![]() Note: 1 R. Ceserani, Viaggio in Italia del dottor Dapertutto. Attraverso vizi (e virtù) degli intellettuali, Bologna, il Mulino, 1996, pp. 60-61. 2 Ivi, p. 9. 3 Ivi, p. 62. 4 Ibid. 5 Ivi, p. 88. 6 Ivi, p. 90. 7 Ivi, pp. 88-89. 8 Ivi, p. 89. 9 Secondo Attilio Scuderi, attorno alle questioni dello smarrimento degli intellettuali e del ritorno alle logiche del localismo come rimedio consolatorio «a una globalizzazione incontrollata [...] si sviluppano alcune delle pagine più interessanti del Dottor Dapertutto, dedicate alla costruzione mancata della soggettività europea e alla scommessa politica e civile che il Vecchio Continente rischiava (e rischia) di perdere», cfr. A. Scuderi, L'intellettuale nella rete. Remo Ceserani, il dottor Dapertutto e la crisi italiana degli anni Novanta, in S. Lazzarin e P. Pellini (a cura di), Un «osservatore e testimone attento». L'opera di Remo Ceserani nel suo tempo, Modena, Mucchi, 2018, p. 260. Scuderi colloca la riflessione di Ceserani-Dapertutto nel contesto di un'Europa «percorsa dal ritorno dei fascismi» (ivi, p. 261) e insanguinata dalla «nuova guerra civile europea che si consuma nell'ex Jugoslavia» (ivi, p. 262), e la connette ad «altri temi profeticamente intuiti: la crisi radicale dei partiti [...], la dimensione "liquida" della tarda modernità - con un'anticipazione sintonica di molti degli argomenti che sarebbero stati espressi da Zygmunt Bauman nel suo Liquid Modernity - e il liquefarsi degli attori forti (Stati, partiti, individui) della storia otto-novecentesca» (ivi, p. 261). 10 Cfr. R. Ceserani, Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, in I. Paccagnella e E. Gregori (a cura di), Ernst Robert Curtius e l'identità culturale dell'Europa, Atti del XXXVII Convegno Interuniversitario (Bressanone-Innsbruck, 13-16 luglio 2009), Padova, Esedra, 2011, pp. 143-151. La citazione viene ripresa nel titolo del volume di prossima pubblicazione a cura di Lazzarin e Pellini: R. Ceserani, Un'idea diversa dell'Europa. Otto saggi sull'identità transnazionale europea, a cura di S. Lazzarin e P. Pellini, postfazione di B. Laghezza, Macerata, Quodlibet, 2024. I testi di Ceserani ripubblicati da Lazzarin e Pellini sono i seguenti, tutti già editi su rivista, in atti di convegno o in miscellanee di studi: La «conversazione poetica» fra leggerezza e resistenza, in N. Muschitiello e V. Bagnoli (a cura di), L'Europa dei poeti, Atti del Convegno (Bologna, Centro di Poesia Contemporanea, 27-28 aprile 1998), Bologna, CLUEB, 1999, pp. 65-69; La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, in I. Fried e A. Carta (a cura di), Le esperienze e le correnti culturali europee del Novecento in Italia e in Ungheria, Atti del Convegno (Budapest, 24-25 aprile 2003), Budapest, ELTE, 2003, pp. 35-52, poi anche in «Italogramma», n. 10, 2016, <https://ojs.elte.hu/italogramma/article/view/5561> (ultimo accesso: 19/05/2024); Denis de Rougemont e la sua idea dell'Europa, trad. it. di Denis de Rougemont and his Idea of Europe, in C. Braga (a cura di), Les imaginaires européens, Atti del Convegno (Cluj, 22-24 settembre 2005), in «Caietele Echinox», vol. 10, 2006, pp. 24-31; Per una mappa della storia letteraria d'Europa, trad. it. di Drawing a Map of a Literary History of Europe, in G. Lindberg-Wada (a cura di), Studying Transcultural Literary History, Berlin-Boston, De Gruyter, 2006, pp. 169-179; La scelta fra identità e appartenenza e fra asssimilazione e integrazione, in «Scritture Migranti», n. 5, 2011, pp. 43-56; Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit.; L'immaginario europeo, in A. Vranceanu e A. Pagliardini (a cura di), Rifondare la letteratura nazionale per un pubblico europeo. Da un'idea di Giuseppe Mazzini, Frankfurt am Main, Peter Lang, 2015, pp. 57-76; Allargare i confini, in «La ricerca» [Loescher], nuova serie, n. 12, a. 5, maggio 2017, numero monografico sul tema Insegnare l'Europa, pp. 20-27, poi anche nella versione on line della rivista disponibile su <https://laricerca.loescher.it/allargare-i-confini/> (ultimo accesso: 19/05/2024). 