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BOLLETTINO '900 - Discussioni / C, gennaio 1998
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[1] Universita' di Catania, 2 febbraio 1998 Ai Docenti di Italianistica (settori L12A ed L12B) coordinatori di progetti presentati per il cofinanziamento nel 1997 e non approvati Cari Colleghi, mi permetto, come coordinatore di un progetto di ricerca non ammesso al cofinanziamento (anche se giudicato positivamente), di rendervi partecipi di una riflessione critica sul trattamento riservato, in sede di accoglimento delle domande per l'esercizio 1 997, all'area dell'Italianistica nella sua articolazione tradizionale (Letteratura italiana, settore L12A; Letteratura italiana moderna e contemporanea, settore L12B). Come credo sia gia' noto a tutti, uno solo dei progetti approvati (su 26 presentati) e' coordinato da un professore di Letteratura italiana (su un totale di 256 docenti dei due settori disciplinari). Al di la' della delusione personale di ognuno di noi (e dei molti Colleghi aderenti ai nostri progetti), credo sia opportuno analizzare freddamente, e contestare con decisione, i risultati aberranti venuti fuori da questa prima, disastrosa, applicazione d ella nuova normativa. Il rischio, anche alla luce del recente decreto ministeriale per il 1998, che consente ai docenti gia' cofinanziati di partecipare a nuove ricerche, e' molto concretamente quello di restare esclusi dai finanziamenti anche per il futuro. Riterrei quindi indispensabile, per la stessa sopravvivenza della liberta' di ricerca degli Italianisti dentro le Universita' italiane, la nascita di un moto di reazione che faccia sentire l'insoddisfazione per i risultati e la protesta in tutte le sedi o pportune. Per parte mia, offro alla valutazione dei Colleghi un contributo di analisi oggettiva dei dati, di tipo statistico elementare (ma, credo, alquanto significativo della gravissima discriminazione operata a danno dei nostri settori disciplinari), che ho gia ' inviato al Ministro, al Comitato dei Garanti e ad altre istituzioni. Poiche' la questione non e' personale, ma investe la dignita' professionale e scientifica di tutti, sarebbe auspicabile che ognuno si attivasse nel sensibilizzare i Colleghi a partecipare a una discussione che non potra' chiudersi come se nulla fosse succ esso. Credo che in questo caso i vertici istituzionali debbano una risposta non generica a coloro che credono ancora nell'universita' e nel lavoro scientifico. Invio in allegato il documento da me elaborato. Penso che potrebbe essere utile diffonderlo presso tutti i Colleghi italianisti, come pure indirizzare in prima persona una lettera di dole'ances al Ministero (o anche una semplice adesione al mio testo, mag ari inviata per posta elettronica all'Ufficio competente del MURST: uff3.dae@murst.it). Grazie per l'attenzione e cordiali saluti da Giuseppe Savoca ------------- [2] Universita' di Catania, 2 febbraio 1998 Al Signor Ministro dell'Universita' e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e p. c. Al Sottosegretario con delega all'Universita' Al Sottosegretario con delega alla Ricerca Al Comitato dei Garanti Al Dipartimento Affari Economici, Ufficio III MURST - Piazza J. F. Kennedy, 20 ROMA EUR Oggetto: Cofinanziamento 1997: Area 10. Rilievi (con particolare riferimento ai programmi di Italianistica: settori disciplinari L12A, Letteratura italiana, ed L12B, Letteratura italiana moderna e contemporanea). Come coordinatore di un progetto non ammesso al cofinanziamento 1997 (anche se "valutato dai revisori in modo complessivamente positivo"), mi permetto esporre alcune considerazioni critiche su quanto e' avvenuto nell'Area 10 (Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artistiche), e in particolare sulle assegnazioni dei finanziamenti che hanno gravemente discriminato i programmi di ricerca presentati dai docenti delle due discipline classiche dell'italianistica (Letteratura italiana e Letteratura italiana moderna e contemporanea). Premetto che per le ricerche da me coordinate ho ricevuto contributi ex 40 % ogni anno, dal 1980/81 al 1996. Ma la delusione personale, di fronte a risultati complessivamente equilibrati, sarebbe passata in secondo piano se compensata dalla fiducia in pro cedure di selezione che avessero collocato i progetti presentati dagli italianisti nella norma statistica, e se ci si potesse concretamente aspettare un accoglimento futuro dei propri programmi di ricerca. Purtroppo, c'e' poco di meglio da sperare per il futuro, se, tra l'altro, il nuovo decreto abolisce l'incompatibilita' a partecipare a nuove ricerche per chi sia inserito in programmi gia' approvati. Sarebbe stato molto piu' accettabile, su questo punto, mantenere l'incompatibilita' per tutta la durata dei progetti