Cinzia Mares
Il punto su Buzzati (1990-2001)
Sommario
I. Introduzione
Dino Buzzati (1906-1972) per molti anni non ha ricevuto il giusto riconoscimento da parte della critica letteraria italiana e, in numerose storie della letteratura del Novecento, il suo nome compare citato solo tra gli autori minori, dove è ricordato quasi esclusivamente per il romanzo Il deserto dei Tartari. Non stupisce. Estraneo al dibattito culturale e letterario del suo tempo, lontano dalle ideologie politiche e dalla dottrina dell'impegno, sensibile al mistero e all'atmosfera surrealista, Buzzati è stato ritenuto scrittore e giornalista isolato rispetto alle mode e alle correnti dell'epoca. Stupisce invece che in altri Paesi sia stato immediatamente considerato un gigante della letteratura, soprattutto in Francia, dove conserva un prestigio inalterato dal 1949, anno della traduzione in francese del suo romanzo più famoso. Fortunatamente la critica italiana in quest'ultimo decennio ha messo in discussione le proprie posizioni e ha manifestato nuovi interessi nei confronti dell'opera di Buzzati, estendendo i campi d'indagine non solo a tutta la narrativa, ma anche alla produzione giornalistica e pittorica e dimostrando particolare attenzione alle interrelazioni tra le varie attività. Sono, infatti, aumentati gli studi critici, i convegni e le tavole rotonde a lui dedicati.
All'inizio degli anni '80 esistevano ancora pochi saggi, sporadici contributi accademici e numerose testimonianze rilasciate da amici e da colleghi. Questi scritti analizzavano la produzione narrativa di Buzzati considerando principalmente l'aspetto tematico e contenutistico, senza prestare particolare attenzione ai tratti stilistici o ai fenomeni linguistici. Alla scrittura buzzatiana è stato subito applicato il cliché di lingua semplice, inserita in una sintassi elementare dalla prosa non lavorata, chiaro riflesso della prassi giornalistica. Gli studi più recenti hanno finalmente sciolto questo preconcetto, rivelando che la semplicità è solo apparente e nasconde, in realtà, una profonda carica allusiva e simbolica e che la funzione polisemica della parola riveste in Buzzati un ruolo fondamentale per la comprensione del testo. Il profilo che viene a delinearsi è quello di uno straordinario artista che dipinge sulla carta e sulla tela i grandi temi che da sempre affliggono l'umanità e lo fa alcune volte con semplici tocchi di pennello, altre volte lavorando accuratamente a livello fonico, retorico, stilistico e sintattico sulle parole.
II. L'Associazione Internazionale Dino Buzzati
Un primo fondamentale impulso verso l'adeguato riconoscimento dell'opera di Dino Buzzati è giunto dall'Association Internationale des Amis de Dino Buzzati con la pubblicazione, a partire dal 1977, di una serie di volumi: i Cahiers Buzzati che raccolgono testi inediti, documenti, traduzioni e atti di convegni organizzati dalla Associazione parigina. Vi hanno collaborato anche studiosi italiani, ma soprattutto sono intervenuti francesi, danesi, olandesi, belgi e statunitensi. L'ultimo numero della collana, uscito nel 1994, contiene gli atti del convegno "Dino Buzzati: un écrivain européen. Problèmes de traduction et d'analyse textuelle", svoltosi a Bruxelles nel '92. Questo volume in particolare sviluppa i problemi che sorgono nella traduzione dell'opera buzzatiana e presenta contributi critici relativi all'analisi testuale dei romanzi e dei racconti dello scrittore bellunese.
