Note: 1 «faccia al mare, spalle alla terra». 2 Città sulla sponda sud dell'estuario del Tago [N.d.T.]. 3 Manuel de Azevedo, O moderno cinema italiano do após-guerra e o neorealismo, Contraponto - Coimbra Editora, 1957, pp. 61/62. («Oltre ad una pregevole, potremmo dire esemplare, costruzione cinematografica, il suo calore umano, la sua interpretazione incredibilmente autentica, Molti sogni per le strade è il più portoghese di tutti i film italiani di questa magnifica fase di rinnovamento a cui stiamo assistendo da una mezza dozzina d'anni a questa parte. Del resto, è già stato detto che i moderni film italiani sono le migliori opere del cinema portoghese. Ed è vero! I nostri cineasti più o meno d'occasione non hanno capito, al momento giusto, che la direzione del cinema nazionale era stata indicata con vigore, sicurezza e un pregevole anticipo in Maria do mar, in Douro faina fluvial e nella Canção da terra. Si sono persi per strada a tal punto che ci sentiamo molto più vicini ai film italiani di oggi che alle pellicole uscite dai nostri studi»). [I tre film portoghesi citati sono rispettivamente di José Leitão de Barros (1930), di Manoel de Oliveira (si tratta della sua prima opera, del 1931) e di Jorge Brum do Canto (1938), N.d.T.]. 4 Ivi, p. 62. («[Il pubblico portoghese] si è lasciato penetrare dall'incanto nuovo che ci viene dalle vie e dalle case autentiche, dalle persone che si vestono, vivono e parlano come noi, con gli stessi problemi, gli stessi dubbi, le stesse reazioni e le stesse difficoltà e gioie dello spettatore portoghese»). 5 Ivi, p. 94. («È già stato detto, sia da noi sia da altri, che il cinema italiano moderno ci tocca particolarmente, non solo per la latinità che emerge dalle sue opere più pure e umane, ma per l'affinità e la somiglianza di problemi e la sensibilità comune. E questo al punto da poter dire che i film italiani sono i più portoghesi degli stranieri e, addirittura, più portoghesi di alcuni film nazionali»). 6 «Pane, amore e attualità» al posto del titolo del film Pane, amore e fantasia di Comencini. 7 «È che la scuola italiana cerca di esprimere l'uomo del nostro tempo, in un messaggio che non sia appena un documento, ma che sia al tempo stesso comprensione umana. È per questo, in un certo senso, che ci ritroviamo nei film italiani, soprattutto nelle opere di ambientazione rurale», p.118 [corsivo nostro]. 8 Due regioni che occupano, rispettivamente, l'estremo nord-est e l'estremo nord-ovest del Portogallo [N.d.T.]. 9 Alla maniera di Eça de Queirós (1845-1900), il principale esponente del Realismo letterario portoghese, che, rompendo con il pervasivo ultraromanticismo nazionale, sostenne la necessità di un'arte morale e rivoluzionaria. Il suo stile si caratterizza, tra l'altro, per una critica sociale pungente unita ad una forte vocazione estetica [N.d.T.]. 10 Alves Costa, Caminhos errados, in «Imagem», ottobre 1951, n. 12. («Qualche giorno fa - e con quanta ragione! - un amico si sfogava così a proposito di Non c'è pace tra gli ulivi : "Secondo me, la grande, la straordinaria rivelazione dell'opera sta in quello che per noi, portoghesi, essa ha in comune con i nostri usi, costumi, caratteri e idiosincrasia. Il nostro cinema già molto tempo fa ci ha dato Os lobos e, più recentemente, Os lobos da serra. Il primo va lontano e il secondo non arrivava ad una grande qualità. Ma uno qualsiasi dei due potrebbe dimostrare ai nostri cineasti quello che c'è di tremendamente drammatico e umano là in cima alle rupi e di poetico, al tempo stesso, in quelle regioni dove la civiltà arriva appena come un'eco impercettibile. È l'uomo, l'unico uomo che ha romanzato le nostre montagne avrebbe potuto destare l'interesse dei nostri produttori e dei nostri registi. Tuttavia, A terra fria e A lã e a neve rimangono dimenticate all'ombra delle scipitezze e delle inferiorità pretenziose che sono il frutto corrente della nostra produzione cinematografica. Ferreira de Castro, lì, a portata di mano e bisogna che arrivi un De Santis, con una montagna come le nostre, dei pastori come i nostri, un sole e un folklore come i nostri, a fare un film che avrebbe potuto essere portoghese. Il Marão, l'Estrela li vedremo in Italia! E là tra le rupi del Lindoso e di Arouca, tutti i giorni, tanti avvenimenti, tanti caratteri, tanti usi e costumi in attesa di un De Santis nazionale." Triste verità! Mentre le nostre pellicole si svolgono in un mondo falso, di fantocci con cui nessuno può identificarsi, è in Quattro passi fra le nuvole, in La porta del cielo o in Non c'è pace tra gli ulivi che ci troveremo a casa nostra, con esseri autentici, come noi, che conosciamo, che potrebbero essere chiunque di noi »). [Il Marão e la Serra da Estrela sono gruppi montuosi del nord del Portogallo, Lindoso e Arouca piccole località montane, N.d.T.]. 11 Ibidem. («E questa presentazione è tanto banale quanto quasi inutile: noi tutti le conosciamo già. Sono le stesse ragazze semplici che incrociamo tutti i giorni per strada. Questa è una delle virtù del film: la sua umanità, il quotidiano»). 12 «Se un giorno si studierà in maniera approfondita l'influsso che il neorealismo ha avuto non soltanto nella formazione dei nostri intellettuali ma anche tra il popolo, verificheremo, ancora una volta, la grande forza, il grande potere di comunicazione di questo cinema. Dall'aspetto commerciale (nell'ultima decade degli anni Cinquanta siamo stati il primo importatore mondiale di film italiani, questo in un paese dove il 70% di ciò che vediamo viene dagli Stati Uniti) fino a quello di semplice introduttore di un grande interesse per tutto ciò che fosse italiano (la gente addirittura si salutava in quella lingua) si è notata la grande popolarità raggiunta da quella cinematografia. Qual è la ragione di questo successo? Soltanto una, a cui volevamo arrivare: la lucida trasposizione umana, semplice dei problemi quotidiani dell'uomo, non l'eroe sofisticato "made in Hollywood", ma l'uomo della strada, quello che vediamo tutti i giorni, ma senza renderci conto della sua presenza. Tutti aderiamo a questo cinema. La sua importanza politico-sociale è enorme e sempre attuale. Nonostante i detrattori e coloro che vorrebbero che il neorealismo non continuasse, esso serra le fila rompe tutte le dighe e arriva fino a noi. [...] Ecco perché i Cineclub coscienti della loro missione culturale, presentano più che mai questo cinema».
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