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BOLLETTINO '900 - Discussioni / D, gennaio 1997
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Federico Pellizzi
Presentazione:
"I generi marginali nel Novecento"
(letteratura postuma o letteratura provvisoria?)
Dietro al titolo di questo seminario sta in realta' un
interrogativo fondamentale che riguarda la letteratura stessa: si avvia la
letteratura ad essere un "genere marginale"? Non si tratta tanto di
stabilire un regime di "minorita'" di alcuni generi (script, traduzioni,
riscritture, diari, appunti, ecc.) rispetto a una letteratura ufficiale e
alta (il romanzo? il saggio? l'epopea moderna?), o viceversa di
dichiararne qualche sorta di raggiunta supremazia o centralita', ma di
indagare uno statuto di letterarieta' che forse va mutando.
Probabilmente certe forme di scrittura laterale, spesso piu' impregnate di
una storicita' minima, immanente rispetto a scritture fornite dalla
nascita di ufficialita' letteraria, per la loro natura (preparatoria,
trasformativa, di commento, e comunque connotata di forti elementi di
provvisorieta') cambiano fortemente anche l'universo della scrittura
creativa.
Molte forme di arte composta e differita insidiano la pacifica
sedentarieta' dell'opera, spingendo verso una sua esecuzione, un suo
riuso. Le nuove tecnologie della scrittura ricontestualizzano di continuo
il testo, riducono lo iato tra quelle che Adorno chiamava tecnologie di
produzione e tecnologie di riproduzione, dispongono ancor di piu' il testo
alla sua gia' implicita connettivita'.
L'intertestualita' e' un modo d'esistenza dell'opera, prima ancora
di essere uno strumento interpretativo. Ogni "opera" e' in realta' un
intertesto che include tutte le forme di scrittura - intesa in senso ampio
- che ne hanno accompagnato e continuano ad accompagnarne la produzione,
la ricezione e la trasformazione. La nozione di "autore", di testo
"originale", di "opera" come ne vengono influenzati? Il lavori'o della
scrittura, che espande sempre piu' il prima e il dopo di un'opera e ne
articola la progettazione e la destinazione, da' dignita' creativa alle
fasi intermedie, alle "bozze"; e' un trascrivere, un variare e un
ripensare che spesso si configura come preparazione collettiva di qualche
forma di fruizione "eventuale" o "occasionale" di un testo o di una serie
di testi, legata a un tempo preciso e a un particolare mezzo di
diffusione; oppure assume il carattere di una sorta di divagazione,
commento, avvicinamento a un corpus maggiore.
Tutto cio' produce forme di "subordinazione" della letteratura ad
altre arti, e una sua perdita di importanza estetica, di rilevanza
antropologica? O mette in luce alcune trasformazioni? Pensiamo che
trascurare questi problemi, dedicarsi a una critica inerziale sul corpo
glorioso della letteratura esistente non possa bastare, e che sia
necessaria da una parte una sia pur prudente ridefinizione del nostro
mestiere di indagatori dell'arte verbale e di studiosi della scrittura,
dall'altra un riesame della possibilita' stessa di riflettere sul
sistema letterario nel suo complesso.
Le molteplici scritture che in questo secolo hanno acquistato
dignita' pubblica e consapevolezza, perdendo a volte parte della loro
funzione strumentale, donando spesso parte del loro contenuto di realta',
hanno suggerito un ampliamento del concetto di letteratura, ma forse hanno
provocato anche una rarefazione della funzione estetica, un oscuramento
dei criteri di valutazione, un'ossessione del microscopico. Concetti che
pure sono stati al centro del pensiero filosofico e letterario del
Novecento, come letterarieta', narrativita', espressione, e categorie che
hanno sempre richiesto un impegno storiografico e teorico, le trame, gli
stili, i generi, sono spesso usati in ambito italianistico (se usati), in
modo elusivo e disimpegnante. La riflessione sulle funzioni supera rara-
mente le dimensioni intratestuali o relative a una poetica individuale.
L'attenzione critica a forme di scrittura marginale, lettere,
taccuini, annotazioni, aforismi, glosse, o ad altre forme di comunicazione
verbale codificata, relazioni, protocolli, progetti, o a forme private di
scrittura di lavoro, schede, appunti, note e richiami, ha assunto uno
spazio predominante nella saggistica contemporanea su rivista.
L'espandersi di questo lavoro di commento, di "creative correction" sui
molti corpi separati del letterario, o l'abnorme sviluppo della "citta'
secondaria", per dirla con George Steiner, puo' avere pero' la funzione di
rimettere in moto la riflessione sulla letteratura, sulla sua posizione
nell'universo della cultura, e sulla nostra stessa condizione. Certamente
la letteratura, se vista come continua ridefinizione dei generi canonici,
come elemento della transizione, del discorrere, senza ipostatizzare, come
e' costume di alcuni filosofi contemporanei, la parola per farne un
vessillo epocale, rimane uno dei mezzi piu' potenti per parlarci del
reale.
© Bollettino '900 - versione e-mail
Electronic Newsletter of '900 Italian Literature
DISCUSSIONI / D, gennaio 1997. Anno III, 1.
Redazione: Vincenzo Bagnoli, Daniela Baroncini, Stefano Colangelo,
Eleonora Conti, Stefania Filippi, Anna Frabetti, Federico Pellizzi.
Responsabile: Flavio Niccoli. Editor: Federico Pellizzi.
Dipartimento di Italianistica
dell'Universita' di Bologna,
Via Zamboni 32, 40126 Bologna, Italy,
Fax +39 051 2098555; tel. +39 051 2098595/334294.
Reg. Trib. di Bologna n. 6436 del 19 aprile 1995.
ISSN 1124-1578