Un secondo fondamentale impulso è arrivato invece proprio dalla terra natale di Buzzati. A Feltre, città universitaria vicinissima alla Belluno dove Buzzati è nato, nel dicembre 1988, si è costituita a Feltre l'Associazione Dino Buzzati, che dal 1° gennaio 1994 ha assunto la qualifica di Internazionale, a seguito della fusione con l'Associazione francese, divenuta da quella data una sezione nazionale della "sorella" feltrina. L'Associazione Internazionale Dino Buzzati promuove e coordina progetti che possono contribuire alla conoscenza e alla diffusione dell'opera dello scrittore, mediante l'organizzazione di convegni, mostre, spettacoli, conferenze e altre iniziative. Nel 1991 è sorto l'organo "scientifico" dell'Associazione: il Centro Studi Buzzati che cura gli aspetti dell'attività riguardanti la ricerca, la consulenza e la catalogazione del materiale ed è diretto da Nella Giannetto. Il Centro opera grazie ad una convenzione stipulata nel 1992 fra l'Associazione e l'Università IULM di Milano e Feltre e ha la sua sede operativa presso la sede di Feltre dell'Università IULM (e-mail: centro.studi.buzzati@iulm.it). È lì che si trova la sua biblioteca, aperta a tutti e frequentata da studenti e studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Il Centro Studi ogni anno bandisce il concorso "Per conoscere Dino Buzzati", che mette in palio borse di studio riservate a laureati italiani e stranieri che hanno svolto o intendono svolgere ricerche sull'autore bellunese. Parallelamente a queste iniziative, pubblica la rivista annuale «Studi buzzatiani», fondata nel 1996 e diretta dalla Giannetto, che si riallaccia idealmente ai Cahiers Buzzati. La rivista raccoglie studi approfonditi sulla vita e sull'opera di Buzzati, interessandosi non solo dello scrittore, ma anche del giornalista, del pittore, del disegnatore, dello scenografo, dell'autore di fumetti, di libretti d'opera e di testi teatrali. Tutti i numeri contengono gli abstracts di ogni articolo in cinque lingue (italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco) e sono suddivisi in queste sezioni: Saggi e note, Ricerche storico-biografiche, Inediti e rari, Testimonianze e interviste, Dal magnetofono, Esperienze didattiche, Bibliografie, Mostre e spettacoli, Recensioni. La parte dedicata alla bibliografia aggiorna e completa il prezioso lavoro di Giuseppe Fanelli dal titolo Dino Buzzati. Bibliografia della critica: 1933-1989 (Urbino, Quattroventi, 1990). Pubblicata sino al 1999 dalle Edizioni DBS di Seren del Grappa (Belluno), la rivista è passata dal 2000 agli Istituti Editoriali Poligrafici Internazionali di Pisa e Roma, che ne garantiscono un'ampia diffusione a livello internazionale. Fornisco qui di seguito il sommario del numero del 2001, che è attualmente in corso di stampa:
- G. Sandrini, Presenza di Leopardi nel primo Buzzati;
- I. Gallinaro, «Ho idea di andarmene prima». La percezione del tempo nella "Montagna incantata" e nel "Deserto dei Tartari";
- L. Lusini, «Le finestre»: l'esperienza di Buzzati drammaturgo in un breve «flash» di teatro;
- R. Lanzoni, The function of memory in Buzzati's "Congedo dalla nave";
- A. Camps, Per una storia della fortuna di Dino Buzzati in Spagna;
- S. Zangrandi, Sovrapposizioni e incroci di comunicazione e creatività nella lingua di Dino Buzzati al Giro d'Italia;
- N. Giannetto, «Cosa pensi di "Un amore"?». Una lettera inedita di Buzzati a Franco Mandelli;
- E. Pozzi, Intervista a Dino Buzzati;
- M. Trevisan, Dino Buzzati e lo Schiara;
- D. Conti Buraggi, "Il Colombre" messo in scena dagli studenti di una scuola milanese;
- A.R. De Nale - I. Pilo, Bibliografia buzzatiana 1999;
- A. Macchetto, Bibliografia della critica d'arte buzzatiana (1967-1971);
- P. Dalla Rosa, recensione a E. Mattiato, Ecrivains-journaliste sous le fascisme. Le cas de Dino Buzzati et du «Corriere della Sera», in «Narrativa» n.18, 2000;
- G. Carnazzi, recensione a: "Un caso clinico" di Dino Buzzati, adattamento e regia di Claudio Beccari, Teatro Filodrammatici, Milano, febbraio-marzo 2001; Id., "Solitudini" di Dino Buzzati, regia di Lamberto Puggelli, Teatro Filodrammatici, maggio 2001;
- L. Viganò, recensione a Orfeo a fumetti, opera lirica multimediale di Filippo Delcorno, Milano, Teatro di Porta Romana, 9 aprile 2001.