11 Cfr. Id., La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., p. 38; Id., Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., p. 24; Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., p. 144; Id., L'immaginario europeo, cit., p. 70. 12 Id., L'immaginario europeo, cit., p. 58. 13 Ivi, p. 70. 14 Ibid. 15 Cfr. Id., La «conversazione poetica» fra leggerezza e resistenza, cit. 16 Cfr. D. de Rougemont, L'Europe en jeu. Trois discours suivis de Documents de la Haye, Boudry, Les Éditions de la Baconnière, 1948; Id., Vingt-huit siècles d'Europe. La conscience européenne à travers les textes, d'Hésiode à nos jours, Paris, Payot, 1961; Id., Écrits sur l'Europe, a cura di Ch. Calame, Paris, Éditions de la Différence, 1994, vol. I: 1948-1961, vol. II: 1962-1986. 17 Cfr. J. Fischer, Vom Staatenverbund zur Föderation. Gedanken über die Finalität der europäischen Integration, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 2000. 18 Cfr. C. Rosselli, Socialisme libéral, trad. fr. di S. Priacel, Paris, Valois, 1930, e gli interventi pubblicati sui «Quaderni di Giustizia e Libertà» (1932-1935); B. Croce, Storia dell'Europa nel secolo decimonono, Bari, Laterza, 1932; A. Monti, L'idea federalista italiana e i progetti di federazione europea, Milano, Sonzogno, 1945; C. Morandi, L'idea dell'unità politica d'Europa nel XIX e XX secolo, Milano, Marzorati, 1948; A. Saitta, Dalla Repubblica cristiana agli Stati Uniti d'Europa, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1948; D. Visconti, La concezione unitaria dell'Europa nel Risorgimento italiano, Milano, Vallardi, 1948; L. Salvatorelli, La rivoluzione europea (1848-1849), Milano, BUR, 1949; F. Chabod, Storia dell'idea di Europa, a cura di E. Sestan e A. Saitta, Roma-Bari, Laterza, 1961; M. Albertini, Il Risorgimento e l'unità europea (1961), Napoli, Guida, 1979. 19 Ceserani ricorda, in opposizione ai «sostenitori del modello francese (Cavour, Manzoni, e tanti altri», le posizioni di chi invece si espresse «in favore di un processo meno decisamente centralizzante e più federalistico per quanto riguardava le istituzioni politiche e civili (Carlo Cattaneo, e con lui altri, fra cui Nievo), meno omogeneizzante e più gradualistico e rispettoso delle fortissime differenziazioni locali per quanto riguardava la formazione di una lingua nazionale italiana (Graziadio Isaia Ascoli)», cfr. R. Ceserani, La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., pp. 41-42. 20 Ivi, p. 37. 21 Id., Raccontare la letteratura, Torino, Bollati Boringhieri, 1990, p. 65. A fine anni Novanta, il tema della tradizione italiana da inquadrare alla luce degli opposti concetti di localismo e cosmopolitismo e la questione del potere che la letteratura possiede di «tenere insieme una nazione» ritornano in Id., Guida allo studio della letteratura, Roma-Bari, Laterza, 1999 (si vedano in particolare le pp. 314-318 e 399-401; la citazione è tratta da p. 316). Su questi stessi argomenti cfr. G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, Bologna, il Mulino, 2012, pp. 37-41 (gli autori precisano nella prefazione che, sebbene il volume sia il frutto di un lavoro a quattro mani, i capitoli I e V sono da attribuire a Ceserani, e i capitoli II, III e IV a Benvenuti). 