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          BOLLETTINO '900 - Segnalazioni / A, febbraio 2002             Successivo

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SOMMARIO:

- Valentina Serra
Dionyz Durisin; Armando Gnisci (a cura di), *Il Mediterraneo.
Una rete interletteraria*, Collana di "Studi e (testi)
italiani del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo
de La Sapienza", Roma, Bulzoni, 2000, pp. 223.
- Francesco Brugaletta
A proposito di: G. Cassano (a cura di), *Internet.
Nuovi problemi e questioni controverse*, Milano,
Giuffre' 2001, pp. 768.

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- Valentina Serra
Dionyz Durisin; Armando Gnisci (a cura di), *Il Mediterraneo.
Una rete interletteraria*, Collana di "Studi e (testi)
italiani del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo
de La Sapienza", Roma, Bulzoni, 2000, pp. 223.

Il volume *Il Mediterraneo. Una rete interletteraria* e' il
frutto della proficua collaborazione tra l'Istituto di
Letteratura Mondiale dell'Accademia delle Scienze di
Bratislava e l'insegnamento di Letteratura Comparata del
Dipartimento di Italianistica e Spettacolo dell'Universita'
"La Sapienza" di Roma. L'opera si presenta come una fonte
di indirizzi metodologici, spunti, immagini, suggestioni
ed esempi concreti delle nuove ricerche sul "centrismo
interletterario mediterraneo".
La ricerca, diretta congiuntamente dal grande comparatista
slovacco recentemente scomparso Dionyz Durisin e dal
comparatista italiano Armando Gnisci, ha trovato compimento
in questo interessantissimo volume, apparso in una doppia
edizione italiana e franco-slovacca. Gli orientamenti di
Durisin e Gnisci si integrano, offrendo al lettore
indicazioni per una ricerca sulla interletterarieta'
mediterranea in molteplici direzioni.
L'opera presenta sia contributi introduttivi sulle teorie e
sulle metodologie, molto chiari e concisi, sia alcuni saggi
che le applicano.

Apre la raccolta una significativa riflessione di Jan Koska
sullo sforzo comune dei comparatisti italiani e slovacchi
di superare il modo tradizionale di intendere e praticare
la letteratura comparata. Koska ricorda gli intenti che
sottesero alla fondazione dell'Istituto di Letteratura
Mondiale a Bratislava nel 1964, e ripropone la necessita'
di uno studio della letteratura mondiale cui appartengano
tutte le letterature nazionali del mondo.
Nei suoi due saggi inseriti nella raccolta, Dionyz Durisin
esprime l'intento di elevare la nozione di letteratura
mondiale ad un grado di generalizzazione superiore rispetto
a quanto finora fatto dalla comparatistica tradizionale.
Quale strumento necessario al conseguimento di tale obiettivo,
egli propone la categoria del "centrismo interletterario",
da lui definita come "utile allo studio dello spazio compreso
tra la letteratura nazionale e quella mondiale".
Lo studio interletterario, quindi, per Durisin deve mettere
in evidenza l'evoluzione della letteratura nazionale al di
la' delle proprie frontiere e in virtu' di uno studio piu'
generale della letteratura mondiale. Allo studio del
centrismo interletterario mediterraneo deve necessariamente
affiancarsi un'attenzione ad analoghi centrismi, quali ad
esempio quello dell'Europa centrale e quello dell'Europa
settentrionale.

Lo studio della letteratura comparata secondo le riflessioni
di Armando Gnisci acquisisce nuovo significato in virtu'
della attuale evoluzione in senso interculturale della
nostra societa'. I contributi del comparatista italiano,
infatti, evidenziano la presenza, nella letteratura comparata,
di un sapere dovuto all'incontro di studiosi di diverse
provenienze: la letteratura, assolvendo agli scopi e agli
obiettivi che le sono propri, diventa quindi un eccellente
strumento attraverso cui "conoscere l'altro" e, di conseguenza,
conoscere se stessi.
La letteratura comparata, in quanto sapere letterario che
apre un colloquio tra chi e' diverso, permette di studiare
e di capire le altre culture mediante un processo di
"decolonizzazione" dall'Occidente - e da se stessi.
In questo senso si comprende come il Mediterraneo, specchio
d'acqua brulicante di popoli, lingue e culture diverse,
associabile all'immagine di una rete e contrassegnato da
processi di scambio continuo, di mescolanza, di
"accatastamento" e slittamento, diventi il luogo ideale per
sviluppare uno studio su se stessi e sull'alterita'.

