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Note:


1  A. Mainardi (intervista di), Daniele Del Giudice. Come essere felici nel mondo nucleare. L’intervista era stata pubblicata in «Mondoperaio», novembre 1985, in <http://www.angelomainardi.it/Daniele%20Del%20Giudice.html> (29 luglio 2011).

2  Ibid.

3  D. Del Giudice, Mania, Torino, Einaudi, 1997.

4  A. Petrella, Dal post-moderno al romanzo epico. Linee per la letteratura italiana dell’ultimo novecento, in «Allegoria», 2006, nn. 52-53. Nel saggio il critico teorizza la suddivisione del postmoderno italiano in tre correnti differenti «sotto il profilo stilistico» caratterizzate, nell’ordine, la prima da «un abbassamento del tasso di figuralità espressiva», la seconda da un «innalzamento del livello retorico del testo», la terza, iperletteraria, da «pratiche marcatamente intertestuali, combinatorie e metaletterarie».

5  Circa due anni dopo Mania, Luther Blissett, non ancora Wu Ming, pubblicherà il romanzo Q.

6  M. Ganeri, Il romanzo storico in Italia. Il dibattito critico dalle origini al postmoderno, Lecce, Manni, 1999, p. 113.

7  Sul postmoderno la bibliografia è assai ampia. In particolare alcune opere sono importanti per la storia del termine e le implicazioni socio-antropologiche, filosofiche, etiche, economiche, politiche e artistiche. Fra le tante che hanno dato un contributo rilevante si ritiene di segnalare le seguenti: J.F. Lyotard, La condizione postmoderna, Milano, Feltrinelli, 1981; G. Vattimo, La fine della modernità, Milano, Garzanti, 1985; R.J. Nernstein, La nuova costellazione. Gli orizzonti etico-politici del moderno/postmoderno, Milano, Feltrinelli, 1994; J. Habermas, Il discorso filosofico della modernità, Bari, Laterza, 1987; U. Collu (a cura di), Moderno e postmoderno nella filosofia italiana, oggi. Atti del Convegno, Nuoro, 7-9 ottobre 1990, Nuoro, Consorzio per la Pubblica Lettura S. Satta, 1992; F. Bettini, M. Carlino, A. Mastropasqua, F. Muzzioli e G. Patrizi (a cura di), Avanguardia vs. modernità. Atti del convegno di Roma, 10-11 Aprile 1997, Roma, Bulzoni, 1998; T. Eagleton, Le illusioni del postmodernismo, Roma, Editori Riuniti, 1998; W. Krysinski, Ripensare il postmoderno (con uno sguardo all’America Latina), in «Avanguardia», vol. III, 1998, n. 8; R. Luperini, Lezioni sul Postmoderno. Architettura, pittura, letteratura: Eco, Volponi, Malerba, Consolo, in Atti del Convegno di Studi diretto da R. Luperini, Palermo, 1-3 aprile 1996, Palermo, G.B. Palumbo Editore. Una sintesi sull’intero dibattito è formulata da M. Jansen in Il dibattito sul postmoderno in Italia. In bilico tra dialettica e ambiguità, Firenze, Franco Cesati Editore, 2002. Un approccio marcatamente letterario è nell’opera di M. Di Gesù, Palinsesti del moderno. Canoni, generi, forme nella postmodernità letteraria, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2005.

8  H. Bloom, Il canone occidentale. I Libri e le Scuole dell’Età, Milano, Bompiani, 20053 [The Western Canon: The Books and School of the Ages, New York, Harcourt Brace, 1994].

9  R. Luperini, VII. Il canone oscillante. Postmoderni e neomoderni nell’ultimo trentennio, in La fine del postmoderno, Napoli, Guida Editori, 2005, pp. 67-68, ma tutto il VII cap. presenta riflessioni interessanti.

