«Giuseppe Ungaretti. Inediti, aggiornamenti, prospettive» Seminario internazionale di studi. Roma, 7-8 maggio 1997.

Il 7 e 8 maggio si è svolto a Roma, presso l’Università degli studi «La Sapienza», il Seminario internazionale di studi «Giuseppe Ungaretti. Inediti, aggiornamenti, prospettive», organizzato dalla Fondazione Giuseppe Ungaretti, diretta da Mario Petrucciani. Gli interventi sono stati dedicati prevalentemente alla discussione di alcuni inediti conservati nell’archivio del poeta e il rinnovato interesse per queste carte ha confermato la validità dell’eredità poetica di Ungaretti per le nuove generazioni. Attraverso la lettura del carteggio con gli «amici egiziani» François Livi ha approfondito l’interpretazione del primo soggiorno parigino di Ungaretti e i rapporti con Apollinaire, la Closerie des Lilas e la «Nouvelle Revue Française». Con il fascicolo inedito del 1918 Les pierreries ensoleillées, poesie in prima stesura inviate Marthe Roux, Luigi de Nardis, ha poi riproposto la questione delle autotraduzioni ungarettiane. Sul problema della traduzione si è fermato anche Domenico de Robertis, commentando la versione inedita di un sonetto di Shakespeare. Nel suo intervento Mario Petrucciani ha illustrato la genesi e il contenuto del Demonio meridiano, il dattiloscritto tuttora inedito che contiene li materiale del commento alla canzone leopardiana Alla Primavera, o delle favole antiche. Paolo Montefoschi invece ha esaminato lo scritto Roma africana, ricordando poi le lezioni sul Manzoni non ancora pubblicate. Sono inoltre intervenuti Leone Piccioni, Biancamaria Frabotta, Elio Fiore, Giuliano Manacorda, con alcune notizie di carattere biografico su Ungaretti professore, Alessandro Parronchi, Alexandra Zingone, sul rapporto tra poesia e pittura in Ungaretti, Emerico Giachery, sui problemi ermeneutici degli Inni, Evghenij Solonovich, sulle traduzioni russe delle poesie di Ungaretti, e Luciana Stegagno Picchio, studiosa del periodo brasiliano. Nell’Aula della Facoltà di Lettere e Filosofia dove anche Ungaretti teneva le proprie lezioni, Mario Petrucciani ha concluso ponendo in evidenza il contributo decisivo offerto dal seminario all’approfondimento del pensiero e della figura del poeta, e ha indicato nuove prospettive per gli studi ungarettiani, in particolare gli articoli egiziani, le traduzioni, il rapporto con Vico, la «Nouvelle Revue Française» e Jean Paulhan, che potranno rivelarsi fecondi per le ricerche future.

Daniela Baroncini e Eleonora Conti

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2000, n. 1-2