Cristina Massaccesi
Il punto su Pier Vittorio Tondelli

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Sommario
I.   Studi recenti
II.  Riabilitazione in corso: l'opera omnia
III. Tondelli «on-line»
IV. Influenze musicali
V.   La fortuna all'estero
VI. Nuove prospettive critiche

  • Bibliografia


    Ormai in prossimità del decimo anniversario della morte, avvenuta il 16 dicembre 1991, l'interesse del mondo letterario per l'opera di Pier Vittorio Tondelli continua ad aumentare; esponenziale è, infatti, il numero di volumi critici dedicati alla sua opera e numerosi sono i convegni, i dibattiti e le letture d'argomento tondelliano.

    § II. Riabilitazione in corso: l'opera omnia

    I. Studi recenti

    Considerando gli ultimi tre anni, direi che sono almeno quattro le iniziative editoriali fondamentali per tracciare una mappa dell'itinerario artistico dell'autore emiliano. Nel 1998, per le Edizioni Interlinea di Novara, è uscito Lo spazio emozionale. Guida alla lettura di Pier Vittorio Tondelli, agile volume scritto da Roberto Carnero che guarda l'opera tondelliana da un punto di vista progettuale e ne ripercorre le tappe evolutive: dal folgorante esordio del 1980 con la raccolta di racconti Altri libertini (Feltrinelli), che costò al suo autore un processo «per il suo contenuto luridamente blasfemo ed osceno», sino a Camere separate, romanzo del 1989 con cui si chiude prematuramente l'arco evolutivo dell'opera tondelliana. Fra questi due estremi, fra la «letteratura emotiva» dei primi lavori ed il canto minimale delle pagine finali sta una costante attività letteraria che ha il suo nucleo in un'attenzione sincera ed entusiasta per la lettura, la scrittura e la progettualità editoriale che ha portato Tondelli verso iniziative come Under 25 e la fondazione della rivista «Panta». Il volume di Carnero, rivelando tracce nascoste ad una lettura superficiale e disattenta, riesce a comporre un ritratto critico di Tondelli, trovandosi, come sottolinea Enrico Palandri nella Prefazione, «a valle», al di là cioè di quei gruppi e fazioni, di quelle battaglie che Tondelli ha dovuto sostenere durante la sua carriera, scontrandosi amaramente con la miopia di una parte del mondo critico, specialmente quella di matrice neoavanguardista e quella militante legata alla rivista «Linea d'ombra». È lo spazio emozionale, «l'unico spazio che ha il testo per durare» (P.V. Tondelli, Colpo d'oppio, 1980), quello in cui Carnero tenta con successo d'incastonare l'opera di Tondelli, ed è sempre uno spazio emozionale quello cui si rivolge l'attenzione di Antonio Spadaro nel volume Pier Vittorio Tondelli. Attraversare l'attesa, uscito nel 1999 per le Edizioni Diabasis di Reggio Emilia. La lettura di Spadaro del lavoro tondelliano è soprattutto volta a ricercare ed evidenziare quel substrato d'umanità che emerge con forza dalle sue pagine, è un tentativo di lettura morale del lavoro di Tondelli nel senso più radicale del termine perché ne indaga il costante rapporto fra vita e letteratura e l'adesione davvero ostinata all'esistenza, che trova nella pratica della scrittura il suo canale privilegiato d'espressione. Centrali poi nell'analisi di Spadaro sono le figure della «distanza», della «separazione» e dell' «abbandono», veri tic contenutistici nell'opera di Tondelli. Dai giovani libertini sparsi per le strade d'Europa e d'Italia al trentenne Leo, protagonista di Camere separate, che ricerca «il fantasma della sua terza persona» per ricostruire la propria personalità lacerata da una perdita insostituibile, tutti i personaggi tondelliani, e di conseguenza l'autore stesso, a vari gradi celato dietro i suoi «io» di carta, sono alla ricerca di qualcosa: del «proprio odore», dell'avventura, dell'amore, dell'amicizia, in generale di sé stessi, e questo conferisce al lavoro di Pier Vittorio Tondelli l'aspetto di un grande ed incompiuto Bildungsroman dove tutte le forme ed i contenuti del genere sono presenti, ma sempre strutturati in modo complesso ed incerto. Può forse essere utile, a questo punto, ricordare quello che Paolo Mauri ha scritto su «La Repubblica» il 2 giugno 1989 recensendo Camere separate:

    I primi libri di Tondelli rivelavano l'adulto imbozzolato nel ragazzo, qui l'adulto Tondelli copre dentro di sé l'adolescente e per l'appunto si misura con i «grandi temi» tipici di quell'età: grandi amori delusi, Dio, la morte, la ricerca di un'identità, e sotto a tutto una disperata richiesta d'affetto e di diritto ad esistere.