10  D. Del Giudice, Lo stadio Wimbledon, Torino, Einaudi, 1983.

11  Nell’intervento d’apertura al convegno Postmoderno?, organizzato a Trieste il 28 e 29 dicembre 1998 dall’Istituto Gramsci e da La Cappella Underground, fra le altre cose, G. Petronio ha affermato che «il postmoderno, cioè l’insieme dei mutamenti che nel corso degli ultimi decenni hanno avuto luogo sia nell’economia sia negli altri elementi strutturali e sovrastrutturali del mondo, non è che uno stadio successivo dei processi iniziatisi alla fine del settecento, la borghesizzazione dell’economia e della civiltà tutta del mondo. È, lo dirò con un nostro studioso di filosofia del linguaggio, «non altro che il moderno nella sua più vera realizzazione». (R. Finelli, Soggetto e differenza. Il marxismo e la filosofia del postmoderno, in «Critica marxista», 1990, n. 3) e le ultime innovazioni nelle poetiche non sono che epifenomeni: reazioni al grande processo globale vissuto da intellettuali dal pensare e sentire "deboli", angosciati dal mondo, ripeto le parole di Gramsci, sempre «grande, e terribile e complesso». Sono epifenomeni, reazioni, spie che vanno studiate con rispettosa attenzione, spie quali sono spesso, di sofferti drammi interiori e di sforzi intellettuali mancati, ma di cui pure vanno respinte con forza le fatue e sofisticate elucubrazioni, il semplicismo e la banalità delle conclusioni avventate, di cui, soprattutto, vanno smascherate, senza pietà le possibili conseguenze nella prassi della vita individuale e sociale».

12  P. Di Stefano, L’impegno di un autore non si misura con i muscoli, intervista a Cesare Segre del 28 luglio 2006 su «24sette libri» in occasione della pubblicazione di Tempo di bilanci, Torino, Einaudi, 2005.

13  Per ‘etico’ qui si intende l’atteggiamento che Petronio indica per studiare la complessità dei fenomeni culturali contemporanei.

14  R. Ceserani, I mutamenti nell’immaginario letterario negli anni ‘50-‘60. Dall’intervento del 19 gennaio 1998 per il corso di aggiornamento "Storia dell’Italia repubblicana: dalla ricostruzione al boom economico", organizzato dall’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Asti.

15  Ibid.

16  Per quanto riguarda la supposta fine del postmoderno si rimanda, fra gli altri, a R. Luperini, La fine del postmoderno, cit.; S. Calabrese, www.letteratura.global. Il romanzo dopo il postmoderno, Torino, Einaudi, 2005.

17  Il 15 gennaio del 2004 Mauro Covacich pubblica su «L’Espresso» l’articolo Ho le vertigini da fiction. Il sottotitolo chiarisce i termini di quello che lui pone come problema per gli scrittori italiani, Politica, cronaca, attualità. Ne parliamo da sempre. Ma non ne scriviamo mai. Perché la vita è diventata un reality show. La provocazione di un autore contro. Da lì è nato un dibattito in cui scrittori, critici e lettori si sono confrontati su «L’Unità» (con 26 interventi), «Il Giornale», «Il Domenicale», «RadioRai», e su siti online di autori come Mozzi, Genna e Ferrucci. In particolare, qui ci si riferisce agli articoli presenti su «L’Unità», raccolti da F. Marchese e pubblicati nel sesto numero di «Quaderni di Allegori»; il titolo del volume è Intellettuali, letteratura e potere, oggi, G.B. Palermo, Palumbo&C.Editore, 2004.

18  Lo Scrittore e il mondo (intervista a R. Montanari, A. Nove, T. Scarpa) a cura di Valerio Cuccaroni, <http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2001-i/Cuccaroni.html> (29 luglio 2011).

19  Sono qui riconoscibili gli influssi del pensiero di M. Heidegger: «il mezzo ha in comune con l’opera d’arte il fatto d’esser frutto di un’attività umana. D’altra parte, però, l’opera d’arte, in virtù dell’autosufficienza del suo esser-presente, assomiglia piuttosto alla mera cosa nel suo esser sorta da sé e nel suo non esser costretta a nulla [...] quindi il mezzo è per metà cosa, perché determinato dalla cosa, con qualcosa in più; nel contempo è per metà opera d’arte, con qualcosa in meno, mancando dell’autosufficienza dell’opera d’arte. Il mezzo ha una singolare posizione intermedia fra cosa e opera, posto che sia lecito questo genere di esame comparativo.», Holzwege, Frankfurt am Main, Klostermann, 1950; trad. it. di P. Chiodi, L’origine dell’opera d’arte, in Sentieri interrotti, Firenze, La Nuova Italia, 1984, pp.14-15.

