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Note:


1  T. Landolfi, Gli ultimi anni, in «Il Mondo», 17 agosto 1954, poi in Id., Gogol a Roma. Articoli letterari, Firenze, Vallecchi, 1971, pp. 78-84, a p 78 (il volume è stato ristampato, col titolo variato in Gogol' a Roma, da Adelphi nel 2002: da quest'ultima edizione saranno condotte le mie citazioni. Questa a p. 108. Si noti che l'edizione 2002 normalizza anche la traslitterazione di Čechov, che nel '71 è «Čehov»).

2  L. Baldacci, Landolfi [1958], in Id., Letteratura e verità. Saggi e cronache sull'Otto e sul Novecento italiani, Milano-Napoli, Ricciardi, 1963, p. 198-200. Ben diverso a onor del vero (e dopo Rien va e Des mois - che ben potevano incarnare l'«ultimo approfondimento» della «denuncia del proprio vuoto») il giudizio consuntivo dello stesso Baldacci: «Landolfi è stato il più grande scrittore in negativo del '900» (Landolfi [1979], in Id., Novecento passato remoto. Pagine di critica militante, Milano, Rizzoli, 2000, pp. 351-354; e più avanti la palinodia si farà esplicita - a proposito di Un amore del nostro tempo in occasione della riedizione adelphiana -: «Come poté sfuggirci, sette anni dopo, una confessione anche più provocatoria?»: [1993], ivi, pp. 354-357, a p. 356).

3  G. Contini, La letteratura dell'Italia unita 1861-1968, Firenze, Sansoni, 1968, p. 931.

4  Id., Postfazione 1988, in Italia magica. Racconti surreali novecenteschi scelti e presentati da Gianfranco Contini, Torino, Einaudi, 1988, p. 249 (nella prima edizione di Italie magique, Paris, aux Portes de France, 1946, il "cappello" landolfiano terminava così: «Per quanto la sua carriera futura sia per definizione imprevedibile, Landolfi è una delle figure più attraenti ed eleganti, comunque delle meno provinciali, della giovane letteratura italiana»: ed. cit., p. 190).

5  G. Guglielmi, Le forme del racconto [1989], in Id., La prosa italiana del Novecento II. Tra romanzo e racconto, Torino, Einaudi, 1998, pp. 3-21, a p. 21.

6  Id., L'«Hermaphrodito» di Alberto Savinio e la letteratura metafisica, in Id., La prosa italiana del Novecento. Umorismo Metafisica Grottesco, Torino, Einaudi, 1986, pp. 156-164, a p. 164.

7  Cfr. A. Savinio, Il signor Münster, in Id., Casa «la Vita» [1943]; ora in Id., Casa «la Vita» e altri racconti, a cura di A. Tinterri e P. Italia, Milano, Adelphi, 1999, pp. 420-462.

8  A. Savinio, Orto di ortaggi umani [1926], in Id., Achille innamorato (Gradus ad Parnassum) [1938]; ora in Id., Casa «la Vita» e altri racconti, cit., pp. 138-140, a p. 138.

9  Il finale di Amor di gomma [1926], sempre in Achille innamorato: prima di essere inghiottita da uno squalo, calata in mare dall'equipaggio della nave che, contendendosene i favori, ha finito per tagliarla in due così rendendola inutilizzabile, la «donna di caucciù» (stretto antecedente della Moglie di Gogol di Landolfi) «fa in tempo a gettare uno sguardo supremo alle navi, all'oceano, al cielo, con quegli occhi lucidi e fissi che non si chiudono nemmeno per dormire, nemmeno per morire» (ivi, p. 104).

