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          BOLLETTINO '900 - Segnalazioni / A, giugno 2003             Successivo

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SOMMARIO:

- Ilona Fried
Resoconto del Convegno
*Il Novecento - Un secolo di cultura: lingua, letteratura,
spettacolo, societa', politica, economia*
Universita' Eotvos Lorand,
Budapest, 5-6 aprile 2001.

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Con il convegno *Il Novecento - Un secolo di cultura:
lingua, letteratura, spettacolo, societa', politica,
economia* , siamo arrivati al quinto incontro internazionale
organizzato dal Dipartimento d'Italianistica della Facolta'
di Magistero dell'Universita' Eotvos Lorand di Budapest
tra studiosi di varie discipline umanistiche. Come gia'
le volte precedenti, le differenze delle materie e degli
approcci hanno suscitato la collaborazione tra i partecipanti
i quali si sono confrontati sia con i problemi posti dalle
diverse fasi storiche e culturali che si sono succedute
nell'ultimo secolo, sia con le impostazioni nuove delle
ricerche attuali. Il convegno ci ha dato l'occasione di
invitare studiosi insigni provenienti da vari paesi -
dall'Italia, dalla Gran Bretagna, dalla Francia - oltre
che dall'Ungheria. Essi hanno accettato di avviare tra
le loro discipline un discorso che si e' notevolmente
arricchito grazie al confronto e al dialogo.

Uno dei problemi affrontati e' stato quello della lingua.
*Punto e virgola. Considerazioni sulla punteggiatura
italiana e europea, L'italiano nativo del Duemila*, e'
l'argomento presentato da Anna Laura Lepschy e Giulio
Lepschy. Alcune delle considerazioni erano (1) sui
criteri interpuntivi e sulla validita' di regole
scolastiche; (2) sui criteri per inserire la
punteggiatura in edizioni moderne di testi del passato;
(3) sulla formazione dei segni interpuntivi nella
tradizione grafica latina e italiana; (4) sull'uso di
parentesi e virgolette nella tradizione europea.

Giampaolo Salvi si e' occupato di *La modernita'
dell'italiano moderno* confrontando certe tendenze
e forme della lingua moderna rispetto a quella antica:
come la lunghezze delle forme, l'espressione
dell'anteriorita' nella costruzione passiva o le
funzioni del passivo.

Remo Ceserani ha considerato problematiche di grande
attualita'. Nell'intervento: *Ora che e' stata fatta
l'Europa, sara' necessario fare gli Europei? - Il
contributo italiano* ha sottolineato la problematica
delle formazione delle nazioni europee e la costruzione
delle identita' nazionali nell'epoca moderna e il
ruolo svolto dalle tradizioni letterarie con un
accento particolare sull'esperienza italiana.

Elvio Guagnini ha riflettuto sul tema del viaggio
nell'intervento: *Immagini dell'Ungheria attraverso
le guide italiane*. Analizzando la visione presentata
dalle guide italiane sull'Ungheria, ha avuto modo di
confrontare le vecchie Badecker con le ultime guide
uscite in Italia, un'immagine fatta anche di stereotipi
che cambia anche generi e punti di vista nel corso
dei decenni.

Nella sezione sul teatro Janine Menet-Genty ha presentato
il tema de *Le tournees europee delle compagnie teatrali
italiane tra la fine dell'800 e l'inizio del '900* con
un accento particolare sulla composizione dei gruppi,
la provenienza degli attori, e il loro repertorio.
Visto il luogo del convegno, fra le grandi tournees
che facevano una parte essenziale dell'attivita' degli
attori, delle compagnie di fama mondiale, ha posto un
accento sulle loro visite in Ungheria.

Marco De Marinis ha presentato nuovi punti di vista
sulla storiografia italiana del teatro, iniziando il
suo intervento: *La nuova teatrologia e il teatro del
Novecento* ricordando il contributo del grande studioso
Fabrizio Cruciani e sottolineando la discontinuita'
del XX secolo rispetto a quelli precedenti, di cui
la nuova storiografia deve tener presente. De Marinis
ha sottolineato la questione dello spettatore
partecipante, la la nuova drammaturgia dell'attore,
i nuovi bisogni del teatro.

Gerardo Guccini ha indicato un indirizzo nuovo della
lingua scenica di oggi. Nell'intervento: *Tra metamorfosi
e scrittura: l'attore fonico nel nuovo teatro italiano*
ha citato numerosi esempi per le modalita' innovative
della lingua scenica, alla musica fisicizzata in suono
umano, a partire dai grandi maestri ai gruppi
sperimentali e alle nuove impostazioni di metodologia,
di critica che richiedono.

Nella sezione storica David Falvay ha riflettuto su
*Gli studi medievali e le regioni dell'Europa* citando
fra gli altri il grande studioso ungherese Jeno Szucs
e come la sua opera puo' essere collocata negli studi
sulle regioni, sulla visione che l'Europa Centrale
offriva sul proprio ruolo fino agli anni '90 e dopo.

