![]() Note: 1 Cfr. B. Laghezza, Théories du fantastique: les écrivaines italiennes recréent le genre, in J. Dutel (a cura di), L’autorité des genres, Atti della Giornata di Studi (Roanne, 22 maggio 2014), in «Cahiers du CELEC» (Centre d’Études sur les Littératures Étrangères et Comparées), febbraio 2015, n. 9, che confrontando le teorie di Monica Farnetti e Danielle Hipkins conclude: «Malgré les différences évidentes, à la fois sur le plan théorique et méthodologique, il nous semble que ces deux approches ont un élément en commun: Farnetti et Hipkins considèrent qu’une définition du fantastique féminin italien ne saurait faire abstraction d’une comparaison/confrontation avec la tradition masculine; cette relation conflictuelle prend les formes diamétralement opposées, et par conséquent complémentaires, de la résistance au canon - d’après Farnetti - et de la dépendance du canon - d’après Hipkins» (p. 6). Accesso effettuato il 25 agosto 2017, <http://cahiersducelec.univ-st-etienne.fr/files/Documents/cahiers_du_celec_9/2-2.%20B.%20Laghezza.pdf>. 2 Cfr. ivi, pp. 2-6; inoltre B. Manetti, Donne al cospetto dell’angelo: il sacro come epifania del fantastico in Paola Masino, Elsa Morante e Rossana Ombres, in «California Italian Studies», vol. 5, 2014, n. 1, <http://escholarship.org/uc/item/50f7w5k3> (consultato il 25 agosto 2017), in particolare la sezione Sul fantastico femminile e le metamorfosi dell’Unheimliche: alcune premesse teoriche alle pp. 526-529; e il contributo di Stefano Lazzarin in questo stesso numero di «Bollettino ’900». 3 Cfr. S. Lazzarin, Bilanci: il fantastico italiano (1980-2007). I. Il punto sul fantastico italiano, in «Moderna», vol. IX, 2007, n. 2, in particolare le sezioni 7-9 alle pp. 227-236. 4 E. Ghidetti e L. Lattarulo, Prefazione, in Eid. (a cura di), Notturno italiano. Racconti fantastici del Novecento, Roma, Editori Riuniti, 1984, p. IX. 5 Ibid. 6 Ivi, p. X. 7 Ivi, p. XI. 8 Ivi, p. IX. 9 Ivi, p. XI. 10 I. Calvino, Il fantastico nella letteratura italiana, in Id., Saggi 1945-1985, 2 voll., a cura di M. Barenghi, Milano, Mondadori, 1995, vol. II, p. 1674. 11 Ivi, pp. 1674-1675. 12 Ivi, pp. 1676 e 1679. 13 Id., Definizioni di territori: il fantastico, in Id., Saggi 1945-1985, cit., vol. I, pp. 266-267. 14 Mi permetto di rimandare al mio L’Italia magica di Gianfranco Contini. Storia e interpretazione, Roma, Bulzoni, 2013. 15 G. Contini, Prefazione, in Id. (a cura di), Italia magica. Racconti surreali novecenteschi scelti e presentati da Gianfranco Contini, Torino, Einaudi, 1988, senza indicazione di pagina. 16 Id., Postfazione 1988, in Id. (a cura di), Italia magica. Racconti surreali novecenteschi scelti e presentati da Gianfranco Contini, cit., pp. 248-249. 17 L. D’Arcangelo, L’Italia magica, ovvero il fantastico «italiano», in Id. (a cura di), Enciclopedia fantastica italiana. Ventisette racconti da Leopardi a Moravia, introduzione di F. Gianfranceschi, Milano, Mondadori, 1993, p. 290. 18 F. Gianfranceschi, Introduzione, in L. D’Arcangelo, Enciclopedia fantastica italiana, cit., p. 10. 19 M. Barsacchi, Introduzione al "fantastico" nella cultura italiana, in «Antologia Vieusseux», a. XVII, fascicolo LXV, gennaio-marzo 1982, n. 1, p. 66. 20 R. Ceserani, Fantastic and Literature, in G. Marrone, P. Puppa, L. Somigli (a cura di), Encyclopedia of Italian Literary Studies, New York-London, Routledge, 2006, vol. 1, A-J, p. 685. 21 Cfr. I. Calvino, Un’antologia di racconti «neri», in «La Repubblica», 30-31 dicembre 1984, recensione a Notturno italiano, ora in Id., Saggi 1945-1985, cit., vol. II, p. 1689: «Lo sbaglio era quello di pensare che per scrivere racconti fantastici bisognasse per prima cosa "crederci": nel soprannaturale, negli spiriti, nelle magie. Vero è il contrario (o quasi): i romantici tedeschi, e prima di loro i "gotici" inglesi, e dopo di loro gli americani classici dell’orrore e i francesi simbolisti e "maledetti" per prima cosa si divertivano a raccontarle, storie di quel genere: volevano soprattutto applicare a quei congegni e a quegli effetti la loro immaginazione, la loro ironia, la loro logica e razionalità, per paradossali che fossero. Certo, avevano ben marcato il gusto per il perturbante e l’angoscioso e il macabro, cioè gli aspetti "notturni" dell’immaginario popolare e letterario e individuale; e così la disponibilità ad accettare il misterioso senza doverlo subito far quadrare con le cause e gli effetti [...]. Insomma, sì che "ci credevano": fino in fondo "ci credevano"; ma come lo scrittore e il poeta credono nel proprio mondo poetico, come Ariosto credeva nell’Ippogrifo e Shakespeare credeva in Ariel e Calibano». 22 A. Savinio, Mangiatore di abissi, in Id., Torre di guardia, Palermo, Sellerio, 1993, p. 54. 23 Id., Prime chiose sull’ironia, in «La Ronda», anno II, luglio 1920, n. 7, pp. 476-477 del volume (pp. 20-21 del fascicolo). 24 Ivi, p. 479 (p. 23 del fascicolo). 25 Si vedano le analisi di Simona Micali, Bontempelli e la dissoluzione della femme fatale, in «Italica», vol. 73, Spring 1996, n. 1, pp. 44-63; e soprattutto Candide eroine: la magia al femminile in Bontempelli, in «Transalpina», n. 11, numero speciale su L’Italie magique de Massimo Bontempelli, a cura di Jacqueline Spaccini e Viviana Agostini-Ouafi, Caen, Presses Universitaires de Caen, 2008, pp. 103-117. 26 M. Bontempelli, Eva ultima. Racconto, Milano, Mondadori, 1924, pp. 28-29. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2018 <http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2018-i/Sica.html> Giugno-dicembre 2018, n. 1-2 |