![]() Note: * Una prima versione di questo intervento è stata presentata oralmente all'Università di Bologna il 25 marzo 2022, all'interno del panel Per Antonio Tabucchi dieci anni dopo, organizzato durante l'annuale convegno SICL. Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza l'aiuto e la generosità di Maria José de Lancastre che mi ha messo a disposizione le lettere di Remo Ceserani conservate nel suo archivio a Lisbona, né senza la disponibilità e i consigli di Anita Piemonti, Teresa e Giovanna Ceserani che hanno facilitato l'accesso al fondo "Ceserani" a Pisa. Ringrazio, inoltre, Maddalena Taglioli per l'aiuto nella consultazione del fondo "Ceserani" al Centro Archivistico della SNS, Thea Rimini per la grande disponibilità e i consigli su Tabucchi, e Andrea Menozzi per l'aiuto filologico. Infine, grazie a Pierluigi Pellini, Stefano Lazzarin e Simona Micali che per primi mi hanno invitato a intraprendere questa ricerca. 1 Il fondo "Antonio Tabucchi" alla BnF (Italien 2370), oltre a numerosissimi quaderni manoscritti e appunti che coprono quasi tutta la produzione letteraria di Tabucchi (soprattutto da metà anni Ottanta in avanti), contiene anche una scelta di lettere di grandi scrittori, registi, e editori: tra gli altri, Almodóvar, Angelopoulos, Vargas Llosa, Calvino, Sciascia, Grass, Kundera, Sontag, Gallimard. 2 Lo rievoca Ceserani in un intervento in ricordo di Tabucchi: Sulle curiosità intellettuali di Tabucchi e i suoi modelli, non solo letterari, in Adamastor e dintorni: in ricordo di Antonio Tabucchi. Con un frammento inedito, a cura di V. Tocco, Pisa, Ets, 2013, p. 57. 3 La cena verosimilmente segnò anche la nascita del legame tra Antonio Tabucchi e Vittorio Sereni, grazie all'aiuto del quale Tabucchi riuscì a pubblicare Il piccolo naviglio (1978) presso Mondadori. Con Sereni, Tabucchi discusse a lungo anche sulla possibilità di pubblicare il romanzo Lettere a Capitano Nemo, poi scartato a favore de Il Gioco del rovescio (1981), pubblicato da Il Saggiatore nella collana «Le Silerchie» diretta allora proprio da Sereni: per una ricostruzione della vicenda si veda T. Rimini, Dalla costa toscana alle falesie atlantiche e ritorno: Lettere a Capitano Nemo, il romanzo inedito di Tabucchi, in «Filologia e critica», vol. 39, n. 3, 2014, pp. 382-421. Il carteggio tra Tabucchi e Sereni, di cui Thea Rimini riporta alcuni stralci, offre anche un terminus ante-quem per collocare la cena rievocata da Ceserani. Secondo quest'ultimo fu in quell'occasione che Sereni chiese di poter leggere le prime prove di Tabucchi dopo averne sentito l'elogio fatto da Guarnieri. Il 25 gennaio 1977 Tabucchi scrive a Sereni per ringraziarlo del parere positivo dato proprio su Lettere a Capitano Nemo. La cena che li fece conoscere, dunque, deve essere avvenuta non molto tempo prima del gennaio 1977. 4 I primi interventi di Ceserani su Tabucchi sono raccolti in R. Ceserani, Il romanzo sui pattini, Ancona, Transeuropa, 1990; seguono, a partire dalla fine degli anni Novanta, regolari recensioni alle opere di Tabucchi: Il puzzle di Loton, in «il manifesto», 27 marzo 1997; Bussando alla porta di Antonio Tabucchi, in «Il Ponte», vol. 57, n. 4, aprile 2001, pp. 100-108; Un messaggio dall'isola di Arianna, in «il manifesto», 18 marzo 2001; Personaggi in cerca di un sogno d'autore, in «il manifesto», 29 giugno 2003; Tabucchi all'ombra di un eroe tradito, in «il manifesto», 24 febbraio 2004; Lampi di Tabucchi nel buio italiano, in «il manifesto», 25 maggio 2006. A questi interventi si aggiungono contributi dal taglio accademico: R. Ceserani, The Art of Fixing Shadows and Writing with Light: Tabucchi and Photography, in Antonio Tabucchi: A Collection of Essays, a cura di B. Ferraro e N. Punster, numero monografico di «Spunti e Ricerche», n. 12, 