Il volume si arricchisce di un nutrito numero di saggi
elaborati da comparatisti italiani e dell'Europa centrale e
orientale, in cui si applicano concretamente i metodi di
ricerca sul centrismo interletterario mediterraneo.
L'assunto che sta alla base degli studi sul centrismo
interletterario e' che l'area mediterranea non sia solo
contrassegnata dagli scambi e dai contatti tra i paesi che
sono bagnati dal suo mare, ma che si estenda a tutti quegli
stati che sono venuti a contatto con la sua cultura,
favorendo una comunicazione transcontinentale tra Europa,
Africa ed Asia. Pavol Koprda, ad esempio, propone uno studio
sulle fonti mediterranee dello "slavismo barocco",
concentrandosi sulla comprensione delle ragioni che stanno
alla base dell'introduzione, nella tradizione del poema
epico slavo, di motivi quali la gloria militare e la
spietatezza nei confronti del nemico. Daniel Skoviera si
interroga sulla tradizione greco-latina nella storia
culturale e letteraria slovacca, e Milos Zelenka presenta
uno studio sul centrismo mediterraneo nella letteratura ceca.
In quest'ultimo saggio si pone in rilievo la particolarita'
della posizione dei paesi boemi, che riflettono la tensione
tra la cultura occidentale e orientale, due tradizioni che,
paradossalmente, attingono alla stessa eredita' mediterranea.
Sempre sulla scia della necessita' di allontanarsi da una
considerazione limitata alle coste mediterranee, al fine di
comprendere il carattere universale dello studio in questione,
Ivo Pospisil propone una riflessione comparativa tra il
centrismo mediterraneo e la letteratura russa. L'attaccamento
al sud, l'ammirazione per il gotico e per il rinascimento
italiano durante il romanticismo e l'ammirazione per l'Italia,
che ancora nel XIX secolo contraddistinse molti scrittori
russi, vengono letti come chiari segni di una comunicazione
interletteraria tra la Russia e il Mediterraneo.

Gli studi annoverati nel volume non trascurano di prendere
in considerazione i casi specifici di popoli e culture del
Mediterraneo orientale e occidentale. Xenia Celnarova ha
analizzato particolareggiatamente gli effetti dell'espansione
dei turchi nell'Asia Minore, sottolineando che se da un lato
cio' ha determinato una radicale trasformazione del punto
di vista etnico, religioso, linguistico e morale dei popoli
sottomessi, dall'altro la nazione turca e' stata la prima
tra quelle islamiche che si sia aperta alla cultura
occidentale, mantenendo intatta, allo stesso tempo, la
propria identita'. Ivan Dorovsky ha concentrato la sua
attenzione sulle isole del mediterraneo orientale - Cipro,
Creta, le isole del Dodecaneso e le isole del Mar Ionio -
che, proprio grazie alla mediazione del mare, hanno dato
vita a una fruttuosa comunicazione tra la tradizione
culturale asiatica e quella occidentale. Interessante il
lavoro di Sofia Alexandrovna Ilinskaia sull'aspetto
"mediterraneo" della poesia greca del Novecento. Lo studio
comparato della lirica di Constantinos Kavafis, Ghiorgos
Seferis, Jannis Ritsos e Odysseus Elitis, infatti, ha
posto in evidenza la ricorrenza di immagini dense di
significato quali il mare - interpretato come incarnazione
dello spirito di liberta', dell'eternita', dell'opposizione
simbolica alla morte - e il sole, la luce, simbolo del
supremo principio vitale.
Per quanto concerne poi lo studio della produzione letteraria
dell'area occidentale, il saggio di Svetlana Viktorovna
Prozogina si incentra sui rapporti che intercorrono tra il
centrismo mediterraneo e il Maghreb, che, crogiuolo di popoli
e crocevia del mondo arabo, africano ed europeo, svolse un
ruolo unificatore nel dialogo tra le diverse culture, in virtu'
della sua ubicazione al limite dei mondi musulmano e arabo.
Non e' infatti un caso la preponderanza nella letteratura
maghrebina di temi molto diversi tra loro e allo stesso
tempo simili a quelli gia' emersi nello studio della lirica
greca: il mare, il sole, ma anche il deserto, le montagne e
la neve. Grande interesse rivestono inoltre le nuove letterature
del Maghreb in lingua francese che, nate come risposta alla
tensione politica tra Occidente e Oriente, e allo stesso
tempo prodotto della societa' coloniale, sono espressione di
una rinnovata cultura del mondo arabo e delle culture
mediterranee europee.
L'analisi del centrismo interletterario mediterraneo e dei
suoi rapporti con le culture occidentali e' arricchita dallo
studio di Elena A. Riauzova, che ha condotto una ricerca volta
a dimostrare come la tradizione storico-letteraria dei
continenti europeo e americano abbia esercitato un'influenza
sulla letteratura portoghese e come cio' abbia permesso a
questo paese dal passato glorioso di superare il complesso
dovuto alla odierna realta' di "piccola nazione".