10  G. Contini, La letteratura dell'Italia unita 1861-1968, cit., p. 931.

11  «[...] und legte dieses Steinchen auf einen leeren Platz, der mitten unter andern Steinen lag, gerade wo, wie Strahlen, viele Reihen sich beruehrten» (T. Landolfi, La pietra lunare. Scene della vita di provincia, Firenze, Vallecchi, 1939; a cura di I. Landolfi, prefazione di A. Zanzotto, Milano, Rizzoli, 19904; Milano, Adelphi, 19955; in Opere I. 1937-1959, a cura di I. Landolfi, prefazione di C. Bo, Milano, Rizzoli, 1991, pp. 117-201, a p. 119). Cioè: «...ripose la pietruzza in un posto vuoto in mezzo ad altre pietre, proprio nel punto in cui molte file si incrociavano come raggi» (Novalis, I discepoli di Sais [1798], traduzione di E. Lander [1985] in I romantici tedeschi, a cura di G. Bevilacqua, vol. I, Narrativa, Milano, Rizzoli, 1995, p. 148).

12  In forma completa, la versione landolfiana uscirà solo nel 1962, da Vallecchi (la si legge ora - oltre che nei cit. Romantici tedeschi, alle pp. 185-351 - in un bellissimo volume a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 1997).

13  Cfr. N. Lorenzini, Il frammento infinito, Milano, Franco Angeli, 1988.

14  P. D'Angelo, L'estetica del romanticismo, Bologna, il Mulino, 1997, p. 114.

15  G. Leopardi a Ch. Lebreton, 1836, in Id., Epistolario, a cura di F. Brioschi e P. Landi, Torino, Bollati Boringhieri, 1998, vol. II, p. 2073. Corsivo mio. Sul discepolato leopardiano di Landolfi cfr. A. Dolfi, «Ars combinatoria», paradosso e poesia [1981], in Ead., Terza generazione. Ermetismo e oltre, Roma, Bulzoni, 1997, pp. 315-356 (che si sofferma a lungo proprio sull'esergo alla Pietra lunare), il mio Organizzare l'anima, in «La Scrittura», I (1996), 2, pp. 76-78 riedizione e commento dell' "operetta morale" landolfiana Due formule), e G. Pedullà, L'"operettismo" egotistico di Tommaso Landolfi, in «Quel libro senza uguali». Le «Operette morali» e il Novecento italiano, a cura di N. Bellucci e A. Cortellessa, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 197-232 (alle pp. 417-426 dello stesso volume, a mia cura, l'intero piccolo macrotesto disperso Varietà non letterarie, contenente anche le Due formule e da Landolfi pubblicato sul numero di luglio-settembre 1941 di «Letteratura» alle pp. 48-56).

16  T. Landolfi, Des mois [1967], in Id., Opere II. 1960-1971, a cura di I. Landolfi, Milano, Rizzoli, 1992, p. 694 (in data «1964, gennaio»). S'intitola a questa pagina la più recente monografia sul nostro autore: M. Verdenelli, Prove di voce: Tommaso Landolfi, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1997.

17  T. Landolfi, Ottavio di Saint-Vincent [pubblicato a puntate sul «Mondo» fra il '56 e il '57; poi - insieme a una riedizione delle Due zittelle - Firenze, Vallecchi, 1958; da ultimo Milano, Adelphi, 20004]; ora in Id., Opere I, cit., p. 886.

18  Si rammenti inoltre la tradizione russa (coltivata da diversi autori tradotti da Landolfi: da Puškin a Leskov, da Tolstoj a Dostoevskij) della povest', novella di entità materiale intermedia tra il romanzo e il racconto. Insiste soprattutto sul Gogol' dei Racconti di Pietroburgo (nella traduzione di Landolfi, Roma-Milano, Rizzoli, 1941; a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 2000) I. De Michelis, Il racconto misura dell'infinito: la narrativa di Tommaso Landolfi, in «Sincronie», IV, 8, luglio-dicembre 2000, pp. 135-155, alle pp. 150-151. Sull'adibizione critica delle forme letterarie da parte di Gogol' si veda, da ultimo, il contributo organico di G. Strano, Gogol'. Ironia, polemica, parodia (1830-1836), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004.