1997; Id., Il filo dell'orizzonte: è Luino o Duino il luogo dove andare?, in Dedica a Antonio Tabucchi, a cura di C. Cattaruzza, Pordenone: Associazione Provinciale per la Prosa, 2001, pp. 141-156 (poi in M. Polacco (a cura di), I vecchi e i giovani. Quaderni di Synapsis I, Firenze, Le Monnier, 2002, pp. 80-88); e Id., Qualche altra riflessione su Isabel, in Tabucchi postumo. Da Per Isabel all'archivio Tabucchi della Bibliothèque nationale de France, a cura di T. Rimini, Bruxelles, Peter Lang, 2017, pp. 59-67. L'opera di Tabucchi, infine, trova spazio anche nelle grandi opere teoriche e di critica tematica di Ceserani, come per esempio in Il fantastico, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 140-143; Raccontare il postmoderno, Torino, Bollati Boringhieri, 1997, pp. 201-203 e L'occhio della medusa, Torino, Bollati Boringhieri, 2011, pp. 266-291. 5 A. Tabucchi, L'araba fenice. Tentativo dissennato di definire a un amico una parola indefinibile, in Studi di letterature comparate in onore di Remo Ceserani, Manziana, Vecchiarelli, 2003, vol. I, pp. 347-54 (poi in Id., Di tutto resta un poco, Milano, Feltrinelli, 2013); Id., La letteratura come "luogo di espiazione" in Kenzaburō Ōe e Günter Grass, in M. Polacco (a cura di), I vecchi e i giovani, cit., pp. 71-79. 6 R. Ceserani e L. De Federicis, Il materiale e l'immaginario. Laboratorio di analisi dei testi e di lavoro critico, Torino, Loescher, 1979-1988, 10 voll. Sull'importanza di quest'opera nel contesto culturale italiano si veda E. Zinato, L'utopia concreta del Materiale e l'immaginario, in P. Pellini e S. Lazzarin (a cura di), Un «osservatore e testimone attento». L'opera di Remo Ceserani nel suo tempo, Modena, Mucchi, 2018, pp. 93-105. 7 U. Riccarelli, Una giornata con Tabucchi, Roma, Cavallo di Ferro, 2012, ripreso nella cronologia delle Opere, a cura di P. Mauri e T. Rimini, Milano, Mondadori, 2018, vol. I, p. xxx: «Organizzava cene epiche con gli amici di Vecchiano e Pisa a cui mescolava personaggi del calibro di Mastroianni, Bodei, Cacciari, come se niente fosse. A metà degli anni Novanta, a ridosso del grande successo di Sostiene Pereira, si può dire che avesse fondato una specie di "scuola" in un paesino nei pressi di Vecchiano, o meglio in un ristorante di quel paesino. La chiamava la Scuola di Avane. Si mangiava, si beveva (anche troppo), lui teneva banco e raccontava». Anche Ceserani, nel già citato ricordo di Tabucchi, offre un gustoso aneddoto sulla "Scuola di Avane": «Ricordo un'altra serata e un'altra cena. Siamo nei primi anni Novanta, Tabucchi era ormai uno scrittore affermato. Mi venne l'idea di presentargli un giovane scrittore alle prime armi, Paolo Zanotti, mio studente alla Scuola Normale (Paolo ci ha lasciato d'improvviso il dicembre scorso, morendo giovanissimo, dopo essere, a sua volta, divenuto uno scrittore molto stimato). Gli chiesi di accogliere Paolo in quella che, tra noi, scherzosamente, chiamavamo "la scuola di Avane" (a cui facevano capo parecchi scrittori pisani, come Athos Bigongiali e Ugo Riccarelli, i quali erano soliti ritrovarsi con Tabucchi e altri amici al ristorante La Oliveta, appunto ad Avane, un paese tra Pontasserchio e Vecchiano reso famoso da un verso di Carducci in Faida di comune). Tabucchi mise su uno scherzoso comitato di ammissione alla scuola di Avane e io portai Paolo a cena, davanti al comitato, presieduto da Fausto Guccinelli e composto da Tabucchi e Bigongiali. Paolo dovette rispondere a una sfilza di domande, relative a circostanze e personaggi, anche minori, dei romanzi di Stevenson. Con stupore di tutti, dimostrò di conoscerli tutti perfettamente e venne di conseguenza promosso a pieni voti» (Sulle curiosità intellettuali di Tabucchi, cit., pp. 57-58). 