gia' finanziati, e istituire, in presenza di programmi giudicati positivamente ma non finanziabili per mancanza di fondi, una specie di "lista di attesa" che esaurisse, in due o tre anni, le "l iste di priorita'", oggi misteriose e inaccessibili, ma che invece andrebbero adeguatamente pubblicizzate insieme a tutti i documenti "giustificativi", a partire dal testo integrale delle domande presentate (approvate e non). Poter prendere visione dirett a dei dati oggettivi che hanno portato a certi risultati consentirebbe a tutti, attraverso le opportune comparazioni di situazioni simili, di convincersi o meno della fondatezza di certi esiti, come pure di denunciare possibili errori (materiali e non) pr esenti nelle schede di valutazione dei revisori. Per quanto attiene all'Area 10, un attento esame dei dati esterni presenti su Internet permette di rilevare alcune macroscopiche esclusioni dai finanziamenti (riguardanti, per esempio, la Letteratura tedesca, la Storia dell'arte medievale, la Letteratura italiana moderna e contemporanea), e alcuni risultati che configurano gravissime distorsioni del sistema, inaccettabili dalla comunita' scientifica universitaria. La questione se i risultati perversi siano fortuiti o guidati (cosa a cui personalmente non credo, ma che si potrebbe verificare ed escludere fino in fondo solo con la trasparenza totale dei procedimenti e degli atti) riveste un'importanza del tutto secondaria. Il punto essenziale sta nella necessita' di correggere comunque il meccanismo che gen era queste mostruosita'. I risultati parlano da soli. Uno di questi riguarda l'italianistica in senso molto lato, nel cui ambito i docenti del settore di Linguistica italiana (L11A), che sono tra ordinari e associati in numero di 74, hanno presentato, come coordinatori, 8 progetti e ne hanno avuti approvati 6 (cioe' poco meno di un decimo del totale dei 67 approvati nell'Area 10, e il 75 % per cento di quelli da loro presentati per l'approvazione). All'altro estremo, i docenti dei due settori di Letteratura italiana, che sono tra ordinari e associati in numero di 256 (di gran lunga i piu' numerosi tra tutti i settori L), hanno presentato, come coordinatori, 26 progetti (20 per il settore L12A e 6 per il settore L12B) e ne hanno avuto approvato uno solo (per il settore L12A, prof. Delcorno Carlo), con un rapporto tra domande presentate e approvate che e' inferiore al 4 per cento (contro il 75 % dei linguisti italiani). Non si pensi ad eventuali "conflitti di interesse": le problematiche scientifiche sono in questi campi molto nettamente distinte, e anche il profano (senza conoscere la qualifica professionale e la storia scientifica di ognuno), a leggere solo i titoli delle ricerche dei linguisti italiani e dei docenti di Letteratura italiana, vede chiarissimamente che i progetti d ei linguisti non sono in alcun modo sovrapponibili a quelli dell'italianistica propriamente letteraria e storico-critica. In ultima analisi, se il risultato non fosse casuale, l'esclusione dei programmi di italianistica "classica" dai finanziamenti equivarrebbe a un inaccettabile giudizio negativo (dei revisori, ma in fin dei conti dei Garanti che hanno istituito la procedu ra e ne hanno avallato esiti cosi' assurdi) sul piano propriamente scientifico a cui, credo, nessun docente di Letteratura italiana potrebbe prestare acquiescenza. Ne', d'altro canto, si possono ritenere accettabili risultati puramente fortuiti, perche' non e' con questi metodi che si garantisce la dignita' del lavoro di chi fa ricerca e didattica dentro l'universita'. Il sistema e' sicuramente da riformare con urgenza, come dimostra quanto e' successo per le due discipline di Letteratura italiana, con risultati statisticamente aberranti (e quindi culturalmente e politicamente inaccettabili) rispetto: a) ai finanziamenti ottenuti dai docenti dei due settori L12A ed L12B nell'ambito del 40 % per il 1996; b) al numero delle domande presentate per il cofinanziamento nell'Area 10 per il 1997; c) al numero delle domande accolte per le diverse discipline (e per alcune in particolare che risultano immotivatamente privilegiate) gravitanti nella stessa Area; d) al numero totale dei docenti dei due insegnamenti di Letteratura italiana, che e' il piu' elevato rispetto a quello di tutte le altre discipline delle Facolta' di Lettere. Quanto al riferimento al 40 % 1996, e' da rilevare (sulla base dei dati ministeriali diffusi via Internet) che, dei 222 progetti finanziati, 21 (cioe' quasi il 10 per cento) sono coordinati da docenti di Letteratura italiana (generale e contemporanea), me ntre dei 67 progetti cofinanziati per il 1997 soltanto 1 e' coordinato da un docente di Letteratura italiana (il gia' ricordato, fortunatissimo, prof. Delcorno). Per il 1997 il rapporto tra domande approvate (una) e domande complessivamente finanziate (67 ) scende a circa l'1,5 % (con una perdita di circa 8 punti percentuali!). Rispetto al numero di domande presentate per il 1997 nell'Area 10, i dati ministeriali nello stesso giorno (13 gennaio 1998) hanno dato i valori di 249 (nella circolare 67, Uff. III) e di 257 (nell'elenco nominativo dei coordinatori, in seguito eliminato da Internet). Assumendo come corretto questo secondo totale di 257, e attribuendo ad ogni docente coordinatore il settore disciplinare che risulta dagli archivi on-line ministeriali, gli italianisti presentatori di domande sono stati 26 (20 per L12A e 6 p er L12B), cioe' il 10 per cento del totale (che sarebbe un valore in linea con il 10 % delle domande approvate nell'ambito del 40 % 1996; anzi, si potrebbe correttamente ritenere, poiche' i 222 progetti approvati per il 1996 corrispondono quasi al totale di 257 delle domande presentate nel 1997, che la quasi totalita' dei progetti presentati dagli italianisti sia stata in passato approvata). E' del tutto evidente che, in termini di "giustizia distributiva", gli italianisti avrebbero potuto aspettarsi, nel la peggiore delle ipotesi, il 10 per cento delle assegnazioni sulle 67 domande accolte (cioe' almeno 6 o 7 progetti finanziati, al posto dell'unico fortunatissimo sfuggito alla strage). Alle stesse conclusioni si approda ragionando sul numero di domande accolte (67 su 257), corrispondente a poco piu' di un quarto di quelle presentate. Anche per questa via, se le cose fossero procedute in maniera regolare, agli italianisti sarebbero state comunque approvate 6 o 7 delle loro domande (pochissime rispetto alle 21 del 1996, ma sempre meglio dell'una del 1997). L'assurdo si tocca con mano se si rapporta l'unica domanda accolta alla consistenza dei settori disciplinari di Letteratura italiana (forti - ma forse sarebbe piu' giusto dire deboli - di 256 tra ordinari e associati!), e se si guarda a questa "estrazione fortunata" alla luce dei miracoli accaduti in altri settori. Evidentemente, qualcosa di essenziale non ha funzionato (e non solo per l'italianistica). Se invece ci si ostinasse a sostenere che quello in vigore e' il migliore dei sistemi possibili, la conclusione non troppo paradossale dovrebbe essere quella che i d ocenti di italianistica non sono stati giudicati capaci, comparativamente, ad esempio, con i loro colleghi di Numismatica (L02C: 2 domande presentate e 2 accolte), di Lingua e letteratura greca (L06C: 8 domande, di cui 3 accolte), di Storia romana (L02B: 17 domande presentate e 12 accolte), di elaborare ipotesi di lavoro scientificamente credibili. Le soluzioni e i rimedi, a questo che si vorrebbe sperare sia solo un "incidente", spettano, ovviamente, a chi ha la responsabilta' politico-istituzionale e gestionale della ricerca universitaria. Se l'obiettivo e' quello di valorizzare le forze vive dentro l'Universita', e' ovvio che sarebbe del tutto fallimentare un sistema che deprimesse la ricerca in aree tradizionalmente vivaci e ricche di potenzialita'. Personalmente non ho alcuna proposta specifica da avanzare, se non quella di rispettare in partenza (ad esempio, riservando una quota minima, rapportata ad elementi oggettivi come numero di docenti, di progetti presentati, ecc.) i singoli settori discipli nari che confluiscono nelle diverse aree, e l'altra di introdurre la massima trasparenza in tutte le fasi delle procedure di finanziamento. Grato per l'attenzione che si vorra' dare ai rilievi qui esposti, ringrazio e saluto distintamente. prof. Giuseppe Savoca
P. S. Da una seconda, e piu' completa, redazione ministeriale dell'Elenco
dei coordinatori finanziati si desume anche il settore disciplinare di
attribuzione dei progetti. Rilevo che, oltre al programma finanziato al
prof. Delcorno, ne appare attribuito a l settore L12A (Letteratura
italiana) uno finanziato al prof. Tavoni Mirko (che pero' e' docente di
Linguistica italiana, L11A), con il titolo "Biblioteca Italiana
Telematica: la tradizione culturale italiana in Internet (acquisizione,
trattamento e catalogazione di testi e immagini, sviluppo di strumenti di
interrogazione in rete finalizzati a ricerche letterarie, filologiche,
linguistiche, di storia delle idee)". Chiunque vede, anche dal solo titolo
(ma la cosa e' confermata dalla lettura dello Statuto e dall'elenco delle
unita' operative e dei docenti aderenti al "Centro Interuniversitario
Biblioteca Italiana Telematica", presente da piu' di un anno su Internet),
che si tratta di un'impresa pluridisciplinare (in cui confluiscono
linguisti, storici, filosofi, letterati, storici dell'arte, archivisti,
informatici, ecc.) in nessun modo "caricabile" come progetto scientifico
al settore della Letteratura italiana. |
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