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Note:


1  C. Massaccesi, Il punto su Pier Vittorio Tondelli, in «Bollettino ‘900», Giugno 2001, n. 1,
<http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2001-i/Massaccesi.html> (2 Luglio 2007).
Nell’articolo vengono anche ricordati i convegni «Pier ad alta voce, ad opera della compagnia Nuovo Disordine / Materiale Resistente che il 2 luglio 1998 ha accompagnato la presentazione del libro di Roberto Carnero e, più recentemente, il 16 dicembre 2000, il convegno Pier Vittorio Tondelli tra musica e letteratura [...] ed una Serata di letture e musica da Pier Vittorio Tondelli».
Dedico questo articolo al ricordo di Piero Cudini, che nel dicembre 2001 lesse la prima stesura del lavoro: egli fu con me egualmente generoso di ascolto e consigli quando presi la strada della musica e quando, più tardi, tornai su quella degli studi.

2  In primo luogo la raccolta di interventi Tondelli e la musica, a cura di Bruno Casini, Milano, Baldini & Castoldi, 1998, e il numero 9 della rivista Bompiani «Panta», volumetto monografico dedicato a Tondelli all’indomani della sua scomparsa.

3  Cfr. ad esempio Colpo d’oppio, scritto nel 1980 e proposto nella raccolta L’abbandono oppure 1985. Radio on in Quarantacinque giri per dieci anni. Entrambe le pubblicazioni sono reperibili in P.V. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 2001, rispettivamente alle pp. 659-661 e 799-782.

4  Il riferimento qui è in particolare a Il mestiere di scrittore in P.V. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, cit., pp. 969-1011.

5  L’indirizzo e il senso di questo tipo di contributi si può ben comprendere dall’accostamento di due noti passi dello stesso Tondelli: «Le parole di Kerouac sono diventate la sostanza verbale di un blues bellissimo e struggente [...] La scrittura del clochard celeste reggeva benissimo il sound, quella musica che Kerouac aveva da sempre cercato di immettere nei suoi libri, il jazz che ascoltava in continuazione, l’assolo di un canto sincero e nostalgico come sincera e nostalgica ("la vita è un sogno già finito") è tutta la sua opera» (Jack Kerouac in Un weekend postmoderno, in Opere. Cronache, saggi, conversazioni cit, p. 531); «Credo [...] di aver inserito questa sensibilità su tutta l’esperienza degli scrittori americani che interessava molti della mia età, perché andava a confondersi col rock, con la musica nuova. Mentre in America musica, letteratura, poesia sono state tutte fuse in un movimento unico, in Italia sono sempre restate molto separate; oppure da noi la musica che è entrata nella letteratura è stata la musica colta o il melodramma. A me interessava invece proprio la commistione dei nuovi fenomeni» (Una scena per l’età del rock. Conversazione con Angelo Mainardi, in Opere. Cronache, saggi, conversazioni, cit., p. 956).

6  Cfr. tra tutti A. Spadaro, Pier Vittorio Tondelli. Attraversare l’attesa, Reggio Emilia, Diabasis, 1999 e E. Buia, Verso casa. Viaggio nella narrativa di Pier Vittorio Tondelli, Ravenna, Fernandel, 1999.

7  Cfr. C. Massaccesi, Il punto su Pier Vittorio Tondelli, cit.

8  Una scena per l’età del rock, cit., p. 954.

9  Ibid.

10  Di certo c’è che i gusti musicali di Tondelli, percepibilmente mutevoli di anno in anno e romanzo dopo romanzo, sono soggetti ad una rivendicatissima variabilità. Un esempio di questa tondelliana estetica dell’eclettismo, pure scherzosamente fondata su parametri solo assai latamente musicali, si può individuare nel seguente passo: «Fra i video che in questo momento preferisco ci sono: A Word in Spanish di Elton John; Domino Dancing dei Pet Shop Boys, perché è così "frocio" che mi fa ridere; gli A-ha, perché sono bellissimi, anche se potrebbero pure stare zitti; Talking Heads, perché David Byrne è un genio anche in quest’ultima occasione; Ivano Fossati, perché il suo video, Terra dove andare, ha una grazia contenuta ed essenziale; Billy Bragg, perché la canzone di protesta non è mai morta; Enya, con Orinoco Flow, per il fulgore pittorico, materico, dei fondali; naturalmente Prince, per le soluzioni grafiche e l’uso visivo delle parole; e poi il mio povero Come softly di Nick Kamen, che è passato pochissime volte e che ho avuto la prontezza, l’anno scorso, di registrare» (Riccione, da Un Weekend postmoderno, in P.V. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, cit. p. 596 - [d’ora innanzi: WP]).

