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«...fin dall'inizio volevo uno sguardo più caldo, ma soprattutto più leggero. Con una leggerezza che potesse soprattutto permettere l'inseguimento di quegli elementi "magici" di cui si parlava. La macchina da presa doveva corrispondere a questa leggerezza e a una vicinanza, non so se una vicinanza ai personaggi, sicuramente una vicinanza a dei momenti impercettibili, a delle sfumature, dei momenti più intimi [...]. La macchina da presa si avvicina a queste donne, come per scoprire cos'è che le spinge altrove...»
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