L'Associazione Internazionale Dino Buzzati ha promosso numerose altre iniziative editoriali. Segnalo innanzi tutto gli atti dei tre congressi, editi da Mondadori, che hanno fornito una fonte cospicua d'informazioni per l'intero corpus buzzatiano.
Nel 1992 è uscito il volume Il Pianeta Buzzati, atti del convegno internazionale svoltosi a Feltre e a Belluno dal 12 al 15 ottobre 1989, a cura di Nella Giannetto. Sono relazioni e comunicazioni che meritano particolare attenzione perché chiunque voglia accostarsi all'universo buzzatiano trova notizie e interpretazioni fornite da prestigiosi studiosi a livello internazionale (Pautasso, Biondi, Geerts, Frontenac, Airoldi, Namer, Panafieu, Jacomuzzi, Lagoni Danstrup, Bàrberi Squarotti, Kanduth, Imberty, Lacroix, Caspar, Esposito, Gramigna, Crotti, Ioli, Rawson, Gargiulo, Puppa, Zangrando, Chailly, Zugni, Tauro e Montenovesi).
Nel 1994, grazie alla pubblicazione dell'opera Dino Buzzati: la lingua, le lingue viene fornito il primo cospicuo contributo critico in ambito linguistico. Il volume raccoglie gli atti del secondo convegno internazionale tenutosi a Feltre e a Belluno dal 26 al 29 settembre 1991, dove noti critici e numerosi traduttori affrontano in modo specifico e scientifico le insidie ed i problemi che si incontrano nel tradurre l'opera dell'autore bellunese. Andrea Zanzotto (Per Dino Buzzati, in Dino Buzzati, a cura di A. Fontanella, Firenze, Olschki, 1982, pp.77-82) aveva già mosso nel 1980 un'interessante osservazione in cui affermava che la lingua narrativa di Buzzati oscilla tra la linearità, funzionale alla sua etica professionale e al suo ideale di chiarezza e l'ambiguità intrinseca nella parola stessa. Ma questa dichiarazione non aveva ottenuto la corretta attenzione, perché non era stata supportata da adeguata dimostrazione. Il convegno ha invece offerto l'occasione per smentire ufficialmente quel famoso cliché, che accreditava a Buzzati l'appellativo di scrittore facile da leggere e da tradurre. In questo libro viene sostenuta e dimostrata, per la prima volta, la letterarietà della lingua buzzatiana che è un aspetto importante della rivisitazione di Buzzati. In Appendice vi è la bibliografia delle traduzioni delle opere di Buzzati che riprende e accresce quella pubblicata da Nella Giannetto nel volume Il coraggio della fantasia. Studi e ricerche intorno a Dino Buzzati (Milano, Arcipelago, 1989, pp. 93-101). Successivamente anche Maria Luisa Altieri Biagi (Aspetti sintattici della scrittura narrativa di Buzzati, in Norma e lingua in Italia: alcune riflessioni fra passato e presente, Incontro di Studio n. 10, Milano, Istituto Lombardo di scienze e Lettere, 1997, pp.147-165) ha confutato definitivamente ogni ipotesi di monotonia linguistica, dimostrando l'inaccettabilità di quei correnti giudizi di "medietà", "usualità" e "normalità" sulla lingua narrativa. Alcuni fenomeni sintattici riscontrabili, anche se con diversa frequenza, in tutti gli scritti narrativi, documentano la capacità di Buzzati «di sfruttare abilmente tutte le risorse di elasticità accumulate dalla lingua scritta». La studiosa ha dimostrato che il repertorio sintattico di Buzzati «ospita tutti i contrasti», dal gerundio assoluto al che polivalente della comunicazione orale; dai consueti periodi brevi con andamento prevalentemente parattatico alle rare subordinate che infrangono la struttura interna della frase; dal ricorso al dialogo con funzione narrativo descrittiva al discorso indiretto libero; dalla elevata presenza di moduli ternari alle frequenti ripetizioni contestuali; dagli effetti sonori ottenuti mediante omofonie in omeoteleuti, rime o allitterazioni al lessico attinto dalla comunicazione quotidiana che permette di accedere immediatamente alla comprensione del testo.
