Marco Macciantelli (Assessore alla Cultura della Provincia di Bologna)
Saluto di apertura
(«Internet: ricerca e/o didattica», Bologna, 27 novembre 1996)Un saluto, che non può che essere rapido, come si conviene a una circostanza come questa, che pure tocca, come ha detto prima Pellizzi, la responsabilità delle autorità. In realtà in questo caso l'autorità, nel campo che è l'oggetto di queste giornate di studi, deve essere ancora costruita. Io credo che sia un'occasione particolarmente preziosa non solo per quanti sono qui oggi, credo con molte curiosità. Un'occasione preziosa per muoversi sulla strada della costruzione dell'autorità in questo campo specifico che io trovo fascinoso ma anche ricco di incognite, ricco di tante incognite che forse il tempo che abbiamo davanti ci consentirà di disoccultare, di chiarire meglio.
Posso esprimere la mia impressione personale, rendendo questo saluto un po' meno di circostanza: forse non è un intervento nel problema ma è un invito alla riflessione ulteriore intorno a questo problema che oggi sarete chiamati ad affrontare. La mia personale impressione è che siamo probabilmente a un punto di snodo, di passaggio nel considerare questa questione grande e complessa che l'espressione «internet» solo in parte evoca e rappresenta. La mia personale impressione cioè è che da un momento di euforia si debba passare a un atteggiamento diverso. Il CENSIS ha espresso molto bene questa situazione nelle considerazioni degli ultimi due rapporti, che portano il segno del pensiero del professor De Rita e che in gran parte io mi trovo a condividere. Il CENSIS negli ultimi due rapporti evoca l'espressione, secondo me molto eloquente, della "fuga nelle reti". La mia impressione è che dopo l'euforia della fuga nelle reti in realtà si ponga il tema della conveniente utilizzazione delle reti, cioè di una curvatura meno entusiastica, meno enfatica, meno onirica, meno irrazionale, e invece una sana pragmaticità nella utilizzazione dello strumento. Mi rendo conto che non si tratta solo di un contenitore, si tratta anche di un contenitore, per così dire, performativo, di un contenitore capace di configurare anche dei contenuti innovativi nel porgere la comunicazione, nello stabilire le condizioni di un'interazione forte tra lo strumento e chi lo usa e tra gli utilizzatori tutti dello strumento; tuttavia credo che dopo questa prima fase di euforia si ponga il tema dell'utilizzazione conveniente dello strumento. Da questo punto di vista mi preme sottolineare una cosa che non è solo segno della nostra arrendevolezza alla banalità: è necessario stabilire le forme migliori perchè i due mondi continuino a comunicare, e affinché in questo mondo nuovo sia contenuta la questione della lettura, il mondo del libro, il mondo della cultura tradizionale. Ho l'impressione che le considerazioni svolte da Umberto Eco negli ultimi tempi siano non solo confortanti ma siano un'indicazione, una traccia utile. Questi due mondi possono convivere. Noi facciamo l'esperienza come Assessorato alla Cultura di come ad esempio le biblioteche abbiano di fronte a sè un futuro da costruire, con dei progetti e con delle risorse, proprio nel momento in cui la biblioteca viene assunta dal nuovo strumento e non relegata invece nello spazio obsoleto di una comunicazione ristretta all'ambito locale. Se la biblioteca, attraverso convenienti strumenti di catalogazione e di informatizzazione, riesce ad entrare in questo libro totale che il nuovo strumento di internet consente, la biblioteca ha un futuro, ha un futuro anche nell'aprire ancora di più e meglio le possibilità che sono insite nella biblioteca e nel libro tradizionali. Consente cioè che essi continuino a comunicare e a svolgere quel compito di acculturazione e di socializzazione che peraltro è il loro carattere precipuo. Quindi si tratta anche di passare da una fase di fuga nelle reti accompagnata anche da un'esperienza piacevole come quella della navigazione, al tema della utilizzazione di questi strumenti per la cultura, in un progetto di cultura.
Da questo specifico punto di vista mi pare che abbiamo a Bologna una situazione sorprendentemente interessante, lo dico senza toni trionfalistici ma credo che il lavoro sotterraneo ma accurato e serio che è stato fatto in particolare dal gruppo che si raccoglie nel «Bollettino '900» con gli aiuti e forse qualche auspicio tutt'altro che formale del Dipartimento di Italianistica, quello che sta facendo questo gruppo di giovani è molto interessante perchè dimostra come si possa cercare di utilizzare lo strumento, ad esempio attraverso la Newsletter che viene fatta da qualche tempo, in modo ampio, ponendosi da un punto di vista di ricerca, e proponendo, in questo caso, una esperienza di rivista telematica che usa il duplice registro, cartaceo e telematico. Ecco io credo che questo sia un modo che io considero interessante e che in nuce rappresenta anche un modello, un progetto di cultura nel tentativo di collegare la cultura ai nuovi strumenti di comunicazione per cui credo che questo convegno sia anche il segno della maturità che questo progetto che si cela e si rivela nel «Bollettino '900» ha di porsi e di aprire un discorso in una comunità più vasta che è sicuramente quella di quanti oggi attendono di seguire i lavori di questo secondo incontro, ma credo che meriti ulteriori approfondimenti e occasioni di riflessione come mi auguro possano avvenire nella nostra città e in un contesto anche più ampio. Da questo punto di vista l'amministrazione di Bologna è molto attenta e disponibile alla collaborazione quindi io vi ringrazio di avere accettato la nostra offerta di ospitalità e vorrei augurare i migliori lavori ai professori che oggi terranno le relazioni e al tavolo della Presidenza, in particolare al Prof. Raimondi e al Prof. Battistini, con infine una parola di felicitazione per il buon esito di questa iniziativa a Federico Pellizzi.
«Internet: ricerca e/o didattica», Bologna, 15 e 27 novembre 1996
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