22 Ceserani usa il concetto di frontiera rielaborando le tesi dei semiotici russi Jurij Lotman e Boris A. Uspenskij e indicando, attraverso questa nozione, «il modo in cui una cultura delimita il proprio spazio culturale e percepisce la propria separatezza e differenza dalle altre culture [...]: i gruppi sociali si riconoscono nel proprio modello culturale mettendolo a confronto con quello dei gruppi sociali vicini. Si danno gruppi sociali tendenzialmente chiusi in sé e autonomi, delimitati entro le proprie frontiere culturali, che considerano la propria cultura come unica e le altre come non-culture (e gli altri popoli quindi come "stranieri" o "barbari"); e si danno invece modelli culturali che riconoscono la pluralità dei modelli e delle culture e le frontiere come luoghi di scambio e confronto», cfr. Id., Guida allo studio della letteratura, cit., p. 513. Il concetto di frontiera entra così in sinergia con quello di polisistema (mutuato dallo studioso israeliano Itamar Even-Zohar) e con l'idea che le diverse culture siano dei sistemi, «ciascuno autonomo ma in rapporto con gli altri» (ivi, p. 329). 23 Id., Raccontare la letteratura, cit., p. 88. 24 Ibid. 25 Ceserani discute di questa specifica concezione dell'Europa in: Id., Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., pp. 24-25; Id., Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 173; Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., pp. 143-144; G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 32-33, 47-48, 54-57; R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., pp. 57-58. 26 Su questa opposta idea di Europa, a cui Ceserani si sente ovviamente più affine, si vedano invece le riflessioni seguenti: Id., La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., p. 38; Id., Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., pp. 25 sgg.; Id., Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., pp. 174-176; Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., pp. 144-148; G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 33-35; R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., p. 58. 28 R. Ceserani, Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., pp. 174-175. Ceserani si dichiara tuttavia meno incline a sostenere le tesi di de Rougemont in merito al canone comune su cui, nell'opinione del filosofo, si fonderebbe la letteratura europea (Virgilio, Dante, Shakespeare, Cervantes, Goethe, Joyce, Proust, ecc.): «I am not inclined to follow him on this line, and would personally prefer to insist, also in the case of literature, on the principle of diversification within a very large and complex mixture of traditions, languages, customs, ideologies» (cfr. Id., Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., p. 28). 29 D. de Rougemont, L'Europe en jeu. Trois discours, cit., p. 33. 30 R. Ceserani, Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., p. 27. 31 Cfr. S. de Madariaga, Bosquejo de Europa, México, Editorial Hermes, 1951. 32 Cfr. E. Morin, Penser l'Europe, Paris, Gallimard, 1987. 33 Tz. Todorov, Le nouveau désordre mondial. Réflexions d'un Européen, Paris, Robert Laffont, 2003, p. 98. Ecco come Todorov spiega questo paradosso: «En affirmant: "Rendez à César ce qui est à César, et à Dieu ce qui est à Dieu" (Mt, XXII, 21) et "Mon règne n'est pas de ce monde" (Jn, XVIII, 36), le Christ pose la séparation radicale entre Ciel et Terre, entre le théologique et le politique. La laïcité désigne, non l'absence ou le rejet du religieux, mais cette séparation même, et donc le refus d'imposer les valeurs chrétiennes par le glaive» (ibid.). 