    Quest'umanità intensa e complessa, per certi versi fortemente contraddittoria, viene letta da Spadaro, forse con qualche forzatura, alla luce di un approdo finale alla religione, un approdo reso possibile prima dal passaggio nell'«azzeramento» e nella «perdita di senso totale e completa» e poi praticata attraverso una «ricaduta della Grazia» incanalata sempre nell'attività della scrittura vissuta come una farmacopea, un dolore dal potere «lenitivo e sedativo».

     

    § III. Tondelli «on-line» Torna al sommario dell'articolo

    II. Riabilitazione in corso: l'opera omnia

    In ordine di tempo l'iniziativa editoriale più recente, e forse più indicativa dello status autoriale ormai raggiunto da Pier Vittorio Tondelli, è stata la pubblicazione in due volumi per Bompiani dell'opera omnia dello scrittore correggese. Il primo volume, uscito nell'autunno 2000, raccoglie Romanzi, teatro, racconti, il secondo, della primavera 2001, contiene invece Cronache, saggi, conversazioni che, come si legge nell'Introduzione, costituiscono «una postilla o un sottotesto, redatto in forma di lunghe note che definiscono ulteriormente, nel loro carattere quasi documentario, i contenuti dell'opera narrativa». Entrambi i libri sono ad opera di Fulvio Panzeri, curatore testamentario dell'opera tondelliana e, dettaglio significativo, sono usciti nella collana dei Classici Bompiani che affianca a Tondelli vicini prestigiosi quali Albert Camus o Antoine de Saint-Exupéry. Questo significa che Tondelli, da enfant prodige, da scomodo Bukowski emiliano sul finire degli anni Settanta s'è prima trasformato in scrittore di culto negli anni novanta e poi è assurto addirittura a livello di classico pur avendo alle spalle una storia letteraria e critica intensa, ma di brevissima durata.
    «È un curioso andamento degli studi umani, che i geni più sublimi liberi e irregolari, quando hanno acquistato fama stabile e universale, diventino classici, cioè i loro scritti entrino nel numero dei libri elementari, e si mettano in mano ai fanciulli, come i trattati più secchi e regolari delle cognizioni esatte», questo scriveva Giacomo Leopardi in una nota dello «Zibaldone» del novembre 1820, ed in un certo senso questa riflessione si può applicare all'iter dell'opera di Pier Vittorio Tondelli. Pur senza diventare libro elementare da mettere «in mano ai fanciulli» è infatti indubbio che il suo lavoro abbia beneficiato d'una sorta di sdoganamento che ha contribuito a rendere certi elementi, come l'omosessualità, non più disturbanti per il grande pubblico - e solo per quello, visto che Tondelli non è stato mai disturbante per i «giovani tifosi di libri», per quella generazione di scrittori o semplici lettori che egli stesso ha contribuito a far esordire, con il progetto Under 25, o che con il proprio esempio ha spinto verso la scrittura come mezzo per «digerire la realtà». Certo, è forse ancora troppo presto per dare una sistemazione storica del suo lavoro, troppo contemporaneo ancora, troppo vivo nella mente di chi lo legge; è ancora difficile giudicare serenamente il valore letterario, quasi, si potrebbe dire, la longevità dei suoi scritti ed il successo della sua campagna di rinnovamento della letteratura italiana negli anni Ottanta, e per fare questo sarebbe necessario aggiungere filologia allo studio della sua opera dirigendosi verso un'analisi che scavi fra le righe, alla ricerca dei suoi percorsi letterari labirintici ed affascinanti, immersi nel presente o proiettati nel futuro d'una prospettiva postmoderna o ancora a ritroso nel tempo alla ricerca delle proprie radici contadine e provinciali: questo per evitare che, come è a volte successo, il Tondelli pubblico prenda il sopravvento sul Tondelli scrittore, che lo si trasformi in una sorta di fenomeno culturale o lo si legga in maniera distorta. In questo senso, i due volumi Bompiani, estremamente documentati, sono un decisivo passo avanti; oltre ai testi, infatti, vanno segnalate per precisione ed acutezza le pagine introduttive di Fulvio Panzeri, una cronologia bio-bibliografica ed un apparato di Note ai Testi che non si limitano alle due righe a fondo pagina, ma chiariscono pagina dopo pagina la genesi di gran parte dell'opera tondelliana, utilizzando commenti dell'autore, pagine d'altri scrittori, lettere e progetti che illuminano il laboratorio dello scrittore per così dire, dall'interno, evidenziando spesso quella tendenza alla contaminazione, al patchwork d'elementi anche eterogenei (altri libri, musica, cinema, fumetti) che può essere considerata almeno in parte la cifra del lavoro tondelliano.