19  G. Manzini, Casa di riposo (romanzo da fare), in Ead., Un filo di brezza, Milano, Panorama, 1936, pp. 33-88.

20  Per lo sperimentalismo "metanarrativo" di Manzini, cfr. C. Martignoni, L'audace "metaromanzo" di Gianna Manzini, introduzione all'edizione a sua cura di G. Manzini, Lettera all'editore [1945], Palermo, Sellerio, 1993, pp. 7-23; e il mio La cornice e il compasso, in «Caffè Michelangiolo», I (1996), 1, pp. 11-16.

21  Cfr. M. Perniola, Il metaromanzo, Milano, Silva, 1965, pp. 89-125. E Id., Manierismo e autenticità in Tommaso Landolfi, in «Tempo presente», X (1965), 9-10, pp. 68-72.

22  L'importanza fondativa di Gide per la metanarrativa moderna è segnalata, oltre che dal giovane Perniola, dal L. Dällenbach del Racconto speculare. Saggio sulla mise en abyme [1977], trad. it. di Bianca Concolino Mancini, Parma, Nuove Pratiche, 1994, pp. 11-51. L'indicazione dell'autore dei Faux-Monnayers entro i rimandi letterari possibili per Landolfi si trova forse per la prima volta in Carlo Bo, Note su Landolfi [1941], in Id., Nuovi studi, Firenze, Vallecchi, 1946, p. 173. L'attenzione a Gide è poi una costante degli articoli riuniti da Landolfi in Gogol a Roma, ma pubblicati sul «Mondo» negli anni Cinquanta.

23  Rinvio al mio Landolfi 1929-1937. Sistema della parodia e dialettica del luogo comune, in Sulla parodia, numero monografico a cura di N. Pasero di «Moderna», 2004, n. 1, pp. 41-64; cfr. T. Landolfi, Fantasia puškiniana, in «Letteratura», I, 3, luglio 1937, pp. 123-127 (purtroppo, e incomprensibilmente, non raccolto assieme agli altri scritti puškiniani di Landolfi in appendice al recente Aleksandr Puškin, Teatro e favole, trad. di T. Landolfi, Milano, Adelphi, 2005 - riedizione del corpus einaudiano del 1961).

24  G. Guglielmi, La poetica di Landolfi [1993], in Id., La prosa italiana del Novecento II, cit., pp. 38-58, a p. 51.

25  Ivi, p. 40.

26  T. Landolfi, Rien va, Firenze, Vallecchi, 1963; ora in Id., Opere II, cit., p. 286 (in data «1 luglio» 1958). Guglielmi: «si sa che la riflessione - fin dai grandi romantici studiati da Landolfi - può a sua volta diventare oggetto di una seconda riflessione, e così all'infinito» (La poetica di Landolfi, cit., p. 40; per l'identificazione da parte di Guglielmi della Frühromantik come inaugurazione della modernità letteraria - laddove «arte e teoria dell'arte, arte e critica [...] devono coincidere. L'immagine estetica [...] dovrà comportare un momento critico-ironico» - si vedano almeno Ironia e negazione, Torino, Einaudi, 1974, e Per una genealogia delle avanguardie [1996], in Id., L'invenzione della letteratura. Modernismo e avanguardia, Napoli, Liguori, 2001, pp. 151-178; ma l'ultima citazione, nello stesso volume, è da L'antiestetica futurista [1995], pp. 77-86, a p. 78). Per la funzione metatestuale dei diari, rinvio al mio Cœtera desiderantur: l'autobiografismo "fluido" dei diari landolfiani, in Le lunazioni del cuore. Saggi su Tommaso Landolfi, a cura di I. Landolfi, Firenze, La Nuova Italia, 1996, pp. 77-106, a p. 101-104.

27  Per questa interpretazione rinvio ancora al mio contributo appena citato, pp. 93-94. Cfr. Tommaso Landolfi, Il Mar delle Blatte [1938], in Id., Il Mar delle Blatte e altre storie, Roma, Edizioni della Cometa, 1939 (a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 19974); ora in Id., Opere I, cit., pp. 205-225.