34 Ceserani ritrova l'esempio della Svizzera come modello per la convivenza di tutti i paesi dell'UE anche nel pensiero del germanista Peter von Matt, il quale, in un intervento del 2007 alla radio svizzera, «ha dichiarato: "Die Heimat der Schweiz ist Europa" (la patria della Svizzera è l'Europa)», cfr. R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., p. 74. Inoltre, accanto all'esempio elvetico, Ceserani cita spesso, nei suoi scritti, il Belgio, la Finlandia, il Canada e l'India come ulteriori esempi di Stati plurilinguistici e pluriculturali. L'idea di Europa di Denis de Rougemont, commentata in particolare nei saggi del 2006 Denis de Rougemont and his Idea of Europe e Drawing a Map of a Literary History of Europe, poi negli articoli del 2011 La scelta fra identità e appartenenza e fra assimilazione e integrazione e Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, viene ripresa da Ceserani nel primo capitolo di La letteratura nell'età globale (cit.), alle pp. 34-35. In aggiunta ai tre fattori già evidenziati per spiegare la complessità e l'intrinseca contraddittorietà che per de Rougemont caratterizzano l'identità europea, Ceserani ricorda altri elementi presenti nella riflessione sull'Europa del pensatore svizzero: la molteplicità delle lingue parlate nel continente, la costruzione di Stati-nazione forti e accentrati, la concezione della persona umana come autonoma e al tempo stesso capace di contribuire ai valori della comunità, lo spirito critico e la tendenza ad affrancarsi dal sacro, dai miti e dalle credenze religiose, il condizionamento della materialità e la propensione all'astrazione, cfr. Id., La scelta fra identità e appartenenza e fra assimilazione e integrazione, cit., p. 49. 35 Cfr. J. Habermas, Remarks on Dieter Grimm's «Does Europe Need a Constitution?», in «European Law Journal», I, 1995, pp. 303-307; Id., Euroskepsis, Markt Europa oder Europa der (Welt)-Bürger, in Id., Zeit der Übergänge. Kleine politische Schriften IX, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 2001, pp. 85-103; Id., Why Europe Needs a Constitution, in «New Left Review», 2nd series, 11, September-October 2001, pp. 5-26; Id., Ach Europa! Kleine politische Schriften XI, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 2008. 36 Le posizioni di Habermas vengono discusse in particolare nei saggi seguenti: R. Ceserani, La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., p. 38; Id., Denis de Rougemont and his Idea of Europe, cit., p. 24; Id., Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 171; Id., La scelta fra identità e appartenenza e fra asssimilazione e integrazione, cit., pp. 46-47; Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., pp. 144-145; G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 33-34; R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., p. 58. 37 Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., p. 145. 38 Cfr. Id., La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., pp. 39-41, 44-51. 39 Cfr. ivi, p. 41 e pp. 44-45. Sulla problematizzazione di questo duplice stereotipo, che Ceserani, nell'articolo del 2003, commenta sulla scorta del saggio di G.E. Rusconi, Germania Italia Europa. Dallo stato di potenza alla "potenza civile", Torino, Einaudi, 2003, si veda il libro pubblicato da F. Focardi, Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale, Roma-Bari, Laterza, 2013. 40 Cfr. U. Eco, Il fascismo eterno, Milano, La nave di Teseo, 2019. Nella Nota dell'autore che introduce questo libro pubblicato postumo, Eco precisa che «Il fascismo eterno è stato pronunciato in versione inglese a un simposio organizzato dai dipartimenti d'italiano e francese della Columbia University, il 25 aprile 1995, per celebrare la liberazione dell'Europa. È poi apparso come Eternal Fascism su "The New York Review of Books" (22 giugno 1995) ed è stato tradotto su "La Rivista dei Libri" di luglio-agosto 1995 come Totalitarismo fuzzy e Ur-Fascismo (versione che si distingue da quella [...] pubblic[ata nel libro] solo per qualche lieve riaggiustamento formale)» (ivi, p. 7). 41 R. Ceserani, Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 172. 42 Ivi, pp. 171-172. 43 Cfr. Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., p. 143; G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 13-18; R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., pp. 58-61. 