Note:


1 Quanto detto nell'intervista sarà rielaborato in un testo dal titolo Del cinematografo come strumento di liberazione e come arte di trasfigurazione, pubblicato sul «Corriere della Sera» il 28 novembre 1914 (ora in Giovanni Pastrone. Gli anni d'oro del cinema a Torino, a cura di Paolo Cherchi Usai, Torino, Utet, 1986, pp.115-122).

2 Sulla sceneggiatura cfr. l'approfondita analisi di Sinibaldo Piro, Le meravigliose frodi nel San Francesco di Gozzano, in «Cinema nuovo», XXV, marzo-aprile 1976, n. 240, pp.112-121. Sempre nel 1916 Guido Gozzano pubblica un articolo dedicato al cinema dal titolo Il nastro di celluloide e i serpi di Laocoonte (in «La Donna», 5 maggio 1916, n.5).

3 Molte le analisi del romanzo pirandelliano: citiamo qui Giulio Ferroni, Il romanzo del cinema, in Luigi Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Giunti, 1994, pp.IX-XXXVI, Gavriel Moses, Film Theory as Literary Genre in Pirandello and the Film-Novel, "Annali d'Italianistica", 6, 1988, pp.38-68. Sui rapporti fra Pirandello e il cinema cfr. Francesco Callari, Pirandello e il cinema, Venezia, Marsilio, 1991 e Nino Genovese-Sebastiano Gesù, La musa inquietante di Pirandello: il cinema, Palermo, Bonanno Editore, 1990.

4 Si può citare l'esempio di Virgina Woolf che riflette sul cinema in un saggio ad esso dedicato e che ad una attenta analisi dei suoi romanzi (ad esempio Mrs. Dalloway) rivela di aver cercato di tradurre i movimenti di macchina e il primo piano sulla pagina scritta. Cfr. Virginia Woolf, The Cinema, in Collected Essays, a cura di Leonard Woolf, The Hogarth Press, London, 1966-67.

5 Cfr. I promessi sposi: una storia milanese del secolo 17°, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni, a cura di Alfonso Cerquetti, illustrata con 24 tavole cinematografiche Ambrosio, Milano, Hoepli, 1915.

6 Franco Pallavera (Mario Soldati), Ventiquattr'ore in uno studio cinematografico, Milano, Corticelli, 1935. Il volume è stato ripubblicato nel 1985 a Palermo dalla casa editrice Sellerio. Per un'analisi del testo di Soldati cfr. Guido Fink, L'uso del vetrino: il cinema nelle pagine di Mario Soldati, in «Paragone», XXXVII, dicembre 1986, n. 442, pp. 62-68 e Ilaria Crotti, «Le 24 ore» di Soldati, 1998, in corso di stampa.

7 Jean-Luc Godard nel 1963, con Le mépris, porta sullo schermo il romanzo di Moravia, interpreti Brigitte Bardot e Michel Piccoli. A Rheingold vengono date le fattezze di Fritz Lang, come lui regista della Germania prenazista, come lui scappato negli Stati Uniti, dove Lang aveva dato un innovativo contributo al genere noir.

8 Alberto Moravia, Il disprezzo, Milano, Bompiani, 1997, pp. 40, 41, 43 e 44.

9 Laura Pariani, La perfezione degli elastici (e del cinema) , Milano, Rizzoli, 1998.


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