![]() Note: 1 F. Roh, Nach-Expressionismus Magischer Realismus. Probleme der Neusten Europäischen Malerei, Leipzig, Klinkhardt & Biermann, 1925. Il volume è stato tradotto in italiano nel 2007 presso Liguori con il titolo Post-espressionismo. Realismo magico. Problemi della nuova pittura europea. 2 Cfr. E. Arva e H. Roland, L’écriture des traumatismes et le réalisme magique, in Eid. (a cura di), Le réalisme magique comme stratégie narrative dans la réappropriation des traumatismes historiques, in «Interférences littéraires/Literaire Interferenties», ottobre 2014, n. 14, pp. 17-26. 3 «Modi narrativi della finzione» [nostra traduzione]. Per un approfondimento delle differenze tra le due categorie narrative, si vedano gli studi di Charles Scheel, tra cui Réalisme magique et réalisme merveilleux. Des théories aux poétiques, Paris, L’Harmattan, 2005, e Le réalisme magique: mode narratif de la fiction ou label culturaliste?, in A. Dominguez Leiva et al. (a cura di), Études culturelles, anthropologie culturelle et comparatisme, Dijon, Éditions du Murmure («Collection Universitaire»), 2010, pp. 211-222. 4 Nello specifico, la differenza tra fantastico, realismo magico e meraviglioso consisterebbe nel diverso rapporto con l’elemento sovrannaturale: un rapporto che resta problematico, che produce dubbi ed esitazioni nel caso del fantastico, e che tende invece a normalizzare l’evento extra-ordinario, nel caso del realismo magico e meraviglioso. A loro volta, queste ultime due strategie narrative, secondo Charles Scheel, si distinguono quanto al grado di fusione tra elemento naturale e sovrannaturale, e quanto agli interventi della voce autoriale: nel caso del realismo magico, egli parla d’«une trame cohérente et intégrée de la narration [...] clairement isolable de son environnement réaliste» / «una trama coerente e integrata della narrazione [...] che può essere isolata chiaramente dal suo contesto realistico» e d’«une réticence auctoriale» / «una reticenza autoriale» [nostre traduzioni], ovvero di un atteggiamento di reticenza da parte della voce narrante, che si pone intenzionalmente al di fuori degli eventi, facilitando in tal modo l’accettazione dell’elemento incongruo da parte del lettore, cfr. Ch. Scheel, Réalisme magique et réalisme merveilleux. Des théories aux poétiques, cit., pp. 113-114. 5 «Sovversione attraverso l’immaginario delle verità stabilite» [nostra traduzione], cfr. K. Roussos, Décoloniser l’imaginaire. Du réalisme magique chez Maryse Condé, Sylvie Germain et Marie Ndiaye, Paris, L’Harmattan, 2007, p. 7. Lo studio di questa nuova finalità del realismo magico si deve in particolar modo ai lavori di Wendy Faris, tra cui il noto W. Faris e L. Parkinson Zamora (a cura di), Magical Realism: Theory, History, Community, Durham & London, Duke University Press, 1995. 6 «Fornendo un’alternativa al logos cartesiano, costituisce un aspetto di un linguaggio romanzesco essenzialmente multiforme, che privilegia il paradosso e il dialogo fra i contrari piuttosto che la logica » [nostra traduzione], cfr. J-P. Durix, Le Réalisme magique: genre à part entière ou "auberge latino-américaine", in X. Garnier (a cura di), Le réalisme merveilleux, Paris, L’Harmattan, 1998, pp. 12-13. 