44 Ceserani prende in prestito la doppia metafora della radice e dell'àncora da Z. Bauman, Does Ethics Have a Change in a World of Consumers?, Cambridge-London, Harvard University Press, 2008. Invece la duplice metafora del crogiolo e dell'insalatiera è mutuata da J. Lanchester che, in The Debt to Pleasure: a Novel (London, Picador, 1996), la reinterpreta «contrapponendo una daube, cioè uno stufato che coagula a fuoco alto tutti gli ingredienti, e una [sic] sauté, cioè uno stufato cucinato in modo da mantenere le proprietà e i sapori dei singoli ingredienti» (R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., p. 72). 45 Cfr. Id., La scelta fra identità e appartenenza e fra assimilazione e integrazione, cit.: si vedano in particolare le pp. 51-54, in cui Ceserani illustra la politica dell'assimilazione e quella dell'integrazione prendendo in esame, rispettivamente, la realtà urbana di Chicago, negli USA, e quella di Toronto, in Canada, e commenta le diverse posizioni assunte in merito a questi problemi dall'ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama (cfr. B. Obama, Dreams from My Father, New York, Times Books, 1995; Id., A More Perfect Union, in «Wall Street Journal», March 22, 2008) e dall'intellettuale canadese Michael Ignatieff (cfr. M. Ignatieff, Blood and Belonging: Journeys into the New Nationalism, New York, Farrar, Straus and Giroux, 1994; Id., Getting Iraq Wrong, in «The New York Times Magazine», August 5, 2007). Cfr. anche R. Ceserani, L'immaginario europeo, cit., pp. 71-72. Ceserani mette inoltre in guardia dal rischio che la nozione di differenza diventi anch'essa, nell'età globale, uno stereotipo o una merce, come dimostra la pungente critica che egli muove all'immagine dell'Italia da cartolina o del Made in Italy che tanto successo ha all'estero: «È un fatto che l'identità culturale italiana, così carica di complessità storiche e di fallimenti, da molti punti di vista ancora provvisoria e incompleta, è nel frattempo, nella dimensione della globalizzazione, divenuta una merce. Noi vendiamo l'immagine dell'Italia, delle sue antiche città e monumenti (Firenze, Venezia, Roma), di alcuni dei suoi paesaggi (la Toscana), al mondo, e allo stesso tempo, sui mercati mondiali della moda e degli stili di vita, vendiamo la cucina italiana, l'abbigliamento, l'arredamento, perfino la nostra gestualità ("ciao!"). Questa immagine astratta e idealizzata dell'Italia, che gode di tanto successo, non corrisponde a nessuna specifica realtà locale, e tuttavia vende benissimo e viene assorbita e integrata con notevole facilità in altri stili di vita (quelli americano, giapponese, sudamericano), con facilità superiore a quella delle immagini mercificate di altri paesi» (cfr. Id., La costruzione dell'identità nazionale italiana e, in prospettiva, di quella sopranazionale europea, cit., p. 50). Alla luce di queste considerazioni, viene da chiedersi come avrebbe commentato oggi Ceserani-Dapertutto il nome «Ministero delle Imprese e del Made in Italy» assegnato dal Governo Meloni al dicastero che si occupa di politica industriale, commercio e comunicazioni, o il lancio, previsto a partire dall'anno scolastico 2024-2025, del Liceo Made in Italy, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di formare gli studenti a diventare giovani imprenditori e a promuovere i prodotti e i marchi italiani nel mondo, o la controversa campagna pubblicitaria Italia. Open to meraviglia, realizzata nel 2023 dal Ministero del Turismo ed ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), in cui la Venere botticelliana veste i panni di una moderna influencer che accompagna il visitatore straniero in una vacanza da turismo di massa. 46 Cfr. Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., p. 151. 47 Cfr. Id., Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 176. 