11  Memory, in WP, p. 135.

12  Ibid.

13  Ibid.

14  Quel ragazzo, in WP, p. 132.

15  Ivi, p. 133.

16  Il 1977 vede pubblicati gli album di esordio dei Sex Pistols e dei Clash, che segnano ad un tempo la nascita del punk e l’atto di morte del progressive e del glam rock; il reggae di Bob Marley e Peter Tosh conquista gli stadi, e la disco music scala intanto le classifiche.

17  La fine del compromesso storico tra la coalizione di governo e il Partito Comunista Italiano, le rivolte studentesche del 17 febbraio, il rapimento di Guido De Martino e l’uccisione di Carlo Casalegno furono tra gli elementi maggiormente destabilizzanti all’interno della vita politica e sociale italiana di quell’anno oltre che, in modi diversi, presupposti del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro nell’anno successivo.

18  Tie Society, in WP, pp. 210-211.

19  Ibid.

20  Per più approfondite considerazioni al riguardo, rinvio al saggio di Elena Buia, Verso casa, cit., pp. 46-47.

21  Cfr. Morte per overdose, in WP, p. 331: tra i martiri musicali figurano Billie Holiday, Charlie Parker, Brian Jones, Jim Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Sid Vicious, Tim Buckley e Al Wilson, mentre nel pantheon poetico sono Baudelaire, De Quincey, Edgar Allan Poe, Scott Fitzgerald e Allen Ginsberg.

22  La simpatia "estetica" per i "belli e perversi" non è comunque oggetto di dubbio e tanto meno viene occultata da Tondelli, che a proposito degli Smiths scrive «li scelgo [...] perché dopo il mediocre Meat is Murder, ritrovino la genialità e il ‘bel tenebroso’ continui a consolarci con la sua voce sensuale, strascicata e maledetta: l’unica un po’ perversa che questi primi anni ottanta – obsoleti, invece, di falsetti e mezzeseghe – ci abbiano dato» (The Smiths, in WP, p. 327).

23  Ivi, p. 332.

24  Tra i quali Alberto Arbasino, che a più riprese ha creduto utile ribadire la centralità di questa espressione nel contesto della poetica tondelliana.

25  A proposito del valore politico implicito nella narrativa tondelliana una voce fuori dal coro della critica fu quella di Massimo D’Alema, che sulle pagine dell’ «Espresso» (10 febbraio 1980) proponeva una chiave di lettura condivisibile e forse troppo poco utilizzata in seguito: «vengono fuori i tratti più significativi delle esperienze della "cultura" della nuova generazione o almeno di una parte di essa [...] Altri libertini è un libro "politico". Se non altro perché l’esperienza giovanile che racconta svela una "mancanza" di politica o, se si preferisce, una crisi della politica».

26  Un significativo strappo alla regola è l’articolo L’estate romana, in cui Tondelli mostra apertamente lo sdegno per lo scempio perpetrato dalla «destra alternativa al sistema» ai danni della musica celtica: «Per cui, restando alla musica celtica, niente scoccia di più della strumentalizzazione che i giovani di destra ne fanno in nome dei logori schemi del superuomo e della virilità e del bardo e, appunto, dell’ "Odino, Odino!!!", arrivando a coinvolgere, nella sfida alla corruzione del presente, nella guerra all’evoluzione e alla presunta decadenza dei valori (gli uomini non sono più uomini, la musica non è più musica, l’onore non è più onore) lo stesso J.R.R. Tolkien e la sua cosmogonia di elfi, fate, cavalieri, archetti, come sta succedendo, fra croci celtiche e rune e fasci littori, nei campi Hobbit della destra alternativa al sistema» (L’estate romana, in WP, p. 35).