8 A. Tabucchi, Sostiene Pereira, introduzione e analisi del testo di B. Ferraro, Torino, Loescher, 1995. 9 J. Francese, Narrating Postmodern Time and Space, Albany, State University of New York Press, 1997. 10 Per una ricostruzione del rapporto tra Ceserani e la critica americana si veda A. Comparini, Ceserani e la critica americana, in P. Pellini e S. Lazzarin, Un «osservatore e testimone attento», cit., pp. 57-70. 11 R. Ceserani, Raccontare il postmoderno, cit., in particolare pp. 96-101. Cfr. M. Jansen, Il dibattito sul postmoderno in Italia. In bilico tra dialettica e ambiguità, Firenze, Cesati, 2002, in particolare pp. 180 ss. e 243 ss. 12 R. Ceserani, Raccontare il postmoderno, cit., pp. 100-101. 13 Devo l'informazione a una comunicazione privata di Gabriele Zelli del 17 febbraio 2022. 14 A. Casadei (a cura di), Spazi e confini del romanzo. Narrative tra Novecento e Duemila, Bologna, Pendragon, 2002. Il volume raccoglie gli interventi del convegno «Spazi e confini del romanzo», tenutosi a Forlì dal 3 al 6 marzo 1999, nel cui comitato scientifico figurava anche Ceserani. 15 A. Tabucchi, Questo è l'ultimo tram, in «Corriere della Sera», 30 luglio 1999. Curiosamente, nella stessa edizione del quotidiano, nel taglio alto della stessa pagina in cui appare il racconto di Tabucchi si trova un breve intervento di Cesare Segre sulla Guida allo studio della letteratura di Ceserani, uscita in quell'anno per Laterza. 16 Il dott. Luigino Bonaccorsi, cultore di tradizioni locali e appassionato di letteratura, fu un noto commercialista a Pisa con studio in via Ettore Sighieri, poi traferitosi in via Sant'Andrea, dove è tutt'ora attivo. Ceserani ne cita il cognome nella forma dittongata (Bonaccorsi > Buonaccorsi), storpiatura non voluta che si è deciso di mantenere nel testo. La lettera a cui fa riferimento Ceserani è conservata anch'essa presso il fondo "Ceserani" al centro Archivistico della SNS. 17 A. Tabucchi, Questo è l'ultimo tram, cit. 18 A. Tabucchi, L'ultimo tram, in «Rassegna lucchese», n. 1, 1999, pp. 7-13. Il racconto sarà poi inserito in A. Tabucchi, Tristano muore (2004), in Id., Opere, cit., vol. II, pp. 334-338. 19 A. Tabucchi, Tristano muore, cit., vol. II, pp. 334-335. 20 T. Rimini, I quaderni di Antonio Tabucchi e il cantiere della scrittura, in «Filologia e critica», n. 43, 2018, pp. 345-370 (in particolare pp. 366-370, sulle tendenze correttorie nell'ultima produzione tabucchiana). 21 R. Ceserani, Raccontare il postmoderno, cit., pp. 9-16. 22 La scuola di letterature comparate Synapsis, organizzata dalle Università di Bologna e di Siena (in collaborazione con numerose università europee) si tenne annualmente dal 2000 al 2014, alternativamente a Bertinoro e alla Certosa di Pontignano. Al termine di ciascuna edizione, i contributi presentati venivano raccolti ne «I quaderni di Synapsis», una collana pubblicata da Le Monnier. Per una ricostruzione dell'esperienza di Synapsis e del ruolo di Ceserani si veda O. Innocenti, Ceserani e Synapsis - European School for Comparative Studies, in P. Pellini e S. Lazzarin, Un «osservatore e testimone attento»,cit., pp. 311-328. 23 A. Tabucchi, La letteratura come "luogo di espiazione" in Kenzaburō Ōe e Günter Grass, cit., pp. 71-79. In realtà, come detto, Tabucchi aveva presentato il suo intervento a Synapsis in francese, traducendo piuttosto fedelmente il titolo originariamente proposto a Ceserani: Quand les fils se croyent coupables des fautes des leur pères: Kenzaburō Ōe et Günter Grass. Il programma della conferenza e di quelle successive è consultabile al link: <http://www3.unisi.it/ricerca/dottorationweb/comp-ltc/files/Synapsis_Book_ITA_last2.pdf> (ultimo accesso 13 giugno 2023). 