Andrea Battistini (Università di Bologna)
Apertura dei lavori
(«Internet: ricerca e/o didattica», Bologna, 27 novembre 1996)Mi sembra che l'Assessore Macciantelli abbia colto l'importanza di questa iniziativa e sono contento che sia stata colta perché tra i patrocinatori e tra quelli che più hanno creduto a questa iniziativa c'è stato anche il Dipartimento di Italianistica che ha visto la dimensione innovatrice, anche di avanguardia di questa iniziativa e ha cercato, per quello che ha potuto, di sostenerla con qualche piccolo aiuto finanziario ma è poi evidente che tutto il lavoro è stato fatto da questo gruppo di giovani studiosi molto motivati che confortano con questa iniziativa anche la bontà di certe distribuzioni di fondi presso quei gruppi che poi producono del lavoro. Tra l'altro credo che nonostante che si sia diviso questo convegno in due parti queste due giornate siano strettamente connesse. In fondo oggi si parla di internet e comunità di ricerca ma già la volta scorsa, dopo la presentazione di quell'ipercommento di cui ha relazionato Baldassarri c'erano stati degli interventi che entravano proprio nel merito del metodo di lavoro, ed è un metodo che è sorprendente rispetto a certe premesse: ormai si è visto che lavorando con gli ipertesti bisogna lavorare appunto in termini di comunità, questo stesso gruppo di "Bollettino '900" ne è la conferma.
Senza dovere necessariamente prendere come modello il modo di lavorare degli scienziati non c'è dubbio che con internet si va nella direzione di un lavoro di gruppo. Quello che attualmente è lo stato della ricerca dalla parte umanistica è quella che risponde all'iconografia dello studioso che se ne sta da solo rintanato nel suo studio a scrivere libri ecc. in perfetta assoluta solitudine. Con internet questa iconografia viene rovesciata e si è visto anche come cambiano le valutazioni poi del lavoro. È interessante ricordare che negli Stati Uniti, e si sa che gli Stati Uniti, soprattutto in questo campo fanno, come si diceva una volta, "tendenza", negli Stati Uniti ormai ogni dipartimento è organizzato per produrre un ipertesto, c'è quello della Divina Commedia di Dante, c'è quello sul Decameron e via dicendo, per cui alla fine anche la valutazione della ricerca cambia parametri: nel senso che non è più ormai, lo si diceva anche la volta scorsa, il prodotto di un individuo e in fondo non è più nemmeno il prodotto di un gruppo che si riassume antonomasticamente nel conduttore della ricerca, ma ormai si tratta di una ricerca che viene denominata, designata battezzata dalla sede di provenienza e sarà poi anche quella che valorizzerà i singoli ricercatori che provengono da quella sede. Ormai conta più il luogo dove si fa la ricerca che non la persona che la fa, proprio perché sta emergendo questa logica comunitaria: quindi uno dei problemi può essere proprio questo. Non è per caso che internet, di cui si era sottolineato la dispersione, la ricerca isolata di un individuo che col suo sguardo allucinato sullo schermo diventava schiavo dello schermo stesso, della macchina ecc., in realtà non diventi al contrario un mezzo di socializzazione. Questa può essere già una domanda che dal tema generale di questa mattina richiede un dibattito. Del resto altri luoghi comuni sono stati rovesciati, per esempio si diceva: oggi viviamo in una civiltà dell'immagine. Evidentemente anche questa non è una buona sentenza, una buona definizione su quello che è il processo informatico, perché viceversa pare proprio che con il computer si stia incentivando la scrittura; poi ci sono quelle discriminazioni di cui Eco va parlando da tempo, tra chi sa usare il mezzo e chi non lo sa usare.
Non c'è dubbio che i luoghi comuni si stanno un po' rovesciando e forse verrà un giorno in cui si rovescerà anche il problema della valorizzazione del lavoro: per cui mentre oggi si depreca questo eccessivo solipsismo di chi fa ricerca umanistica, probabilmente verrà un giorno in cui si porrà il problema di come valorizzare il lavoro individuale all'interno di una logica in cui prevale il lavoro del gruppo. Lascio adesso la parola al Prof. Raimondi.
«Internet: ricerca e/o didattica», Bologna, 15 e 27 novembre 1996