20  Lo Scrittore e il mondo, cit.

21  R. Speelman, Particolarità e ricchezza della letteratura ebraica, in <http://www.italianisticaultraiectina.org/publish/articles/000053/article.pdf> (29 luglio 2011).

22  Ibid.

23  V.G.A. Tavazzi, Lo scrittore che non scrive: Bobi Bazlen e «Lo stadio di Wimbledon» di Del Giudice, in <http://www.disp.let.uniroma1.it/fileservices/filesDISP/auctor%20tavazzi.pdf> (29 luglio 2011), p. 279 .

24  D. Calimani, Saba e la capra semita, in Appartenenza e differenza: ebrei d’Italia e letteratura, a cura di J. Hassine, J. Misan-Montefiore, S. Debenedetti Stow, Firenze, La Giuntina, 1998, pp. 69-89, a p. 79.

25  Ibid.

26  V.G.A. Tavazzi, Lo scrittore che non scrive: Bobi Bazlen e «Lo stadio di Wimbledon» di Del Giudice, cit., p. 274.

27  Ivi, p. 280.

28  Ivi, p. 274.

29  Sulla figura di Bobi Bazlen si vedano M. La Ferla, Diritto al silenzio. Vita e scritti di Roberto Bazlen, Palermo, Sellerio, 1994; e G. De Savorgnani, Bobi Bazlen. Sotto il segno di Mercurio, Trieste, Lint, 1998.

30  I. Calvino, Lezioni americane, Torino, Einaudi, 1993.

31  In occasione della presentazione del volume Staccando l’ombra da terra, tra le altre cose, Del Giudice ha affermato: «Credo nella lentezza e forse è un anacronismo; credo nella possibilità di essere avanti, o dietro o di lato rispetto al proprio tempo, non necessariamente dentro, anche perché al di dentro si rischi di non vederlo», in <http://colnuovo.unipv.it/incontri.html#delgiudice> (29 luglio 2011).

32  «Solo in un secondo incontro con Ljuba, infatti, la figura di Bazlen multiforme e sfuggente, pur se incentrata su una serie di coordinate comuni, assume un aspetto ‘definitivo’ e illumina a ritroso tutto il romanzo.», in V.G.A. Tavazzi, Lo scrittore che non scrive, cit., p. 277.

33  G. Pieri, Il nuovo giallo italiano: tra tradizione e postmodernità, in <http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/archive/periphery/pierigiallo.php> (29 luglio 2011).

34  D. Del Giudice, Mania, cit., pp.13-14.

35  Ivi, p.8.

36  G. Pieri, Il nuovo giallo italiano, cit., p.3.

37  I. Calvino, Sotto il sole giaguaro, Milano, Garzanti, 20007[Milano, Garzanti, 19861].

38  B. Grundvig, Aviazione: Topologia, topografia e percezione del luogo in Daniele Del Giudice, in «Revue Romane», vol. 42, 2007, n.2, pp. 226-227.

39  D. Del Giudice, Mania, cit., p. 43.

40  Ivi, p. 54.

41  P. Antonello, La verità degli oggetti: la narrativa di Daniele Del Giudice fra descrizione e testimonianza, in «Annali d’italianistica», 2005, n. 23, pp.211-231.

42  S. Sozi, Una scrittura nuova...o solo stanca?, in <http://www.italialibri.net/contributi/0609-2.html> (29 luglio 2011).

43  Di ‘maieutica’ parla la Tavazzi in Lo scrittore che non scrive, cit., p.277.

44  A. Frabetti, Recensione di D. Del Giudice, Staccando l'ombra da terra, in «Bollettino '900», 1996, n. 1, <http://www.comune.bologna.it/iperbole/boll900/segnal3a.htm#DanieleDelGiudice> (29 luglio 2011).

45  Luperini, La fine del postmoderno, cit., p.75.

46  Ivi, p.70.

47  B. Grundvig, Aviazione, cit., p. 222.

48  Ivi, p. 266. Il giudizio, riferito all’opera in genere, si attaglia perfettamente a Evil Live, Dillon Bay, Come cometa, tutti presenti in questa raccolta.


Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature - © 2010

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Giugno-dicembre 2010, n. 1-2