27  Punk, falce e martello, in WP, p. 324.

28  Londra, in WP, p. 365.

29  Cfr. Ibid.: «Nei cineclub si svolgono rassegne dedicate al cinema giapponese, per cui non solo Kagemusha, la versione completa dei Sette Samurai (centonovantasette minuti) e Sanyuro, dello stesso Kurosawa, ma anche Doppio suicidio di Masahiro Shinoda (un’ossessiva e fatale storia d’amore ambientata nel Giappone feudale), La vendetta dell’attore di Kon Ichikawa (che ha come sfondo il Kabuki) e L’impero dei sensi di Nagisa Oshima».

30  Postmoderno di mezzo, in WP, pp. 214-215.

31  Ibid.

32  Londra, in WP, p. 361.

33  Gli scarti, in Under 25, in P.V. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, cit, p. 685.

34  Cfr. ad esempio Ragazzi dell’85 e Modena in WP, rispettivamente alle pp. 148-150 e 77-82.

35  Gli scarti, cit., p. 685.

36  Cfr. a questo proposito le considerazioni dello stesso Tondelli su un aspetto particolare di questo rapporto: «E quello che è curioso notare è che ogni viaggio o itinerario generazionale trova una propria musica, una vera e propria colonna sonora che contribuisce a dare al viaggio, per natura episodico, la dimensione più generale di un periodo della propria crescita. I viaggi della beat generation, di Jack Kerouac o di Allen Ginsberg, non sarebbero stati raccontati, né scritti, senza il jazz di Charlie Parker. Quando, nel suo bellissimo Lunario del Paradiso, Gianni Celati racconta il viaggio di un giovane personaggio padano nell’Europa del Nord e nella "Swinging London", ecco l’eco della musica dei Beatles. Il vagabondare dei personaggi di Wim Wenders attraverso una Germania americanizzata non è concepibile senza la cultura del rock: il viaggiare dei piccoli eroi quotidiani del cinema indipendente americano degli anni settanta, da Easy Rider a Alice’s restaurant, è espresso, e non solo tematicamente, dalla musica folk e dal country» (Geografia letteraria, in WP, pp. 461-462).

37  Underground, in WP, pp. 216-217.

38  1980. Concerto in Quarantacinque giri per dieci anni, in P.V. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, cit., p. 640.

39  Scenari italiani, in WP, p. 81.

40  Ivi, p. 80.

41  Basterà pensare all’autocelebrazione maudit di Siamo solo noi.

42  Zucchero, in WP, p. 345.

43  Un racconto sul vino in Racconti, in P.V. Tondelli, Opere. Romanzi, teatro, racconti, a cura di F. Panzeri, Milano, Bompiani, 2000, p. 786. Il tema dell’associazione tra rock e luoghi della sua fruizione da parte di specifici gruppi sociali rivela un altro aspetto dell’attenzione sociologica che Tondelli riserva alla musica popolare, ed è anticipato in un passo di Dinner Party, del 1984:
«DIDI Un altro esempio. Argomento "Musica". A me piacciono le ballate pop degli anni settanta. A Fredo piace il jazz e ad Alberto, la dance-music. Capisci, Mavie?
MAVIE Mi piace, va’ avanti
DIDI Resto ancora sull’argomento "Musica", che è facile. Dove ascoltiamo la musica? Io in casa, di solito. Fredo nelle cantinette e Alberto nei videobar. Insomma, sono tutte questioni di gusto. Questioni di stile. Questioni di generazione, mia cara Mavie» (in P.V. Tondelli, Opere. Romanzi, teatro, racconti, cit., p. 351.

44  Videosexy, in WP, pp. 238-239.

45  Ibid.

46  Ibid.

47  P.V. Tondelli, L’abbandono, Milano, Bompiani, 1993, p. 106.


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Giugno-dicembre 2007, n. 1-2