Note:


1 P. Hagège, Storie e destini delle lingue d'Europa (1992), Firenze, La Nuova Italia, 1994, pp. 2-3. Su questo tema si vedano anche Nettle D.-Romain S., Le voci del silenzio. Sulle tracce delle lingue in estinzione, Roma, Carocci, 2001; P. Hagége, Morte e rinascita delle lingue, Milano, Feltrinelli, 2002. Tutti questi testi si muovono, con sfumature diverse, nell'alveo di quella «difesa di Babele» e del plurilinguismo culturale tracciata da George Steiner nel suo ormai classico Dopo Babele (1974), Milano, Garzanti, 1994. Una voce fuori dal coro, in pungente opposizione all'idea di una difesa oltranzistica del plurilinguismo, viene dall'Italia ed è quella di Alberto Varvaro; si veda il suo Lingue egemoni e multilinguismo nel processo di costruzione dell'identità europea, in Prolusioni . Anno Accademico 2001-2002, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Catania, 2002; un intervento questo che, sia pur a contrario, ha fornito vari spunti alla presente comunicazione.

2 E. Canetti, La lingua salvata (1977), Milano,Adelphi, 2001, pp. 14-15.

3 La comunità sefardita di ebrei-spagnoli, esiliata dalla penisola iberica dalla Reconquista di fine '400, stabilì la sua sede nella città greca di Salonicco, vera capitale della «nazione sefardita». Ha ultimamente raccontato la vicenda di questa comunità sotto l'Olocausto lo scrittore spagnolo Antonio Munoz Molina nel suo Sefarad, Milano, Mondadori, 2002.

4 C. Milosz, La mia Europa (1959), Milano, Adelphi, 1985, pp. 27, 35, 125.

5 I. Brodskij, Fuga da Bisanzio (1986), Milano, Adelphi, p. 201. Sono molti gli spunti e le riflessioni sui temi della traduzione e del multilinguismo nell'opera saggistica di Brodskij. Rimandiamo in particolare ai saggi Il figlio della civiltà (su Osip Mandel'stam) e Guida ad una città che ha cambiato nome oltre al testo che da il nome al volume citato.

6 C. Milosz, Poesie, Milano, Adelphi, p. 120. Si vedano anche, sul tema dell'identità europea, le liriche Fanciullo d'Europa e Taccuino: Europa.

7 J. Marìas, Un cuore così bianco (1992), Torino, Einaudi, 1999, p.57. Il romanzo di Marìas non è forse esente da una qualche memoria del bellissimo racconto di Ingeborg Bachmann dal titolo Simultaneo in Tre sentieri per il lago (1972), Milano, Adelphi, 1980. Qui, nella storia della traduttrice simultanea fraulein Frankel in viaggio per l'Italia, ritornano i temi dell'alienazione linguistica e del sogno benjaminiano di una lingua unica, di una Ursprache. In area italiana, sul tema del traduttore e dell'alienazione linguistica è classico La vita agra (1962) di Luciano Bianciardi, egli stesso scrittore e traduttore dall'americano e dall'inglese.

8 Ibid., p. 69.

9  M. Kundera, La lentezza (1995), Milano, Adelphi, 2001, p. 59 e sgg.

10 Su questo tema dell'alienazione linguistica si veda anche il libro di Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve (1992), Milano, Mondadori, 1994. Qui troviamo delle pagine di grande interesse sul conflitto tra identità Inuit e appartenenza alla nazione danese.

11 Su questo mi permetto di rimandare a A. Scuderi, Erri De Luca, Firenze, Cadmo, 2002

12 Su questo tema della «soggettività europea» è di particolare interesse ed utilità il volume curato da Luisa Passerini dal titolo Identità culturale europea. Idee, sentimenti, relazioni, Firenze, la Nuova Italia, 1998. Tanto la bella introduzione della Passerini quanto i contributi degli studiosi che animano il dibattito sul tema della coscienza europea rimandano spesso all'immaginario letterario, secondo linee e percorsi che intrecciano il nostro, sia pur troppo rapido, excursus. Il tentativo di tracciare un «immaginario centrale» europeo è infatti un passaggio nodale per provare a ricostruire le ultime vicende della letteratura continentale e della sua tradizione narrativa dal dopoguerra ad oggi.

13 F. Savater, Violencia y comunicaciòn in Contra las Patrias, Barcelona, Tusquets, 2000 (ed. rivisitata; prima ed. 1984), pp. 139 e 142. Trad. nostra.

14 P. Hagège, cit., p. 263


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Giugno 2003, n. 1