     

    § IV. Influenze musicali Torna al sommario dell'articolo

    III. Tondelli «on-line»

    Insieme con le iniziative editoriali, e tenendo conto che fin qui s'è parlato solo delle più recenti, non bisogna dimenticare il prezioso lavoro di raccolta, valorizzazione e diffusione che dell'opera di Pier Vittorio Tondelli sta facendo il Centro di Documentazione «Pier Vittorio Tondelli» di Correggio, città natale dell'autore. Con sede all'interno della Biblioteca Comunale, il Centro raccoglie tutte le opere dello scrittore, anche in traduzione straniera, i suoi articoli, i progetti letterari, i saggi ed anche testimonianze audio e video e fotografie per un totale di oltre tremila documenti. Inoltre all'interno del Centro è possibile consultare una Biblioteca degli Inediti di giovani autori, iniziativa questa che s'integra perfettamente con lo spirito tondelliano di valorizzazione degli scrittori esordienti. Sono poi attivi due concorsi relativi a tesi di laurea o a saggi sull'opera di Tondelli ed un ricco catalogo bibliografico con articoli, recensioni e ricordi sullo scrittore scomparso. L'archivio del Centro è consultabile on-line all'indirizzo: <http://tondelli.comune.correggio.re.it>, sulle pagine web sono inoltre disponibili circa duecento pagine full text di articoli e saggi. Questo Centro di Documentazione, in continua crescita, è senz'altro uno strumento indispensabile di consultazione per coloro che vogliano approfondire o anche solo avvicinarsi all'opera tondelliana, siano essi studenti in fase di stesura della tesi, ricercatori o semplici appassionati. Un dato significativo, che vale la pena sottolineare, è che già nei primi due anni d'attività on-line del Centro, su oltre seimila contatti, il 7% ha riguardato la versione del sito in lingua inglese, a riprova del definitivo superamento dei confini italiani che l'opera di Tondelli è riuscita a realizzare. Del resto egli stesso era consapevole di questo suo personale bilanciamento «fra la Via Emilia e il West» fra la provincia ed il lontano, quando scriveva:

    È occorso del tempo per capire, dentro di me, che pur essendo figlio di una più vasta cultura occidentale, pur essendo un inguaribile estimatore di musica pop e rock, pur essendo un consumatore di cinema americano e di letteratura della beat generation, sono anche profondamente emiliano. E, in questo senso, legato alle mie origini in quel modo tutto particolare - generoso, forse - esuberante e ansiosamente malinconico che hanno i personaggi della mia terra (Un racconto sul vino, 1988).

     