Inoltre nel 1996 è uscito il primo (e fino ad ora unico) numero della collana «Quaderni del Centro Studi» con il saggio monografico di Angelo Colombo «Un linguaggio universalmente comprensibile». Correzioni e varianti nei primi racconti di Buzzati, (Seren del Grappa, Edizioni DBS, 1996).
Per quanto concerne la produzione giornalistica c'è ancora molto da scoprire, anche se un traguardo significativo è stato raggiunto con la pubblicazione del volume Buzzati giornalista (Milano, Mondadori, 2000) che raccoglie le relazioni presentate al terzo congresso internazionale tenutosi a Feltre e a Belluno dal 18 al 21 maggio 1995. Sono intervenuti studiosi e giornalisti che hanno lavorato accanto a Buzzati al «Corriere della Sera», alla «Domenica del Corriere», al «Corriere d'Informazione» e in altre prestigiose testate. L'argomento trattato ha aperto un settore ancora vergine negli studi buzzatiani: la fama dello scrittore e del pittore hanno posto in secondo piano l'attività del giornalista. In queste pagine si ripercorrono le tappe più significative di una carriera scandita da successi e da profondi sacrifici in cui emergono l'impegno che Buzzati riversava per il «meraviglioso mestiere» e l'attenzione che prestava al contenuto e alla forma di ogni articolo, al punto che molti colleghi lo hanno definito «maestro di stile». Tra le righe affiora un volto quasi inedito di Dino Buzzati dove l'abilità dell'inviato, la genialità del titolista, la precisione del cronista, la tenacia del direttore, gli ideali linguistici del narratore ritraggono il giornalista rispettoso, fino all'eccesso, della propria professione e dei lettori.
Ma Dino Buzzati è anche un interessante pittore e per quanto riguarda questa attività ricordo che l'Associazione Internazionale Dino Buzzati ha pubblicato i seguenti testi: Le Dolomiti di Dino Buzzati (catalogo della mostra di Belluno-Feltre) a cura di Matteo Fiori e Bepi Pellegrinon, Belluno, Nuovi Sentieri, 1989; D. Buzzati, La donna, la città: cronache figurate (catalogo della mostra di Belluno), a cura di Mariateresa Ferrari, Belluno, Dieci&Lode, 1995; D. Buzzati, La donna, la città, l'inferno (catalogo della mostra di Treviso), a cura di Mariateresa Ferrari, Treviso, Canova, 1997; Il gioco degli artisti. Quarantuno omaggi a Dino Buzzati (catalogo della mostra di Feltre), a cura di Elena Balzani, Milano, D'Ars, 1999; Le Alpi di Buzzati (catalogo della mostra di Belluno), a cura di Riccardo Ricci, Cornuda, Grafiche Antiga, 1999; Parole scritte disegnate e dipinte (catalogo della mostra di Feltre), a cura di Mariateresa Ferrari (testi di Dino Buzzati, Almerina Buzzati, Sebastiano Grasso e Giorgio Soavi) Seren del Grappa, Edizioni DBS, 1999; Dino Buzzati e Vittorio Varale al Giro d'Italia del 1949 (catalogo della mostra di Feltre), a cura di Giovanni Grazioli e Riccardo Ricci, Cornuda, Grafiche Antiga, 2000.
III. Buzzati e la Montagna
Il nome di Buzzati è stato spesso associato alla montagna e un originale contributo in tal direzione è arrivato dalla prestigiosa rassegna "Filmfestival Internazionale di Montagna, Esplorazione e Avventura Città di Trento" che ha riservato, nella 41a edizione, una Tavola Rotonda a Dino Buzzati per approfondire le radici alpinistiche presenti nelle sue opere. Da quest'incontro è nato un piacevole volume, (Montagne di vetro, di pietra, di carta. Le montagne di Buzzati fra vissuto e rappresentazione, Torino, Vivalda, 1994) che esplora il binomio Buzzati-montagna analizzando il fascino che le catene montuose e l'alpinismo hanno esercitato nell'immaginario poetico dello scrittore. L'amore per la montagna e in particolar modo per le Dolomiti entra in Dino Buzzati fin dall'adolescenza, ed è talmente struggente, che nei lunghi periodi di permanenza a Milano lo spinge a sognare, «tutte le notti», le sue adorate cime bellunesi.
