Jaime Olmedo Ramos: tesi
Il comparatismo letterario di Benedetto Croce

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Si è sempre detto che Benedetto Croce «non ebbe mai simpatia per quella che era ed è solitamente intesa come letteratura comparata» (Wellek), e questo giudizio ha condizionato negativamente – a causa della preponderante posizione crociana nella cultura italiana – lo sviluppo scientifico ed accademico della comparatistica italiana nel Novecento. In questa ricerca si intende mostrare che l'opposizione crociana alla costituzione del comparatismo in disciplina accademica non implica, come potrebbe sembrare, la negazione della sua validità e ineludibilità in ogni indagine letteraria. Se da un lato, infatti, gran parte della teoria e della pratica letteraria crociane rivelano un chiaro carattere comparatistico, dall'altra, l'opposizione di Croce agli esercizi comparatistici della fine dell'Ottocento implica soltanto il rifiuto dei metodi dell'erudizione positivista.

Come già scriveva Gian Giordano Orsini, «Benedetto Croce […] was a comparatist all his life»,1 ma si potrebbe aggiungere che l'impostazione comparatistica, per Croce, è intrinseca a ogni procedere scientifico: «ogni pensare è insieme un comparare, se è un porre in relazione fatti, e quanto più si compara, più si sa e più si comprende».2 In una lettera a Karl Vossler, del 7 agosto 1902, Croce esprime con chiarezza il suo giudizio sull'inevitabilità del fondamento comparatista; in essa Croce espone al filologo tedesco le linee principali dell'articolo La «letteratura comparata», che comparirà più tardi ne «La critica».3 Nell'ultimo paragrafo della lettera Croce scrive: «Avrete saputo dallo Spingarn che a New York cominceranno a pubblicare una rivista di letteratura comparata. Lo Spingarn mi ha scritto per chiedermi un articolo. Io non riesco a capire come si possa fare della letteratura comparata una specialità. La rivista che pubblicava Max Koch dovrebbe essere un ammonimento. Come se ogni studio letterario fatto sul serio, ogni lavoro completo di critica non debba essere di necessità comparato, ossia conscio della situazione storica che ha l'opera d'arte nella letteratura universale!».4

Emerge, da questa impostazione, l'istanza di un comparatismo qualitativo. Di un comparatismo, quindi, che non sia la somma delle diverse storie letterarie nazionali, ma tenda a raggiungere l'universale e «inabdicable raíz antropológica, una e idéntica, que unifica y universaliza formas de percepción y de sensibilidad que aglutinan en semejanza interindividual sentimientos y pasiones, y que constituyen en último término el fundamento universal del funcionamiento de la imaginación».5 In questa prospettiva la letteratura comparata deve ricercare la radice comune dell'immaginazione del genere umano partendo da un'impostazione interindividuale.

Il comparatismo letterario si propone allora come un metodo di studio del fenomeno letterario che parte dallo studio storico dell'individuale universalizzabile per arrivare infine, mediante comparazioni interindividuali, alla considerazione atemporale dell'universale individuato, il quale, a sua volta, sarà criterio per valutare la consistenza universale delle articolazioni poetiche individuali.

Lo scopo fondamentale del comparatismo letterario è, da questo punto di vista, rendere evidente come la pluralità delle singole rappresentazioni artistiche siano manifestazioni particolari di un patrimonio poetico che si regge su principi estetici universali, e come, declinando gli stessi elementi ucronici ed utopici, si possano mettere in atto differenti processi creativi e produrre diverse manifestazioni espressive nel tempo e nello spazio. Infine la comparazione sarà utile per valutare il modo in cui si sono articolati testualmente i principi universali di matrice antropologico-immaginaria, che vengono considerati da questo punto di vista come il fondamento del giudizio di valore estetico nella sua attualizzazione poetica concreta.

Il comparatismo specializza interindividualmente dimensioni che appartengono alla storia letteraria, alla critica ed alla teoria letteraria generale. In questo senso, il comparatismo letterario troverebbe il suo posto tra l'atemporalità universale di una Teoria della Letteratura di segno estetico universalista e la storicità individuale di una Teoria della Critica Letteraria che concepisce le opere letterarie come attualizzazioni storiche particolari di un'universalità poetica costitutiva.

 

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Giugno 2001, n. 1