Anna Millo ha preso in esame un personaggio emblematico
della vita finanziaria, economica di Trieste, Arnoldo
Frigessi di Rattalma, di origine ungherese, che ha
legato il suo nome alla Riunione adriatica di sicurta',
la grande impresa d'assicurazioni fondata a Trieste
nel 1838, una storia che fa intravedere non solo la
storia di un'azienda ma anche quella della citta'.
Il titolo del contributo era: *Trieste, le assicurazioni,
l'Europa. Vita di Arnoldo Frigessy*.

Parlando di giornalismo, intrecci culturali, politici
e giornalistici sono stati trattati tra l'Italia e
l'Ungheria da Donatella Cherubini nella relazione:
*Giornalismo e letteratura in Italia tra '800 e '900:
l'esperienza risorgimentale di Gustave Frygesi e la
parabola finanziaria di Eugenio Oblieght*. Le vicende
del garibaldino Gustave Frigyesi e del finanziere
Eugenio Olbleight segnarono le vicende italiane del
Risorgimento. L'esperienza europeista di Frigyesi
appare particolarmente significativa oggi, con
l'entrata dell'Ungheria nell'Unione europea.

Parlando di letteratura "giudiziaria", Sergia Adamo,
*Giustizia letteraria. La linea "giudiziaria" nella
narrativa italiana del Novecento*, ha tratto alcune
linee generali di una dimensione europea della
letteratura italiana. Ha considerato tale esperienza
come caso paradigmatico in cui riferimenti ai modelli
e apertura europea convivono con la riflessione sulle
peculiarita' della storia e della tradizione nazionale.

Elaborando studi di antropologia Arianna Carta
nell'intervento *Differenze di genere nella didattica
per persone alloglotte* ha offerto una panoramica di
certi usi sessisti della lingua italiana in manuali
d'italiano L2. Secondo le sue conclusioni si puo'
riscontrare una figura femminile ancora oggi relegata
all'interno ruoli tradizionali e in posizione di
inferiorita' rispetto all'uomo.

Le tre relazioni seguenti hanno considerato in modi
diversi quel particolare settore della letteratura
che e' la comparatistica tra letteratura italiana e
quella ungherese.

Jozsef Takacs ha preso in esame i rapporti
interculturali nella poesia di Palazzeschi con la
letteratura ungherese: *Palazzeschi poeta e il
lettore ungherese*.

Margit Lukacsi ha fatto una carellata su *Il motivo
"fanciullo" nella poesia crepuscolare italiana e
nell'opera lirica di Dezso Kosztolanyi*. Quest'ultimo fu,
non solo uno dei maggiori poeti ungheresi del Novecento,
ma anche traduttore di numerosi poeti della letteratura
mondiale, e cosi' anche di poeti italiani.

Endre Linczenyi e' tornato a parlare della cultura
triestina, di *Saba ed i suoi contemporanei ungheresi*
puntando sui poeti che possono essere paragonati a Saba
per attitudine, per stile o per mondo poetico.

Sempre nell'ambito della comparatistica, Furio Brugnolo
ha riflettuto su *Scrittori stranieri in lingua italiana:
alcuni casi esemplari del Novecento*, su scrittori che,
con varie finalita' e modalita', hanno composto testi
letterari in italiano, come Ezra Pound, Viaceslav
Ivanov, ecc.

Sempre nell'ambito della letteratura Fulvia Airoldi
Namer *Surrealismo europeo e realismo magico italiano*.

Adalgisa Giorgio nell'esaminare *Da Napoli all'Europa
al villaggio globale. Identita', spazio e tempo
nell'opera di Fabrizia Ramondino* ha posto le domande
sulla storia di Napoli, dell'Italia e dell'Europa
attraverso il microcosmo della scrittrice napoletana
in particolare nel romanzo *L'isola riflessa*.

Pierluigi Pellini attraverso una serie di
analisi-campione, nell'intervento: *Le varianti di Zenna.
Sulla posizione storica della poesia di Sereni* ha
proposto di precisare la collocazione della poesia di
Sereni, e in particolare degli *Strumenti umani*,
all'interno della tradizione poetica del
Novecento italiano.

Endre Szkarosi esamina la poetica di Tomaso Kemeny:
*Quale parlar materno? Aspetti (pluri)linguistici
della poesia di Tomaso Kemeny*, poeta di madre lingua
ungherese, risiedente in Italia, che scrive in italiano,
ma che e' anglista di professione.

Ilona Fried ha considerato le sue esperienze di lettrice
di non madre lingua e di docente di letteratura italiana
ne *Itinerari ungheresi nella narrativa italiana*, cioe'
la ricezione della narrativa moderna e contemporanea
italiana a seconda dei lettori vari nei diversi periodi
della cultura ungherese e in particolare oggi.

Per ulteriori informazioni si veda la rivista on-line:
www.tfk.elte.hu/insegnanet

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Segnalazioni/ A, giugno 2003. Anno IX, 3.

Direttore: Federico Pellizzi
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Filippi, Anna Frabetti, Valentina Gabusi, Saverio Voci.

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