Ilaria Crotti in Tre voci sospette. Buzzati, Piovene, Parise (Milano, Mursia, 1994) sviluppa il concetto di "geografia culturale" e accomuna i tre autori di area veneta «sotto la categoria allusiva del "sospetto" - come puntualizza Anco Marzio Mutterle nella prefazione, perché - Il Veneto, ultima regione pervenuta all'Unità, obbliga i suoi narratori novecenteschi al recupero di una lezione romantica o decadente mai del tutto assorbita in precedenza nella sua interezza: e infatti ancora nel Novecento - questo vale soprattutto per gli autori vicentini - il recupero convive quando addirittura non si sovrappone con furente e gelida classicità, idolatrata quanto detestata». Oltre alle montagne geografiche e metafisiche, nelle pagine dedicate allo scrittore bellunese, la Crotti rileva le dinamiche informative nella prima raccolta di racconti e le strutture del romanzo poliziesco nell'opera buzzatiana.
Anche Luigi De Anna nel suo saggio Dino Buzzati e il segreto della montagna (Verbania, Tararà Edizioni, 1997) «ricostruisce - come precisa Alberto Papuzzi nella prefazione - passo per passo le ragioni letterarie e psicologiche della visione buzzatiana della montagna e dell'alpinismo, in tempi in cui la specializzazione tecnica non aveva ancora disciolto l'idea di assoluto che l'orizzonte alpino suggeriva».
IV. I volumi monografici di «Narrativa»
Insieme alle iniziative fin qui menzionate, non si può tralasciare, nell'ambito delle riviste specializzate, il prezioso contributo fornito da «Narrativa», la rivista di italianistica dell'Università "Paris X - Nanterre" diretta da Marie-Hélène Caspar, che ha dedicato in quest'ultimo decennio ben due numeri a Dino Buzzati. Il numero 6, uscito nel giugno del 1994, con il titolo Dino Buzzati. Immagini dal mondo raccoglie dieci interventi di studiosi belgi, francesi e italiani che hanno partecipato, il 28 maggio 1994, ad una giornata di studio organizzata dall'Università all'interno della quale si è parlato del romanzo italiano contemporaneo, esaminando aspetti ancora poco conosciuti dell'opera narrativa dello scrittore bellunese come ad esempio: l'acqua e il suo complesso simbolismo, la città e i suoi connotati negativi, il "mondo-isola" e le "atrofie lineari" del tempo fantastico. L'altro numero monografico, il n.18 del settembre 2000, ha per titolo Ecrivains-journalistes sous le fascisme. Le cas de Dino Buzzati et du «Corriere della Sera» e l'autore è Emmanuel Mattiato. Un importante segnale di attenzione arriva dall'Australia, dalla rivista «Spunti e ricerche» dell'Istituto Italiano di Cultura dell'Università di Melbourne. Il volume n.13, uscito nel 1998, è interamente riservato a Buzzati e si occupa di temi quali la contaminazione delle fonti nella sua narrativa, il rapporto tra lo scrittore bellunese e la letteratura inglese, l'effetto déjà vu nei racconti e la mitopoiesi nel romanzo Il deserto dei Tartari.
Tra la saggistica ricordo lo studio a carattere critico-biografico di Yves Panafieu intitolato Le mystère Buzzati (Liancourt-St.Pierre, Y.P. Éditions, 1995) e l'analisi di Alberto Moro: Dino Buzzati. Una goccia e altri racconti (Locarno, Armando Dadò, 1996), dove l'autore a conclusione di ciascuno dei quattoridici racconti, da lui scelti tra le raccolte edite da Mondadori, inserisce una scheda in cui analizza e fornisce un'interpretazione del testo mediante l'esame dei procedimenti descrittivi, lessicali, stilistici e retorici utilizzati da Dino Buzzati. Nello stesso anno è uscito Il sudario delle caligini. Significati e fortune dell'opera buzzatiana di Nella Giannetto (Firenze, Olschki, 1996). Il saggio, articolato in otto capitoli, sviluppa diversi itinerari di ricerca ed esplora aspetti cruciali della narrativa buzzatiana. La dimensione fantastica, ad esempio, è interpretata come nucleo tematico simbolico di tutta l'opera e rappresenta una conquista che richiede coraggio e sacrificio. Il tema della paura nell'immaginario poetico dello scrittore e il suo campo metaforico sono affrontati in una prospettiva individuale, collettiva e di classe dalla quale scaturiscono interessanti osservazioni. La Giannetto dedica, inoltre, un capitolo ai rapporti con Hoffmann e Poe e all'influenza che il fantastico ottocentesco ha esercitato su Buzzati; indaga la lingua nei Sessanta racconti attraverso un'attenta analisi della sintassi, degli stilemi e degli artifici retorici più frequenti; fotografa la montagna nell'esperienza biografica e letteraria di Buzzati e descrive infine il successo ottenuto dal nostro autore all'estero.
