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Gianni Eugenio Viola, L'utopia futurista. Contributo alla storia delle avanguardie, Ravenna, Il Portico, Longo Editore, 1994, pp. 181
di Eleonora Conti
Dopo Gli anni del futurismo (1991), Viola si propone con questo nuovo Contributo di integrare il folto numero di studi che nel corso degli anni sono stati dedicati al futurismo a partire dallo spoglio di oltre trecento documenti, per lo più inediti, dell'Archivio Marinetti, conservati negli Stati Uniti tra la Beinecke Library della Yale University e il Getty Center di Santa Monica. Alternando la lettura dei materiali reperiti a un'analisi più propriamente critica di certe componenti teoriche del futurismo, l'impostazione del saggio vincola ancora una volta la parabola del movimento alla figura carismatica del suo ispiratore, organizzatore, finanziatore, leggendone l'evoluzione parallelamente alle fasi della vita di Marinetti, dalla giovinezza egiziana alla sua scomparsa; in tal modo un capitolo come il settimo, che riguarda Il tramonto del futurismo, narra per buona parte l'epilogo della «vita esplosiva» di Marinetti - per dirla con Agnese - e, chiudendosi sul corteo funebre che attraversa una nebbiosa Milano, denota un modulo più biografico che saggistico.
Più propriamente teoriche, le sezioni dedicate alle «filosofie» del futurismo tornano sulla questione delle matrici ideologiche ed estetiche del movimento (nel contatto con Jarry, Apollinaire, Lucini, i fiorentini) e sull'assenza di un vero centro concettuale nella teoria di Marinetti, fatto che giustificherebbe la redazione di un alto numero di manifesti con una sorta di ansiosa ricerca di coesione ideologica. Qui si mostra anche la sfasatura esistente fra Marinetti e altri futuristi di spicco come Boccioni o Severini (sui cui rapporti con Marinetti la prima appendice al volume propone un'intervista alla moglie Jeanne Fort), mentre alla base dell'intreccio di anticrocianesimo, pragmatismo, superomismo è fortemente sottolineata la fecondità del rapporto di Marinetti con Papini. Resta in sostanza arduo individuare una matrice profonda tra i numerosi, eterogenei elementi che vi confluirono. Mentre con l'incremento delle conoscenze fornite da materiali di prima mano aumenta forse anche la possibilità, fuor di dubbio verisimile, di dimostrare che il movimento italiano sia all'origine delle principali avanguardie europee d'inizio secolo.
Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 1997-1999
<http://www3.unibo.it/boll900/numeri/1997-ii/Conti3.html>
Giugno-Dicembre 1997, n. 2
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