28  A. Pezzotta, Ritratti critici di contemporanei. Tommaso Landolfi, in «Belfagor», XLVIII, 5, 30 settembre 1993, pp. 543-558, a p. 551-552.

29  T. Landolfi, La spada [1940], in Id., La spada, Firenze, Vallecchi, 1942; Milano, Adelphi, 20014; ora in Id., Opere I, cit., pp. 283-288. Un'intelligente interpretazione metanarrativa del testo ha offerto S. Guidi, Gli infortuni della retorica. Landolfi e il linguaggio "en abîme", in «Studi Novecenteschi», XIV (1987), n. 33, pp. 99-107.

30  T. Landolfi, La moglie di Gogol [1944], in Id., Ombre, Firenze, Vallecchi, 1954; a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 19942; ora in Id., Opere I, cit., pp. 679-689. Cfr. G. Güntert, Modelli narrativi del primo Landolfi, in Cultura meridionale e letteratura italiana. I modelli narrativi dell'età moderna, Atti del convegno di Napoli e Salerno 14-18 aprile 1982, a cura di P. Giannantonio, Napoli, Loffredo, 1984, pp. 763-775, a p. 765.

31  S. Maxia, «Casta diva che inargenti...». Stilizzazione e parodia nella «Pietra lunare» di Tommaso Landolfi, in Il comico nella letteratura italiana. Teorie e poetiche (= Scritti in onore di Walter Pedullà, vol. II), a cura di S. Cirillo, Roma, Bulzoni, 2005, pp. 433-454 (le citazioni a p. 448 e a p. 438).

32  M. Carlino, Landolfi e il fantastico, Roma, Lithos, 1998, p. 71.

33  M. Bertone, «Clown admirable en vérité!»: Tommaso Landolfi e «Le due zittelle», in Le lunazioni del cuore, cit., pp. 233-251, a p. 244.

34  «[...] curandum imitatori ut quod scribit simile non idem sit, eamque similitudinem talem esse oportere, non qualis est imaginis ad eum cuius imago est, que quo similior eo maior laus artificis, sed qualis filii ad patrem [...] Sic et nobis providendum ut cum simile aliquid sit, multa sint dissimilia, et id ipsum simile lateat ne deprehendi possit nisi tacita mentis indagine, ut intelligi simile queat potiusquam dici. Utendum igitur ingenio alieno utendumque coloribus, abstinendum verbis; illa enim similitudo latet, hec eminet; illa poetas facit, hec simias»: F. Petrarca, Le familiari, a cura di V. Rossi, vol. IV a cura di U. Bosco [1942], Firenze, Le Lettere, 1997, p. 206.

35  M. Carlino, «Le due zittelle» di Tommaso Landolfi, in Letteratura italiana diretta da A. Asor Rosa, Le opere IV. Il Novecento, t. II, La ricerca letteraria, Torino, Einaudi, 1996, pp. 449-468, a p. 453.

36  Ivi, p. 461. Le due zittelle, scritto nel 1943, viene pubblicato a puntate sul «Mondo» nel '45; in volume Milano, Bompiani, 1946; a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 19924; ora in Id., Opere I, cit., pp. 389-433.

37  Cfr. G. Guglielmi, Poetica di Landolfi, cit., p. 50. Cfr. T. Landolfi, La piccola apocalisse, in Id., Dialogo dei massimi sistemi, Firenze, Parenti, 1937 (a cura di I. Landolfi, Milano, Adelphi, 19963); ora in Id., Opere I, cit., pp. 63-86. La novella, scritta nel '35, viene pubblicata per la prima volta nel volume d'esordio di Landolfi.