    § V. La fortuna all'estero Torna al sommario dell'articolo

    IV. Influenze musicali

    Al Centro di Documentazione «Pier Vittorio Tondelli» si devono anche iniziative pubbliche, quali dibattiti e convegni, che spesso prendono spunto dalla presentazione di un libro e si allargano poi a letture di pagine tondelliane sovente accompagnate dalle musiche preferite dall'autore. A titolo d'esempio si potrebbe ricordare Pier ad alta voce, ad opera della compagnia Nuovo Disordine/Materiale Resistente che il 2 luglio 1998 ha accompagnato la presentazione del libro di Roberto Carnero e, più recentemente, il 16 dicembre 2000, il convegno Pier Vittorio Tondelli tra musica e letteratura che, oltre alla presentazione del primo volume delle Opere, ha ospitato una tavola rotonda su Tondelli e i nuovi narratori italiani, la proiezione del film Sabato italiano di cui Tondelli ha firmato la sceneggiatura ed una Serata di letture e musica da Pier Vittorio Tondelli. È interessante sottolineare come quasi sempre convegni dedicati allo scrittore emiliano affianchino letteratura e musica, un binomio particolarmente caro a Tondelli sin dagli esordi. Non ridotta a semplice citazione (per quanto alla fine di Rimini sia possibile trovare un suggerimento di colonna sonora per il libro), la musica con Tondelli assume una grande importanza strutturale e linguistica, diventa un ponte di collegamento con la realtà ed arriva addirittura a determinare la natura dei personaggi. La musica dunque non è solo un catalogo di gusti, che fra l'altro variano, e di molto, da un libro all'altro, ma è anche un materiale sonoro che influisce profondamente sulla struttura dei libri. In Pier Vittorio Tondelli è molto forte la corrispondenza fra il linguaggio e la musicalità della parola, un rapporto questo sviluppato in forme diverse in tutta la sua produzione narrativa. In Altri libertini e Pao Pao, i libri della «scrittura emotiva», predomina un andamento narrativo molto ritmato, quasi caotico, estremamente vicino alla musica rock, che infatti è al centro delle scelte musicali dei protagonisti; in Rimini la costruzione narrativa coincide con un disegno polifonico, molti personaggi che intersecano fra loro le proprie storie ed anche le proprie, personali, voci; suggello di questa polifonicità sono le Musiche della pagina finale che accostano l'easy listening dei Bronski Beat al cantautorato alla Leonard Cohen, il pop intimista dei prediletti The Smiths alla new wave di Echo and the Bunnymen; in Camere separate, infine, il ritmo musicale cambia davvero (salvo poi tornare all'amatissimo Morrissey nelle pagine finali del romanzo, «Oh, I'm so glad to grow older, to move away from those younger years […]», «ripeness is all» anche per Tondelli?). Per un libro come questo, sofferto scavo interiore nell'animo di un uomo desolato, gli scarti e le accelerazioni rock non vanno più bene, è necessario un cambiamento di genere che spinge Tondelli nei territori difficili ed ipnotici della musica minimalista, quella in cui «sembra non cambi niente, invece è un modo per scavare…». Questa simbiosi scrittura/musica è stata del resto apertamente sottolineata dallo stesso scrittore che in un'intervista del 1985 su «Fare Musica» ha dichiarato:

    Io scrivo sempre con la radio accesa o con delle cassette. La musica mi aiuta moltissimo […] Sento che per me scrivere è come cantare, è il mio modo di far sentire la mia voce e di cantare.

     

    § VI. Nuove prospettive critiche Torna al sommario dell'articolo

    V. La fortuna all'estero

    Oltre ai convegni organizzati in Italia, non vanno dimenticate le iniziative su Pier Vittorio Tondelli organizzate all'estero. Il 27 e 28 ottobre 2000, l'Institute of Romance Studies dell'University of London, nell'ambito del convegno Postmodernist Discourse and Contemporary Italian Fiction ha dedicato a Tondelli, nella sessione Mapping Spaces, due interventi: il primo di Roberto Carnero (Pier Vittorio Tondelli: un classico degli anni Ottanta), il secondo di Antonio Spadaro (L'esigenza del ritorno. Le radici di una geografia interiore in Pier Vittorio Tondelli), interventi evidentemente ispirati alle opere critiche citate in precedenza. Inoltre per l'anno accademico 2001-2 e sempre presso l'Institute of Romance Studies, è prevista una conferenza interamente dedicata allo scrittore dal titolo: Pier Vittorio Tondelli: New Critical Concerns.
    La numerosa serie d'iniziative fuori e dentro i confini nazionali che ruotano intorno alla figura di Pier Vittorio Tondelli testimonia dell'interesse che la sua opera continua a suscitare negli ambienti accademici o di appassionati di letteratura. Tanti possono essere i motivi d'attenzione per il suo lavoro, tutti altrettanto giustificabili e personali, è tuttavia fuori d'ogni dubbio che nei suoi scritti siano rintracciabili alcuni elementi-chiave che ritornano sistematicamente nelle pagine, nei dibattiti e nei siti web a lui dedicati.

     