Suggestive sono anche le riflessioni e le spigolature sull'opera narrativa sviluppate da Giorgio Cavallini in: Buzzati. Il limite dell'ombra (Roma, Studium, 1997) dove raccoglie vari suoi scritti di argomento buzzatiano. Cavallini spiega che Buzzati è riuscito a vincere l'oblio, calato invece su molti autori contemporanei, perché le sue invenzioni fantastiche «dischiudono universi» e «alludono a destini» in cui l'uomo di ogni tempo può riconoscersi. Il leitmotiv del volume è il concetto del tempo e l'assidua percezione nei testi di Buzzati, insieme alle tematiche dell'attesa e della solitudine.
V. Il lavoro di Marie-Hélène Caspar
In molteplici direzioni si rivolge la ricerca di Marie-Hélène Caspar, da anni attiva studiosa dell'opera buzzatiana. Nel 1990 è uscito il libro Fantastique et mythe personnel dans l'ouvre de Dino Buzzati (La Garenne-Colombes, Erasme, 1990), mentre nel 1997 è stato pubblicato per conto dell'Université Paris X - Nanterre un altro suo validissimo testo dal titolo L'Africa di Buzzati (Libia:1933; Etiopia: 1939-1940). Quest'ultimo lavoro contiene una raccolta specifica di 74 articoli scritti da Dino Buzzati, durante la sua permanenza in Libia e in Etiopia, in qualità di corrispondente del «Corriere della Sera». Di questi 74 articoli, 60 furono pubblicati dal quotidiano e ben 14 rimasero inediti a causa della censura. Questi documenti richiamano alla memoria un periodo storico a lungo occultato per motivi politici: la colonizzazione in tutti i suoi molteplici volti. Raccontano l'operato degli italiani nell'Impero, ritraggono politici eminenti ma anche indigeni anonimi ed evocano una visione panteistica del mondo in cui la natura assume un ruolo fondamentale. La Caspar, per agevolare la lettura, ha accompagnato i testi con note dettagliate e con illustrazioni. L'opera si apre con un elenco cronologico degli articoli e con alcune notizie bio-bibliografiche, che permettono di ricostruire l'itinerario del giornalista in Etiopia. Tra gli articoli inediti, 12 sono dattiloscritti e quindi sprovvisti della correzione definitiva che precedeva la stampa. Mettono in luce pertanto la prima fase della scrittura buzzatiana, fornendo una miniera di informazioni, anche a livello linguistico.
