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Monica Berardi e Eleonora Conti
Energie nuove a teatro: la voce delle giovani compagnie della scena italiana
«Comprendere il nostro tempo attraverso lo sguardo di giovani autori italiani che scrivono per il teatro»: è questo l'obiettivo di FuturoPresente, una recente rassegna di drammaturgia contemporanea andata in onda su Rai Radio 3 (<https://www.raiplaysound.it/ricerca.html?q=futuropresente>). La scena del teatro italiano si rivela infatti ricca delle energie e delle idee che provengono dai drammaturghi di nuova generazione che, nonostante le difficoltà del periodo di sospensione degli spettacoli dal vivo e lungi dal cedere alla tentazione del ripiegamento e della paralisi creativa, non hanno interrotto i percorsi di ricerca intrapresi, pronti a riproporsi sul palcoscenico con il coraggio e l'entusiasmo di chi crede in quello che fa e ha qualcosa da dire. La chiusura a singhiozzo dei teatri, infatti, non ha comportato un lockdown delle nuove drammaturgie, grazie anche a diverse iniziative che hanno mantenuto viva la voce del teatro. Un esempio significativo, nato in un contesto locale ma caratterizzatosi da subito per un respiro internazionale, è stato "POLIS Teatro Festival", organizzato da ErosAntEros, compagnia teatrale ravennate fondata da Davide Sacco e Agata Tomšič nel 2010.
Pensato dapprima in presenza, ma trasformato nel 2020, per necessità, in convegno on-line, "POLIS Teatro Festival" ha visto la partecipazione di 67 ospiti internazionali e si è avvalso della collaborazione di un gruppo di spettatori attivi, i Visionari, uniti dalla comune passione per il teatro e incaricati di selezionare, tra i materiali pervenuti tramite apposito bando e resi disponibili sulla piattaforma on line Il sonar, lo spettacolo che meglio rispondeva alle istanze del festival. Inserita nel progetto "L'Italia dei Visionari", ideato dal direttore artistico di Kilowatt festival Luca Ricci, a cui hanno aderito in rete molte realtà del teatro e della danza sul territorio nazionale, la selezione degli spettacoli ha offerto ai cittadini-spettatori, tra cui chi scrive, la possibilità di accedere a un vasto repertorio di nuove produzioni di singoli artisti o compagnie emergenti e indipendenti, stimolando interrogativi e curiosità. È in questo contesto infatti che abbiamo avuto modo di conoscere due degli artisti intervistati in questa sezione, Antimo Casertano e Niccolò Fettarappa Sandri, i cui lavori, Il bambino con la bicicletta rossa (voci da un rapimento) e Apocalisse tascabile, sono risultati vincitori della selezione rispettivamente del 2020 e del 2021.
Il titolo dell'edizione del 2020 di "POLIS Teatro Festival", Quale teatro per il domani?, ha poi fornito lo spunto per le interviste realizzate per questa sezione di «Bollettino '900», che ci piacerebbe inaugurasse una sorta di osservatorio in progress sulla scena teatrale italiana contemporanea. Nel contesto sempre un po' in bilico dello stato delle arti nel nostro paese e in un confronto con le realtà europee con cui le compagnie intervistate necessariamente si relazionano, abbiamo inteso le interviste come strumento polifunzionale: come spazio di presentazione di artisti che abbiamo seguito con interesse in questi ultimi anni, come spunto di riflessione più ampia sullo stato di salute del teatro italiano a partire da realtà giovani (a volte giovanissime) ed anche come atto di fiducia verso una forma comunicativa e artistica, il teatro, che, se ha sempre molto da dirci su di noi, sul nostro presente e futuro, ne ha forse ancor di più nella condizione di estrema precarietà in cui ci troviamo a vivere oggi.
Ci siamo chieste dunque con quali strumenti le giovani compagnie abbiano affrontato questi ultimi due anni di crisi pandemica; se e come si sono riconfigurati i loro progetti o il loro approccio col pubblico in sala, una volta riaperti i teatri e gli spazi di rappresentazione; quali strumenti e quanto utili abbia offerto la rete in questo contesto di chiusura e isolamento; quali urgenze siano emerse dalla riflessione condivisa fra attori, drammaturghi, operatori della scena ed anche quale visione del mondo abbiano da offrire a noi spettatrici e spettatori.
Dalle domande e dall'interazione con ErosAntEros, Kepler-452, Collettivo lunAzione, Niccolò Fettarappa, Antimo Casertano è emerso un bisogno di "condensare" la realtà qui e ora, con spettacoli anche site specific e sperimentando nuove forme di interazione (magari collaborando insieme, come Kepler-452 e Collettivo lunAzione, che condividono lo stesso bisogno di portare il teatro fuori dai teatri); di indagare la realtà con tutti gli strumenti a disposizione (e Collettivo lunAzione, a partire dallo spettacolo con cui li abbiamo conosciuti, Il colloquio, ci dimostra che il sistema dell'intervista, come strumento di indagine preparatoria del testo da mettere in scena, può essere un buon modo per indagare il reale e cogliere la polifonia di voci che lo informa); di far collidere, anche, teatro e realtà, uscendo dalla messa in scena di un testo canonico in un luogo canonico (la sala), per poi tornare a teatro dopo una necessaria immersione in spunti e temi "altri", come propongono Kepler-452, che raccolgono i frutti della loro osservazione sul campo nel recente Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, portando sulla scena (e fra il pubblico in sala del Vie Festival) gli operai del Collettivo di fabbrica della GKN di Campi Bisenzio (<https://2022.viefestival.com/22/wp-content/uploads/2022/10/Libretto-IL-CAPITALE-.pdf>). È emerso poi il bisogno di valorizzare al massimo la parola, affabulare, praticare storytelling, per recuperare storie dimenticate eppure così utili per illuminare il presente (la storia di Ermanno Lavorini ricreata da Antimo Casertano e Giovanni Meola) o per riflettere sul lavoro dell'artista (come nel caso del corpo a corpo con Vincenzo Gemito) e sul suo rapporto mai pacificato con il mondo, l'autorità, il potere, l'arte stessa. Una parola in grado di esplorare tutti i registri linguistici, il che vale per tutte le compagnie intervistate, con una riflessione anche filosofica sul linguaggio che non disdegna il gioco e la parodia, come nel caso di Niccolò Fettarappa e dei suoi progetti che intendono «convocare sulla scena il mondo» senza cadere in accademismi di maniera e in riflessioni troppo intimiste.
Ma dalle interviste sono emersi anche il punto di vista e le esigenze e desideri di noi spettatrici e spettatori. Con lo stop agli spettacoli, ci siamo ritrovate affamate di teatro e, durante il lockdown, dopo un'esplorazione urgente di tutto ciò che la rete ha messo o rimesso a disposizione grazie a iniziative di teatri, festival, canali radio e tv internazionali, abbiamo provato soprattutto un grande desiderio di tornare in sala, in uno spazio dedicato, non necessariamente canonico, ma certo condiviso. Abbiamo sentito il bisogno di tornare a far parte di una comunità viva, segno che quella definizione che gli ErosAntEros hanno evidenziato nel loro sito, quell'esigenza primaria di «agganciare il teatro alla vita», è lo specchio di un'esigenza comune più viva che mai.

Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2022
<http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2022-i/Teatro.html>
Giugno-dicembre 2022, n. 1-2
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