    Bibliografia Torna al sommario dell'articolo

    VI. Nuove prospettive critiche

    In primo luogo direi che uno sguardo attento vada rivolto alla natura postmoderna e contaminatrice del suo lavoro; acuto osservatore di tutti i livelli della realtà circostante, dalle mode apparentemente più frivole ai più consistenti cambiamenti di cultura e costume, Pier Vittorio Tondelli ha nutrito le proprie pagine delle influenze più disparate, alcune facili ed evidenti, altre più nascoste e sotterranee che contribuiscono a donare vita e colore ai suoi libri. I suoi percorsi di lettore, ascoltatore o spettatore si sono riversati nell'attività creativa sempre sostenuta dal suo peculiare amore per la parola scritta, per il lavoro minuzioso e la ricerca nella scittura: l'unione di questi elementi ha creato un affascinante patchwork di citazioni e riferimenti che mettono insieme l'amatissimo Alberto Arbasino con gli scrittori della Beat Generation, il cinema con i fumetti, il pop con il jazz con un risultato che non suona mai fasullo ed artificioso, ma in tutto e per tutto tondelliano. Questa sua mobilità, intellettuale ancor prima che fisica, la sua curiosità onnivora per manifestazioni anche solo vagamente artistiche o culturali, non ha mai fatto passare in secondo piano la consapevolezza, sempre nettissima, di cosa voglia dire fare letteratura, di quale sia il valore della parola scritta che deve alimentarsi d'onestà e passione. Un altro sintomo della mobilità e modernità di Pier Vittorio Tondelli sta nella capacità d'essere stato contemporaneamente uno scrittore profondamente italiano, ma anche pienamente europeo, nell'essere rimasto in bilico, come si è sottolineato in precedenza, «fra la Via Emilia e il West». Nei suoi libri s'assiste, da una parte, all'assimilazione progressiva degli spazi internazionali, preferibilmente delle grandi capitali dell'Europa del Nord - Londra, Amsterdam, Berlino - che costituiscono un equivalente di quel «mito dell'America» così importante per le generazioni precedenti, dall'altra a quello che è stato definito un «esotismo degli spazi vicini» (B. Van den Bossche, Profilo di Pier Vittorio Tondelli. La geografia letteraria nei romanzi e nei racconti di Tondelli, reperibile in internet all'indirizzo: <http://www.comune.bologna.it/iperbole/assrere/autori/tondelli.htm>) che trasforma la provincia, guardata dai margini, con gli occhi dello scrittore, in un'inedita scoperta geografica. Questo sguardo binario vicino/lontano porta ad un equilibrio fra la voglia di provare l'ebbrezza della metropoli, il dono dell'invisibilità che solo una grande città può dare, ed un ciclico ritorno alle origini che spesso assume connotati catartici e purificatori. Questo vagabondaggio fisico ed esistenziale è registrato da Pier Vittorio Tondelli su pagine caratterizzate da una scrittura fortemente emotiva e partecipata ed è proprio l'emotività una delle note dominanti della narrativa tondelliana che sembra crescere e trasformarsi col suo autore pur restando legata ad una particolare nota d'intensità che ritroviamo tanto nella prosa veloce e violenta dei primi lavori quanto nella narrazione assorta «come un canto» del suo congedo letterario. Ma da dove derivano questa emotività ed intensità? Un autore molto caro allo scrittore emiliano, Roland Barthes, ha sostenuto (Il piacere del testo, Torino, Einaudi, 1973) che se si legge con piacere una pagina, una frase, anche quando l'argomento trattato risulta essere drammatico, ciò accade perché quella pagina è stata scritta con piacere dall'autore:

    Se leggo con piacere questa frase, questa storia o questa parola, è perché sono state scritte nel piacere (questo piacere non è in contraddizione con i lamenti dello scrittore).

    Pier Vittorio Tondelli ha scritto i suoi libri per il piacere di farlo, ha saputo trasferire in essi la propria vitalità: esattamente da questo deriva quell'eclettismo che molti critici hanno scambiato per discontinuità e che è invece segno di elasticità mentale e di una profonda, radicata, capacità evolutiva non dettata da circostanze esterne (la moda del momento, un calcolo editoriale), ma da un'incessante necessità di filtrare la realtà tramite la scrittura per capirla meglio. Per Pier Vittorio Tondelli la scrittura è stata un segno distintivo e così, in una pagina di Camere separate, definisce il mestiere di scrittore:

    La sua diversità, quello che lo distingue dagli amici del paese in cui è nato, non è tanto il fatto di non avere un lavoro, né una casa, né un compagno, né figli, ma proprio il suo scrivere, il dire continuamente in termini di scrittura quello che gli altri sono ben contenti di tacere. La sua sessualità, la sua sentimentalità si giocano non con altre persone, come lui ha sempre creduto, finendo ogni volta con il rompersi la testa, ma proprio nell'elaborazione costante, nel corpo a corpo con un testo che ancora non c'è (p. 212).