VI. Le «Opere scelte» dei «Meridiani»
Per completare la rassegna ricordo un altro evento editoriale di rilievo rappresentato dalla pubblicazione delle Opere scelte di Buzzati nella collana «I Meridiani» di Mondadori, a cura di Giulio Carnazzi. Nelle 1578 pagine Carnazzi offre ai lettori una visione il più possibile completa dell'opera buzzatiana presentando il romanziere (Il deserto dei Tartari; Un amore;), l'autore di favole (La famosa invasione degli orsi in Sicilia) e di racconti (Sessanta racconti e brani da Il Colombre e altri cinquanta racconti), di opere teatrali (Un caso clinico; I suggeritori) e di libretti per musica (Procedura penale; Ferrovia soprelevata), il poeta (Il capitano Pic; Scusi da che parte per Piazza del duomo?; Tre colpi alla porta) e infine il giornalista, autore di cronache, di elzeviri e di interventi sull'arte. Dopo ventitre anni dalla pubblicazione del primo «Meridiano» (D. Buzzati, Romanzi e racconti, a cura di G. Gramigna, Milano. Mondadori, 1975) il grande pregio della raccolta sta nel prezioso corredo filologico che accompagna i singoli testi. Carnazzi in alcuni punti stila, laddove la scrittura buzzatiana denota un'attività di correzione, un apparato delle varianti. Il restauro filologico dei numerosi refusi circolanti, rettifica la sviante immagine di un Buzzati disinteressato ai lavori di revisione dei suoi scritti. È un pregio fondamentale dell'opera del Carnazzi, perché la critica fino ad oggi aveva posto scarsa considerazione alle varianti se si escludono lo studio del Fanelli sulle Tre edizioni del "Deserto dei Tartari" e la già citata ricerca di Colombo «Un linguaggio universalmente comprensibile». Correzioni e varianti nei primi racconti di Buzzati. L'esigenza di orientare la critica verso un riesame del lavoro di ricerca sulla lingua operato da Buzzati, emergeva chiaramente dall'indagine sulla «lingua da scoprire» dei Sessanta racconti condotta da Nella Giannetto (in Dino Buzzati: la lingua, le lingue, pp. 7-54). Il contributo di Carnazzi si snoda su due fronti: mira alla restituzione dei testi originali e contemporaneamente per ogni testo, oltre alla ricostruzione filologica, suggerisce opportuni rinvii bibliografici. Carnazzi avverte che Buzzati è intento ad una ricerca espressiva mai venuta meno e se i nodi tematici e i motivi che più lo caratterizzano ritornano con insistenza, è tuttavia interessante il trasmigrare di questi da una tecnica espressiva all'altra. Evidenzia inoltre come riuscisse a fare cultura senza fare intellettualismo e come riuscisse a farsi leggere anche in pagine dove la cronaca sconfinava con la letteratura.
D'altra parte già nel 1982, Lawrence Venuti, anticipando molti studiosi italiani, aveva pubblicato un saggio (L. Venuti, Dino Buzzati's fantastic journalism, «Modern Fiction Studies» XXVII, 1982, pp. 79-91) in cui esaminava le tecniche giornalistiche adoperate da Buzzati in numerosi racconti. Venuti, partendo dall'affermazione dello stesso scrittore, che il fantastico deve essere il più vicino possibile alla cronaca, definiva «fantastic journalism» quella specie di fiction, presente nei suoi testi, in cui l'adattamento realistico della fantasia diviene una forma di mìmesis, dove gli argomenti fantastici sembrano mostrare un volto cronachistico.
Di argomento del tutto diverso ma non meno interessante è inoltre il recente volume di don Pietro Biaggi, pubblicato nel 2001 dalle Edizioni Messaggero di Padova, dal titolo Buzzati. I luoghi del mistero. L'autore, che insegna catechetica nel Seminario vescovile di Bergamo, si interroga sull'animo più profondo e nascosto di Buzzati, analizzandone la produzione letteraria e giornalistica. Ne viene fuori un'originale indagine sui luoghi di "ascolto" del mistero che vi s'incontrano.
VII. «Buzzati trent'anni dopo»
«Buzzati trent'anni dopo» questo è il titolo del Convegno internazionale che si terrà a Parigi il 15 e 16 marzo 2002. L'importante iniziativa, voluta per ricordare lo scrittore a trent'anni dalla morte (28 gennaio 1972), è stata organizzata dal Centre de Recherches Italiennes de l'Université Paris X d'intesa con l'Association des Amis de Dino Buzzati e con l'Associazione Internazionale Dino Buzzati di Feltre. Gli atti del Convegno saranno pubblicati nella rivista «Narrativa» nel maggio 2002. Infine, è doveroso ricordare che in quest'ultimo decennio anche la stampa ha rivolto l'attenzione in maniera costante e sicuramente con maggiore interesse verso l'opera buzzatiana.
VIII. Bibliografia della critica
Studi monografici:
- Buzzati, Dino, Romanzi e racconti, a cura di G. Gramigna, Milano. Mondadori, 1975.
