Dino D'Erice, Ad ogni avvento, introduzione di Antonino Buttitta, Palermo, Sellerio editore, 2003, pp. 118, € 10,00.
di Bijoy M. Trentin

 

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Il volumetto selleriano raccoglie alcuni componimenti poetici del siciliano Dino D'Erice già pubblicati negli ultimi quarant'anni: le poesie del percorso cronologico sono tratte da Cielo nudo (1966) (pp. 19-51), C'è un segno (1969) (pp. 53-74), Il verde sulle pietre (1989) (pp. 75-96), Mia incomparabile terra (1997) (pp. 97-103), Epigrafi poetiche del XX secolo e altre poesie del volume Punti luce sulla strada di pietra (2002) (pp. 105-112).
Già dalle prime composizioni appaiono frequentemente alcuni elementi naturali, che a seconda del contesto e del punto di vista possono essere letti in chiave 'pessimistica' oppure 'ottimistica': le foglie (cfr. pp. 28, 57, 69, 73), l'acqua (cfr. pp. 56, 65, 85), le nuvole (cfr. pp. 34, 37, 45, 48, 77), il sole (cfr. pp. 37, 39, 49, 50, 51, 89, 92), la luna (cfr. pp. 66, 79, 100), le stelle (cfr. pp. 24, 66, 74) e soprattutto il cielo (cfr. pp. 23, 34, 48, 56, 61, 66, 69, 72, 79, 80, 91, 92, 93, 99, 102, 112) e il vento (cfr. pp. 23, 26, 28, 29, 43, 45, 46, 47, 50, 57, 63, 64 [Ma se il vento, il vento: "Occhi cerchiati di tristezza | le luci che la sera accende | nei vicoli bui di periferia. | La miseria ha il viso pallido. | Ma se il vento, il vento | scuote i lampioni, | si rischiara | anche il muso del gatto | che fruga nel cartoccio | dei rifiuti"], 66, 69, 71, 77, 78, 86, 88, 89, 100, 102): questi e altri elementi naturali sono particolarmente cari al poeta, che li utilizza in modi vari, da quello descrittivo e denotativo a quello connotativo e metaforico, a volte simbolico.
Tra i temi e motivi più ricorrenti vi sono la vita e la morte (cfr. pp. 27, 28, 49, 81, 86-7, 96, 111, 112), l'inizio e la fine (cfr. pp. 24, 60 [Punto e daccapo: "PUNTO E DACCAPO si dice. Ma | l'inizio era di qua | ora è là. | Il PUNTO non era. Non erano | PRIMA e DOPO. | RICOMINCIARE | non ha senso. Noi abbiamo | parole approssimate sulle labbra. | Oggi occorre cancellare | le consonanti e le vocali | che feriscono il cuore | della luce"], 62, 69-74), il male (cfr. pp. 48, 36), la dispersione (cfr. pp. 25, 26), il buio e la luce (cfr. pp. 29, 31, 90), il vuoto e l'oblio e l'abisso (cfr. pp. 32, 35, 37, 41, 43), la forza e la debolezza della speranza e dei sogni (cfr. pp. 23, 39, 40), il passato e le radici (cfr. pp. 95, 99), la libertà (cfr. pp. 21-22, 108), la fede e Dio (cfr. pp. 61, 77-80). Dino D'Erice appare un attento osservatore del mondo naturale, soprattutto nelle prime poesie, e del mondo sociale contemporaneo, in modo particolare ed esplicito nei componimenti poetici piú recenti (cfr. La Sicilia cambia [pp. 101-3], La dichiarazione universale [p. 107], Jan Palak [p. 108: "Bene fuori d'ogni prezzo la libertà, | sofferta aspirazione per coloro | che la cercano | tormento d'acúlei nell'anima | per chi la perde. || Nel cuore della piazza | di San Venceslao | a Praga | brucia | la carne viva di Jan Palak"], La nuova schiavitù [pp. 109-10], Morte per droga [p. 111], Il crollo delle torri gemelle di New York [p. 112]).
Le composizioni poetiche presentano principalmente le figure dell'antitesi (cfr. pp. 41, 49, 68, 74, 96), della sinestesia (cfr. pp. 42, 61) e, soprattutto, della ripetizione, come l'iterazione di singoli termini o intere frasi (cfr. pp. 21, 22, 29, 31, 32, 34, 35, 36, 40, 50, 51, 55, 64, 65, 66, 68, 73, 80, 84, 102, 107), l'anafora (cfr. pp. 21, 37, 38, 46, 70-2, 77, 78, 82, 84-5, 91, 101-103), l'allitterazione (cfr. pp. 27, 33, 44) e l'anadiplosi (cfr. pp. 46, 67, 68): possono essere contrapposti concetti discordanti tra di loro, essere accostati termini creanti acres iuncturae, essere ripetute numerose volte parole o frasi per rendere più incisivi e martellanti alcuni passaggi precisi dell'espressione.

 

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Giugno-dicembre 2005, n. 1-2