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Note:


1  A. Tabucchi, Controtempo, in Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema, a cura di A. Dolfi, Milano, Feltrinelli, 2013, p. 31. L'espressione è del filosofo Jankélévitch, uno dei riferimenti filosofici essenziali per la riflessione tabucchiana sul tempo, cfr. V. Jankélévitch, L'irréversible et la nostalgie, Paris, Flammarion, 1974.

2  Cfr. A. Tabucchi, Piccoli equivoci senza importanza, Milano, Feltrinelli, 1985, p. 7. Una storia letteraria della saudade è proposta da Tabucchi nel testo concepito in omaggio a Remo Ceserani, L'araba fenice. Tentativo dissennato di spiegare a un amico una parola indefinibile, in Studi di letterature comparate in onore di Remo Ceserani, 2 voll., Manziana, Vecchiarelli, 2003, vol. I, Letture e riflessioni critiche, a cura di M. Domenichelli, P. Fasano, M. Lavagetto, N. Merola, pp. 347-354, ora in A. Tabucchi, Di tutto resta un poco, cit., pp. 56-64. Anche in questo saggio la saudade viene accostata al "desìo" dantesco, come già in R. Petri, Intervista con Tabucchi, in «Leggere», n. 61, giugno 1994, pp. 70-71: «Forse in italiano ci sarebbe una bella parola per tradurla, però una parola arcaica, disusata. Io la saudade l'avvicino molto al disìo dantesco [...] Ecco, quel disìo è una parola molto complessa, indica uno slancio, un rimorso, un'aspirazione. La saudade può essere nostalgia del futuro, un desiderio di futuro, e inoltre nostalgia per le cose che avrebbero potuto essere e che non sono state ». Tra i numerosi studi critici si segnala quello di E. Conti e G. Pallini, Les voix de la nostalgie dans l'œuvre d'Antonio Tabucchi, in P. Gasparini e E. Zunino (a cura di), Nostalgie. Conceptualisation d'une émotion, Nancy, Éditions Universitaires de Lorraine, 2021, pp. 461- 473.

3  Rimando al capitolo dedicato alla pittura del mio studio su Antonio Tabucchi and the Visual Arts. Images, Visions, and Insights, Berlin, Peter Lang, 2018, pp. 47-91.

4  M. Jansen, Tabucchi: molteplicità e rovescio, in N. Roelens e I. Lanslots (a cura di), Piccole finzioni con importanza. Valori della letteratura italiana contemporanea, Atti del convegno internazionale (Antwerpen, maggio 1991), Ravenna, Longo, 1993, p. 145.

5  Cfr. L. Doninelli, Macché letteratura è propaganda, in «Il Giornale», 9 marzo 1994; O. Pivetta, Tabucchi rosso, il critico nero, in «l'Unità», 10 marzo 1994; e, per una sintesi della polemica divampata attorno a Sostiene Pereira, P. di Stefano, Ti stronco. In nome dell'ideologia, in «Corriere della sera», 18 marzo 1994.

6  O. Pivetta, in Quadri in rivolta, intervista ad Antonio Tabucchi, «l'Unità», 27 settembre 1993.

7  Ibid.

8  A. Tabucchi, L'impegno, che rebus!, in Id., L'oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando, Milano, Feltrinelli, 2006, p. 132. Sull'Urfascismo si veda U. Eco, Il fascismo eterno, Milano, La nave di Teseo, 2018.

9  P. Mattei, Intervista a A. Tabucchi, in «Il Tempo», 10 aprile 1991.

10  Ibid.

11  Cfr. F. Van Eckhout, Sostiene Tabucchi, «Romaneske», a. XIX, n. 3, 1994, pp. 21-31.

12  A. Tabucchi, Sostiene Pereira, Milano, Feltrinelli, 1994, p. 158.

13  Cfr. A. Tabucchi, L'impegno, che rebus!, in Id.,L'oca al passo, cit., p. 132: «la mia più che una visione politica è esistenziale, e il rovescio o l'equivoco possono essere dei modi di leggere la realtà che ci circonda, di guardare l'altra faccia della medaglia.».

14  A. Tabucchi, Lisbona. Rua da Saudade, in Id., Viaggi e altri viaggi, a cura di P. Di Paolo, Milano, Feltrinelli, 2010, p. 168.

15  A. Tabucchi, Controtempo, in Id., Di tutto resta un poco, cit., p. 20.

16  Cfr. A. Tabucchi, Piazza d'Italia. Favola popolare in tre tempi, un epilogo e un'appendice (1975), Milano, Feltrinelli, 1993, pp. 25-26.

17  Ibid.

18  Ibid.

19  Cfr. V. Sereni, Taccuino d'Algeria (1944), Pistoia, Via del Vento, 2000, p. 19 e ss.

20  A. Tabucchi, Primo Levi, in Id., Di tutto resta un poco, cit., p. 109.

21  A. Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi, Milano, Feltrinelli, 2001, p. 90.

22  Ivi, pp. 90-91.

23  Sul negazionismo Tabucchi torna in un articolo del 2005 in polemica con Sofri a proposito dell'arresto in Austria dello storico negazionista David Irving. Cfr. A. Tabucchi, Auschwitz è un'idea come un'altra, in Id., L'oca al passo, cit., pp. 66-67.