- Giannetto, Nella, Il coraggio della fantasia. Studi e ricerche intorno a Dino Buzzati, Milano, Arcipelago, 1989.
- Caspar, Marie Hélène, Fantastique et mythe personnel dans l'ouvre de Dino Buzzati, La Garenne-Colombes, Erasme, 1990.
- Fanelli, Giuseppe, Dino Buzzati. Bibliografia della critica (1933-1989), Urbino, Quattroventi, 1990.
- Il Pianeta Buzzati, Atti del Convegno internazionale (Feltre-Belluno, 12-15 ottobre 1989) a cura di N. Giannetto, Milano, Mondadori, 1992.
- Dino Buzzati: la lingua, le lingue, Atti del Convegno internazionale (Feltre-Belluno, 26-29 settembre 1991), a cura di N. Giannetto, Milano, Mondadori, 1994.
- Dino Buzzati: un écrivain européen. Problèmes de traduction et d'analyse textuelle, Atti del Convegno (Bruxelles, 10-12 aprile 1992) in Chaiers Buzzati n.9, Paris, YP Editions, 1994.
- Montagne di vetro, di pietra, di carta. Le montagne di Buzzati fra vissuto e rappresentazione, Torino, Vivalda, 1994.
- Crotti, Ilaria Tre voci sospette. Buzzati, Piovene, Parise, Milano, Mursia, 1994.
- Dino Buzzati. Immagini dal mondo. Etudes réunies par Marie-Hélène Caspar, numero monografico di «Narrativa», 6, C.R.I.X., Nanterre, Univ. Paris X, 1994.
- Panafieu, Yves, Le mystère Buzzati, Liancourt-St.Pierre, YP. Éditions, 1995.
- Colombo, Angelo, «Un linguaggio universalmente comprensibile». Correzioni e varianti nei primi racconti di Buzzati, Seren del Grappa, Edizioni DBS, 1996.
- Giannetto, Nella, Il sudario delle caligini. Significati e fortune dell'opera buzzatiana, Firenze, Olschki, 1996.
- Moro, Alberto, Dino Buzzati. Una goccia e altri racconti, Locarno, Armando Dadò, 1996.
- Caspar, Marie Hélène, L'Africa di Buzzati. Libia: 1933 - Etiopia: 1939-1940, Paris, Université Paris X - Nanterre (Centre de Recherches Italiennes), Publidix, 1997.
- Cavallini, Giorgio, Buzzati. Il limite dell'ombra, Roma, Studium, 1997.
- De Anna, Luigi, Dino Buzzati e il segreto della montagna, Verbania, Tararà Edizioni, 1997
- Buzzati, Dino, Opere scelte, a cura di G. Carnazzi, Milano, Mondadori, «I Meridiani», 1998.
- Dino Buzzati, numero monografico di «Spunti e ricerche», vol. 13, Melbourne, 1998.
- Buzzati giornalista, Atti del Convegno internazionale (Feltre-Belluno,18-21 maggio 1995) a cura di N. Giannetto, Milano, Mondadori, 2000.
- Mattiato, Emmanuel, Ecrivains-journalistes sous le fascisme. Le cas de Dino Buzzati et du «Corriere della Sera», numero monografico di «Narrativa», 18, C.R.I.X., Nanterre, Univ. Paris X, 2000.
- Biaggi, Pietro, Buzzati. I luoghi del mistero, Padova, Edizioni Messaggero, 2001.
- «Studi buzzatiani», VI, 2001 (in c.s.).
Saggi in riviste e volumi miscellanei:
- Venuti, Lawrence, Dino Buzzati's fantastic journalism, «Modern Fiction Studies», XXVII, 1982, pp. 79-91.
- Zanzotto, Andrea, Per Dino Buzzati, in Dino Buzzati, a cura di A. Fontanella, Firenze, Olschki, 1982, pp.77-82.
- Altieri Biagi, Maria Luisa, Aspetti sintattici della scrittura narrativa buzzatiana, in Norma e lingua in Italia: alcune riflessioni fra passato e presente, Incontro di Studio n. 10 (16 maggio 1996), Milano, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 1997, pp. 147-165.
Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature - © 2001
Dicembre 2001, n. 2
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