24 Ceserani si riferisce all'articolo di Tabucchi, No ai Savoia. Ha ragione Lei Galante Garrone, in Corriere della Sera, 17 luglio 2000 (contro il rientro della famiglia Savoia in Italia, risposta all'intervista a Alessandro Galante Garrone di Paolo Griseri, «Ma prima di farli tornare qui lasciate morire i vecchi come me», in «la Repubblica», 16 luglio 2000). La polemica proseguirà nelle settimane successive con altri articoli: A. Tabucchi, Un referendum sul ritorno dei Savoia, in «Corriere della sera», 26 luglio 2000 (in risposta a G. Montefoschi, Le colpe (e i meriti) dei padri, in «Corriere della sera», 18 luglio 2000) e Id., Savoia sì, Savoia no nel Paese del "tanto è lo stesso", in «Corriere della Sera», 15 agosto 2000 (in risposta a A. Sofri, Il Signor Rossi e il bando dei Savoia, in «la Repubblica», 13 agosto 2000). 25 Sulla novella «greca» vedi R. Ceserani, Bussando alla porta di Antonio Tabucchi, cit., pp. 100-108. 26 R. Ceserani, Un messaggio dall'isola di Arianna, cit., p. 12. 27 Ibid. Cfr. con le riflessioni sul tempo postmoderno in R. Ceserani, Raccontare il postmoderno, pp. 142-143. 28 R. Ceserani, Tempora mutantur, in «Belfagor», vol. 61, n. 2, 31 marzo 2006, pp. 217-224. Il caso di Pera è poi ripreso brevemente in Intellettuali liquidi o in liquidazione?, in P. Antonello e F. Mussgnug (a cura di), Postmodern Impegno: Ethics and Commitment in Contemporary Italian Culture, Oxford, Peter Lang, 2009, dove è messo in contrasto proprio con la figura di Tabucchi. 29 A. Tabucchi, Racconti con figure, a cura di T. Rimini, Palermo, Sellerio, 2011. 30 R. Ceserani, L'occhio della medusa. Fotografia e letteratura, Torino, Bollati Boringhieri, 2011. Nel volume anche un'analisi del ruolo della fotografia in Tabucchi, soprattutto ne Il filo dell'orizzonte, pp. 266-291. 31 La rivista on-line «Aracne» ospitò dal 2012 al 2016 la rubrica «Messa a fuoco» di Remo Ceserani. I cinquantacinque interventi, di vario genere e tema, si possono ora leggere a questo link <https://aracne-rivista.it/messa-a-fuoco/> (ultimo accesso 13 giugno 2023). 32 R. Ceserani, Il romanzo sui pattini, Ancona, Transeuropa, 1990. 33 Il riferimento è Antonio Tabucchi: A Collection of Essays, a cura di B. Ferraro e N. Punster, numero monografico di «Spunti e ricerche», n. 12, 1997, che, però, nella versione finale non contiene il saggio di Francese. 34 Un primo risultato di questo lavoro è il già citato articolo di Remo Ceserani, The Art of Fixing Shadows and Writing with Light: Tabucchi and Photography, in B. Ferraro e N. Punster, Antonio Tabucchi: A Collection of Essays, cit. 35 Il riferimento specifico è alla teoria di psicologia evoluzionista basata sul concetto di modularità della mente sviluppata da John Tooby e Leda Cosmides che spiega il funzionamento della mente in analogia con quello del coltellino svizzero: vedi J. Tooby e L. Cosmides, Beyond intuition and instinct blindness: toward an evolutionarily rigorous cognitive science, in «Cognition», n. 50, 1994, pp. 41-77. Più in generale, il riferimento sembra indicare un interesse comune verso le contaminazioni tra letteratura e scienza. A questo proposito si veda anche R. Ceserani, Convergenze. Gli strumenti letterari e le altre discipline, Milano, Bruno Mondadori, 2010, in particolare pp. 130-140; sappiamo inoltre che Tabucchi era un appassionato lettore delle opere di Antonio Damasio: si veda, per esempio, la recensione a Ogni promessa di Andrea Bajani, La fabbrica delle coscienze. Il romanzo di Bajani e la letteratura come memoria degli altri, in «la Repubblica», 19 ottobre 2010 (ora in A. Tabucchi, Di tutto resta un poco, pp. 237-240) dove la teoria di Damasio diventa base per l'analisi letteraria. 36 R. Ceserani, Marianello Marianelli, in «Belfagor», vol. 67, n. 1, 31 gennaio 2012, pp. 32-44. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2023 <http://www.boll900.it/2023-i/Pinton.html> gennaio-maggio 2023, n. 1-2 |