7 «Gli approcci del femminismo sono indifferenti ai problemi che riguardano il colonialismo e la divisione internazionale del lavoro, e quando gli studi postcoloniali falliscono nel tentativo di includere il genere nella loro analisi» [nostra traduzione], cfr. D. Bahri, Le féminisme dans/et le postcolonialisme, in N. Lazarus (a cura di), Penser le postcolonial. Une introduction critique, trad. fr. di M. Groulez, Ch. Jaquet, H. Quiniou, Paris, Amsterdam, 2006, p. 304; ed. orig. The Cambridge Companion to Postcolonial Literary Studies, Cambridge, Cambridge University Press, 2004. 8 A. Schwarz, Die wahren Protagonisten sardischer Geschichte, in «Bücherrezensionen.org», 5 dicembre 2013, <http://www.buecherrezensionen.org/buecher/rezension/recensione-savina-dolores-massa-ogni-madre.htm> (data ultimo accesso: 27/02/2016). La traduzione è disponibile sul sito del Maestrale: <http://www.edizionimaestrale.com/news/254/116/La-Germania-scopre-Savina-Dolores-Massa/> (data ultimo accesso: 27/02/2016). 9 Possiamo ricordare le parole di Giuseppe Marci a tal proposito: «Può essere detto senza eccessiva paura di essere smentiti che gli autori sardi sono espressione di una cultura [...] dedicata ad una sola "materia" e ad un solo "oggetto": la Sardegna. E basterà scorrere le scritture dei sardi dal più antico ai recentissimi per averne conferma», cfr. G. Marci, Introduzione, in Id. (a cura di), Scrivere al confine. Radici, moralità e cultura nei romanzieri sardi contemporanei, Cagliari, CUEC, 1994, p. 16. 10 Cfr. M. Marras, Nuovi modi e forme di raccontare la diversità in «Mia figlia follia» di Savina Dolores Massa, in «Rhesis. International Journal of Linguistics, Philology and Literature», «Literature», 8.2, 2017, p. 39. 11 M. Ponte e S. D. Massa, Savina Dolores Massa, da «Undici» a «Cenere calda a mezzanotte», in «Nazione Indiana», 19 gennaio 2014, <http://www.nazioneindiana.com/2014/01/19/savina-dolores-massa-da-undici-a-cenere-calda-a-mezzanotte-intervista-di-max-ponte/> (data ultimo accesso: 27/02/2016). 12 Si può pensare ai numerosi lavori di Margherita Marras, da anni sostenitrice di una linea "postcoloniale endogena sarda", nella quale la studiosa fa rientrare scrittori come Giulio Angioni, Sergio Atzeni e Marcello Fois. Si veda inoltre R. Onnis, Sergio Atzeni, écrivain postcolonial, Paris, L'Harmattan, 2016. 13 Ritroviamo infatti nel romanzo - cfr. S. D. Massa, Cenere calda a mezzanotte, Nuoro, Il Maestrale, 2013 - costrutti sintattici tipici del parlato sardo, come il verbo collocato in fine di frase («E molti ossi hai aggiustato oggi?», p. 214; «Perché tu, forse, scrivere sai?», p. 362); l’uso del verbo "tenere" al posto di "avere" («tieni ragione», p. 95; «quanto tiene? Sembra vecchia molto», p. 215); la sovrautilizzazione del gerundio («Ehh! Adesso parlando come se avete fatto il gioco insieme», p. 199; «Pare facendomelo a dispetto», p. 242); l’uso della preposizione "a" dopo un verbo transitivo («io pregando sempre a santa Rita sono», p. 203); la posposizione dell’aggettivo possessivo («non hai preso da mamma tua», p. 279). 14 Si possono per esempio leggere le recensioni ai romanzi di Savina Dolores Massa disponibili sul sito internet delle Edizioni Il Maestrale; per il romanzo Mia figlia follia, si consulti il link seguente: <http://www.edizionimaestrale.com/FR/Products/60/Mia-figlia-follia> (data ultimo accesso: 27/02/2016). 