38  Le ipotesi di Tieck erano basate su conversazioni e lettere scambiate con lui, oltre che sugli schemi e sui frammenti poetici ritrovati nelle sue carte; la Nota sul seguito si legge, nella traduzione italiana di Andreina Lavagetto, in appendice all'edizione cit. dell'Enrico di Ofterdingen (pp. 177-186: 186). Ivi anche la Vita di Novalis dello stesso Tieck, e una scelta dalle lettere dei protagonisti della Frühromantik, dalla quale si evince una diffusa sfiducia in merito al séguito che s'era proposto di fornire all'Ofterdingen (sicché la Nota appare, a tutti gli effetti, una soluzione di compromesso). Scriveva Friedrich Schlegel al fratello August Wilhelm, da Jena, il 17 aprile 1801: «Ma lo Afterdingen del nostro Novalis nessuno di noi, in fede mia, lo porterà a compimento e lo proseguirà, neppure se si facesse in quattro. E Tieck, per giunta. È di tanto superiore a Hardenberg [Friedrich Leopold von Hardenberg era, com'è noto, il vero nome di Novalis] in tutto ciò che è meccanico, che l'intera parte esistente dovrebbe per forza esser distrutta e riscritta, se si vuole che l'insieme conservi un minimo di armonia. Ma ciò che di quel divino frammento è il cuore e l'essenza, è lontanissimo da tutto, almeno da quanto Tieck dice e può dire... | Quel che Hardenberg ha espresso circa la seconda parte, per giunta, non conta proprio nulla, ancora l'ultimo giorno mi disse di aver radicalmente modificato il suo disegno» (ivi, pp. 202-203). Schlegel asseconda, insomma, un'idea di programmatica incompiutezza da parte di Novalis, e si capisce la portata strategica di una simile interpretazione. Ma del resto un'idea simile ha tenuto a lungo il campo, almeno finché non si sono pubblicati in edizione critica i frammenti filosofici di Novalis. Mentre in realtà la frammentarietà di tutte le opere di Novalis era dall'autore concepita solo come preliminare, proiettata in una dimensione compiuta, futura, eternamente inseguita (questo, dunque, il vero senso del titolo delle due parti dell'Ofrterdingen): insomma «il frammento novalisiano è il modo più accettabile di comunicare provvisoriamente il non ancora compiuto» (P. D'Angelo, L'estetica del romanticismo, cit., p. 114).

39  T. Landolfi, La piccola apocalisse, cit., pp. 85-86.

40  G. Guglielmi, La poetica di Landolfi, cit., p. 50.

41  Sembra avere questa funzione, in particolare, la seconda epigrafe posta all'ultima parte della seconda sezione, La donna nella pozzanghera (T. Landolfi, La piccola apocalisse, cit., p. 84): «Perché al mondo che mai v'è di meglio / Del perder gli amici migliori? (Blok - tr. Poggioli)».

42  P. Pancrazi, Tommaso Landolfi scrittore d'ingegno [1937], in Id., Ragguagli di Parnaso. Dal Carducci agli scrittori d'oggi, a cura di C. Galimberti, Milano-Napoli, Ricciardi, 1967, vol. III, pp. 122-126, a p. 123.

43  G. Manganelli, Buongustaio di spettri, in «Il Messaggero», 11 marzo 1987.

44  T. Landolfi, La piccola apocalisse, cit., p. 84.

45  G. Guglielmi, La poetica di Landolfi, cit., p. 40.

46  M. Domenichelli, Il mondo anglosassone, poliglottismo, europeismo e lingua d'altrove in Tommaso Landolfi, in Gli 'altrove' di Tommaso Landolfi, Atti del convegno di Firenze, 4-5 dicembre 2001, a cura di I. Landolfi ed E. Pellegrini, Roma, Bulzoni, 2004, pp. 21-35, a p. 31.

47  E. Sanguineti, Tommaso Landolfi, in Letteratura italiana. I contemporanei, Milano, Marzorati, 1963, vol. II, pp. 1527-1539, a p. 1532.

48  Ivi, p. 1534.

49  Ivi, p. 1538. Il testo citato da Sanguineti in forma abbreviata è LA BIERE DU PECHEUR, del 1953.


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Giugno-dicembre 2005, n. 1-2