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BOLLETTINO '900 - Notizie / D, marzo 1997
           
 
 
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Materiali
Fausto Curi  
Canone e anticanone  
 
I  
Il canone non e' la Biblioteca dei Classici, il canone e'  
una struttura legislativa, un insieme di norme incarnato  
in alcuni autori, *e solo in quelli*, ossia e' un codice.  
Il canone italiano e' fondato nel 1525 dal Bembo con le  
*Prose della volgar lingua*. Petrarca e Boccaccio sono  
gli autori modello, giacche' hanno saputo coniugare  
"gravita'" e "piacevolezza".  
Scrittori e lettori. E' l'uso che si fa di certi scrittori che li  
costituisce in canone, ma se se ne fa *quell*'uso, e'  
perche' essi sono strutturalmente disposti a essere usati  
in quel modo.  
Colui che elabora il canone e' l'interprete delle esigenze  
della classe e della cultura dominanti.  
La funzione legislativa esercitata dal canone diventa  
immediatamente una funzione selettiva e repressiva. Il  
canone e' una struttura conservatrice e autoritaria.  
Nel Rinascimento il canone e' pero' anche un *eidos*,  
che ha in se' l'essenza della letteratura e l'essenza della  
letterarieta'. E' quindi inevitabile che le manifestazioni  
storicamente concrete di questa essenza differiscano a  
volte anche notevolmente dall'*eidos*.  
  
II  
Nella modernita' il canone tende a trasformarsi da codice  
in poetica dominante. Il codice italiano novecentesco e'  
fondato da Alfredo Gargiulo negli anni '30: la poesia e'  
ridotta alla "lirica", la prosa e' identificata  
prevalentemente con la prosa d'arte; i modelli sono  
Ungaretti e Cecchi, mentre Montale, Saba e Tozzi sono  
giudicati con molte riserve.  
Contini, che pur difende Montale e quindi si oppone a  
Gargiulo, da un lato fonda un nuovo canone, il canone  
"espressionistico", che va da Dante a Gadda, da un altro  
lato pero' sancisce il carattere platonico della scelta  
bembesca, riconosce la prevalenza del modello  
petrarchesco e condivide con Gargiulo la scarsa simpatia  
per la narrativa e l'ammirazione tendenzialmente  
esclusiva per la "lirica": "l'arte di Gadda e' tutta lirica". Il  
petrarchismo ideale eterno della letteratura italiana.  
  
   
III  
Quando si parla di anticanone occorre distinguere fra  
l'anticanone sperimentale e l'anticanone dell'avanguardia.  
Il primo e' presente nell'intero tessuto della nostra  
letteratura, e' propulso da aspirazioni solo linguistico- 
stilistiche e non e' eversivo. Il secondo e' presente  
soltanto nel Novecento, e' sollecitato anche da esigenze  
extraletterarie e ha carattere eversivo.  
Con il "postmoderno" si ha l'eclissi sia del canone sia  
dell'anticanone.
Remo Ceserani
Trasformazione del Canone nel secondo 
Novecento
*	I due Novecenti. La trasformazione del sistema 
culturale e del sistema letterario dopo gli anni 
Cinquanta.
*	Ogni trasformazione del sistema letterario comporta 
una revisione e ricostruzione dei canoni. Quali sono 
le istituzioni addette alla conservazione, alla 
contestazione e alla revisione dei canoni?
*	Il nuovo canone da costruire di  fronte ai canoni 
precedenti: quello classicistico, quello 
espressionistico di Contini, il controcanone delle 
avanguardie.
*	La fine delle avanguardie. La caduta della 
distinzione fra letteratura alta e letteratura di 
consumo.
*	Recupero di alcuni classici e loro rilettura in chiave 
postmoderna.
*	La discussione teorica attorno ai canoni come 
manifestazione di disorientamento e disagio.
*	Il ruolo dell'istituzione scolastica. Le proposte di 
riforma come proposte di revisione del canone.
Guido Guglielmi
Formazione del Canone
Le domande prime da porsi sono: che cos'e' un canone? Come 
si forma? Come cambia? Un accenno al volume di Bloom servira' 
a sviluppare il discorso. Potrebbe darsi infatti che non si sia 
d'accordo con la sua proposta. Occorrera' vedere come stanno le 
cose in Italia; e poi che cosa accade nella letteratura moderna in 
genere. E' pensabile un canone della modernita'? Forse l'unica 
possibilita' di parlare di canone e' quella di interrogarsi sul suo 
concetto. Si tratta di un concetto storico. E allora il problema da 
porsi, da lasciare ovviamente in forma interrogativa, sara' quello di 
vedere fino a che punto esso possa interessarci.
Niva Lorenzini
Generi e Canone nel Novecento
1. Il "genere" e la crisi di rappresentazione.
2. Parodia, estenuazione ed esasperazione del "genere" 
tradizionale.
3. Metamorfosi del genere lirico e del genere epico. I nuovi generi. 
Fine del genere?
4. Novecento e antinovecentismo: il minore, il marginale e le loro 
nuove accezioni.
5. Il canone tra formazione, normalizzazione, 
sabotaggio, estinzione.
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NOTIZIE / D, marzo 1997. Anno III, 2.
Redazione: Vincenzo Bagnoli, Daniela Baroncini, Stefano Colangelo,
Eleonora Conti, Stefania Filippi, Anna Frabetti, Federico Pellizzi.
Dipartimento di Italianistica
dell'Universita' di Bologna,
Via Zamboni 32, 40126 Bologna, Italy,
Fax +39 051 2098555; tel. +39 051 2098595/334294.
Reg. Trib. di Bologna n. 6436 del 19 aprile 1995.
ISSN 1124-1578