48 Id., L'immaginario europeo, cit. p. 62. 49 Sull'opportunità di costruire mappe utili a cartografare i più svariati fenomeni politico-economici e socio-culturali che hanno caratterizzato la storia dell'Europa, cfr. Id., Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 178; Id. L'immaginario europeo, cit., pp. 61-63. 50 Id., Raccontare la letteratura, cit., pp. 72-73. Giulio Iacoli descrive Ceserani come «un critico fortemente sollecitato a operare una visione o sintesi spaziale dei fenomeni culturali indagati» e sostiene che, in anni in cui «non si parla ancora di spatial turn, [...] Ceserani pare averne recepito e interpretato i caratteri distintivi», cfr. G. Iacoli, Superior stabat vulpis: Remo Ceserani di fronte agli studi culturali, in S. Lazzarin e P. Pellini (a cura di), Un «osservatore e testimone attento». L'opera di Remo Ceserani nel suo tempo, cit., p. 448. 51 Cfr. M.-C. Ropars, Écrire l'espace, Saint-Denis, Presses universitaires de Vincennes, 2002; B. Westphal, La Géocritique. Réel, Fiction, Espace, Paris, Les Éditions de Minuit, 2007. 52 R. Ceserani, Convergenze. Gli strumenti letterari e le altre discipline, Milano, Bruno Mondadori, 2010, p. 168. 53 Ivi, p. 169. 54 Id., Raccontare la letteratura, cit., p. 112. 55 Id., Un'idea diversa dell'Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, cit., p. 149. 56 Ivi, p. 151. 57 Cfr. G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 180 e 182. 58 Cfr. E. Morin, Penser l'Europe, cit., p. 129: «Le génie européen n'est pas seulement dans la pluralité et dans le changement, il est dans le dialogue des pluralités qui produit le changement» (nel suo saggio Ceserani afferma di riscrivere una formula proposta da Denis de Rougemont, ma in realtà la paternità della frase in questione è da attribuire, per l'appunto, a Morin). Per l'influenza della teoria della complessità nell'opera di Ceserani, cfr. L. Cepparrone, La complessa tessitura del racconto nelle storie letterarie, in S. Lazzarin e P. Pellini (a cura di), Un «osservatore e testimone attento». L'opera di Remo Ceserani nel suo tempo, cit., p. 122. 59 Cfr. S. Fish, Is there a Text in this Class? The Authority of Interpretive Communities, Cambridge, Harvard University Press, 1980. 60 Cfr. G. Graff, Teaching the Conflicts, in D.J. Gless e B. Herrnstein Smith (a cura di), The Politics of Liberal Education, fascicolo speciale di «The South Atlantic Quarterly», n. 89, Winter 1990, pp. 51-67. 61 Cfr. R. Ceserani, Guida allo studio della letteratura, cit., pp. 405-408. 62 Id., Raccontare la letteratura, cit., p. 96. Cfr. p. 95: «Senza rinunciare a concentrare l'attenzione sull'Italia e sulle sue varie realtà regionali, lo storico deve continuamente ricordarsi che, per comprendere i caratteri peculiari della situazione italiana, è necessario rivolgere spesso l'attenzione agli altri paesi europei, e particolarmente all'Inghilterra e alla Francia». 63 Cfr. Id., Guida allo studio della letteratura, cit., p. 317: «Una visione comparatistica della storia culturale e letteraria può tranquillamente occuparsi, prima ancora che delle frontiere esterne, di quelle interne». 64 Cfr. ivi, pp. 425-426: in queste pagine Ceserani riporta le posizioni del critico americano Joseph Hillis Miller, il quale «suggerisce di accettare la sfida della globalizzazione, rinunciare alle tradizionali partizioni dell'insegnamento e della ricerca sulla base delle unità nazionali e riorganizzarli attorno ad "aree di studio": studi europei, studi sulle due Americhe, studi sul Pacific Rim (i paesi che sorgono tutt'attorno al Pacifico), studi africani». Cfr. anche Id., Nuove storie letterarie sovranazionali sulla scena mondiale, in «Between», n. 6, vol. III, 2013, <https://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/1045/810> (ultimo accesso: 19/05/2024): l'articolo verte su alcuni esempi innovativi di storie letterarie costruite non sul paradigma nazionale ma su aree geografiche specifiche come l'Europa centro-orientale, la penisola iberica, l'America meridionale, ecc. 65 Id., Guida allo studio della letteratura, cit., pp. 314-315. 