15 M. Ponte e S. D. Massa, Savina Dolores Massa, da «Undici» a «Cenere calda a mezzanotte», cit. Da notare che una reazione analoga a quella di Massa fu manifestata da un altro scrittore sardo ricordato sopra, Sergio Atzeni, quando influenze latino-americane furono rintracciate nella sua scrittura: «Ognuno di noi ha un’anima individuale, l’anima si esprime in alcune manifestazioni di un popolo; ogni popolo ha alcune sue caratteristiche, ecco noi abbiamo in comune più con gli europei che con i sudamericani», cfr. S. Atzeni, Il mestiere dello scrittore, in Id., Sì... otto!, a cura di V. Gerini, Cagliari, Condaghes, 1996, p. 87. Inoltre, in un articolo del 1990, si legge: «Troppo comodo [...]. Realismo magico è veramente un’etichetta che ha perduto di senso, e non amo le etichette», cfr. S. Atzeni, Una scoperta dalla Spagna, in «Il Giorno», 18 marzo 1990, ora in Id., Scritti giornalistici (1966-1995), a cura di G. Sulis, CUEC, Cagliari, p. 834. 16 M. Ponte e S. D. Massa, Savina Dolores Massa, da «Undici» a «Cenere calda a mezzanotte», cit. 17 D. Turchi, Introduzione, in G. Deledda, Tradizioni popolari di Sardegna. Credenze magiche, antiche feste, superstizioni e riti di una volta nei più significativi scritti etnografici dell’autrice sarda, a cura di D. Turchi, Roma, Newton Compton, 1998, p. 8. 18 S. D. Massa, Cenere calda a mezzanotte. L’autore racconta, in «l’EstroVerso», 13 gennaio 2014, <http://www.lestroverso.it/cenere-calda-a-mezzanotte/> (data ultimo accesso: 27/02/2016). 19 Ead., Cenere calda a mezzanotte, cit., p. 244. 20 Ivi, p. 13. 21 Cfr. ivi, pp. 171-172, 311. 22 Cfr. ivi, p. 186. 23 Cfr. ivi, pp. 157, 174. 24 «Le unghie tagliate ieri a coltello ancora sotto al letto gridando strazio sono, [...] una manciata di unghie saltava, come vermi di formaggio marcio. Ih, ohiamomìa!, gridò ancora, disgustata, schiacciando con la punta del piede le unghie ancora vive», ivi, p. 198. 25 Cfr. Ch. Scheel, Réalisme magique et réalisme merveilleux. Des théories aux poétiques, cit., p. 113. 26 S. D. Massa, Cenere calda a mezzanotte, cit., p. 221. 27 Ibid. 28 Ivi, p. 237. 29 Ivi, p. 223. 30 Ivi, p. 222. 31 «Essendo la verità storica indiscernibile, essa è meno importante della creazione di miti alternativi. [...] Le nostre vite si costruiscono non soltanto nel vissuto ma anche nell’immaginario» [nostra traduzione], cfr. K. Roussos, Décoloniser l’imaginaire. Du réalisme magique chez Maryse Condé, Sylvie Germain et Marie Ndiaye, cit., p. 225. 32 Savina Dolores Massa, Cenere calda a mezzanotte, cit., p. 8. 33 Ivi, p. 274. 34 Ivi, p. 195. 35 Ivi, p. 335. 36 Ivi, p. 286. 37 Cfr. K. Roussos, Décoloniser l’imaginaire. Du réalisme magique chez Maryse Condé, Sylvie Germain et Marie Ndiaye, cit., p. 223. 38 «Su quegli usci chiusi, entrambe [Maria Carta e Petronilla] non si posero minimamente la domanda che prude sulla lingua di chi narra vite sulla carta con l’ossessione di riconoscere giusto ruolo a chi le svolse contemporaneamente a loro due. [...] Quale differenza può esserci tra chi ha voluto considerare tutto ciò, evidenziandolo, e chi ha semplicemente chiuso un uscio?», S. D. Massa, Cenere calda a mezzanotte, cit., pp. 237-240. 39 Cfr. E. Arva e H. Roland, L’écriture des traumatismes et le réalisme magique, cit., p. 20. 40 G. Mameli, Introduzione, in S. Atzeni e R. Copez, Fiabe sarde [1978], Cagliari, Condaghes, 2002, p. 11. Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature - © 2018 <http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2018-i/Onnis.html> Giugno-dicembre 2018, n. 1-2 |