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«...credo che ognuno impari il suo modo di fare cinema da maestri che sente suoi, più vicini di altri; io ho sempre sentito più vicino Antonioni di Fellini, così come Bresson e Godard piuttosto che Truffaut; e poi ancora Ozu, il primo Wenders, Herzog, soprattutto quello dei documentari [...]: il mio modo di raccontare, il mio sguardo, dipendono anche da loro...»
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