Particolarmente preziosi per la ricerca sul centrismo
interletterario mediterraneo si rivelano poi il contributo
di Franca Sinopoli, che verte su alcuni primi modelli
storiografici dello studio letterario in Europa tra la
meta' del Settecento e il primo Ottocento, e il saggio
bibliografico sulla realta', la storia e la fenomenologia
del Mediterraneo, scritto da Costanza Ferrini. Partendo
dalla nozione di centrismo formulata da Durisin, Sinopoli
effettua un'attenta rilettura di alcune delle prime soluzioni
storiografiche elaborate nella cultura europea, mentre
Ferrini propone un itinerario di letture, esempio dello
sforzo contemporaneo di pensare il Mediterraneo. Si tratta,
in sostanza, di due validi strumenti di lavoro per chi si
accosti, da profano o da esperto della materia, allo studio
del centrismo interletterario mediterraneo.

Il volume si conclude con una lucida riflessione di Marian
Galik sulla ricezione dell'opera di Dionyz Durisin nello
studio letterario occidentale. Il comparatista e teorico
della letteratura slovacco - stimato dai piu' grandi
comparatisti del mondo ma talvolta ingiustamente dimenticato
nell'universo letterario occidentale - e' stato paragonato,
da Douwe W. Fokkema, a Rene Wellek perche', come questi alla
fine degli anni Cinquanta, sebbene in una situazione
geografica, politica e culturale molto diversa, ebbe la
capacita' di fare rinascere tra la fine degli anni Sessanta
e i primi anni Settanta la teoria comparatistica in
Occidente.
Omaggio al comparatista slovacco, il volume non solo
testimonia di una fruttuosa collaborazione accademica, ma
soprattutto, secondo il desiderio espresso nella premessa
da Armando Gnisci, si rivela per il lettore, oltre che
strumento prezioso nello studio della letteratura comparata,
fonte di emozioni, ispirazioni e speranza di "disegnare
una nuova umanita'".

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- Francesco Brugaletta
A proposito di G. Cassano (a cura di), *Internet.
Nuovi problemi e questioni controverse*, Milano,
Giuffre' 2001, pp. 768.

Con il loro sviluppo, le nuove tecnologie dell'informazione
rappresentano un'occasione straordinaria, specie per la
velocita' con cui si ricevono e si trasmettono le informazioni
e per l'eliminazione di barriere temporali, fisiche e
gerarchiche. Computer e altri dispositivi intelligenti possono
dare nuovo potere ai cittadini, collegando enti pubblici e
privati, e coprendo l'intero pianeta. Sara' sempre piu'
necessario percio' accrescere la conoscenza delle tecnologie
dell'informazione e dei servizi elettronici, incoraggiando
e facilitando lo sviluppo di questa conoscenza in modo che
non vi siano divisioni e sperequazioni.
Sara' necessario anche fare in modo che la conoscenza
delle problematiche giuridiche sottese a questa rivoluzione
divengano patrimonio comune di tutti.
Proprio in questa direzione muove il recente lavoro di
Giuseppe Cassano, edito dalla Giuffre'. Giovane avvocato e
docente di Diritto privato alla "Luiss" di Roma, Cassano,
con una "squadra scelta" di giuristi esperti della rete,
offre la prima panoramica, veramente completa e approfondita,
dei temi di diritto imposti dall'esplosione di Internet e
dalla diffusione delle nuove tecnologie. Il piano di
quest'opera e' diviso in sezioni che coprono tutti i
possibili aspetti giuridici collegati al web: dai diritti
della persona alla disciplina di proprieta' intellettuale
e industriale; dal commercio elettronico alla contrattualistica
su Internet e i profili di responsabilita' implicati.
Riservando, inoltre, un ampio spazio alla tutela penale
(reati commessi sulla rete e attraverso di essa),
all'analisi dell'impatto delle nuove tecnologie nella
pubblica amministrazione e al telelavoro.
Infine, due sezioni sono dedicate ai modelli stranieri di
regolamentazione di Internet e all'analisi dei cambiamenti
che la "rete delle reti" impone sia alla formazione e ricerca
universitaria sia alle tradizionali professioni giuridiche,
forensi e non: magistrato, avvocato, arbitro e notaio.
Il tutto e' corredato in appendice da un utilissimo glossario
del web che permette la lettura anche ai neofiti.
L'ampiezza del fenomeno, perfettamente in sintonia con lo
sviluppo economico e giuridico del nostro prossimo futuro,
fa di questo lavoro una riflessione veramente unica in Europa,
se non nel mondo. Un'opera la cui consultazione e' certamente
indispensabile al professionista, ma utile e preziosa anche
al cittadino e al letterato.

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Segnalazioni / A, febbraio 2002. Anno VII, 6.

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Dipartimento di Italianistica
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Reg. Trib. di Bologna n. 6436 del 19 aprile 1995.
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