo in quel modo...» (ivi, p. 1223).

71  P. Grossi, Italo Calvino lecteur du Roland furieux, cit., p. 115.

72  I. Calvino, Tre correnti..., cit., p. 75.

73  C. Fruttero, S. Solmi (a cura di), Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza, Torino, Einaudi, 1959.

74  Si veda C. Fruttero e F. Lucentini, Incontro ravvicinato con la fantascienza [1978], ora in Idd., I ferri del mestiere, a cura di D. Scarpa, Einaudi, Torino, 2003, p. 73.

75  «Notiziario Einaudi», VIII, 3, 1959, p. 1.

76  AE, Corrispondenza, Roberto Battaglia, cartella 16, fascicolo 224/2, n. 567.

77  Ivi, n. 573.

78  Segnalo qui di seguito gli scritti che Calvino ha dedicato ad Ariosto: Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, Torino, Einaudi, 1970; Ariosto geometrico, in «Italianistica», 3, 1974, pp. 167-168; Ariosto: la struttura dell'"Orlando Furioso", in «Terzoprogramma», 2-3, 1974, pp. 51-58, ora in SI, pp. 759-768; Piccola antologia di ottave, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXIX, serie VII, 1-2, gennaio-agosto 1975, pp. 6-9, ora in SI, pp. 769-774.

79  I. Calvino, Prefazione 1964 al Sentiero dei nidi di ragno, cit., p. 1202. Si veda inoltre, a questo proposito, il racconto inedito Flirt prima di battersi, contenuto nella nuova edizione del Sentiero dei nidi di ragno, a cura e con un'interessante postfazione di Mario Barenghi, Milano, Oscar Mondadori, 2020.

80  I. Calvino, Presentazione all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, cit., p. 11.

81  Ivi, pp. 19, 20 (miei i corsivi).

82  F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana, cit., XIII, p. 431.

83  I. Calvino, Presentazione all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, cit., p. 30 (miei i corsivi). Naturalmente, in un lavoro di più ampio respiro, oltre ai saggi di De Sanctis, bisognerebbe tener conto delle riflessioni di Pirandello, senz'altro note a Calvino.

84  I. Calvino, Ariosto: la struttura dell'"Orlando Furioso", cit., pp. 759, 761, 762.

85  Ivi, p. 761.

86  Ivi, pp. 763, 764.

87  Ivi, p. 766.

88  I. Calvino, Piccola antologia di ottave, cit., p. 769.

89  Ivi, p. 773.

90  G. Rodari, Il poeta dice la sua sul "Furioso" in Tv. Intervista con messer Ludovico Ariosto, in «Paese Sera», 23 febbraio 1975.


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