66 Id., Allargare i confini, cit., p. 21. 67 Ivi, p. 24. 68 Cfr. Id., Laboratori di cultura mistisangue, in «il manifesto», 22 novembre 1991, supplemento «La Talpa Libri», p. 1. Sul ruolo che gli scrittori mistisangue o appartenenti a più culture rivestono nel canone personale di Ceserani, cfr. M. Jansen, Ceserani critico militante della letteratura italiana contemporanea per «il manifesto», in S. Lazzarin e P. Pellini (a cura di), Un «osservatore e testimone attento». L'opera di Remo Ceserani nel suo tempo, cit., pp. 193-194. 69 R. Ceserani, Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 178. 70 Cfr. Id., Insegnare i conflitti. Il canone scardinato dalle differenze di genere, cultura, etnicità, in «il manifesto», 9 maggio 1991, p. 10; Id., Su periodizzazioni e canoni nella letteratura contemporanea, in «L'Asino d'Oro», n. 4, a. II, novembre 1991, numero monografico sul tema Il non finito nella letteratura e nell'arte, pp. 145-154; Id., Cannonate, in «Inchiesta Letteratura», n. 110, a. XXV, ottobre-dicembre 1995, numero monografico sul tema I classici nella cultura e nell'editoria italiana contemporanea, pp. 67-74; Id., Appunti sul problema dei canoni, in «Allegoria», n. 29-30, a. X, maggio-dicembre 1998, numero monografico Sul canone, pp. 58-74; Id., Guida allo studio della letteratura, cit., pp. 415-427; Id., Discussione sul canone, in «Quaderns d'Italià», n. 4-5, 1999-2000, dossier sul tema Riflessioni sul canone della letteratura italiana nella prospettiva dell'insegnamento all'estero, pp. 19-23, <https://revistes.uab.cat/quadernsitalia/article/view/v4-redazione-antonelli-ceserani-coletti-et-al> (ultimo accesso: 19/05/2024); Il canone del moderno: il Novecento letterario, dibattito con Remo Ceserani, Giancarlo Mazzacurati, Carlo Ossola, Giulio Ferroni, in U.M. Olivieri (a cura di), Un canone per il terzo millennio. Testi e problemi per lo studio del Novecento tra teoria della letteratura, antropologia e storia, Milano, Bruno Mondadori, 2001, pp. 194-242; R. Ceserani, Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit.; Id., Dante e il canone occidentale, in B. Peroni (a cura di) Leggere e rileggere la «Commedia» dantesca, Atti della Sesta Edizione del Convegno ADI-SD [Associazione degli Italianisti] (Milano, Università Statale, 3-4 dicembre 2008), Milano, Edizioni Unicopli, 2009, pp. 123-139; G. Benvenuti e R. Ceserani, La letteratura nell'età globale, cit., pp. 166-184; A. Sismondini (a cura di), Intervista a Remo Ceserani su letteratura e insegnamento, in «Laletteraturaenoi.it», 16 dicembre 2013, <https://laletteraturaenoi.it/2013/12/16/intervista-a-remo-ceserani-su-letteratura-e-insegnamento/> (ultimo accesso: 19/05/2024); R. Ceserani, Le antologie e le grandi opere come contributi alla costruzione dei canoni, in «Enthymena», n. XVII, 2017, pp. 16-21, <https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/8585/8245> (ultimo accesso: 19/05/2024). 71 B. Herrnstein Smith, Contingencies of Value, in R. von Hallberg (a cura di), Canons, Chicago, University of Chicago Press, 1984, pp. 5-39; Ead., Contingencies of Value: Alternative Perspectives for Critical Theory, Cambridge, Harvard University Press, 1988. 72 F. Kermode, Forms of Attention, Chicago, University of Chicago Press, 1985. 73 La metafora rinvia al noto saggio di Z. Bauman, Liquid Modernity, Cambridge, Polity Press, 2000. 74 R. Ceserani, Drawing a Map of a Literary History of Europe, cit., p. 179. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2023 <http://www.boll900.it/2023-i/Laghezza.html> gennaio-maggio 2023, n. 1-2 |