![]() ![]() Note: 1 Chiumbuto: maturo; turgido; (etimol.) da chiummo: piombo. 2 Gioco di parole tra cazzimma (cattiveria serpeggiante e incisiva) e scazzimma (ciniglia, cisposità degli occhi). 3 Tipica espressione flegrea usata dai pescatori quasi a sfidare irrisoriamente il maltempo, al fine di esorcizzarne paure dovute alla violenza del temporale e infondere coraggio alla truppa. Simile la successiva: Vott’abbascio, vo’. 4 Scamazzate ’ncuorpo: da schiatta’ ’ncuorpo: schiattare in corpo; crepare di morte violenta. Sangiovanni: blattoideo più grosso del normale. Di solito, però, l’espressione sangiuvanne viene attribuita a quei fastidiosissimi scarafaggi "volanti" dal ronzio insopportabile. 5 Pesaprete: a Torregaveta con questo nome si indica un particolare tipo di insetto, appartenente alla famiglia dei blattoidei, dalle grosse e lunghe antenne. Viene così definito poiché, sempre se lo si riesce a catturare, prendendolo appunto per tali appendici, una volta sollevato da terra, poggiandolo con le zampe su di una brecciolina, è capace con una forza formidabile di tirarsi dietro la pietra stessa anche se questa è molto più grande di esso. Fa sanghe e ffa ’itta’ ’u sanghe: espressione tipicamente usata quando si beve del vino rosso che "fa buon sangue", ma anche male (da far vomitare e sputar sangue) se si eccede. 6 Mammunciello: prelibato taglio di carne vaccina, usato solitamente per il brodo. Call’ ’i trippa: callo di trippa, muso del maiale, prima bollito poi venduto freddo, dagli ambulanti con sale e limone. Curenielle: filetti di stocco; filetti in genere. Merda ’i riscenzielle: merda di convulsioni, svenimento, convulsione dovuta a forte paura; difatti, per estensione, il termine riscenzielle negli ultimi anni viene utilizzato per indicare un forte mal di pancia, doglie. 7 Pappece: vermi della pasta di grano duro andata a male. Con tale termine si indicano anche quegli insetti che forano i cereali, i legumi, eccetera. Dal latino "Pappare": divorare. Scigna: scimmia; sbornia, ubriacatura, rabbia, ira, malattia. 8 ’Nzularchia: itterizia, ittero, febbre gialla. Da ’nzularcato: parola composta dai termini latini "sub" (sotto) e "arcatus" (arco). Il popolo, infatti, attribuisce tale male agli influssi dell’arcobaleno. Nel Salento l’arcobaleno e l’itterizia si definiscono arcu. Detto anche: male dell’arco. Secondo le ricerche di Ernesto de Martino, in Lucania tale credenza occupa tra i morbi magici un posto di rilievo nell’ideologia tradizionale: secondo questa ideologia, il "giallo" della febbre sarebbe stato assorbito dal malato urinando contro l’arcobaleno, onde per guarire occorre liberarsi di tale malignità gialla che scorre nel sangue. A Pisticci, ad esempio, al mattino, prima del sorgere del sole, il malato, senza rivolgere la parola a nessuno, senza rispondere se interrogato, esce di casa e passa sotto tre archi in muratura dove deve orinare e ripetere per tre volte uno scongiuro: Buongiorno cumpa’ arche / t’agghie annutte lu male de l’arche. / E pigghiate lu male de l’arche: / Buongiorno cumpa’ arche. Ovvero in mancanza di un arcobaleno, si restituisce il male agli archi in muratura. Molto spesso la vicenda rigeneratrice del male dell’arco è scandita sui tempi della morte e della resurrezione di Cristo. 9 Rilla-rille: a Bacoli, in tal modo si indica il grillo. 10 È suonata l’ora che segna il sopraggiungere della notte (coprifuoco). Durante la Seconda Guerra Mondiale, tale voce a distesa veniva eseguita per avvisare chi non avesse fatto caso alla sirena del coprifuoco. 11 La tempesta improvvisa non dà segni di futura quiete, ma incalza indomita vestendosi a festa. Sciassa: giubba con falde larghe, marsina; anche abito da cerimonia, elegante in genere. Famoso il cosiddetto fracche sciasse. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2013 <http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2013-i/Borrelli.html> Giugno-dicembre 2013, n. 1-2 |