24  Cfr. M. Jansen, L'attraente repulsione dei totalitarismi, in Echi di Tabucchi / Échos de Tabucchi, Actes du Colloque International (Aix-en-Provence, 12-13 gennaio 2007), a cura di P. Abbrugiati, in «Italies», numéro spécial, 2007, pp. 281-298.

25  A. Tabucchi, Controtempo, in Id., Di tutto resta un poco, cit., p. 31.

26  Ivi, p. 27.

27  Oltre al passo sopra riportato, si veda anche Tabucchi, Auschwitz è un'idea come un'altra, in L'oca al passo, cit., p. 66, dove si legge: «Quel "fatto" che il filosofo Vladimir Jankélévitch ha definito l'Indicibile e che la giurisprudenza internazionale ha dichiarato "imprescrittibile"[...]». Cfr. V. Jankélévitch, Perdonare?, Firenze, Giuntina, 1987.

28  L'indagine potrebbe godere di riscontri con altri racconti tabucchiani, in particolare con I treni che vanno a Madras, in Id., Piccoli equivoci senza importanza, cit., e Bucarest non è cambiata per niente, in Id., Il tempo invecchia in fretta, Milano, Feltrinelli, 2009, dove la Shoah resta il presupposto del narrato, il trauma taciuto o solo alluso che garantisce il senso della narrazione. Anche il racconto Che ore sono da voi?, pubblicato postumo nell'antologia omonima curata da P. Di Paolo, Milano, Feltrinelli, 2020, ritorna sul tema della Shoah, confermandone la presenza diffusa nell'universo narrativo tabucchiano.

29  A. Tabucchi, Sostiene Pereira, cit., p. 67.

30  È significativo che la macelleria ebraica venga nominata per la prima volta subito dopo il riferimento a un fatto di sangue di cui il giornale di Pereira «non aveva avuto il coraggio di dare la notizia [...] e chi poteva avere il coraggio di dare una notizia del genere, che un carrettiere socialista era stato massacrato in Alentejo sul suo barroccio e aveva cosparso di sangue tutti i suoi meloni? Nessuno, perché il paese taceva e non poteva fare altro che tacere, e intanto la gente moriva e la polizia la faceva da padrona», Ivi, pp. 13-14. Consapevole del crescendo di violenza che lo circonda, in una Lisbona «avvolta in un sudario di calura», che come «tutta l'Europa puzza di morte», Ibid., Pereira non può ancora tradurre in azione il suo rovello interiore, se non replicando quel pattern di consolidate abitudini che solo l'incontro con Monteiro Rossi sarà in grado di smantellare: «Si recò al Café Orquídea, che era lì a due passi, dopo la macelleria ebraica, e si sedette a un tavolino [...]. Ordinò una limonata», Ibid.

31  Cfr. C. Klopp, La violenza collettiva e il senso del male nella narrativa di Antonio Tabucchi, in «Cahiers d'études italiennes», n. 3, 2005, pp. 115-123.

32  Cfr. P. Burrin, L'antisemitismo nazista, Torino, Bollati Boringhieri, 2004.

33  A. Tabucchi, Sostiene Pereira, cit., p. 58.

34  Cfr. A. Tabucchi, Notturno indiano, Palermo, Sellerio, 1984, pp. 96-109.

35 A. Tabucchi, Sostiene Pereira, cit., p. 72.

36  E. Conti, Evanescência e leveza: as personagens de Antonio Tabucchi no espelho da nostalgia / Evanescenza e leggerezza: i personaggi di Antonio Tabucchi allo specchio della nostalgia, in M.J. de Lancastre (a cura di), Gálaxia Tabucchi / Galassia Tabucchi, Fundação Calouste Gulbenkian, Lisbona, 2021, pp. 119-135.

37  Ivi, p. 128.

38  Ivi, p. 73.

39  Cfr. E.W. Said, Representations of the Intellectual. The 1993 Reith Lectures, New York, Vintage Books, 1994, specialmente il capitolo Intellectual Exiles: Expatriates and Marginals, pp. 47-64.

40  V. Sereni, Taccuino d'Algeria (1944), cit., pp. 20-21.

41  Cfr. I. Calvino, La sfida al labirinto, in Id., Saggi, vol. I, a cura di M. Barenghi, Milano, Mondadori, 1995, pp. 105-123.

42  I. Calvino, Le città invisibili, in Id., Romanzi e racconti, vol. II, a cura di M. Barenghi e B. Falcetto, Milano, Mondadori, 1992, pp. 497-498.

43  Cfr. J.-F. Lyotard, Le Postmoderne expliqué aux enfants, Paris, Éditions Galilée, 1986. Alla luce delle note riflessioni di Adorno, Auschwitz viene assunto da Lyotard come evento paradigmatico della crisi dei valori della modernità. Cfr. anche Th.W. Adorno, Prismi, Torino, Einaudi, 1972; E. Traverso, Auschwitz e gli intellettuali, Bologna, il Mulino, 2004.

44  A. Tabucchi, Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori, Milano, Feltrinelli, 2003, p. 47.


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