Note: 1 T. Landolfi, Rien va, in Opere (1960-1971), vol. II, Rizzoli, Milano 1992, p. 338. 2 I. Calvino, L'esattezza e il caso, postfazione a T. Landolfi, Le più belle pagine, Rizzoli, Milano 1989, pp. 537-538.
3 Alfieri, Vita, cit. da G. Folena nella Premessa a AA. VV., Le forme del diario, «Quaderni di poetica e retorica», 2, 1985, p. 8.
4 Cfr. M. Zambrano, La confessione come genere letterario, Bruno Mondadori, Milano 1997 (la prima edizione è del 1943).
5 Ivi, p.50.
6 V. Sereni, Cancroregina (1951), in Letture e preliminari, Liviana, Padova 1973, pp. 19-24.
7 Si vedano a questo proposito le acute riflessioni di A. Battistini in Lo specchio di Dedalo, Il Mulino, Bologna 1990, in particolare il cap. Il fluido della vita e il cristallo della scrittura, pp. 129-162.
8 P. Lejeune, Il patto autobiografico, Il Mulino, Bologna 1986 (ediz. orig.: Le pacte autobiographique, Editions du Seuil, Paris 1975).
9 M. Blanchot, Lo spazio letterario, Einaudi 1976, p.14. Si confronti con quanto affermato dallo stesso autore in Il libro a venire, Einaudi, Torino 1969: «Il diario intimo che pare così sciolto dalle forme, così docile ai moti della vita e capace di tutte le libertà, perchè pensieri, sogni, finzioni, commenti interni, eventi, importanti e insignificanti, tutto vi si adatta, nell'ordine o nel disordine voluto, è soggetto ad una clausola apparentemente lieve, ma temibile: deve rispettare il calendario. Questo è il suo patto. Il calendario è il suo demone, l'ispiratore, il compositore, il provocatore e il guardiano».
10 Indicazioni in parte riportate da Idolina Landolfi in una Nota alla Biere du pecheur, in Opere, vol. I, op. cit., pp. 1014-1019.
11 Proprio per questa loro caratteristica strutturale i diari landolfiani confluiscono a pieno titolo nel vasto e vario filone del diarismo novecentesco, che si differenzierebbe da quello del secolo precedente per una singolare predisposizione all'impiego eclettico di materiale da recupero. A tale proposito si veda il recente studio di A. Cortellessa, Caetera desiderantur: l'autobiografismo fluido dei diari landolfiani, in Le lunazioni del cuore. Saggi su Tommaso Landolfi, a cura di Idolina Landolfi, La Nuova Italia, Firenze 1996, pp. 77-106.
12 P. Lejeune, Il patto autobiografico, op. cit., p. 41. Cfr. a p. 13: «Perchè ci sia autobiografia (e più generalmente letteratura intima), bisogna che ci sia identità fra l'autore, il narratore e il personaggio».
13 T. Landolfi, Cancroregina, in Opere (1937-1959), vol. I, Rizzoli, Milano 1991, p. 628.
J. Lacan, Il seminario. Libro II. L'io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi, Einaudi, Torino 1991, p. 212.
14 Idem, p. 641.
15 Idem, p. 663.
16 Ora in A. Zanzotto, Aure e disincanti del Novecento letterario, Mondadori, Milano 1994, pp. 323-324.
17 T. Landolfi, Cancroregina, op. cit., p. 651.
18 G . Guglielmi, Poetica di Landolfi, in «Allegoria», V, 14, 1993, p.56.
19 T. Landolfi, Cancroregina, op. cit., p.556.
20 Idem, p.565.
R. Ceserani, Il diario nel racconto fantastico e realistico dell'Ottocento, in Le forme del diario, op. cit., pp. 83-87.
21 J. Starobinski, Lo stile dell'autobiografia, in L'occhio vivente, Einaudi, Torino 1975, p.213.
22 J. Lacan, Il seminario. Libro II, op. cit., Einaudi, Torino 1991, p. 11.
23 M. Foucault, Il pensiero del di fuori, in Scritti letterari, Feltrinelli, Milano 1996 p.113.
24 J. Lacan, Il seminario. Libro II, op. cit., p. 311.
25 T. Landolfi, Cancroregina, op. cit., p. 575.
26 Idem p. 650.
27 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 245.
28 Idem p. 246.
29 J.-J. Rousseau, Ebauches des Confessions, in Oeuvres Complètes, Pléiade, Paris, vol. I, p. 1153-54. Citato e tradotto in J. Starobinski, L'occhio vivente, Einaudi, Torino 1975, p. 214.
30 J.-J. Rousseau, Confessioni, vol. I, Rizzoli, Milano 1996, p. 23.
31 Idem, p. 194.
32 M. Zambrano, La confessione come genere letterario, op. cit., p. 51. (verificare il n. della pagina)
33 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 364.
34 T. Landolfi, Il confessionale di Julien Green (29 marzo 1955), in Gogol' a Roma, Vallecchi, Firenze 1971, pp. 141-144. E' da segnalare la costante attenzione che Landolfi in veste di critico ha rivolto alle scritture autobiografiche e biografiche e di cui, per la maggior parte, rendono atto gli articoli letterari riuniti nel volume sopra citato.
35 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 349.
36 Idem, p. 267.
37 Idem, p. 269.
38 Idem, p. 265.
39 T. Landolfi, La biere du pecheur, op. cit., p.668.
40 Idem, p.582.
41 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 326.
42 Idem, p.327.
43 Idem, p. 329.
44 Si confronti quanto affermato da A. Pizzorusso, Ai limiti dell'autobiografia, Il Mulino, Bologna 1986.
45 F. Kafka, Diari 1910-1923, a cura di E. Pocar, Mondadori, Milano 1977, p. 209.
46 Idem.
47 Idem, p.310.
48 F. Kafka, Frammenti , in Confessioni e diari, Mondadori, Milano 1972, p. 972.
49 T. Landolfi, La biere du pecheur, op. cit., p. 668.
50 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 321.
51 G. Manganelli, Simulato e veritiero il diario di Landolfi, «Il Giorno», 14 giugno 1967.
52 L'espressione è di A. Dolfi, Malinconia e nevrosi: in prosa e in versi il «differire" autobiografico di
Landolfi, in Nevrosi e follia nella letteratura moderna, Bulzoni, Roma 1993, p.518.
53 T. Landolfi, Des mois, in Opere, vol. II, op. cit., p. 689.
54 T. Landolfi, Rien va, op. cit., p. 307.
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