    Dunque scrivere può anche trasformarsi in una specie d'emarginazione, un segno evidente di quella diversità che più o meno consapevolmente ciascuno si porta dentro. Nella narrativa tondelliana questa diversità può esprimersi nelle forme di una sofferenza rabbiosa, ma impotente, come in certe pagine di Altri libertini. Può essere una consapevolezza faticosa, ma che conduce a suo modo ad una forma d'atarassia, come in Camere separate, o può addirittura prendere l'aspetto di una gioiosa capacità d'esprimere identità collettive autonome dalla società circostante come avviene per la «gran bella tribù» dei soldati protagonisti di Pao Pao.
    Per tutti questi motivi e per altre caratteristiche di stile e contenuto che in questa sede ci porterebbero troppo lontano, Pier Vittorio Tondelli resta uno scrittore con cui il mondo letterario italiano deve continuare a confrontarsi, poiché il ruolo da lui svolto negli ultimi vent'anni è stato un fondamentale passo avanti che ha contribuito a spostare la letteratura italiana dalla crisi delle avanguardie ad un riguadagnato piacere della narrazione, ad una nuova fiducia nelle storie. Insieme ad altri scrittori, a lui più o meno coetanei, quali Enrico Palandri, Claudio Piersanti o Daniele Del Giudice, Tondelli ha riportato la scrittura narrativa nei territori in cui costruire delle storie non sembra più impossibile e dove gli eccessi e gli sradicamenti della parola cercati dalla neoavanguardia sono superati da una sincera aspirazione al narrare. Con questi giovani, lo scrittore scende finalmente dalla torre d'avorio in cui si era rinchiuso e torna ad essere un portatore di storie (P. Bichsel, Il lettore, il narrare, Milano, Marcos y Marcos, 1989) in un processo di fabulazione continuo che unisce senza soluzione di continuità la lettura e la scrittura, l'apparente passività del ricevente e l'attività del mittente di storie partendo dalla considerazione che:

    […] la letteratura nasce soltanto nella letteratura, dove non esistono iniziatori, ma soltanto imitatori che riflettono. E non è la realtà a essere imitata, bensì la situazione del narrare. Il narrare, non il suo contenuto è la meta della letteratura (P. Bichsel, 1989).

     


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    BIBLIOGRAFIA


    1. Opere di Pier Vittorio Tondelli

      • Altri libertini («I narratori di Feltrinelli»), Milano, Feltrinelli, 1980; («Universale Economica»), Milano, Feltrinelli, 1987.

      • Pao Pao («I narratori di Feltrinelli»), Milano, Feltrinelli, 1982; («Universale Economica»), Milano, Feltrinelli, 1989.

      • Rimini («Letteraria»), Milano, Bompiani, 1985; («I grandi tascabili»), n.66, Milano, Bompiani, 1987.

      • Biglietti agli amici («Collana Blu»), n.1, Bologna, Baskerville, 1986.

      • Camere separate («Letteraria»), Milano, Bompiani, 1989; («I grandi tascabili»), n.172, Milano, Bompiani, 1991.

      • Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta («Saggistica e varia»), Milano, Bompiani, 1990; («I grandi tascabili - Romanzi & racconti»), Milano, Bompiani, 1993.

      • L' abbandono. Racconti dagli anni Ottanta, a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 1993.

      • Dinner party, a cura di Fulvio Panzeri («Le Finestre»), Milano, Bompiani, 1994.

      • Il mestiere di scrittore. Un libro - intervista, a cura di Fulvio Panzeri e Generoso Picone, Ancona, Transeuropa, 1994; Roma - Napoli, Theoria, 1997.

      • Biglietti agli amici, nuova edizione a cura di Fulvio Panzeri, («Nuovo Portico»), Milano, Bompiani, 1997.

      • Opere. Romanzi, teatro, racconti, a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 2000.

      • Opere. Cronache, saggi, conversazioni, a cura di Fulvio Panzeri, Milano, Bompiani, 2001.

    2. Opere su Pier Vittorio Tondelli citate nell'articolo

      • R. Carnero, Lo spazio emozionale. Guida alla lettura di Pier Vittorio Tondelli, Novara, Interlinea, 1998.

      • A. Spadaro, Pier Vittorio Tondelli. Attraversare l'attesa, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, 1999.

      • B. Van den Bossche, Profilo di Pier Vittorio Tondelli. La geografia letteraria nei romanzi e nei racconti di Tondelli,
        <http://www.comune.bologna.it/iperbole/assrere/autori/tondelli.htm>.

    3. Altri testi citati

      • R. Barthes, Il piacere del testo, Torino, Einaudi, 1973.

      • P. Bichsel, Il lettore, il narrare, Milano, Marcos y Marcos, 1989.

     

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    Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature - © 2001

    Giugno 2001, n. 1