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          BOLLETTINO '900 - Discussioni / A, aprile 2000             Successivo

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Bernard Simeone
"Addio editore, personaggio del Novecento"?
Note intorno a un intervista a Gian Arturo Ferrari

Dopo la lettura dell'intervista rilasciata a "La Repubblica" il 20 gennaio
scorso da Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione Libri
del gruppo Mondadori, non e' facile esprimere un commento, in veste di
editore ed autore francese attento alle cose italiane, sulla
pubblicazione in Italia, presso Bollati Boringhieri, del saggio di Andre'
Schiffrin, *L'editoria senza editori*. In effetti la prima tentazione,
dopo aver valutato il peso delle affermazioni di Ferrari, che pretendono
di essere definitive e quasi oracolari, e' di andare oltre,
rallegrandosi, non senza una punta d'ipocrisia, del fatto che sul versante
francese (delle Alpi) non si possano (ancora) tenere, con tanta chiarezza
o arroganza, simili discorsi. Il titolo dell'intervista, anche se e' il
frutto di una scelta della redazione e non di Ferrari, e' assolutamente
esplicito e rispecchia fedelmente lo spirito con cui una delle piu'
potenti personalita' del mondo editoriale europeo ha creduto di potersi
esprimere: "Addio editore, personaggio del Novecento".

L'elemento nuovo in questo tipo di discorso non e' certo la disamina della
situazione (che Ferrari subdolamente esalta nei fondamenti), ossia la
concentrazione vorticosa dei poteri editoriali in Europa, e l'evoluzione
dell'economia del libro verso una logica di profitto e di redditivita' a
breve termine che completa la trasformazione dell'opera in prodotto: chi
potrebbe infatti dubitare della violenza crescente e soprattutto della
realta' di tale situazione senza peccare d'ingenuita'?
Nuova e' invece la tranquilla convinzione con cui Gian Arturo Ferrari
constata non solo che la guerra conclamata fra creazione e profitto, di
solito presentata come ancora in atto, ha in realta' gia' avuto luogo; ma
anche che e' stata vinta, senza possibilita' d'appello, dai grandi gruppi
editoriali, in grado di saziare meglio un pubblico di "bestie onnivore che
divorano di tutto".

Decretando che l'editore di qualita' - inevitabilmente elitario, e
desideroso di conciliare, per quanto possibile, esigenze culturali e
gestione finanziaria - appartiene definitivamente al passato, al secolo
che ci lasciamo alle spalle senza troppi rimpianti, Ferrari sembra non
aver letto certi testi pubblicati dal suo stesso gruppo editoriale, che
hanno affermato, gia' da molto tempo, la "fine della Storia": nelle
affermazioni neo-liberali di questo editore si annida infatti uno
storicismo categorico, e il costume - che deve essere denunciato - di
presentare come fatalita' storica la realta' che si e' contribuito in
buona parte a modellare. Lo scientismo liberale e la perversione del
discorso democratico che si volge a una demagogia al tempo stesso
ipertecnica e populista sono fenomeni noti, e definiscono una nuova forma
di totalitarismo, di cui gli spiriti attenti hanno imparato a riconoscere
il volto, dietro a una maschera, in realta', sempre piu' trasparente.

Per imporre un silenzio durevole ai suoi avversari, Gian Arturo Ferrari ha
coniato il concetto di "adornismo tardivo" (per non dire "ritardato"). In
altri termini, rimettere in discussione la dittatura dell'auditel estesa
al mondo dei libri, significa dar prova, come Adorno e come Schiffrin, e
come Alfredo Salsano che pubblica Schiffrin in Italia, di un
cripto-elitarismo, che vedrebbe nella cultura di massa una forma compiuta
di chiusura totalitaria, e nella legge del maggior numero una dittatura
travestita. E' qui facilmente riconoscibile, senza il minimo tentativo di
dissimulazione, la demagogia colorata di show business che caratterizza
l'ideologia "culturale" di Silvio Berlusconi e che raggiunge ormai in
Italia tutte le fasce sociali e praticamente tutte le correnti e tutte le
sensibilita'. Tanto che si puo' parlare - almeno vedendo le cose dalla
Francia - di una "berlusconizzazione" degli spiriti, e supporre che
proprio facendo assegnamento su di essa Gian Arturo Ferrari si sia potuto
permettere simili affermazioni.

Ecco ciò che uno spettatore, attento e *engage'*, delle cose italiane
ricorda soprattutto, dopo aver letto questa intervista: vi si riconosce un
sintomo dell'impoverimento della scena letteraria italiana, per molteplici
ragioni, dovute in parte allo statuto della lettura nel paese. Tuttavia
sarebbe azzardato vedere in questo fatto una realta' solo italiana, tanto
essa prefigura discorsi che avranno fra breve lo stesso tenore, in Francia
e altrove in Europa.

Proprio perche' queste affermazioni saranno presentate come "realiste" o
"scientifiche" ed "indiscutibili", e non come l'emanazione d'una ideologia
implicita, esse devono essere rilevate e criticate sistematicamente: piu'
la concentrazione dei mezzi editoriali sembrera' stritolare gli editori di
qualita' o costringerli alla fusione, piu' questa deriva sembrera'
ineluttabile, e piu' occorrera' contrapporre ad essa un'altra evidenza,
cioe' che il libro non puo' entrare nella sua totalita' in una logica di
profitto e di consumo, poiche' porta in se' un carico di irrealta' e di
utopia che costituisce la parte essenziale dell'attrazione che esercita.
Il giorno in cui il libro, in modo tanto incantatorio quanto
generalizzato, sara' presentato come un semplice prodotto, chi accettera'
ancora di leggere? Ecco un'altra realta' sulla quale i dirigenti dei
grandi gruppi editoriali, nel loro infinito pragmatismo, farebbero meglio
a meditare.



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Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature
versione e-mail - SEGNALAZIONI / A, agosto 1999. Anno V, 4.
Redazione: Daniela Baroncini, Eleonora Conti, Stefania Filippi,
Anna Frabetti, Elisa Soverini; Editor: Federico Pellizzi.
Dipartimento di Italianistica dell'Universita' di Bologna, Via Zamboni 32,
40126 Bologna, Italy, Fax +39 051 2098555; tel. +39 051 2098595/334294.
Reg. Trib. di Bologna n. 6436 del 19 aprile 1995 - ISSN 1124-1578

URL: http://www.comune.bologna.it/iperbole/boll900/
         http://www.unibo.it/boll900/
         http://oliva.modlang.denison.edu/~pellizzi/
         http://www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/boll900/

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